PUO` LA VISIONE DI FILMATI MIGLIORARE LE PERFORMANCE

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PUO` LA VISIONE DI FILMATI MIGLIORARE LE PERFORMANCE
Comunicato stampa
PUÓ LA VISIONE DI FILMATI MIGLIORARE LE PERFORMANCE DEL CERVELLO?
La risposta arriva da uno studio di un team multidisciplinare del San Raffaele di Milano
Milano, 21 febbraio 2014 – Un recente studio condotto dal Professor Massimo Filippi e dai suoi
collaboratori dell’Unità di Neuroimaging Quantitativo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e dell’Università
Vita-Salute San Raffaele verrà presentato al 66° Meeting dell’American Academy of Neurology (26 Aprile
- 3 Maggio 2014), il più prestigioso meeting mondiale di neurologia. Lo studio ha dimostrato che la
visione di filmati che riproducono semplici attività motorie della vita quotidiana migliora la
destrezza manuale e la performance motoria nei soggetti sani, grazie a modificazioni
strutturali dell’encefalo.
La plasticità cerebrale, definita come la capacità dell’encefalo di adattarsi mediante modificazioni di
funzione e di struttura a un ambiente in continuo cambiamento, è alla base dei fenomeni di
apprendimento (cognitivo e motorio) e rappresenta uno dei fattori associati al recupero di funzione in
seguito a danno del sistema nervoso. Il cervello perde almeno parte della sua plasticità con
l'invecchiamento oppure a causa di patologie di carattere neurologico come ad esempio la sclerosi
multipla, la malattia di Alzheimer o l’ictus.
In questo studio sono stati reclutati 36 adulti sani destrimani che hanno partecipato a 10 sessioni
giornaliere di training motorio della mano destra della durata di 40 minuti ciascuna. I soggetti sono stati
divisi in due gruppi: i partecipanti del primo hanno visto filmati che presentavano movimenti specifici
compiuti da altri individui in comuni attività quotidiane, ad esempio utilizzare un martello e dei chiodi,
maneggiare delle monete, scrivere con una penna o alla tastiera di un computer (movimenti
successivamente allenati); i destrimani del secondo gruppo, invece, hanno preso visione di filmati con
paesaggi neutri, come ad esempio montagne, colline, alberi. Prima e dopo le 10 sedute di training, tutti
i soggetti dello studio sono stati sottoposti a una sequenza di risonanza magnetica morfologica ad alta
risoluzione. Tale sequenza, tipicamente utilizzata per quantificare il volume cerebrale globale, può,
mediante opportuni metodi di analisi, identificare le modifiche di volume di singole regioni encefaliche.
Lo studio ha messo in luce nei soggetti del primo gruppo un miglioramento di performance, soprattutto
in termini di forza e di destrezza manuale, fino a 11 volte superiore ai soggetti del secondo. Tali
miglioramenti delle performance sono associati a variazioni del volume di regioni della
sostanza grigia e della sostanza bianca che fanno parte del circuito motorio (come la corteccia
motoria primaria e il cervelletto) e visivo (come la corteccia occipitale).
Questo lavoro, frutto di un team multidisciplinare composto da neurologi, neuroradiologi,
fisioterapisti e ingegneri, è stato possibile grazie all’utilizzo di un’avanzata tecnologia presente al San
Raffaele: l’apparecchiatura di risonanza magnetica ad alto campo (3 Tesla) presso l’Unità di
Neuroradiologia e le sofisticate metodiche di analisi di immagini di risonanza magnetica
sviluppate ormai da anni presso l’Unità di Neuroimaging Quantitativo.
Afferma il Dottor Paolo Preziosa, ricercatore presso l’Unità di Neuroimaging Quantitativo: “Anche da
adulto il nostro cervello è in grado di apprendere abilità motorie grazie alla visione di filmati
che presentano le attività da svolgere. Con l’aumento esponenziale di video disponibili, come quelli
dei telefoni cellulari, dei computer e di altre tecnologie più recenti, l’argomento di questa ricerca
potrebbe essere al centro di più studi, volti a comprendere come utilizzare questi processi fisiologici per
migliorare le prestazioni dei soggetti sani e per ottimizzare il recupero di funzione dei pazienti con
patologie neurologiche."
Conclude il Professore Massimo Filippi, responsabile dell’Unità di Neuroimaging Quantitativo: “La ricerca
suggerisce che in soggetti sani, anche se adulti, è possibile indurre modifiche strutturali
dell’encefalo con la semplice visione di filmati ad hoc e che tali modifiche si associano
all’apprendimento e al miglioramento delle performance. Questi risultati potranno contribuire a
sviluppare nuove strategie riabilitative in pazienti con deficit neurologici al fine di migliorare i
fenomeni di recupero e di plasticità cerebrale a seguito di un danno acuto o cronico del
sistema nervoso centrale.”
Lo studio è stato possibile grazie ai finanziamenti della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla.
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Action Observation Therapy Modifies Structural Brain Plasticity in Healthy Adult Individuals
P. Preziosa1,2, M.A. Rocca1,2, R. Gatti3, M. Petrolini1, R. Messina1,2, Gabriele Salini1,3, Silvia Fumagalli1,3, A. Falini4, G.
Comi2, M. Filippi1,2
1.
2.
3.
4.
Neuroimaging Research Unit, Institute of Experimental Neurology, Division of Neuroscience,
Dept. of Neurology,
Laboratory of Movement Analysis, School of Physiotherapy, and
Dept. of Neuroradiology, San Raffaele Scientific Institute, Vita-Salute San Raffaele University, Milan, Italy
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