Foglio Avvisi Settimanali

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Foglio Avvisi Settimanali
n. 49
2011
0709133009
Domenica 4 dicembre (1) VIOLA
DOMENICA II DI AVVENTO
(II) 08,00 - Giovanni
Messa propria, Credo, prefazio I di Avvento
Lez. Fest: Is 40,1-5.9-11; Sal 84; II Pt 3,8-14; Mc 1,1-8
MOSTRACI, SIGNORE, LA TUA MISERICORDIA E DONACI LA TUA
09,30 - Raffaele
11,15 - Arba Efisio, Pietruccia, Antonio
SALVEZZA.
Lunedì 5 dicembre (6)
VIOLA
(II) 08,40 - Lodi - “Pane Quotidiano”
FERIA DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO 16,45 - Mancosu Antonella (in sant’Angelo)
Messa propria, prefazio I di Avvento
17,30 - Carboni Giuseppe, Batzella Antonina - Vespri
Lez. Fer.: Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26
CAMPANE
A FESTA
Hanno suonato,
mercoledì 30
novembre, per
annunciare la nascita di Gabriele Pintus,
primogento di Giovanni e
di Francesca Montis.
ECCO, IL NOSTRO DIO VIENE A SALVARCI.
Martedì 6 dicembre (6)
VIOLA
(II) 08,40 - Lodi - “Pane Quotidiano”
FERIA DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO 15,30 - ORATORIO PER LA 3A ETÀ
Messa propria, prefazio I di Avvento
Lez. Fer.: Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14
17,30 - Carboni Giuseppe - Vespri
VIENE IL SIGNORE A RINNOVARE IL MONDO.
Mercoledì 7 dicembre (5)
BIANCO (P) 07,30
S. AMBROGIO, vescovo e dottore, memoria 08,40
15,30
Messa propria, prefazio I di Avvento
17,00
Lez. Fer.: Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30
17,30
IL SIGNORE È BUONO E GRANDE NELL’AMORE.
Giovedì 8 dicembre (1)
BIANCO (P) 08,00
IMMACOLATA CONC. DELLA B.V.M., solen. 09,30
-
Messa c/o Francescane
Lodi - “Pane Quotidiano”
Confessioni
Rosario
Atzeni Mario
Tuveri Enzo e Tiziano
Faustino e Annetta
Messa propria, Gloria, Credo, prefazio proprio
Lez. Santi: Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12;
AMMISSIONE DEI NUOVI MINISTRANTI
Lc 1,26-38
11,15
Grecu
Massimiliano
CANTATE AL SIGNORE UN CANTO NUOVO, PERCHÉ HA COMPIUTO
MERAVIGLIE.
Venerdì 9 dicembre (6)
VIOLA
(II) 08,40 - Lodi - “Pane Quotidiano”)
FERIA DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO
17,30 - Desogus Annetta (1° anniv.) - Vespri
Messa propria, prefazio I di Avvento
Lez. Fer.: Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19
CHI SEGUE IL SIGNORE AVRÀ LA LUCE DELLA VITA.
GIORNATA DELLA CARITÀ - A CURA DELLE VINCENZIANE
Sabato 10 dicembre (6)
VIOLA
(II) 08,40 - Lodi - “Pane Quotidiano” in Parrocchia
FERIA DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO 15,30 - Confessioni
17,00 - Rosario
Messa propria, prefazio I di Avvento
17,30 - Ignazio, Speranza, Giovanni, Gioacchino
Lez. Fer.: Is 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13
FA’ SPLENDERE IL TUO VOLTO, SIGNORE, E NOI SAREMO SALVI. GIORNATA DELLA CARITÀ - A CURA DELLE VINCENZIANE
Domenica 11 dicembre (1) VIOLA
(III) 08,00 - Argiolas Stefania
09,30 - Olga
DOMENICA III DI AVVENTO
FESTA DEL NOME (PER GLI ALUNNI DEL CATECHISMO
Messa propria, Credo, prefazio I di Avvento
DELLA PRIMA ELEMENTARE)
Lez. Fest: Is 61,1-2a.10-11; Lc 1,46-54; I Ts 5,16-24;
Gv 1,6-8.19-28
LA MIA ANIMA ESULTA NEL MIO DIO.
AVVISI * PER
CHE, NELL’ANNO
TUTTE LE FAMIGLIE
2011,
HANNO RAGGIUN-
TO I 10, 25, 40 E 50 ANNI DI MATRIMONIO.
- il 26 dicembre p.v., alle ore 11,15
verrà celebrata in Parrocchia una
Messa di ringraziamento comunitario. Sono invitate a presenziare alla
celebrazione per rinnovare ancora
una volta il loro ringraziamento al Signore per il traguardo raggiunto.
Le famiglie interessate, che pensano
di aderire all’iniziativa, sono pregate di
11,15 - Caboni Paolo e Fratelli
LA GIUSTIZIA
“Amore e verità si incontrano, giustizia e pace si abbracciano”.
Da più di un secolo la
giustizia rappresenta
una delle preoccupazioni continue della Chiesa.
Una giustizia che è indissociabile dalla pace.
Le due, infatti, cooperano insieme al rispetto
completo della creazione.
Quando verrà il momento di rendere la terra al suo Creatore, in
quale condizione la presenteremo?
Su quale terra vogliamo
che venga il Salvatore?
Siamo liberi di scegliere.
Ma non dimentichiamo
che anche la più piccola
delle creature ci è
stata affidata: essa non
ci appartiene.
GIORNATA DELLA CARITÀ - A CURA DELLE VINCENZIANE
darne personalmente comunicazione * ORATORIO PER LA 3A ETÀ - Il grupTROPPO
a don Pes entro il 18 dicembre.
po delle donne che, lo scorso anno, si
SPESSO HO
* GIORNATE DELLA CARITÀ - Nei riunivano nel Salone per svolgervi attiCREDUTO
DI
pomeriggi di Venerdì 9 e Sabato 10 e vità manuali, comunica che, da questa
nella mattinata di Domenica 11, nel settimana riprendono le attività ed invi- GRIDARE NEL DESERTO.
Salone, a cura del Volontariato Vin- ta tutte le persone interessate a recarsi
DA UN PO’ DI TEMPO
cenziano, verranno raccolte le offerte nel salone martedì 6 npvembre alle ore COMINCIO A PENSARE DI
15,30.
in favore dei poveri.
ESSERE IO UN DESERTO
* I FIDANZATI che pensano di sposar- * PRENOTAZIONI DI MESSE - Da
CON POCHI FRUTTI, E MI
si nel prossimo anno sono invitati a questa settimana è possibile incominDOMANDO CHE COSA
prendere contatti con don Pes per ciare a prenotare le messe per il prosGRIDA DENTRO DI ME...
concordare o confermare la data.
simo anno.
Supplemento a “Discutiamone Insieme” - Stampato in 700 copie a cura delle Edizioni Grafiche Parrocchiali di S. Leonardo in Serramanna -
LEGGIBILE E SCARICABILE
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CONSUMO CRITICO E RESPONSABILE
IL CAMMINO DEI NUOVI STILI DI VITA SI COSTRUISCE INTORNO A NUOVI RAPPORTI CON LE COSE, LE PERSONE, L’AMBIENTE, IL MONDO. PASSARE DA UN CONSUMISMO SFRENATO AD UN CONSUMO CRITICO, DALLA
DIPENDENZA ALLA SOBRIETÀ, DAL DISINTERESSE ALL’INTERESSE SU QUELLO CHE COMPRIAMO E CONSUMIAMO, È IL PRIMO PASSO PER CAMBIARE IL NOSTRO MODO DI RAPPORTARCI CON LE COSE.
Siamo abituati a fare la spesa in maniera narcisistica: l'attenzione puntata tutta su noi stessi, badiamo solo al
prezzo e alla qualità tecnica dei prodotti. Mai un pensiero, un interrogativo, sulla provenienza e il destino dei
prodotti, quasi approdassero sugli
scaffali del supermercato piovuti dal
cielo. In realtà ogni prodotto ha una
sua storia ambientale, una sua storia
sociale, addirittura una sua storia politica e a seconda della storia rischiamo di renderai complici di gravi misfatti.
Potremmo parlare del caffè: in Italia
ne consumiamo ogni anno cinque
chili a testa. Ogni mattino cominciamo la nostra giornata preparandoci
una tazzina di caffè e, senza saperlo,
la prima persona con cui entriamo in
contatto e un contadino dell'Africa o
un bracciante dell'America del Sud.
Potrebbe essere Makutu, piccolo contadino dell'Uganda, che utiIizza la sua
terra in parte a mais, per l'autoconsumo familiare, in parte a caffè, per
guadagnare quei due soldi che gli
consentono di mandare avanti la famiglia. Oppure potrebbe essere Ignacio, nullatenente, padre di sette figli,
che lavora come bracciante in una
piantagione del Brasile.
Fra contadini e braccianti, le persone
che coltivano caffè sono 25 milioni.
Contando anche i loro familiari, fanno
125 milioni di persone che vivono su
questo prodotto.La loro condizione di
vita dipende da un solo elemento: il
prezzo che si forma a livello internazionale. Al supermercato, il caffè noi
lo paghiamo fra i due e i tre euro a
pacchetto, ma ai produttori arrivano
solo le briciole. Per ogni euro che
sborsiamo, 21 centesimi finiscono in
tasca al supermercato, 49 al torrefattore e 13 all'importatore. Una diecina
vanno in tasse e solo 5 centesimi tornano nel Sud del mondo dove sono
contesi fra esportatore, mercante locale e contadino. A conti fatti quest'ultimo raramente incassa più di 2
centesimi.
Dai numeri emerge che la parte del
leone la fanno i torrefattori, che molto spesso sono anche gli importatori.
Fra i soggetti che svolgono questa
duplice funzione ci sono Nestle, Kraft,
Sara Lee, Procter & Gamble, Tchibo,
che tutti assieme controllano il 50%
del caffe commercializzato a livello
mondiale.
Potremmo parlare delle scarpe sportive. I più grandi fabbricanti di scarpe
sportive sono nomi a noi sconosciuti
come Yue Yuen, Kingmaker Footwear
o Feng Tay, gruppi industriali nati a
Taiwan, a Hong Kong, in Corea del
Sud, ma ormai multinazionali a tutti
gli effetti perché posseggono società
e stabilimenti in molti Paesi dell'Estremo Oriente.
Il più grande in assoluto è Yue Yuen,
che fa capo alla famiglia Tsai di Taiwan tramite la società Pou Chen. Yue
Yuen, che lavora per Nike, Adidas, Reebok, New Balance e varie altre marche mondiali, produce il 17% di tutte
le scarpe sportive vendute nel mondo
tramite 250.000 dipendenti sparsi in
sei stabilimenti, di cui quattro in Cina,
uno in Indonesia e uno in Vietnam.Lo
stabilimento più grande si trova a
Dongguan, una cittadina cinese, a
ridosso di Hong Kong.
«Qui ci sono 70.000 persone. È una
città», dice Luke Lee, un dirigente addetto alla sicurezza, «pertanto ci sono
tutti i problemi tipici di una città».Ma
ci sono anche quelli tipici di tutte le
fabbriche cinesi. Racconta un operaio: «Siamo sottoposti a una disciplina di tipo militare. Alle 6,30 dobbiamo scattare in piedi, pulirci le scarpe,
lavarci la faccia e vestirci in dieci minuti. Corriamo alla mensa, perché la
colazione è scarsa e chi arriva ultimo
ha il cibo peggiore.
Alle 7 in punto bisogna timbrare il
cartellino, sennò c'è una multa sulla
busta paga. Ogni gruppo marcia in
fila dietro il caporeparto recitando in
coro la promessa di lavorare diligentemente. Se non recitiamo a voce alta, se c'è qualche errore nella sfilata,
veniamo puniti. I capireparto urlano
in continuazione. Dobbiamo subire.
Chiunque accenni a resistere viene
cacciato.Noi operai veniamo da lontani villaggi di campagna.Siamo qui per
guadagnare. Dobbiamo sopportare in
silenzio e continuare a lavorare. (...)
Lavoriamo dalle 7 alle 23,praticamente da buio a buio, con due brevi pause
per mangiare. Consumiamo i nostri
pasti alla mensa. Di solito ci servono
verdure e una brodaglia che chiamano carne. In base al regolamento abbiamo diritto ad un'ora per mangiare,
ma quando ci sono degli ordini da
sbrigare, la pausa si riduce a mezz'ora.
Nei dormitori non abbiamo acqua calda nemmeno d'inverno».
Potremmo parlare dell'acqua in bottiglia di cui gli italiani sono i più grandi bevitori del mondo con un consumo pro capite annuo di 190 litri.
Complessivamente nel 2009 ne abbiamo bevuta 10 miliardi di litri.
Nel nostro Paese il giro d'affari dell'acqua in bottiglia è di 2,2 miliardi di euro,
suddiviso fra 180 imprese. Ma cinque
gruppi da soli controllano il 60% del
mercato. In testa c'è Nestlè col 23%,
seguita da San Benedetto (18%),
Uliveto-Rocchetta (7%), Ferrarelle (6,5
%), Spumador (6,2%). Nel 2006 sono
stati spesi 117 milioni di euro in messaggi pubblicitari idioti, ma convincenti: "acqua povera di sodio", "acqua dietetica", "acqua 0 calorie".
L'acqua in bottiglia costa mediamente mille volte di più dell'acqua del rubinetto e i risultati si vedono: i profitti del settore ammontano a 110 milioni di euro.Gli enti locali danno il loro contributo rilasciando concessioni
a prezzi ridicoli. Fino al 2005 invece di
tassare i litri di acqua prelevata, molte
province facevano pagare un canone
sugli ettari occupati.L'acqua viene regalata alle imprese anche dove non
ce n'è. Nel 2007 a Santo Stefano Quisquinna, una località in provincia di
Agrigento, Sanpellegrino/Nestlè ha
ricevuto in concessione due pozzi.
Togliere acqua alle popolazioni locali
per permettere alle imprese di guadagnare su un vezzo, è uno scandalo
degno soltanto del regno dell'impe-
ratore Bokasso. Ma lo scandalo ancora
più grave è che per vendere un litro di
acqua se ne sprecano dodici, perché
questa è la quantità di acqua che serve per produrre i quaranta grammi di
plastica che formano la bottiglia. Per
non parlare del petrolio utilizzato non
solo come materia prima, ma anche
come carburante per fare viaggiare
l'acqua su e giù per l'Italia. Non è ancora arrivata nelle nostre case e l'acqua in bottiglia ha già prodotto un
sacco di spazzatura, finché la bottiglia
non diventa essa stessa rifiuto.
I sette/otto miliardi di bottiglie di plastica messe ogni anno in circolazione
non sono biodegradabili e se gettate
in discarica formano una grande
montagna, che ci mette qualche centinaio di anni per disintegrarsi. Se incenerite possono produrre sostanze
dannose come furani e diossine. Ma
noi issiamo la bandiera del riciclaggio
e pensiamo di salvarci. Illusione: i rifiuti creano problemi, sempre e comunque. Per cominciare va detto che
in Italia si recupera solo il 60% della
plastica consumata e quella effettivamente riciclata non supera il 29%.
Morale della favola: una buona metà
del differenziato finisce nell'inceneritore. Un vero schiaffo al buonsenso,
all'impegno degli italiani e agli alti
costi di recupero. Del resto anche il
riciclo emette inquinanti e assorbe
energia.
Questi esempi ci fanno capire che il
consumo non può più essere trattato
come un fatto privato, perché ogni
volta che si compra qualcosa si corre il
rischio di diventare complici involontari di situazioni di sfruttamento, di
violazione di diritti umani, di degrado
ambientale, di ingiustizia planetaria.
L'alternativa è il consumo responsabile che consiste nel fare la spesa ponendo grande attenzione ai diritti,
all'equità, all'ambiente. Un cammino
fatto di cinque tappe: lotta ai rifiuti,
consumo locale e naturale, commercio equo, attenzione al comportamento delle imprese, sobrietà.
FRANCESCO GESUALDI