Alzare i muri non è cristiano!!!

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Alzare i muri non è cristiano!!!
LA NOTA
22 febbraio 2016
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Alzare i muri non è cristiano!!!
di Luigi Borgiani, direttore
Non alzare muri ma abbassare le difese, anche a casa nostra. È nota a tutti (si
spera) l’affermazione che Papa Francesco ha reso ai giornalisti sul viaggio aereo
di ritorno dal Messico: “Alzare i muri non è cristiano!” Per cercare di arrestare
un fenomeno vecchio come il mondo (quello delle migrazioni) anche se oggi
accentuato da situazioni di necessità e di guerra molto pesanti, invece di
ricercare soluzioni più efficaci e più eque e più sensate gli Stati si barricano,
alzano i muri e i cittadini si adeguano alzando i muri dell’indifferenza e di una
paura ingiustificata senza peraltro impegnarsi per favorire le soluzioni di cui
sopra.
Sarebbe più semplice (basterebbe volerlo) eliminare seriamente le cause che
costringono milioni di persone a migrare. Certo, semplice per modo di dire ma se
davvero ci fosse una autorità mondiale (vedi anche i riferimenti a questo
proposito nelle encicliche Laudato si’ e Caritas in veritate) che sollecitasse gli
Stati a soluzioni diplomatiche laddove ci sono guerre (ma si arresterebbe il
traffico di armi!!!) o a “custodire e coltivare” la terra, invece di speculare e
sfruttare, rendendo possibile una vita dignitosa nei paesi di fuga… forse un freno
alle migrazioni si potrebbe mettere.
Come già accennato nelle “Note” precedenti, Caritas insieme ad altri organismi,
in accordo con la CEI, ha avviato la campagna “Il diritto di rimanere nella propria
terra”. Anche a Genova - attraverso il Tavolo Diocesano Giustizia e Solidarietà si sta preparando un percorso di informazione e sensibilizzazione sul fenomeno
delle migrazioni, sulle cause, sulla loro corretta interpretazione e sulle possibili,
reali opportunità per permettere almeno ad alcuni di restare nella propria terra.
Non sarà un percorso facile anche perché anche nelle nostre cosiddette
comunità cristiane spesso circolano pensieri ed affermazioni di contrarietà verso
i profughi seguendo, più che la voce del Vangelo, le logiche di certa informazione
e di chi alza la voce sollevando paure. È facile parlare della misericordia e delle
opere ad essa legate ma non è altrettanto facile passare al concreto quando si
tratta di ospitare lo straniero! Anche nel nostro piccolo mondo cittadino si
alzano muri, ci si difende, si ha paura, ci si nasconde dietro al sentito dire
lasciando che siano altri ad occuparsi della questione.
Occorre quindi alzare l’attenzione, non cedere alla superficialità e alla
indifferenza e mettersi a disposizione, nello spirito della misericordia, perché la
questione dei profughi, così come altre realtà che hanno bisogno di cura, possa
trovare segni di comprensione e di condivisione. Conosciamo nomi, cognomi,
indirizzi di chi si prodiga per le persone più poveri e disagiate: bisogna solo
decidersi a dare una mano! Non accontentiamoci di ascoltare le parole del
Vangelo senza metterle davvero in pratica!