Il fotovoltaico in multiproprietà: conviene!

Il fotovoltaico in multiproprietà: conviene!
Scritto da Administrator
Quanto rende un appartamento in affitto? Oppure quanto rendono i cosiddetti fondi di accumulo
pensionistico?
Ad eccezione di pochi casi, di fatto circoscritti alla prima domanda, il rendimento non sarà mai
superiore al 7% annuo, al netto delle tasse s'intende.
Investire in una multiproprietà di una compagine che controlla un impianto fotovoltaico, og
gi
,
da questo mese, è assai
più convienente
; anche senza l'ottenimento degli odiati/amati incentivi.
Di fatto starebbero in piedi solo con la vendita di energia elettrica al prezzo ottenibile nel
mercato elettrico facendo segnare un tasso di rendimento interno superiore al 7%. Senza poi
dimenticare i benefici ambientali che costituiscono le ricadute di cui beneficeranno le future
generazioni.
Eppure, a causa di evoluzioni di mercato imprevedibili fino ad ora (anche perchè l'informazione
finanziaria è a senso unico gestita secondo le esigenze di pochi) gran parte dei risparmi di
molti italiani, ancora, finiscono in investimenti immobiliari oppure lasciati a deperire in una
miriade di prodotti finanziari il cui contenuto probabilmente è ignoto anche a una gran parte
degli alchimisti finanziari che li ha aggregati.
Ma se il fotovoltaico rimane in piedi senza incentivi perchè si parla di raggiungere la "grid parity"
(ossia il raggiungimento della competitività della tecnologia fotovoltaica in confronto con le fonti
di energia fossili), solo tra un paio di anni e che questi impianti necessitano di essere ancora
sostenuto.
La risposta secondo noi è semplice: perchè dipende da chi è quella figura che investe nel foto
voltaico
, dalla capacità di questi di tenere sotto controllo i
costi di realizzazione
dell'impianto e dal
prezzo dell'energia
ottenibile.
Se la figura che investe è un fondo pensionistico che deve comunque garantire un guadagno ad
almeno due diversi livelli (ma anche spesso a tre o quattro) lasciando le briciole a chi mette i
soldi o si necessita di finanziamenti bancari allora è chiaro che la convenienza di operare in
questo modo non sussiste. Se invece sono i
risparmiatori
coloro che direttamente
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investono
in
equity
,
senza intermediari
, allora le
redditività
divengono interessanti anche senza incentivi. Il fatto che a guadagnare debbano essere
sempre le banche anch'esso è una delle cause del pignisteo per il mantenimento degli incentivi,
in pratica il fotovoltaico è un banchetto appetibile anche per la banca.
I costi di realizzazione dell'impianto dipendono dai costi immateriali (contratti di diritto di
superficie o compravendita del sito), di fornitura di materiali (è chiaro che attingere al mercato
europeo al momento non è sicuramente vantaggioso), della filiera realizzativa che va dalla pro
gettazione
allo
autorizzazione amministrativa
, dalla
installazione
ai
costi di allaccio
. Avere il
controllo
di questi
costi
per esempio avendo la piena conoscenza del mercato delle forniture o riducendo le figure che
svolgono le diverse attività può valere notevoli
risparmi
sui
costi di investimento
.
Il prezzo dell'energia da considerare è quello del mercato all'ingrosso o quello relativo al ritiro
dedicato. Per entrambi pur in presenza di un periodo di stabilità tendenzialmente è sempre
cresciuto negli anni a tassi superiori a quelli dell'inflazione. In ogni caso è sempre possibile
concordare prezzi diversi, a metà tra quelli all'ingrosso e quelli agli utenti finali, con utilizzatori
locali quali industrie o comuni.
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Chiunque fosse interessato ad approfondire l'argomento legga con attenzione il quadro
economico allegato ; in questo quadro è riportato il i costi e gli introiti completo del flusso di
cassa di un impianto da 2,3 MW da realizzarsi nella provincia di Roma. I dato del quadro
economico sono basati sul noto, in rete, simulatore dell'ing. Caffarelli.
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