L`Albero di Natale. C`è abete e abete…
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L`Albero di Natale. C`è abete e abete…
L’Albero di Natale. C’è abete e abete… o si tratta di un pino? Classificazione botanica dell’abete Regno: Plantae Sottoregno: Tracheobionta Divisione: Spematophyta Sottodivisione: Pinophyta Classe: Pinopsida Ordine: Pinales Famiglia: Pinacee Genere: Abies Differenze immediate fra abete e pino 1. abete: aghi (foglie) disposte singolarmente, pini, larici, cedri del Libano: aghi riuniti in gruppi su rametti chiamati “brachiblasti”. 2. abete: aghi appiattiti, pini: aghi a forma di rombo. so zio cia ne Turistica Pr oL o co As 3. abete: pigne (strobili) eretti, come nel cedro del Libano, che si sfaldano a maturità, pini: pigne inclinate o pendule,, che cadono a terra integre. ORTA SAN GIULIO Le specie di abeti Il genere “abete” (Abies, Mill.) comprende una cinquantina di specie di conifere sempreverdi, che raggiungono altezze fra i 10 e gli 80 metri. Gli “alberi di Natale” più utilizzati in Italia sono però l’abete rosso (picea abies, peccio) e l’abete di Douglas (Pseudosuga menziensii) che appartengono ad altri generi anche se in italiano vengono correntemente chiamati “abeti”, mentre nei paesi nordici e in Europa Centrale si utilizzano l’abete bianco e l’abete di Nordmann e più raramente pini. L’identificazione delle specie di abete si basa sulle dimensioni e il portamento delle foglie e sulla forma e la grandezza dei coni. Si deve inoltre verificare se le squame dei coni siano lunghe e sporgenti oppure corte e nascoste dentro n asscoste d entro iill ccono. ono. BIODIVERSITÀ? SALVIAMOLA MANGIANDOLA Programma Interreg IV A Italia Svizzera Le specie principali in Europa e Nordafrica sono: 1. Abies alba 2. 3. 4. 5. 6. 7. Abies cephalonica Abies numidica Abies borisii-regis Abies marocana Abies pinsapo Abies nebrodensis abete bianco, la specie più diffusa in Italia, l’unico abete spontaneo degli Appennini. Sulle Alpi è più diffuso l’abete rosso (Peccio) abete greco, cresce spontaneamente solo in Grecia abete di Numidia ridotto al solo Monte Babor, nell’Algeria Nordest abete di re Boris o abete di Macedonia, diffuso nel sud dei Balcani abete del Marocco abete spagnolo, limitato a due piccole aree della Spagna meridionale abete dei Nebrodi, limitato a piccole aree della Sicilia Le specie principali in altre parti del mondo: 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. Abies bornmulleriana Abies cilicica Abies equii-trojani Abies nordmanniana Abies sibirica Abies nephrolepis Abies holophylla Abies fargesii Abies forrestii Abies recurvata Abies koreana Abies sachalinensis Abies mariesii Abies homolepis Abies firma Abies spectabilis Abies pindrow Abies balsamea Abies fraseri Abies amabilis Abies concolor Abies lasiocarpa Abies grandis Abies procera Abies magnifica Abies bracteata Turchia abete di Cilicia, cresce in Turchia, in Libano e in Siria abete di Troia, cresce in Turchia abete di Nordmann, diffuso sui monti a sud e a est del Mar Nero abete siberiano, diffuso in gran parte della Siberia cresce nella Cina settentrionale, in Manciuria e in Corea proprio della Manciuria Cina Cina Cina occidentale Corea isole Sachalin e Hokkaid Giappone Giappone Giappone Himalaia Himalaia Canada a est delle Montagne Rocciose; est degli Stati Uniti, Virginia alcune aree ristrette dei monti Appalacchi, negli Stati Uniti spontaneo nello stato di Washington spontaneo in Colorado Montagne Rocciose si spinge fino a 3000 m da Vancouver alla California raggiunge gli 80 m di altezza spontaneo negli Stati Uniti occidentali spontaneo negli Stati Uniti occidentali California Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013 Le opportunità non hanno confini FESR : Fondo Europeo di Sviluppo Regionale L’Albero di Natale. Ecco come nasce la tradizione. La nascita del Natale L’imperatore Aureliano istituì a Roma in occasione del solstizio d’inverno la festa del “Natalis Solis Invictus” il “Natale - la rinascita - del sole invitto” una festa che ebbe grande successo, seguita volentieri anche dai cristiani. Fu allora che la Chiesa decise di far coincidere il “Natale del Sole” con il “Natale di Cristo” affinché la voglia di festa dei cristiani non fosse occasione per allontanarli dalla fede. Occorre infatti sottolineare che, vigendo il Calendario Giuliano - sostituito in seguito dal Calendario gregoriano, quello attuale - il solstizio veniva a cadere proprio il 25 dicembre. L’adattamento delle pratiche religiose permise alla nuova celebrazione di affermarsi e di diffondersi nella cristianità. La storia dell’albero di Natale L’albero decorato ha origine molto antica. In epoca pagana, soprattutto nel mondo germanico e celtico, ma anche fra gli indigeni d’America e d’Asia, si usava infatti decorare con frutta e uova (simbolo della vita) un albero, possibilmente sempreverde (anch’esso simbolo del perpetuarsi della vita) in occasione del Solstizio d’inverno (21 o 22 dicembre). Nel corso del solstizio d’inverno si usava anche accendere grandi falò, per incoraggiare il ritorno della luce, l’allungarsi delle giornate. L’abete inoltre era per i germani il luogo in cui la cicogna deponeva i bambini neonati (meglio del nostro “cavolo”…) Venendo a coincidere la festa del solstizio con quella del Natale cristiano anche le tradizioni cambiarono…bandiera. so zio cia ne Turistica Pr oL o co As Nel Medioevo venne “di moda” in Germania un gioco detto “il gioco di Adamo ed Eva” in cui in occasione del Natale si riempivano le piazze di alberi di varie specie decorati di uova e frutti per simboleggiare il Paradiso terrestre. ORTA SAN GIULIO In epoca successiva gli alberi furono sostituiti da abeti, alberi sempreverdi e quindi “magici”. Come già avvenuto per il Natale, la tradizione cristiana dovette innestarsi su quella pagana per riuscire a sostituirsi ad essa. Si diffuse così una leggenda in base alla quale gli abeti furono resi sempreverdi da Gesù come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito dai nemici. Il primo utilizzo di un albero decorato fu, pare, in occasione del Capodanno di Riga nel 1510, come afferma una targa affissa nella città. A questo fa eco una “cronaca di Brema” del 1570 che ricorda l’uso di un albero decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta in occasione del Natale. L’albero decorato entrò nelle case private per la prima volta nel 1605, come racconta una “cronaca di Strasburgo”. A partire dal diciottesimo secolo l’albero si diffuse nella Renania e quindi in tutta la Germania grazie alla predilezione che Goethe aveva per esso. Nasce allora la canzone simbolo dell’albero di Natale “Oh Tannenbaum!” una delle canzoni natalizie ancor oggi più cantata nei paesi di lingua tedesca. Dapprima contestato nel resto dell’Europa in quanto usato da popolazioni di religione protestante, l’albero di Natale fece la sua apparizione a Vienna nel 1816 ed in Francia nel 1840. Alla fine dell’ottocento l’albero comparve negli Stati Uniti e dai primi decenni del novecento anche in Italia, per divenire nel dopoguerra una tradizione che continua a spartirsi il posto con il presepe. BIODIVERSITÀ? SALVIAMOLA MANGIANDOLA Programma Interreg IV A Italia Svizzera Albero vero, albero tagliato, albero sintetico….. Ogni proposta ha i suoi pro e contro. L’albero sintetico non profuma, la sua produzione inquina, ma non lo si deve smaltire. L’albero tagliato è un albero morto – solo il 15% degli alberi tagliati sono “cime” - quindi ucciso anche se solitamente è stato piantato proprio per quell’uso. Lo si deve smaltire, scomodamente, nella discarica verde. L’albero con le radici spesso è un albero destinato a morire. Viene infatti strappato dal terreno dove resta gran parte delle sue radici. Resiste molto meglio di quello tagliato, perché le radici restanti riescono a tenerlo in vita per un breve periodo ma passato il Natale muore, spesso rattristando chi credeva di aver acquistato una pianta destinata a festeggiare in vaso molti Natali. L‘albero “con garanzia di sopravvivenza” è raro da trovare. Si tratta di un albero coltivato in vaso e quindi in grado di resistere a molti Natali se adeguatamente curato e mantenuto all’esterno anche una volta addobbato. È molto più costoso ma la spesa si compensa con il fatto che per diversi anni, circa sei - sette, non occorrerà più acquistare un albero. Poi il nostro pino - o abete - dovrà trovar posto in un bosco, nel suo ambiente naturale. Potremo sempre andare a trovarlo…. 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