La metodologia del Webquest

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La metodologia del Webquest
Alida Favaretto
LS “Benedetti” – Venezia, 30/3/2011
La metodologia del Webquest: la ricerca
a cura di Alida Favaretto
Cosa si prospetta a livello Europeo:
nell’iniziativa “i2010 – Una società europea dell’informazione per la crescita dell’occupazione”
Il Consiglio d’Europa propone:
Pensiero innovativo (Innovative thinking) per affrontare le sfide della
società dell’informazione
Apprendimento continuo (Lifelong learning)
Costruzione di competenze attraverso il media literacy
Cultura della Certificazione in caso di mobilità
Il Webquest è una modalità di ricerca ispirata da principi costruttivisti ed orientata al problem
solving, che consente agli studenti di ricavare informazioni da internet, con un percorso
guidato da domande prestabilite dagli insegnanti e partendo da siti già validati dai docenti. È
utile come primo approccio alla consultazione di siti internet ma, a livelli diversi di complessità,
può essere utilizzato anche da ragazzi già esperti. Il modello fu creato nel 1995 all'Università
Statale di San Diego ad opera di Bernie Dodge, che ne dette una definizione in Some thoughts
about web quests. Viene ormai considerata come una delle proposte didattiche più sensate e
funzionali alla costruzione di percorsi di apprendimento autonomo e collaborativo che
consente:
• apprendimento per progetto sia attraverso internet che con strumenti tradizionali;a
questo proposito Maragliano afferma: “Accostare computer e libro crea uno spazio del
conoscere più ampio e rende più dialettico il sapere. Un mezzo dialoga con l’altro, e i
due si danno reciprocamente specchio e identità. Vedo nel computer quel che il libro
non è. Vedo nel libro quel che il computer non è”. (R. Maragliano)
• apprendimento individuale, autonomo e cooperativo;
• lo sviluppo di una tematica attraverso ricerche strutturate a breve termine (poche ore di
lezione) o a lungo termine (alcune settimane) o utilizzo di informazioni attuali ed
autentiche.
Cosa significa fare ricerca anche sul Web?
Per uno studente, significa trovare una strategia che permetta di superare i processi
quotidiani e abitudinari trovando altre risposte, altre conoscenze che permettano ai soggetti di
raggiungere una sempre migliore qualità della vita e delle conoscenze.
In questo modo ricercare richiede al discente una prassi e di conseguenza una competenza
di azione strategica e tattica, un’attrezzatura di saperi relativi al processo di ricerca, ovvero
una dimensione metacognitiva del processo della ricerca stessa.
Una delle competenze chiave della riforma verte su seguente assunto: Imparare ad imparere e
noi sappiamo che chi impara ad imparare produce ricerca.
Esistono due importanti tesi, che sono state condivise. Partiamo quindi da questi due temi:
- Qualunque processo di conoscenza o di esperienza sa sempre dove andare o dove
arrivare. Dunque è la ricerca a conferire “senso” all’insegnamento e all’apprendimento.
- Di conseguenza nasce il bisogno di dare un nuovo senso a tale insegnamento-ricerca,
regolare, ad esempio, in protocolli, scientificamente accettabili, i processi di ricerca e di
apprendimento, come nel caso della metodologia del WebQuest.
Cerchiamo di capire da cosa può nascere questa esigenza:
- dal superamento del modello lineare e cumulativo che presiede all'organizzazione dei
saperi disciplinari.
- dal superamento di una visione separatista, individualistica e riduzionista della
trasmissione del sapere. Inoltre vi è la necessità e l’urgenza di avvicinare visibilmente la
scuola al lavoro. (Tessaro, 2008)
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Alida Favaretto
LS “Benedetti” – Venezia, 30/3/2011
Nel caso della metodologia del webquest si tratta di insegnamento come ricerca. Perché questa
denominazione?
Con il Webquest si costruisce il quadro concettuale attraverso:
a) l’identificazione del problema e la sua esatta definizione, in questo senso si tratta di
definire l'ipotesi); b) si antepone l’indagine per poi passare alla lettura di studi e di
ricerche relative all'argomento.
Si costruisce il quadro operativo, scegliendo la strategia di verifica, scegliendo gli strumenti di
raccolta delle informazioni, si trattano i dati.
Viene proposta una piccola schematizzazione del procedimento preliminare:
1) Si decidono le metodologie e le tecniche attive da usare per raccogliere e analizzare le
informazioni.
2) si Seleziona e si definisce il campione da studiare.
3) si effettuare la raccolta dati.
4) Si elaborano, si analizzano ed interpretano i risultati.
5) si presentare le conclusioni.
B.Dodge ha classificato i compiti del WebQuest in dodici categorie in una tassonomia che ha
chiamato taskonomy.
Taskonomy
http://projects.edtech.sandi.net/staffdev/tpss99/tasksimap/
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Le varie tipologie di compito possono essere intrecciate nella stessa webquest e riprese,
all’interno del curricolo, in modo ricorsivo e via via più complesso:
•
ricercare
•
relazionare
•
risolvere un problema
•
investigare
•
progettare
•
elaborare prodotti creativi
•
costruire consenso
•
persuadere
•
conoscere se stesso
•
analizzare
•
giudicare
•
sperimentare
Con il webquest si attiva l’emozione di apprendere e ricercare in rete.
E la consapevolezza dell’importanza dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni
in un’ampia varietà di mezzi di comunicazione. (competenza 8).
Il recupero delle emozioni e del sentimento stanno diventando una priorità anche in ambito
scolastico, ed esse risultano di particolare interesse soprattutto in collegamento con le
metodologie di ricerca in rete, dove le stimolazioni multimediali delle emozioni e delle
componenti cognitive emergono con forza.
Le caratteristiche della ricerca tramite Web
- apprendimento per progetto sia attraverso internet che con strumenti tradizionali
- apprendimento individuale, autonomo e cooperativo
- lo sviluppo di una tematica attraverso ricerche strutturate a breve termine (poche ore di
lezione) o a lungo termine (alcune settimane)
- utilizzo di informazioni attuali ed autentiche
Metodologia Caccia al Tesoro
Si tratta di una consegna di lavoro (che può essere trasferita o meno su di una pagina web)
che contiene una lista di domande e una serie di pagine web sulle quali gli allievi dovranno
trovare le risposte a tali quesiti.
L’analogia con la caccia al tesoro di tipo tradizionale nasce dal fatto che il percorso si conclude
con una “gran domanda finale”, la cui risposta non è reperibile in forma immediata e diretta
nelle risorse navigate, ma richiede agli allievi processi induttivi e/o inferenziali che consentano
loro di costruirla.
Setting formativo del Webquest:
Un Web Quest prevede sei fasi precise (Dodge):
- Introduzione (informazione sull’attività e sua impostazione problematica);
- Compito (prodotto da presentare alla fine dell’attività, fattibile e interessante);
- Procedimento (azioni o passi che il docente suggerisce per realizzare il compito,
soprattutto l’organizzazione dei gruppi);
- Risorse (indicazione dei siti Web o di altri materiali, preventivamente selezionati, con
descrizione degli stessi);
- Consigli (per organizzare l’informazione acquisita: domande guida, mappe concettuali,
diagrammi);
- Valutazione (tabella con indicazione degli indicatori di valutazione e relativa
graduazione);
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Valutazione ed autovalutazione
• attraverso il lavoro collaborativo gli allievi si confrontano
• si autovalutano considerando le conoscenze e le competenze acquisite nello
svolgimento dell’attività
Questa riflessione, oltre a far utilizzare la strategia del problem solving, consente quella
conoscenza di sé che favorisce la costruzione di un progetto di vita: “Ho saputo fare, quindi
sono in grado di fare e posso pensare di fare.
-
Conclusione (dice cosa gli studenti hanno imparato; convoglia verso altre esplorazioni,
un momento conclusivo per fare il punto su quanto appreso).
La ridondanza di risorse può essere casuale (serendipity) oppure, sebbene meno frequente,
pianificata. E’ importante sottolineare che il termine serendipità non indica solo fortuna: p er
cogliere l’indizio che porterà alla scoperta occorre essere aperti alla ricerca e attenti a
riconoscere il valore di esperienze che non corrispondono alle originarie aspettative.
Ampliando l’analisi a situazioni in cui gli attori collettivi operano simultaneamente in
contesti istituzionali multipli diventa rilevante, ai fini del cambiamento del percorso di sviluppo
e dell’innovazione, la capacità di apprendimento reciproca delle singole componenti, pur
sviluppando ciascuna una propria tecnica di ricerca..
Il termine Serendipidity, derivante dal persiano Sarandip, antico nome dell’isola di Ceylon
(l’attuale Sri Lanka), ha come fondamento la scoperta casuale: “Questa scoperta, in verità, è
quasi di quel genere che io chiamo Serendipity, una parola molto espressiva che, giacché non
ho niente di meglio da raccontarti, cercherò di spiegarti: la capirai meglio per derivazione che
per definizione. Una volta lessi una sciocca favoletta intitolata The Three Prices of Serendip:
nel corso dei loro viaggi, le loro Altezze scoprivano, continuamente, per caso e per sagacia,
cose che non andavano cercando: ad esempio, uno di loro scoprì che un mulo cieco dall’occhio
destro era passato per la loro stessa strada di recente, perché l’erba era mangiata solo sul lato
sinistro, dove era più brutta che sul destro – ora capisci cos’è la Serendipity?” (Progetto
Gutenberg, URL: http://www.gutenberg.org/etext/4610 ).
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Come si pone la scuola?
La ricerca di informazioni su Internet richiede delle competenze, Information Literacy
La scuola deve fornire delle competenze per affrontare:
le difficoltà oggettive di trovare informazioni pertinenti alla chiave di ricerca proposta,
l’attendibilità delle fonti e l’autorevolezza delle risorse; il sovraccarico di informazioni o
information overload; la stratificazione di notizie che diventano obsolete.
Navigando, possiamo maturare capacità strategiche di attraversamento della Rete, che poi
essenzialmente significa imparare ad interrogare la Rete, ad usare i motori di ricerca, avere
cioè una bussola nell'attraversamento del cyberspazio, evitando il naufragio. Con il riferimento
alla Rete, Webquest interpone nellarelazione tra il docente e l’allievo il riferimento ad un
ambiente, che è poi l’ambiente che noi abitiamo comunemente: internet, in cui noi siamo
immersi e in cui compiamo quotidianamente una serie di operazioni, insegna ad assumere dei
comportamenti adeguati dentro questo ambiente. Con questo riferimento all'ambiente,
Webquest concepisce la relazione educativa come triadica: tra docente e discente si inserisce
un medium, che è il contesto a cui insegnante e allievo devono fare riferimento per conseguire
gli obiettivi formativi.
Il webquest può sviluppare il pensiero abduttivo, che era stato definito da Aristotele come una
forma di ragionamento che non dà alcuna forma di certezza, non ricava in termini analitici una
qualche verità implicita nella premessa maggiore di un sillogismo, né peraltro mette in fila
alcuna serie di dati di tipo empirico da cui poter ricavare una legge, non è né l’una cosa né
l'altra, è un po’ l’una e un po’ l’altra. Le conclusioni a cui si perviene adottando l'abduzione
sono delle conclusioni soltanto probabili.
Il WebQuest mette insieme le più efficaci pratiche d’insegnamento in un’attività integrata
degli studenti: a) strategie per accrescere la motivazione degli studenti; b) sviluppo di abilità
di pensiero; c) processo di apprendimento cooperativo.
Gli studenti assumono un ruolo nel gruppo;
− Non è realistico che ognuno impari tutto;
− Gli studenti sviluppano expertise che viene tenuto in grande considerazione da tutto
il gruppo (Margiotta: "esercizio esperto di una padronanza“ livello di competenze
ed abilità in un compito professionale che rende maggiormente capaci di risolvere
con prontezza ed efficacia i problemi tipici di quel compito).
Come può essere strutturata?:
Il Webquest uò essere strutturata all’interno di uno scenario, adatto alla tipologia di
compito scelto:
− una storia interattiva,
−
uno studio di caso (case study),
−
un testo che illustri diversi punti di vista rispetto ad un problema.
Gli alunni verranno divisi in gruppi che collaborano, (collaborative learning)
− assumono ruoli specifici e motivanti (scienziato, giornalista, detective, specialista
eventualmente si rivolgono a personaggi fittizi per e-mail, oppure consultano esperti,
per posta o anche in video conferenza.
Come si può ottenere un buon Webquest?
Un buon WebQuest deve poter:
− Sostituire una lezione che non soddisfa completamente.
− Consentire un buon uso di Internet
− Presupporre una capacità di comprensione al di là della semplice conoscenza
− Collegarsi ai criteri applicati nei programmi di studio
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