LA FARINA Sul mercato esistono sfarinati con diverse caratteristiche
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LA FARINA Sul mercato esistono sfarinati con diverse caratteristiche
LA FARINA Sul mercato esistono sfarinati con diverse caratteristiche (farine e semole) che dipendono dal tipo di frumento utilizzato. La composizione di una farina può variare in base al tipo di frumento si utilizza e in base al processo di raffinazione cui è stato sottoposto il chicco. Quasi tutte le farine oggi in commercio sono prodotte con l’uso di mulini a cilindri che consentono sia l’alta macinatura sia l’abburattamento, cioè la divisione dei diversi elementi di cui è composto il chicco. La legge italiana definisce con la dicitura "00" la farina che ha subito abburattamento del 50%; farina "0" quella abburattata al 72%, farina "1" quella all’ 80% e farina "2" quella il cui grado di abburattamento è dell’ 85%. La farina integrale invece ha subito solo un primo processo di macinazione, senza ulteriori buratti. Vediamo ora i vari tipi di frumento che usati per produrre farina. Triticum aestivum: è il nome scientifico che indica il frumento comune conosciuto come grano tenero, ha chicchi friabili che, una volta spezzati, mostrano uno strato interno bianco e farinoso dal quale si ottengono i graniti e le farine utilizzate per produrre pane e dolci. Triticum durum: Il grano duro, appartiene al genere "triticum" alla specie "durum", è coltivato soprattutto nell'Italia meridionale. Dalla macinazione del grano duro si ottiene , uno sfarinato con granuli grossi, spigoli netti e dal colore leggermente ambrato, la SEMOLA, destinata alla produzione di paste alimentari. In alcune regioni d’Italia, in particolar modo un quelle del sud, si usa farina di grano duro per produrre famosi tipi di pane come il pugliese e il pane di Altamura. La qualità della farina è un elemento essenziale nella produzione del pane, ogni tipo di pane viene confezionato con farine appropriate, per cui esistono in commercio vari tipi di farina o di miscele di farine adatte ad ottenere un prodotto specifico. Si può definire qualità di una farina la sua capacità a dare un prodotto finale di eccellenti caratteristiche organolettiche quali il sapore e l’odore, di buon valore nutritivo e di costo competitivo. I fattori che influenzano le qualità delle farine sono in gran parte legati alle composizioni genetiche delle diverse varietà di grano tenero, al loro metodo di coltivazione, e al clima. Altri fattori sono legati alle alterazioni dovute ai processi di lavorazione che trasformano il chicco di grano in farina. Le sostanze che rivestono un ruolo fondamentale nella produzione panaria, sono due proteine: la gliadina e la glutenina le quali, una volta idratate e sottoposte ad energia meccanica, sono responsabili della formazione di una massa elastica detta glutine, principale responsabile delle proprietà meccaniche e di ritenzione di gas dell’impasto. I parametri principali che servono per la scelta di una farina piuttosto che un’altra sono i valori alveografici di W e P/L e il tipo di prodotto che si vuole ottenere (pane, pasticceria lievitata, biscotteria, ecc.). W: è un valore che è correlato al contenuto proteico (gliadina e glutenina) della farina, in gergo indica la “forza” della stessa. W> 250 farina forte W< 250 farina debole P/L: rappresenta il rapporto di equilibrio tra il grado di tenacità (P) e di estensibilità (L) del glutine. P/L compreso tra 0,40 e 0,60 farine equilibrate. P/L < 0,40 e > 0,60 farine non equilibrate adatte alla miscelazione o comunque non panificabili. Nella seguente tabella vengono indicati alcuni valori di W e P/L di varie farine di grano tenero e l’utilizzo specifico in funzione di questi parametri. W P/L Utilizzo 340-380 0,50-0,60 Pasticceria lievitata a fermentazione naturale (panettone, colomba, pandoro), pane a lunga fermentazione con sistema indiretto lungo 2224 ore (ciabatta, pane pugliese), pane soffiato. 300-340 0,45-0,55 Pasticceria lievitata (brioche, pasta danese), pasta sfoglia, articoli di pasticceria a fermentazione naturale prodotti con lievito madre essiccato o congelato, pane a lunga fermentazione con metodo indiretto corto 8-10 ore (fruste, viareggini, baguettes) 250-300 0,55-0,65 Pane salato di grande formato (filoni salati, filone bergamasco), pane speciale condito (pane all’olio, ferrarese), pane di piccolo formato a fermentazione media e lunga con sistema diretto 4-6 ore, pane prodotto con l’ausilio della tecnologia del freddo (fermalievitazione, congelamento). 170-250 0,45-0,55 Pane toscano, pane toscano a fermentazione naturale, pane salato con sistema diretto corto, schiacciata all’olio con sistema diretto. <160 0,40-0,50 Pasta frolla, biscotteria con lievito chimico (baking powder), pasta bignè, plum cake.