locandina Anne Sexton
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locandina Anne Sexton
POLIFONIA del FEMMINILE Anne Sexton, Come molti angeli danzai su una capocchia di spillo Marco Bucchieri Palazzina di Santa Cristina, Via del Piombo 5, Bologna Venerdi 27 Aprile 2012, ore 18 - 20 Ingresso libero (da : 18 giorni senza te, 1 dicembre) Verde-gatto il ghiaccio s'adagia sul prato di fronte a casa. La cicuta è la sola cosa giovane che resta. Te ne sei andato. Stanotte sotto le coperte ho svernato senza dormire finché venne l'alba come un imbrunire e foglie di quercia frusciavano come soldi, ostinate. La cicuta è la sola cosa giovane che resta. Te ne sei andato. Nasce nel 1928 a Newton, presso Boston, Anne Gray Harvey, poi conosciuta come Anne Sexton. "Bella e dannata, sexy e infantile, sposata e sciupamaschi, indifesa ed esibizionista, plurisuicida con un incrollabile senso dell'umorismo, autodidatta e docente universitaria, atea e religiosa…" come la definisce Rosaria Lo Russo. Sì, era bellissima e anche economicamente fortunata….e anche oggetto di un curioso destino : come si fa a non pensare che la Poesia non l’avrebbe neanche vista se il suo analista, dopo un primo tentativo di suicidio, non le avesse suggerito di scrivere come terapia ? Ma la Poesia lei l’aveva già dentro, sottopelle. Irrequieta, disordinata, sempre innamorata, sempre inadeguata agli standard di figlia, casalinga, moglie e madre. Sempre troppo presa da sé, dal suo aspetto, dal sottile filo di follia che, da sempre, avvolge la sua vita. Alcool e psicoanalisi. Amore e angoscia. Teatro e manicomio. Maxine Kumin e Sylvia Plath. Dio. I suoi amici. La sua vita è stata drammatica e infelice, eppure non c’è una mossa da lei tentata che non abbia funzionato. Il suo tormento poetico verrà ricompensato niente di meno che col Premio Pulitzer, nel 1967, e la sua fama crescerà continuamente fino a sconfinare nel mito. Eppure…non basta, non può bastare… neanche la famiglia e le figlie possono sanare quel turbamento che ha tanto a lungo assillato i suoi giorni e le sue notti: e alla fine (nel 1974) anche il suicidio le riesce bene, come se, in fondo, avesse sempre e solo fatto le prove per una buona riuscita. Anne Sexton è diversa da tutti i poeti contemporanei. E’ una donna che ha trovato la propria strada poetica all’interno della propria strada umana, spogliando la cultura della sua epoca ed evidenziandone ogni vizio, ogni stereotipo, ogni debole rituale borghese, svelando nel cono d’ombra dei complessi edipici una lacerata condizione femminile. E la sua voce delicata e potente, sofferente ed esaltata, è un arabesco sensuale e crudele, un taglio doloroso ma inevitabile sulla tela della condizione umana.