Il pesce azzurro
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Il pesce azzurro
Il Pesce azzurro Vengono generalmente definite pesci azzurri alcune specie di pesci caratterizzati da colorazione dorsale tendente al blu (in qualche caso verde) e argentea nella parte ventrale. La denominazione di "pesce azzurro" non si riferisce ad un gruppo scientificamente definito di specie ittiche, ma è utilizzata commercialmente per indicare alcune varietà di pesci, generalmente di piccola pezzatura, di varia forma e sfumature di colorazione, il cui costo è generalmente ridotto per la grande quantità di pesce pescato. Tra le varietà di pesce azzurro presenti sul mercato i più diffusi sono: la sardina (sardina pilchardus), l'alice o acciuga (engraulis encrasicholus), lo sgombro (scomber scombrus), l'aguglia (belone belone), lo spratto o papalina (sprattus sprattus), l'alaccia (sardinella aurita), il lanzardo (scomber colias), la costardella (scomberesox saurus), il suro o sugherello (trachurus trachurus). Il pesce azzurro è molto apprezzato in cucina (anche se i piatti preparati con tali specie vengono spesso considerati "cucina povera") per le qualità nutrizionali delle carni. Esse sono generalmente molto digeribili con prevalenza di grassi insaturi (li troviamo soprattutto nei grassi di origine vegetale, sono formati da molecole leggere e agili. Si muovono velocemente nei vasi sanguigni, che rimangono liberi, cosi il sangue scorre facilmente) in particolare del tipo omega 3, sono una categoria di acidi grassi essenziali, indispensabili per il corretto funzionamento dell'organismo. Anche per questo il consumo di pesce azzurro è consigliato nelle diete nelle quali sono da evitare i grassi saturi, li troviamo soprattutto nel grasso animale, sono formati da molecole pesanti e poco agili. Per questo motivo i grassi animali fanno fatica a circolare e si accumulano nei vasi sanguigni facendo scorrere il sangue più lentamente, quasi fermando la circolazione, presenti in altre specie animali. Sardina pilchardus La sardina (Sardina pilchardus) è un pesce della famiglia dei Clupeidi, fra i più diffusi nel mar Mediterraneo, della stessa famiglia dell'aringa. Distribuzione e habitat È comune nel mar Mediterraneo (soprattutto la parte occidentale e l'Adriatico). È una specie pelagica e si può trovare tanto lontano dalle coste quanto in pochi centimetri d'acqua (soprattutto durante la buona stagione). Morfologia La sardina ha il corpo ovale con squame ventrali appuntite che però (al contrario dello spratto) non formano una vera e propria carena, la bocca è rivolta verso l'alto e l'occhio è grande. Tutto il corpo, ad eccezione della testa, è ricoperto di grosse squame molto caduche. Le pinne ventrali sono inserite molto indietro, ben oltre la pinna dorsale, le pinne pettorali sono inserite in basso. Ha i fianchi e il ventre bianco argentei, mentre il dorso è verde-azzurro con riflessi iridescenti, sul fianco, a partire dall'opercolo branchiale, e fino ad oltre la pinna dorsale, si allineano una fila di macchie scure, poco visibili in vivo. Raggiunge la lunghezza di 20-25 cm. Alimentazione Esclusivamente basata sul plancton che filtra dall'acqua che entra nella bocca grazie al filtro branchiale. Riproduzione Avviene da settembre a maggio, in acque libere. La femmina emette circa 50.000 uova Abitudini Vive in branchi molto fitti e disciplinati, composti da centinaia o migliaia di individui. Pesca Specie di estremo interesse per la pesca professionale, viene catturata in grande quantità nei paesi del mar Mediterraneo, in Spagna, Portogallo e Marocco soprattutto con reti da circuizione. Non abbocca mai agli ami. Le carni sono ottime, soprattutto se freschissime. In cucina Per le sue qualità viene consigliata dai nutrizionisti nella dieta mediterranea e dai cardiologi nella prevenzione delle cardiopatie specie nelle persone affette da ipercolesterolemia, in quanto particolarmente ricca di acidi grassi essenziali omega 3. È molto usata a Palermo e nel resto della Sicilia per preparare la famosa ricetta della pasta con le sarde alla palermitana. ACCIUGA Engraulis encrasicolus La acciuga o alice (Engraulis encrasicolus, Bleeker 1852) è un pesce della famiglia degli Engraulidae. Habitat e distribuzione L’acciuga trascorre la sua vita in profondità ma all’arrivo della primavera si approssima in branco alla costa, andando su banchi sabbiosi per deporre le uova. Descrizione Corpo lungo, provvisto di squame, muso breve. Le pinne del petto sono normali. La pinna della coda è a V. L’acciuga si distingue dagli altri per avere la mascella di sotto più corta di quella di sopra. Il colore è verde azzurro, i fianchi e la pancia sono di colore argento, lungo i fianchi c'è una linea marrone. Può essere lunga da 15-18 centimetri fino a di 20 centimetri. Valore economico Il valore economico è buono in quanto le carni sono gustose e vengono consumate sia fresche che salate. Con le acciughe desalate e pestate in un mortaio o passate al frullatore si prepara una salsa squisita, analoga al rinomato garum o garon degli antichi romani. Pesca Le acciughe si pescano da marzo a settembre con rete a strascico, da posta, o con rete da circuizione, calata superficialmente a diversa profondità fra la superficie e il fondo delle secche sabbiose. Meglio con la luna piena che le attira in superficie o attirando le acciughe con sorgenti luminose artificiali, dette lampare e con una congrua pasta di granchi come esca buttata con le mani dal secchio sulle reti. Nomi in italiano In Italia l’acciuga viene chiamata alice quando, essendo giovane, è piccola. In Liguria viene chiamata generalmente anciua, amarou, anciona, amplona, amplouva, e il novellame di dimensioni fino a 3 cm si chiama gianchettu o bianchetto (dal colore che l’acciuga ha quando è così giovane). In Veneto viene chiamata anchiò oppure sardòn. In Venezia Giulia viene chiamata nini, anciò, sardela, sardò. In Toscana acciuga, alice. Nelle Marche acciuga, alice, sardela, sardone; argentini, latterini, lilla, magnana, nudini e il novellame paranzoli. Negli Abruzzi acciuga, alice, argentini e il novellame nudini. Nel Lazio acciuga, alice. In Campania acciuga, alice, alice ‘e sperone e il novellame alice annure. In Puglia aléce, alice, alice de sperone, speronara. In Calabria alici, aliciàstra, aliciastrùni, mezz’alici e il novellame bianco mangiare, neonata. In Sicilia, aléce, alice, alìccia, anciva, anciova, ancioja, anciora, masculina, masculinella, masculinu, mascolini e il novellame nannata, anciovillo. In Sardegna anciona, angioja, anciova, angiouvitta, aggiuva, azzuva. SGOMBRO Scomber scombrus Scomber scombrus, conosciuto comunemente come Sgombro, Lacerto o Maccarello, è un pesce azzurro appartenente alla famiglia Scombridae. Diffusione e habitat Questa specie è diffusa nelle acque costiere del Mediterraneo e del Mar Nero, nonché nel Nord Atlantico, dalle coste marocchine e spagnole fino al Mar di Norvegia. È presente anche nelle acque islandesi, groenlandesi e al largo del Canada. Abita le acque comprese tra 0 e -200 metri di profondità, svernando in acque profonde e tornando verso le coste nelle stagioni più calde. Descrizione Il corpo è allungato e affusolato, con bocca a punta e occhi grandi. Presenta due pinne dorsali, la seconda delle quali è seguita da 5 piccole pinne stabilizzatrici sul peduncolo caudale, opposte e simmetriche ad altre 5 pinnette tra la pinna anale e la caudale. La coda è fortemente bilobata. La livrea presenta un dorso grigio-bluastro, che sfuma verso i fianchi fino ad incontrare il ventre bianco argenteo. Dal dorso partono delle tigrature verticali nere che arrivano all'altezza della linea laterale. Le pinne sono grigioazzurre. Non ha squame. Raggiunge eccezionalmente una lunghezza di 50 cm[1] ed ha una speranza di vita di 17 anni. Riproduzione La deposizione avviene all'interno dei numerosissimi banchi che forma, tra marzo e agosto, a seconda della zona. Le uova, gialle e sferiche (1,2-1,4 mm di diametro), si schiudono dopo 6-7 giorni. Le larve, alla lunghezza di 6 mm, assorbono il sacco vitellino e possiedono mandibola già munita di denti. Gli sgombri sono sessualmente maturi dalla lunghezza di 24-30 cm. Alimentazione Ha dieta onnivora: si nutre di plancton (anfipodi, copepodi), meduse (tra le quali Aglantha digitale), piccoli pesci (soprattutto Clupea harengus, Sardina pilchardus, Sprattus sprattus, Engraulis encrasicolus e Gadus morhua), uova e larve di pesci, gamberi, vermi e molluschi gasteropodi. Alimentazione umana Sgombri in pescheria Lo sgombro è uno dei pesci più utilizzati ed apprezzati della dieta mediterranea: è raccomandato dai medici per il suo apporto in grassi omega 3 particolarmente adatti per chi è affetto da ipercolesterolemia. Pericoli Nel corso del XX secolo la pesca di sgombri è aumentata sensibilmente, arrivando perfino, nel 1960, al rischio di estinzione della popolazione dell'Atlantico settentrionale. Nel corso degli ultimi decenni si sta approntando una pesca sostenibile. AGUGLIA Belone belone Belone belone, conosciuto comunemente come Aguglia, è un pesce pelagico della famiglia Belonidae.Diffusione e habitat Si trova comunemente nel Mar Mediterraneo e nell'Atlantico orientale, nelle zone costiere intorno alle isole Canarie, Azzorre, Madera e Capo Verde, nonché nel Mar Nero e nel Mar d'Azov. Descrizione Di forma affusolata, quasi anguilliforme, con pinne nella parte posteriore, l'aguglia presenta un becco corneo con mandibola più lunga della mascella, molto flessibile. Lo scheletro è di colore verde-azzurro. La livrea è di un semplice grigio argenteo, scuro sul dorso e quasi bianco sul ventre. Raggiunge una lunghezza di 90 cm. Alimentazione Si ciba di piccoli pesci, prevalentemente di sardine e acciughe. Sottospecie Nel corso del XX secolo numerosi studi hanno dimostrato l'esistenza di alcune sottospecie: . Belone belone belone (già Belone belone euxini) . Belone belone acus (sinonimo di Tylosurus acus) . Belone belone gracilis Pesca L'aguglia è ampiamente pescata sia da pescatori sportivi (soprattutto con la tecnica della traina e dello spinning) che da professionisti con reti di circuizione. Le carni sono buone soprattutto fritte anche se il colore verde delle ossa può impressionare qualcuno. Sprattus sprattus Distribuzione e habitat Lo Spratto o Papalina (o Sarda papalina) è una specie settentrionale, presente nell'Oceano Atlantico orientale tra la Norvegia settentrionale e la stretto di Gibilterra, nel mar Baltico (dove è sostituito dalla sottospecie S. sprattus balticus), nel mar Egeo, nel mar Nero, nel mar Adriatico settentrionale e nel golfo del Leone. Nel resto del mar Mediterraneo è rarissimo. Descrizione Molto simile alla sardina, si distingue per le pinne ventrali inserite alla stessa altezza della pinna dorsale (nella sardina sono inserite più indietro), per la robusta cresta di squame dure sul ventre, per le squame che sono più piccole e meno caduche e per la colorazione, che è blu vivo sul dorso e bianco argento sul ventre, senza le caratteristiche macchie sul fianco. Non supera 15 cm di lunghezza. Alimentazione Sostanzialmente planctofaga Riproduzione Avviene in inverno nel Mediterraneo ed in estate nell'Atlantico settentrionale. Uova e larve pelagiche Abitudini Vive in fitti banchi. In Mediterraneo scende in profondità nei mesi più caldi. Pesca Viene pescata come la sardina ma le sue carni, molto oleose e deperibili, sono meno apprezzate. Sardinella aurita L'Alaccia (Sadinella aurita) è un pesce di mare appartenente alla Famiglia Clupeidae. Distribuzione e habitat Questa specie si incontra nel mar Mediterraneo, nella parte sud del mar Nero e nell'Oceano Atlantico orientale tra il Portogallo ed il Sudafrica. È presente anche sul lato americano dell'Atlantico, tra Capo Cod e l'Argentina comprendendo tutto il mar dei Caraibi e le Antille. Si tratta di un pesce termofilo, comune nel Mediterraneo meridionale e, fino qualche anno fa, raro nel mar Ligure e nell'Adriatico. Oggi è comune anche nei bacini più settentrionali, indubbiamente in seguito alla meridionalizzazione del Mediterraneo. Si tratta di una specie pelagica, rara sottocosta e comune al largo che si può incontrare sia in superficie che a centinaia di metri di profondità. Descrizione Assomiglia molto alla comune sardina ma si può riconoscere per diversi caratteri: è presente una vistosa linea dorata sui fianchi la sagoma è più tozza è presente una carena di scaglie rigide che percorre tutto il ventre è mediamente più grande e può raggiungere i 30 cm di lunghezza. Alimentazione Si ciba di organismi planctonici, è molto vorace ed attacca qualunque cosa si muova nel suo raggio di azione. Predatori È parte importante della catena alimentare mediterranea ed è preda di moltissimi pesci più grandi come tonni, pesci spada e aguglie imperiali. Pesca Viene catturata con gli stessi attrezzi utilizzati per sardine ed acciughe ma, al contrario di queste due specie, abbocca alle esche sia naturali che artificiali, soprattutto a quelle impiegate per pescare sgombri e sugarelli. Si pesca anche a traina. Viene spesso impiegata come esca poiché le sue carni, ricche di olio, sono molto meno buone dì quelle della sardina. LANZARDO – SGOMBRO CAVALLO Scomber colias Il Lanzardo o Sgombro cavallo (Scomber colias Gmelin, 1789) è un pesce marino appartenente alla famiglia Scombridae, diffuso nell'oceano Atlantico Distribuzione e habitat È diffuso in tutte le acque temperate e tropicali dell'Oceano Atlantico, lungo le coste europee a nord fino al Golfo di Guascogna. Negli oceani Indiano e Pacifico è sostituito dall'affine Scomber japonicus. Le abitudini di vita sono simili a quelle dello sgombro comune anche se si tiene in genere più lontano dalle coste; può però, occasionalmente, entrare in lagune e stagni con acque salmastre. Descrizione Assai simile allo sgombro dal quale si distingue soprattutto per la colorazione caratterizzata dalla presenza di macchie grigiastre sul ventre che spesso di uniscono a formare delle vermicolature e dalle striature del dorso meno uniformi. La colorazione è spesso più giallastra. Anche l'occhio è più grande e la sagoma, nel complesso, più tozza. Alimentazione Predatore, si ciba soprattutto di piccoli pesci come acciughe o latterini ma anche di invertebrati. Abitudini Simili a quelle dello sgombro con cui talvolta forma branchi misti. Gregario, forma fitti branchi. Pesca Avviene con modalità simili a quelle utilizzate per catturare il congenere ed anche le carni sono simili. Nota tassonomica Fino a pochi anni fa era considerato una sottospecie dello Scomber japonicus, molto simile, che vive nell'Indo-Pacifico. È stato assegnato al genere Pneumatophorus, adesso considerato sinonimo di Scomber. COSTARDELLA Scomberesox saurus La costardella o gastodella (Scomberesox saurus) è un pesce di mare della famiglia Scomberesocidae. Distribuzione e habitat Si tratta di una specie cosmopolita, presente nei settori caldi e temperati di tutti gli oceani. In Europa è diffusa nel mar Mediterraneo e lungo le coste atlantiche a nord fino alla Manica, talvolta fino alla Norvegia. Nei mari italiani è segnalata ovunque (più di rado nell'alto Adriatico) ed è comunissima nello Stretto di Messina. È pelagica e non si avvicina alle coste che nel periodo della riproduzione. Descrizione Simile all'aguglia ma meno allungata, con "becco" più corto e dotato di denti sottili. Questo pesce ha pinna dorsale e pinna anale molto arretrate, opposte e simmetriche. Tra di esse e la pinna caudale, che è forcuta, sono presenti pinnule simili a quelle degli Scombridae. La colorazione è bruna o verdastra sul dorso con una fascia argentea sui fianchi, spesso accompagnata da una linea scura. Le dimensioni raggiungono i 40 cm. Alimentazione Si nutre di plancton e di giovanili di sardine e acciughe. Riproduzione Si riproduce da ottobre a dicembre e in tale occasione si avvicina leggermente alle coste. Le uova sono grandi (2 mm), pelagiche e dotate di filamenti rigidi. I giovanili, dal vistoso colore azzurro, sono privi di "becco", che ha uno sviluppo differenziale, dapprima si sviluppa la mascella inferiore, la superiore si allungherà quando il pesce misura circa 15 cm. Abitudini È una specie gregaria e forma banchi talvolta immensi. Predatori Rappresenta un anello importante della catena trofica e viene catturata in gran quantità da tonni, palamite, pesci spada, cetacei e uccelli di mare. Pesca Questa specie ha importanza per il consumo, soprattutto nella zona dello Stretto di Messina, dove viene pescato con apposite reti da circuizione. Al contrario dell'aguglia non abbocca alle lenze. Le carni sono pregiate e non ha le ossa verdi tipiche dell'aguglia. A Messina, dove questo pesce costituisce un piatto tipico, viene consumata fritta ed accompagnata con cipolla. SUGARELLO Trachurus trachurus Il sugarello (Trachurus trachurus) è un pesce d'acqua marina della famiglia dei Carangidae. Diffusione e habitat Si trova nell'Oceano Atlantico nord-orientale dall'Islanda al Senegal, comprese le isole del Capo Verde, nel Mar Mediterraneo e raramente nel Mar Nero. Esistono due popolazioni principali: quella occidentale che vive al largo dell'Europa occidentale e la popolazione settentrionale che vive nel Mare del Nord. Descrizione Presenta una linea laterale accessoria estesa lungo quasi tutto il dorso, che è verde con vivaci iridescenze. la linea laterale è dotata di scutelli molto larghi. I fianchi sono argentei e ha una macchia nera sulla parte postero-superiore dell'opercolo e un'altra all'ascella delle pettorali. Le pinne dorsali sono grigie, quella anale e le ventrali biancastre, le pettorali e le ventrali grigio-verdognolo. È lungo normalmente circa 30 cm, ma alcuni esemplari raggiungono i 40 cm. Biologia Si riunisce in grandi banchi nelle acque costiere, dove si nutre di crostacei, cefalopodi e altri pesci. I giovani si riuniscono in branchi sotto l'ombrello di grosse meduse (soprattutto della specie Rhizostoma pulmo) sotto il quale trovano riparo e protezione senza alcun pericolo in quanto immuni dal veleno delle sue nematocisti. Anche altri giovani carangidi, ad esempio la ricciola, hanno lo stesso comportamento. Nomi comuni Nelle varie regioni italiane, Trachurus trachurus è conosciuto con diversi nomi: Suello (Liguria), Suro, Sauro, Sugarello, Sughero, Sugherello, Traule, Sorello, Suràlu, Sciuro, Sgombro bastardo, Savaro, Lacierte. Pesca Il sugarello è commestibile e può essere affumicato, fritto, salato e cotto. Ottimo al cartoccio