Fermat e punti stazionari
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Fermat e punti stazionari
Pierre de Fermat (1601-1665) il metodo per trovare i massimi e i minimi Pierre de Fermat nacque il 20 agosto 1601 nella città di Beaumont-de-Lomagne nel sud ovest della Francia. Il padre di Fermat, Dominique, era un ricco mercante di pellami e così Pierre ebbe la fortuna di godere un'educazione privilegiata al monastero francescano di Grandselve, cui seguì un periodo all'Università di Tolosa. Non ci sono documenti che attestino il genio matematico del giovane Fermat. Le pressioni familiari lo spinsero verso la carriera giudiziaria e nel 1631 venne nominato consigliere al Parlamento di Tolosa. Fermat fece una rapida carriera nella pubblica amministrazione e divenne membro dell'élite sociale, con il privilegio di usare il de come parte del cognome. Tuttavia Fermat non aveva ambizioni politiche ed impiegò tutte le energie residue alla matematica. Fermat non era un accademico, ma un autentico cultore della matematica, e fu definito da E.T. Bell il "Principe dei dilettanti". Fermat è considerato il fondatore del calcolo differenziale: verso il 1629 egli fece infatti due significative scoperte che presentano una stretta relazione con una sua opera sui luoghi geometrici. La più importante fu descritta da lui pochi anni più tardi in un trattato, rimasto inedito durante la sua vita, intitolato Metodo per trovare i massimi e i minimi. Fermat aveva considerato i luoghi geometrici espressi (in notazione moderna) da equazioni della forma y=xn; essi sono perciò noti oggi con il nome "parabole di Fermat" se n è positivo e di "iperboli di Fermat", se n è negativo. Qui abbiamo una geometria analitica di curve piane di ordine superiore. Ma Fermat andò oltre:elaborò un metodo molto ingegnoso per individuare i punti in cui una funzione A(x) assume un valore massimo o minimo. Confrontò il valore di A(x) in un certo punto con il valore A(x+e) in un punto vicino. Di solito questi valori risultano nettamente diversi, ma nel punto più alto o in quello più basso di una curva continua, la differenza sarà quasi impercettibile. Esponiamo il suo metodo, molto intuitivo ma geniale, metodo che non usa nessuna delle proprietà geometriche del grafico della funzione. Nella figura seguente abbiamo ingrandito l'immagine per evidenziare il fatto che, se x è un punto di massimo (o di minimo) ed e è molto piccolo, allora A(x+e) è quasi uguale ad A(x), quindi A(x+e)-A(x) è quasi zero e questa uguaglianza si raggiunge quando e = 0 Ora, ragiona Fermat, se A(x+e)-A(x)≈0 anche A(x + e)" A(x) #0 e e questa ultima relazione è tanto più vera quanto e è piccolo. Ma, se nel rapporto riusciamo a ! semplificare e in modo che , dopo la semplificazione, si possa mettere e = 0 abbiamo una equazione che permette di calcolare il valore di x per il quale tale massimo è raggiunto. Ad esempio, per trovare il massimo della funzione A(x)=px-x2 , che esprime l'area di un rettangolo di lato x e semiperimetro p, abbiamo A(x + e)" A(x) p(x + e)" (x + e)2 " px + x 2 pe" 2xe" e2 = = = p" 2x " e # 0 e e e e l'ultima quasi uguaglianza diventa una uguaglianza per e=0 cioè quando x = p/2. Per questo valore di x la funzione A(x) è stazionaria: se la funzione ha un massimo deve assumerlo per x = p/2! ! n Lo stesso metodo si può applicare a tutte le funzioni del tipo A(x)=x con n intero (positivo o negativo). Infatti in questo caso la semplificazione è sempre possibile . Vediamo il caso n=-2 A(x + e)" A(x) = 1 (x + e)2 e quindi, dividendo per e, otteniamo ! " 1 x2 = x 2 " (x + e)2 (x + e)2 x 2 = "e 2x + e (x + e)2 x 2 #0 A(x + e)" A(x) 2x + e =" #0 e (x + e)2 x 2 Ora l'adequazione (come diceva Fermat) diventa una equazione ponendo e=0. Risolta, se possibile, questa equazione, troviamo l'ascissa del punto cercato. In questo caso abbiamo ! "2 =0 x3 che non ha soluzioni. Possiamo concludere che questa funzione non ha punti di massimo o minimo. Fermat facilmente estende questa idea al calcolo del coefficiente angolare m della tangente alla curva, coefficiente che quasi uguale a ! A(x + e)# A(x) m" e e che diventa proprio uguale quando e=0. Nella figura seguente, a destra, abbiamo ingrandito il grafico della figura a sinistra, in un intorno del punto di ascissa x. ! -2 Nell'esempio precedente la funzione A(x)= x ha coefficiente angolare positivo per x >0 e negativo per x<0, dunque risulta crescente per x<0 e decrescente per x>0. Questo permetteva a Fermat di avere un'idea qualitativa della forma del grafico della funzione: Questo procedimento è essenzialmente identico a quello che oggi viene chiamato differenziazione: infatti il metodo di Fermat è equivalente ad eguagliare a zero lim e "0 f ( x + e) ! f ( x ) e ossia, in linguaggio moderno, determinare i punti stazionari. E' quindi giusto, seguendo l'esempio di Laplace, proclamare Fermat come creatore del calcolo differenziale, oltre a riconoscergli assieme a Descartes il merito di aver creato la geometria analitica? Ovviamente Fermat non possedeva minimamente il concetto di limite, ma l'idea di fondo del suo metodo dei massimi e dei minimi e di quello per calcolare la tangente, coincide perfettamente con quello oggi usato nel calcolo infinitesimale. Tuttavia il metodo di Fermat aveva un difetto: poteva applicarsi solo nei casi in cui la divisione di A(x+e)-A(x) per e fosse effettivamente realizzabile, operazione questa spesso complicata. Già per funzioni semplici come le radici o le loro somme, riusciva complicato se non impossibile fare questa divisione. Come poter dividere ad esempio, x+ e" x per e? E senza riuscire a fare questa divisione come possiamo poi mettere e=0 nel quoziente? In definitiva il metodo di Fermat si riesce ad applicare solo per un numero limitatissimo di funzioni: le ! "parabole di Fermat". Fu Leibniz a inventare un vero calcolo, un nuovo calcolo, che lui chiamerà il calcolo sublime, dando delle regole formali attraverso le quali era possibile separare le difficoltà : queste regole stabiliscono come si debba differenziare una somma, un prodotto, un quoziente, una radice, una funzione composta ed è attraverso l'uso di queste regole di calcolo che riesce possibile trovare le tangenti e i punti stazionari per un gran numero di funzioni.