Federagenti News luglio 2013
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Federagenti News luglio 2013
FEDERAGENTI NEWS Aderente a: EDITORIALE DEL PRESIDENTE Questo numero di Federagenti News segue la nostra assemblea interna e l’importante evento organizzato da Ambrosetti per conto di Federagenti, Fedespedi ed Assoporti lo scorso 18 giugno a Roma. Di entrambi i momenti trovate un resoconto all’interno assieme all’articolo dei partner Ambrosetti qui a fianco. Nel mio intervento al Forum organizzato a Roma ho affrontato un tema cruciale per tutto il cluster marittimo e cioè la trasparenza. Per decenni tutte le professioni e i mestieri del mare si sono cullati nell’idea che il nostro fosse un clan, impermeabile, dove fare business e sentirsi anche parte di un sistema. Ci siamo mossi per lungo tempo nel solo stretto spazio che corre fra una fiancata di una nave e la rete che delimita la banchina di un porto. Tutto ciò ha funzionato sin quando il mercato cresceva in modo costante, ma oggi, con una crisi che va avanti ormai da 5 anni, non possiamo più cullarci nell’idea che la vela dello shipping si gonfi anche senza vento. Per troppo tempo abbiamo favorito una “mancanza di conoscenza” verso il settore marittimo e questo ci ha isolato. Continua a pagina 2 IN QUESTO NUMERO Pagina 2: PRIMO PIANO: Continuano l’editoriale del Presidente e l’intervento di Paolo Borzatta Pagina 3: EVENTI Pagina 4: ASSEMBLEA IL GOVERNO DEVE AGIRE CON VISIONE PER I PORTI ITALIANI Nella mappa mentale del Paese da troppo tempo non ci sono più i porti. Questo stride con la tradizione, l’invidiabile posizione geografica e il ruolo economico dell’Italia (in fin dei conti siamo ancora la seconda manifattura in Europa e tra le prime potenze industriali del mondo). Stiamo affrontando uno scenario ferocemente competitivo con norme di oltre vent’anni fa. Quando fu introdotta la legge 84/1994, il trasporto marittimo movimentava 4 trilioni di Dollari di merci (oggi oltre il triplo), non c’era l’attuale concentrazione dei traffici in pochi hub e shipping company globali e lo spostamento dei baricentri verso l’Asia era ancora in fieri. Di fronte a questo profondo cambiamento strutturale, l’Italia si muove “alla giornata”. Perde quote di mercato (i soli porti del Nord Europa ci sottraggono, ogni anno, un volume merci pari a quello del porto di Napoli) e occasioni di sviluppo (sprechiamo un potenziale di 50 miliardi di Euro all’anno di commercio estero per le nostre inefficienze). È il momento che il Paese decida se la portualità è una carta strategica importante da giocare. Secondo noi sì. I motivi sono semplici. 1. Il settore vale 40 miliardi di Euro (quasi il 3% del PIL) e dà occupazione ad oltre 210mila persone. 2. Le interrelazioni con il tessuto produttivo sono fortissime (100 occupati del cluster marittimo ne attivano 173 nell’intera economia). 3. Il 60% delle esportazioni e il 45% delle importazioni dell’Italia avvengono via mare. Continua a pagina 2 Pagina 5: DICONO DI NOI Roma | Viale Asia, 3 - Genova | Via Cesarea, 11/7 PR1MO PIANO EDITORIALE DEL PRESIDENTE E’ giunto, quindi, il momento di dare il via ad un’operazione trasparenza che deve partire da una dichiarazione palese: senza i porti e senza navi che entrano ed escono da questi porti, l’Italia è un paese finito. L’Italia è, infatti, un paese di trasformazione e per andare avanti ha la necessità che i nostri porti diventino calamite per attrarre traffici, trasformando gli enti pubblici in soggetti agili, compiendo scelte di priorità sul territorio e favorendo gli investimenti sulle strade e le ferrovie che servono. Sulla trasparenza si gioca il futuro non solo dei porti o degli agenti marittimi, ma del paese, dobbiamo, quindi, spiegare a cosa servono le navi e i porti o quante migliaia di persone vivono grazie a quei giganti del mare che scaricano sulle nostre coste migliaia di turisti ben paganti. Dobbiamo spiegare al paese e al Governo, che ogni misura, va considerata nelle conseguenze complessive, non in un gettito che diventa teorico se il mercato e il contribuente di riferimento ormai non esistono più. Ma spetta anche a noi, che operiamo sulla linea del fronte della globalizzazione far sapere che le regole del passato sono cambiate e che dobbiamo riscriverle. Un esempio per tutti: vent’anni fa dissertavamo sulle dimensioni massime delle navi portacontainer e su quanti operatori avrebbero imboccato la strada del gigantismo. Oggi le navi che trasportano più di 18.000 container stanno diventando la regola. Anche perché le regole non le fissano i porti, i territori, le nazioni, ma i mega carriers del container e delle crociere. Quanti ne sopravvivranno: quattro, cinque? Probabilmente non di più. Gigantesche compagnie di navigazione con navi enormi che controlleranno tutte le leve del commercio e del business mondiale. Tocca quindi a noi scegliere e selezionare gli investimenti per accogliere queste grandi navi e con esse tutta la ricchezza che possono distribuire nel Paese. Gli attori dello shipping dovranno quindi farsi promotori di quest’operazione trasparenza, ma le Istituzioni dovranno procedere senza indugio sui punti noti: semplificazione burocratica, regole certe per i dragaggi, investimenti infrastrutturali mirati in un piano di logistica e di “logica” nazionale. Solo così potremo sfruttare appieno il dono naturale della nostra Penisola e cioè il posizionamento geografico nell’area del Mediterraneo e invertire la rotta di quello che sembra oggi un inesorabile declino del nostro sistema-paese. Michele Pappalardo Presidente Federagenti 2 IL GOVERNO DEVE AGIRE CON VISIONE PER I PORTI ITALIANI Per ridare sviluppo alla nostra portualità abbiamo individuato (si veda il nostro studio per Assoporti, Federagenti e Fedespedi) quattro grandi questioni. Uno. Governance. Occorre superare la frammentazione delle competenze e i localismi. Occorrono decisioni su nodi chiave: criteri di individuazione delle Autorità Portuali e loro autonomia finanziaria, porti di interesse nazionale, priorità degli interventi. Occorre introdurre figure manageriali (CEO come “manager di porto”). Occorrono norme coerenti (es. dragaggi e bonifiche) e standard per i tempi di approvazione dei Piani Regolatori Portuali. Due. Snellimento della burocrazia. Non si può competere quando occorrono fino a 68 istanze a 18 amministrazioni differenti (oltre la dichiarazione doganale) per una operazione di import o export. Gli interventi possibili sono numerosi e a costo limitato (se non nullo) come ad esempio: procedure di pre-clearing di almeno 48 ore; Sportello Unico Doganale (pienamente attivo); piattaforma integrata dei flussi informativi; figure di coordinamento nelle PPAA coinvolte nel ciclo di controllo merci. Tre. Investimenti infrastrutturali. Occorre superare l’attuale iper-progettualità (progetti per 9 miliardi di Euro per un aumento della capacità di 11 milioni di TEU, mentre il sistema Italia ne movimenta 9,6 e non è saturo) e allocare le risorse disponibili secondo criteri di concentrazione, sostenibilità finanziaria e integrazione. Quattro. Massa critica. La dimensione è un fattore di attrattività. Occorre crescere e non solo nei porti. Occorre un coinvolgimento attivo degli operatori di logistica nazionale - in particolare il cargo ferroviario - nello sviluppo e nella gestione delle movimentazioni nei porti. Però per fare bene queste cose occorre decidere dove vogliamo portare il Paese e quindi i suoi porti e la sua logistica: una visione strategica di lungo periodo. I nostri concorrenti l’hanno. Noi dobbiamo recuperare il tempo perduto, insieme, guardando al bene comune, con ambizione e coraggio. Paolo Borzatta Massimiliano Sartori Lorenzo Tavazzi The European House Ambrosetti EVENTI APRILE 2008 | NUMERO 6 FORUM AMBROSETTI Il messaggio scaturito dal convegno organizzato a Roma da Assoporti, Federagenti e Fedespedi ed affidato al gruppo Ambrosetti The European House è stato molto netto: sono dieci i punti chiave che, non solo il settore porti e logistica, ma l’intero sistema Italia, deve affrontare per puntare ad un recupero sostanziale di efficienza su questo fronte, senza il quale non esistono possibilità di rilancio per il paese stesso. Paolo Borzatta, Senior Partner Ambrosetti, ha tracciato un quadro aggiornato delle problematiche esistenti e dei fattori che continuano, cronicamente, a condizionare la competitività del sistema logistico e portuale del paese, fra cui l’inadeguatezza infrastrutturale, il mancato riconoscimento del ruolo del sistema logistico e portuale stesso, il peso esorbitante della burocrazia. Lo studio ha evidenziato nuovamente come l’allineamento degli standard di efficienza logistica e portuali del paese alla media Ue produrrebbe, a parità di traffici, benefici per 50 miliardi di euro. Ecco in sintesi i 10 punti chiave dello studio: in primo luogo, il valore strategico della partita portuale e logistica, a seguire il peso economico (2,6% del Pil, con 40 miliardi di euro di fatturato) e il ruolo primario nel commercio mondiale (55% sul totale dell’export italiano extra Ue). Vi sono, poi, la definizione non univoca del sistema portuale italiano; la necessità urgente di un intervento sulla governance della portualità; il peso delle inefficienze burocratiche e delle opportunità generate da uno sviluppo dei traffici marittimi che oggi penalizza il nostro sistema (con ben 441.000 containers ceduti ai porti del nord Europa ogni anno); la frammentazione della portualità nazionale in contrasto con una progressiva concentrazione dei traffici su pochi scali dimensionati per accoglierli e gli effetti di una parallela concentrazione degli operatori destinati a controllare il mercato. Hanno poi preso la parola i tre presidenti delle associazioni che raggruppano i porti (Assoporti), gli interessi delle navi (Federagenti) e quelli della merce (Fedespedi), che hanno evidenziato un quadro molto critico e la loro perplessità, sia verso i contenuti del decreto del fare, sia verso i nuovi provvedimenti in tema di semplificazione burocratica. Piero Lazzeri, presidente di Fedespedi, ha sottolineato come portualità e logistica possano essere volano per crescita economica, occupazione e competitività del paese ed evidenziato la necessità di decise azioni di semplificazione 3 normativa e burocratica nelle procedure di import ed export delle merci, per ridurre lo spread crescente fra la capacità competitiva del nostro settore e quella dei nostri partners europei. Michele Pappalardo, presidente di Federagenti, ha rimarcato con forza l’esigenza di lanciare una grande operazione trasparenza, per far comprendere all’opinione pubblica il ruolo strategico del comparto marittimo. Luigi Merlo, presidente di Assoporti, ha sottolineato come sia necessario riformare i modelli di rappresentatività del cluster marittimo ed è intervenuto pesantemente anche sul tema dell’autonomia finanziaria delle Autorità portuali, chiedendo al sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Rocco Girlanda, un intervento immediato che il governo “non dotato di bacchetta magica” come replicato da Girlanda - non sembra essere in grado di attuare ed ha infine proposto di trasferire alle Autorità portuali il demanio per patrimonializzarlo a vantaggio delle Autorità portuali stesse così come già avvenuto nei porti francesi. Si sono succeduti poi gli interventi di Enrico Seta (Capo segreteria tecnica del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) dei Ministri Giampietro D’Alia e Gaetano Quagliariello, di Massimo Spinsi (Università di Bologna), Nicola Rossi (Presidente di Italia Futura) e Franco Bassanini (Presidente della Cassa Depositi e Prestiti), tutti concordi sulla necessità di porre la portualità ai primi posti dell’agenda dello sviluppo del Paese e quindi di realizzare una vera riforma globale del settore. FEDERAGENTI NEWS ASSEMBLEA APRILE 2008 | NUMERO 6 CRONACA DEI LAVORI Quest’anno l’assemblea Federagenti si è tenuta solo in forma privata per il concomitante appuntamento con il Forum Ambrosetti, nel quale la Federazione ha profuso notevoli energie. Nella sede istituzionale di Confcommercio a Roma in Piazza Belli, il Presidente Pappalardo ha comunque approfittato dell’occasione per tirare le somme dei risultati raggiunti e degli obiettivi posti. Moderatamente positivo il giudizio sulla riforma della legge 135 che continua a tutelare la professione anche se vi sono state le modifiche di alcuni aspetti nell’operatività territoriale. Oggi la Federazione è impegnata assieme al Ministero dei Trasporti per la revisione obbligatoria della stessa legge ed attende l’esame della relazione del Governo da parte della Camera. Successivamente è stato posto l’accento sul lavoro delle Commissioni Tecniche ed in particolare è stato fatto un accenno alla recente istituzione del tavolo di lavoro congiunto con Confitarma, Federlinea, Federimorchiatori ed Assorimorchiatori per discutere delle nuove norme e delle tariffe. Il Presidente ha poi annunciato con soddisfazione la posizione dell’Ammiraglio Angrisano sul ruolo dell’Agente Marittimo nelle procedure di assunzione del personale marittimo ed ha ricordato l’impulso del Consiglio per la certificazione EGO. Altro tema cruciale quello della Cassa Nave, dove continua forte l’impegno della Federazione sia nei confronti del Ministero delle Finanze, sia verso il Ministero della Semplificazione. Dopo aver ricordato le attività della Sezione Yacht, il Presidente Pappalardo ha salutato l’elezione di Corrado Fois a nuovo presidente del Gruppo Giovani (notizia ampiamente ripresa dalla stampa) ed ha sottolineato l’interesse di Federagenti nei confronti dei 4 tavoli europei in cui vengono giocate le partite dello shipping. La cena di gala, mirabilmente organizzata dalla Segreteria Generale, si è tenuta nello splendido Palazzo Brancaccio ed ha visto la partecipazione di numerose personalità del mondo dello shipping fra cui il Presidente Assoporti Luigi Merlo, il Presidente Fedespedi Piero Lazzeri, Il Senatore Francesco Nerli, l’Onorevole Roberta Olliaro, i due Direttori Generali del Ministero dei Trasporti ed Infrastrutture Cosimo Caliendo e Enrico Pujia. FEDERAGENTI NEWS DICONO DI NOI APRILE 2008 | NUMERO 6 RASSEGNA STAMPA Per segnalazioni, commenti, foto e suggerimenti, inviare una e-mail a: [email protected], specificando nell’oggetto “Federagenti News”. Newsletter “promanuscriptu”, ad uso interno. Photo by www.worldshipping.org. 5 L’Ente Bilaterale Nazionale per il personale dipendente delle Agenzie Marittime Raccomandatarie e Mediatori Marittimi è stato costituito il 28 gennaio 2003 ed è un’Associazione non riconosciuta che non persegue finalità di lucro. Soci fondatori dell’Ente sono: la Federagenti (Federazione Nazionale Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi), da una parte, e le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori FILT CGIL, FITCISL e UILTRASPORTI, dall’altra. Gli scopi e le finalità dell’Ente Bilaterale Nazionale sono: Incentivare e promuovere studi e ricerche sul settore delle Agenzie Marittime e Mediatori Marittimi con particolare riguardo all’analisi dei fabbisogni di formazione. Promuovere iniziative in materia di formazione continua, formazione e riqualificazione professionale, anche in collaborazione con le Istituzioni nazionali, europee, internazionali, nonché con altri organismi orientati ai medesimi scopi. Favorire le opportunità di accesso per le Agenzie Marittime e Mediatori Marittimi ai programmi comunitari ispirati e finanziati dai fondi strutturali, con particolare riferimento al Fondo Sociale Europeo. Seguire la realizzazione del lavoro interinale nell’ambito delle norme stabilite dalla legislazione e delle intese tra le parti sociali. Analizzare le tematiche del mercato del lavoro e della flessibilità e monitorarne l’attuazione nel settore ai fini delle opportune decisioni in sede di contrattazione collettiva.