Anna Zoli - poesie

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Anna Zoli - poesie
Andate/ritorni
Sempre in bilico
fra partire e restare
gli oggetti noti
non sono più gli stessi
vuota la borsa della spesa
inutile come la valigia
il respiro sospeso
a vincere l’inerzia dell’attesa
domani
a distacco
non ci sarà
per i soliti
a cose fatte
avvenuto
più spazio
atti
niente sarà lo stesso
Mi chiedo se
troverò nell’ignoto
qualche riferimento
un’illusione un segno
che dia senso all’andare
e che da quell’andare
prenda senso
Dall’alto le città
sono costellazioni
vere come immagini reali
le strade come arterie
di un corpo brulicante
un lavorio di cellule
che muoiono rinascono
si intrecciano si sciolgono
e tutto sembra immobile
sull’unghia del mio mignolo come
nello spazio infinito
Per questo cerco l’ambito
concreto di ogni fatto
lo guardo da ogni lato
per tenermelo stretto
Arduo è misurare la distanza
pensieri ed emozioni rimangono sospesi
-più silenzi che suoni
Se i mondi rovesciati di
distanti emisferi sfalsano
i possibili eventi
ingoiare le lacrime fa seccare la gola
-e il mare ne risente
e nel mio mare è in corso
-per sottrazione di gesti quotidiani
la deriva dei continenti
Solo così si accorcia la distanza
e il vicino è lontano
e il lontano è vicino
in spazi circolari creati
da questi miei pensieri incongruenti
A questo punto non so
dove sta la mia vita
dentro i confini di un corpo
che non conosco
-le cose note vivono sottopelle
le cose nuove s’attaccano al sudore
faccio scorrere l’acqua
e rimangono quelle
Vedo le nuvole passare
e riempire i giorni così reali e veri
e sento che è reale questo calore
questo vento e la pioggia che
s’abbatte così vicina al cielo
-in quest’estate australe
In un violento balzo d’ore
presto sarò quella di ieri
-forse ancora a metà fra due emisferi
e le cose già note
faranno da contorno
lentamente
rientreranno dentro la mia pelle
con l’olfatto saprò
dove portan le strade
il respiro dirà
quando finisce il giorno
e in un momento obliquo della luce
sarò di nuovo intera
L'altra faccia del mondo
ha un'altra faccia
luci color suoni
sparano vibrazioni
le papille si aprono stupite
a sensazioni nuove
da metabolizzare
ma come dove?
rifugiarsi negli interstizi
di zone di confine
attirati dalla forza d'inerzia
e con quella affondare...
Quell'altro cielo sotto
questa terra nel
mondo rovesciato
porta rovesciamento
lo sguardo il gesto l'alito
hanno altre valenze
il silenzio e il rumore
portano un altro senso
il riso e il pianto
altri segnali e codici
di comportamento
Ritorno all'occidente
inseguiti dal sole
una linea dorata
ricurva all'orizzonte
poi l'ala inondata del reattore
fa giorno pieno
un tuffo nelle nuvole
un vuoto d'aria
le mani si stingono ai braccioli
un tuffo al cuore un vuoto di memoria
nell'impatto col suolo
uno scontro violento
col reale
Inaspettata arriva
un’immersione dolce
in luoghi cancellati
-ma proprio cancellati ?sbuca da un cielo azzurro
il passato familiare e diverso
di scorci e campanili
quindi nei volti
la distanza del tempo
fra qui e l’infanzia
non le pietre che parlano
non l’aria del respiro
ferma il ricordo che
scorre e che attraversa
una smania nel sangue
in membra rattrappite
una voglia di correre
-grembiule nero e cartella al collosollievo del ritorno
Dizionario alla mano lavoro di cesello
fra argilla rossa sollevata dal vento
mi faccio ponte e arco a unire continenti
trasporto oltre confine suono e senso
Ma il senso originario
cambia colore sotto un altro sole
la stessa terra rossa ha riverberi nuovi
sotto un altro cielo
Come posso portare mangrovie e jacaranda
nella terra di Puglia fra olivi e fichi d'india
e un asino che raglia dietro
un muretto a secco di una lamia?
La differenza è tutta nelle cose
impregna l'aria si mescola al respiro
e non dà tregua...
il prendere o il lasciare sulla pagina bianca
è un gesto indifferente se non apre le braccia
a ospitare l'altrove – già carico di senso
Salento 1
Ho ritrovato il vecchio ulivo cavo
tronco spezzato ancora vivo
zampe a terra rugose
ben radicato
Nell’anno che è passato
ha dato vita a giovani polloni
li ha nutriti
Ora due virgulti gemelli
uno per lato
agili prepotenti salgono sottili
sfoggiano fresche chiome
tutte argentate
le foglie si confondono
si muovono col vento
risplendono col sole
si guardano discorrono
mostrano orgogliose appesi ai rami
piccoli frutti verdi
come se solo loro
fosse il lavoro
Il vecchio tronco
sta radicato a terra e sa
Puglia - agosto 2011
Salento 2
La terra rossa urla la sua storia
nel silenzio ostinato di radici
esce dalle crepe dei massi
si nasconde fra i sassi
I muri a secco seguono terreni
segnano confini rivalità possesso
tronchi contorti intrecciano
radici là nel profondo
dove tutto riposa
Gli ulivi in alto
sussurrano alla brezza
Oggi non è maestrale
oggi viene dal mare
Puglia 2011
Gap generazionale – come Grand Canyon - c’è
baratro abisso separazione
fra me e te
lo sguardo onnipotente
gli ormoni funzionanti
la pelle tonica e l’ansia del futuro
come pret-a-porter
ma sulla riva opposta
ripiegamento paura
sguardo rivolto indietro
debolezza chiusura
l’erosione anagrafica scava
gocce di tempo in
baratri di pelle
e corruga l’umore
Ma poi senza preavviso
l’umore può cambiare
per congiunzioni astrali o
per effetto di vino e di allegria
si accorcia la distanza si incrociano gli sguardi
scoppiettano battute e ponti e passerelle
si gettano leggere fra le sponde del baratro
finchè si chiude il gap
e finalmente
la mia lunga esperienza
ridiventa un valore
e la tua giovinezza
una ricchezza aggiunta
anche per me
Passo veloce la parlata lenta
per le donne dell’Est
che riempiono gli autobus la sera
con l’occhio serio radicato al passato
lo sguardo attento proiettato al futuro
Ci sarà poi chi
valuterà davvero
il dono di lavoro per noi
bisognosi di cura
per chi è rimasto a casa
bisognoso di tutto
Il sacrificio si spande nella sera
lungo i viali a sostegno dell’ora
si annida nelle case private del sorriso
si appoggia sulle spalle
di queste donne
forti nel respiro
Oh piedi - miei piedi!
slanci riconoscenti
per questi piedi miei – Fùsse – meine Fùsse
sostegno e piedi-stallo di una vita
vissuta sulle punte per timore
di occupare uno spazio non dovuto
-lo spazio tuo non lo spazio mioaccarezzo e massaggio queste dita
un po’ contorte per amore
di un cammino a zig zag
per abbracciare tutto e non sposare niente
il vecchio e il nuovo – il grande e il piccolo
riconosco umiltà per
posizione ultima nel corpo
non di funzione – last but not least
se la visione è capovolta
a piedi in su – upside down
si rovescia la storia
nuova sembra la via
per questione di piedi
-io nei miei tu nei tuoisi è compiuto il distacco
mentre i piedi divergono
per accorgermi che
io sono sempre io e
tu sei sempre tu
E' solo per un vuoto, una mancanza
qualche gatto che miagola
l'incongruenza di una notte serena
-la luna è quasi piena e fa buon temposuona la previsione ai naviganti
non è accaduto niente
solo al di là di un segnale assoluto
in un tempo preciso scandito dall'assenza
- la fronte chiusa in un gelo di marmo il cielo ha festeggiato
un arrivo annunciato e una partenza