INTEN- DERE IL GRIDO DEL- L`ALTRO SIGNI

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INTEN- DERE IL GRIDO DEL- L`ALTRO SIGNI
N. 40
2013
0709133009
Domenica 29 settembre (3) VERDE
(II) 08,00 - Antonio, Virginia, Rosetta
DOMENICA XXVI DEL TEMPO ORDINARIO 09,30 - Popolo
Messa propria, Gloria, Credo, prefazio delle domeniche
Lez. Fest.: Am 6,1a.4-7; Sal 145; I Tm 6,11-16; Lc 16,19-31
CAMPANE
11,15 - Concas Agnese (4 BATTESIMI)
LODA IL SIGNORE, ANIMA MIA.
Lunedì 30 settembre (5)
BIANCO (II) 08,40 - Lodi - “Pane Quotidiano”
S. GIROLAMO, sacerdote e dottore, memoria
17,30 - INCONTRO PER GLI ASPIRANTI CHIERICHETTI
Messa propria, prefazio comune
Lez. Fer.: Zc 8,1-8; Sal 101; Lc 9,46-50
19,00 - Int. Off. (per implorare una grazia) - Vespri
MOSTRACI, O DIO, LA GIOIA DEL TUO NOME.
Martedì 1° ottobre
(7)
BIANCO (II) 08,40 - Lodi - “Pane Quotidiano”
S. TERESA DI GESÙ BAMB., verg. dott. mem.
19,00 - Pittau Rita - Vespri
Messa propria, prefazio comune
Lez. Fer.: Zc 8,20-23; Sal 86; Lc 9,51-56
IL DIO DELLA PACE È CON NOI.
Mercoledì 2 ottobre (5)
BIANCO
Ss. ANGELI CUSTODI, memoria
(P) 08,40 - Lodi - “Pane Quotidiano”
15,30 - CONVEGNO PASTORALE DIOCESANO
SUL TEMA: IL PRIMO ANNUNCIO DI DIO AI BAMMessa propria, prefazio degli angeli
BINI
Lez. Santi: Es 23,20-23; Sal 90; Mt 18,1-5.10
19,00 - Giovanni e Palmira - Vespri
IL SIGNORE MANDA I SUOI ANGELI SUL NOSTRO CAMMINO.
20,00 - RIUNIONE COMITATO SAN LEONARDO
Giovedì 3 ottobre (7) VERDE
(II) 08,40 - Lodi - “Pane Quotidiano”
15,30 - CONVEGNO PASTORALE DIOCESANO
FERIA DELLA XXVI SETTIMANA ORDINARIA
SUL TEMA: IL PRIMO ANNUNCIO DI DIO AI BAMMessa a scelta, prefazio comune
BINI
18,30 - Ennio e Giulia - Vespri
Lez. Fer.: Ne 8,1-4a.5-6.7b-12; Sal 18; Lc 10,1-2
19,00 - Piras Flavio (30°)
LA TUA LEGGE, SIGNORE, È FONTE DI GIOIA.
Venerdì 4 ottobre
(3) BIANCO
(P) 08,40 - Lodi - “Pane Quotidiano”
S. FRANCESCO D’ASSISI patrono d’Italia, festa 17,00 - Sacerdote a Disposizione per le Confessioni
18,00 - ADORAZIONE S. CUORE
Messa propria, Goria, prefazio dei santi
19,00 - In on. del Sacro Cuore
Lez. Santi: Gal 6,14-18; Sal 15; Lc 11,25-30
19,45 - RIUNIONE DEI CATECHISTI
SEI TU, SIGNORE, L’UNICO MIO BENE.
Sabato 5 ottobre
(7)
VERDE
(II) 08,40 - Lodi - “Pane Quotidiano”
17,00 - Confessioni
FERIA DELLA XXVI SETTIMANA ORDINARIA
18,30 - Rosario
Messa a scelta, prefazio comune
19,00 - Faedda Anna Maria, Orrù Luigi
Lez. Fer.: Bar 4,5-12.27-29; Sal 68; Lc 10,17-24
20,00 - INCONTRO PER I “BOYS” DI PAPA FRANCESCO
GIUNGA AL TUO VOLTO, SIGNORE, IL GRIDO DEI POVERI.
(nel Salone)
08,00
Addis
Emilio, Enrico, Angela
Domenica 6 ottobre (3)
VERDE
(III)
DOMENICA XXVII DEL TEMPO ORDINARIO 09,30 - Mannias Mario
11,15 - Dessì Virgilio, Concas Gesuina
Messa propria, Gloria, Credo, prefazio delle domeniche
SUPPICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Lez. Fest.: Ab 1,2-3;2,2-4; Sal 94; 2 Tm 1,6-8.13-14;
17,00 - LITURGIA FORANIALE PER L’ANNO DELLA FEDE
Lc 17,5-10
ASCOLTATE OGGI LA VOCE DEL SIGNORE.
(PARROCCHIA N. S. CARMINE - ASSEMINI)
AVVISI * L’INNO DELL’ANNO PRIMO ANNUNCIO DI DIO AI BAMBINI: un ar- ottobre. L’incontro viene organizzato
DELLA FEDE - Camminiamo ogni gomento che interessa prima di tutto i con l’intento di costituire anche nella
giorno che ci doni, con gli uomini fratel- genitori, oltre che i catechisti e i sacer- nostra Parrocchia un Gruppo di Papali. Tu ci guidi per le strade della terra, doti. La comunicazione dell’evento è da boys. Per saperne di più, si visiti il sito
sei per noi la speranza della meta. Cre- considerare come invito a partecipare. Internet: www.papaboys.org
do, Domine, credo! Con il mondo, dove * I “BOYS” DI PAPA FRANCESCO - I
pianti la tua croce, Signore, noi ti gridia- Giovani e i Ragazzi della nostra Parmo: Adauge, adauge nobis fidem! Cre- rocchia che domenica 22 si sono recado, Domine, adauge nobis fidem!
ti a Cagliari per incontrare e ascoltare
* CONVEGNO PASTORALE DIOCE- Papa Francesco sono invitati a parteSANO - Si tiene il 2 e 3 ottobre, nel cipare all’Incontro che si terrà nel SaSeminario Arcivescovile, per trattare del lone con inizio alle ore 20 di sabato 5
Supplemento a
- Stampato in 700 copie a cura delle Edizioni Grafiche Parrocchiali di S. Leonardo in Serramanna
-
LEGGIBILE E SCARICABILE
A FESTA
Hanno suonato,
lunedì 16 settembre, per annunciare la
nascita di Giulia
Pireddu, primogenita
di Luigi e di Valeria Zucca.
lunedì 23 settembre, per
annunciare la nascita di
Matteo Etzi, primogenito
di Massimo e di Romina
Serpi;
e quella di Carlotta Maria
Zedda, primogenita di Andrea e di Simona Fadda.
BUON COMPLEANNO
il 4 ottobre, per i suoi 7 anni, a
Nicola Cireddu, da parte di
Papà, Mamma e Sofia.
I Figli Marta e Sebastian, i
Fratelli, le Sorelle e tutti i Nipoti porgono
VIVISSIMI AUGURI
a Marco Frongia e Alessandra
Garau che, il 1° ottobre festeggiano le Nozze d’Argento.
INTENDERE
L’INCRINATURA
Vi sono sofferenze che non
si vedono. Sono come il
vaso di cui parla il poeta,
con una sorta di fessura
discreta: “Non toccatelo, è
rotto...”.
Ed è quella incrinatura che
si fa sentire debolmente.
Ci vuole un orecchio attento per intenderla. E non si
tratta solamente di sentire,
ma di intenderne in profondità il messaggio.
INTENDERE
IL GRIDO DELL’ALTRO SIGNIFICA GIÀ
COMINCIARE
AD AIUTARLO.
- www.parrocchiasanleonardo.com - www.aserramanna.it
CANTICO D’OTTOBRE
NEL “CANTICO DELLE CREATURE” DI SAN FRANCESCO CONTINUANO A RICONOSCERSI PERSONE DI OGNI TEMPO E DI OGNI FEDE RELIGIOSA.
di MICHELE GENISIO
L'inno alla gioia della Nona Sinfonia. È difficile ascoltarlo senza provare dei
brividi, impossibile non
farsi contaminare dalle
sue note.
Eppure, nel periodo in cui
lo compose, Beethoven non
se la passava. allegramente. Anzi! Era totalmente
schiacciato da quella che
per un musicista è la malattia più umiliante: la sordità, infermità che accentuava la sua naturale irascibilità.
Con le dovute proporzioni,
qualcosa d’analogo era toccato molto tempo prima a
s. Francesco. «Laudato si',
mi’ Signore cum tucte le
tue creature, spetialmente
messor lo frate Sole...».
Ammaliati dalle strofe del
suo Cantico, è facile crearsi nella mente un’immagine poetica e bucolica del
santo: un giovane entusiasta, scalzo e sorridente, di
fronte alla ridente e soleggiata campagna umbra.
Francesco però non compose questo canto in un campo di fiori a primavera,
quando sentiva scorrer nel
sangue l’audacia della vita
e l’incandescente desiderio
dell’Eterno. No: quando ne
ebbe la prima intuizione,
egli era a San Damiano, in
fin di vita, in una capanna
di frasche invasa dai topi,
dopo una notte di grandi
tormenti, tentato dal diavolo e provato dalle gravi
malattie al fegato e alla vista. Da più di cinquanta
giorni non riusciva a sopportare né la luce del sole,
di giorno, né quella del fuoco, la notte.
Era ormai quasi cieco e assillato di continuo da un
acuto dolore agli occhi.
Gli avevano applicato alle
tempie due pezzi di ferro
incandescenti nel tentativo di guarirlo. Fu in queste
condizioni che esclamò:
«Laudato si’, mi Signore,
per frate Focu, per lo quale
ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte».
Dalle biografie pare, più
precisamente, che s. Francesco scrisse il cantico in
tre fasi.
La prima parte sarebbe
stata composta nelle notti
tormentate di San Damiano. Alcuni versi sarebbero
stati aggiunti in seguito ad
una disputa tra il vescovo
e il podestà di Assisi. «Laudato si’, mi Signore, per
quelli che perdonano per lo
tuo amore et sostengono infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace ka da te, Altissimo, sirano incoronati».
Mentre la parte finale risalirebbe a pochi giorni
prima della sua morte.
Attraverso il filtro del dolore, l’anima sofferente di
Francesco si era schiusa al
canto.
Erano passati i tempi inebrianti e gioiosi della predica agli uccelli. Come pure i tempi misticamente
luminosi, nei quali - nella
solitudine alpestre del
monte della Verna - aveva
avuto ricevute le dolorose
stimmate.
Erano ancora a venire i
tempi dei Fioretti che, con
il loro sapore di fiaba, avrebbero mosso i passi del
santo in un mondo di «perfetta letizia».
Era il tempo della solitudine, quella solitudine particolare che dà la malattia e
il senso intimo di sapersi
vicino alla morte. «Laudato si’ mi Signore, per sora
nostra Morte corporale, da
la quale nullu homo vivente pò skappar».
Era spossato dai malanni.
Sentiva i frati, l’Ordine da
lui creato, una cosa lontana. Ma la sua anima, con
un guizzo di genialità, si
lasciava alle spalle il proprio dolore e intravedeva
in ogni cosa creata la mano
del suo artefice, e il suo amore. «Laudato si: mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti
fior et herba».
Oltre ad essere una preghiera sublime, che sempre toccherà il cuore dei fedeli di ogni religione, il
Cantico di Francesco ha
anche un grande valore
letterario.
Infatti, un’attendibile filologia ci dice che la letteratura italiana non nasce nei
campi profani che ammiccano alla futura poesia dell’Angiolieri, ma proprio
nell’umile orticello del frate d'Assisi, con la sua Laudes creaturarum.
È vero: la prosa rimata
non è del tutto originale.
In essa riecheggiano le antiche melodie bibliche dei
Salmi, i racconti dei Vangeli, in particolar modo
quello delle Beatitudini.
Ma proprio in questo linguaggio a lui congenito,
nel volgare umbro in cui
probabilmente s’esprimeva
- misto d'infuocati accenti
toscani, di francesismi e di
latinismi - egli sussurra
un inno nel quale tutto il
creato s’anima, e le creature stesse alzano la loro lode a Dio.
Il Cantico ci conduce con la
mente ad altri versi, assai
più recenti.
A quelli di Ungaretti: «Resto docile / all'inclinazione
/ dell'universo sereno».
Ma anche a quelli del poeta della chitarra John Lennon: «Mio amore, per la
prima volta nella vita i
miei occhi vedono... vedo il
vento... vedo gli alberi...
tutto è chiaro nel mio cuore».
Ovviamente è improponibile un paragone fra il santo d’Assisi e il ragazzo di
Liverpool. Ma in quei suoi
occhi che s’aprono per la
prima volta si possono
cogliere gli elementi d'una
grande intuizione spirituale. Perché "vedere" quello
che ci sta attorno è un rarissimo moto dello spirito.
Che porta a chiamare la
natura (un termine così
riduttivo!) creazione: parola che rimanda inevitabilmente a qualcuno altro, al
suo Creatore.
Oggi si discute di ecologia,
si sente il dovere di rispettare la natura, di proteggerla. Più di 800 anni fà
Francesco aveva trovato un
rapporto così profondo con
il creato da fargli considerare il sole, la luna, gli alberi, sue sorelle e fratelli.
Fino all'inizio degli anni
Ottanta il 1° ottobre, festa
di san Remigio, s'aprivano
i cancelli delle scuole. S’aprivano i quaderni e il sussidiario e, per la festa del
patrono d’Italia, s'imparava immancabilmente la
storia di Francesco e alcune strofe del suo poema.
«Altissimu, onnipotente bon
Signore, tue so' le laude, la
gloria e l'honore et onne benedictione...».
Con i dolci ricordi della
scuola, questo Cantico d’ottobre rimane sempre così
caro al cuore.