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Il Mattei Il giornale della nostra scuola Direzione editoriale: Scuola secondaria di I° grado E. Mattei Comitato di redazione: 1C)E. Pafumi, Y. Pergolari 1D) H. Gharbi, C. Negosanti, N. Elabdi, 3B) S. Ghetti, B. Aliji, I. Bartolini, D. Figuereido 3D) G. Baruzzi 1A) G. Parisini N° 1 - Marzo 2011 Cultura e società Cronaca: La Giornata della memoria Cultura Voglia di gentilezza La nostra scuola e la Shoah Torna in campo la buona educazione Letture dal “Diario” di Anne Frank e visione di un documentario inedito In questo tempo di crisi, molte persone invocano un ritorno alla gentilezza, al rispetto per gli altri, all’educazione e alla cortesia. Ma non tutti rispettano queste regole. Alcuni cercano di cambiare il proprio comportamento e le proprie abitudini in modo positivo, ma altri non ci riescono e continuano a vivere la loro vita con disprezzo e ostilità verso gli altri. In passato la gentilezza era un valore condiviso, universale, una modalità dell’essere che non significava solo comportarsi bene. Era un modello etico che si è perso col tempo. Nella società moderna, da tempo, trionfano l’aggressività e la maleducazione e a lungo gli esperti hanno invitato a non cadere nella trappola della gentilezza: la regola imposta era “imporsi nel mondo”ad ogni costo. Oggi essere gentili sta diventando di nuovo un valore e, in merito, sono stati pubblicati tanti libri. La giornata del 13 novembre è stata addirittura dichiarata ufficialmente “Giornata mondiale della gentilezza” e viene festeggiata persino dai manager, categoria che fin ad oggi non aveva mai aderito. D’altra parte questo è solo l’effetto di una mobilitazione più generale che vede il World Kidness Movement, nato a Tokyo nel 1997 (www.worldkindness.org.sg), promotore di un globale atteggiamento “gentile”. A dimostrazione di questo cambiamento c’è anche la celebrazione di un personaggio come Vicente del Bosque, tecnico campione del mondo della nazionale di calcio spagnola. Lo stesso El Paìs, il più famoso quotidiano di Spagna, lo ha scelto come simbolo di questa trasformazione culturale proprio per le sue virtù di “leader mite”. Torna così un modello che sembrava definitivamente tramontato negli ultimi decenni e che forse contribuirà a migliorare la nostra società. Di B. Aliji (3B) Il 12 gennaio, si è tenuto un incontro a scuola per celebrare il Giorno della memoria. Sono intervenute la signora Barbara Domenichini, operatrice culturale, e la signora Anne Frank Anita, attrice, che hanno tenuto prima una breve lezione introduttiva ed in seguito una lettura drammatizzata di brani tratti dal diario di Anne Frank. La signora Domenichini ha ripreso molti argomenti che già avevamo trattato in classe, ma ha illustrato in modo particolarmente efficace come erano i legami familiari di Anne all’epoca. Anne era una ragazzina ebrea di 13 anni (appena compiuti) che aveva ricevuto, proprio per il suo compleanno, un diario dai suoi genitori. Anne lo soprannominò “Kitty”, come se fosse un’amica reale, ed iniziò a scrivervi gli episodi importanti della sua vita e i suoi sentimenti. Sei mesi più tardi, con la sua famiglia, dovette trasferirsi nell’ormai tristemente famoso “Alloggio segreto”, situato dietro alla fabbrica di marmellata dove lavorava il padre; Hitler, che già da tempo aveva emanato le leggi razziali, aveva infatti ordinato la cattura e lo sterminio di tutti gli ebrei. Anne e la sua famiglia rimasero lì circa due anni finché un anonimo vicino li segnalò alle autorità tedesche che in poco tempo fu in grado di arrestarli: furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Tutti, tranne il padre, morirono nel campo di concentramento. Quando il padre tornò ad Amsterdam dopo la guerra, trovò il diario di Anne, lo lesse e per onorare la memoria della figlia decise di pubblicarlo. il Diario, non è solo il documento di Anne, ma rappresenta la vita che conducevano gli ebrei, cercando di scappare dai tedeschi. Al termine delle letture è stato proiettato un documentario, “La breve vita di Anne Frank”, che contiene l’unico frammento di filmato originale che ritrae Anne. L’incontro è stato molto emozionante e allo stesso tempo interessante. La casa di Anne Di I. Bartolini e S. Ghetti (3B) Frank ad L’ “Alloggio segreto” è la Casa-Museo di Anne Frank ………………………… Vicente del Bosque ct della nazionale di calcio spagnola Amsterdam L’ITALIA E IL RICORDO DELLA SHOAH “Al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la percussione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”, il Parlamento italiano ha istituito nel 2000 il Giorno della Memoria. Ogni anno, il 27 gennaio, giorno in cui furono abbattuti i cancelli di Auschwitz, si celebra la memoria dell’Olocausto e si rinnova il comune impegno ad evitare che crimini così orribili possano ripetersi. I FILM CONSIGLIATI “La vita è bella”, regia di R. Benigni (Italia, 1997), pluripremiato film, vincitore di 3 statuette alla notte degli Oscar del 2 marzo 1999; il titolo è tratto da una significativa frase del testamento di Trotsky: « La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore». “Jona che visse nella balena” regia di R. Faenza (Italia, 1993); è tratto da Anni d’infanzia. Un bambino nei lager il romanzo autobiografico in cui lo scrittore Jona Oberski narra della sua infanzia vissuta quasi interamente nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Nel 1993 ha vinto il David di Donatello per miglior regia, migliore musica e migliori costumi. “Il bambino col pigiama a righe” regia di M. Herman (USA, 2008), adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di John Boyne del 2006. “Train de vie”, regia del rumeno Radu Mihăileanu (Romania, 1998); film pluripremiato soprattutto per la grande nota poetica e stilistica. La casa in cui Anne Frank e la sua famiglia tentarono di sfuggire alle persecuzioni naziste, è oggi uno dei musei più importanti di Amsterdam. Dopo l’arresto dei Frank (4 agosto 1944), l’edificio fu svuotato completamente: solo il diario di Anne si salvò. Alla fine della guerra, il 4 giugno 1945, il padre di Anne fu l’unico a tornare sano e salvo da Auschwitz. Ad Amsterdam ritrovò il Diario e decise di pubblicarlo in memoria della figlia e di suoi desideri. In seguito, mentre il Diario diveniva sempre più famoso, l’edificio rischiò di essere demolito. Nel 1957, un gruppo di privati cittadini istituì la “Casa di Anne Frank”, una fondazione il cui scopo era rendere accessibile al pubblico l’edificio e soprattutto diffondere gli ideali di Anne. Nel 1960, dopo una lunga ristrutturazione, l’ “Alloggio segreto” fu definitivamente musealizzato e aperto al pubblico. Oggi è meta di tantissimi visitatori. Nel 2010 infatti, anno del cinquantesimo anniversario della sua fondazione, ha accolto più di un milione di persone raggiungendo un numero record di visitatori. Consigliamo di collegarsi al sito www.annefrank.org per effettuare una visita virtuale e interattiva alla CasaMuseo. Sono inoltre accessibili tantissime informazioni che consentono di approfondire e mantenere viva la memoria di Anne e della Shoah. ……………………………………….. L’amicizia non ha confine Capita spesso di leggere sul giornale storie vere di animali di specie diverse che sono diventati amici inseparabili. Per questo propongo il mio racconto. “Un giorno, durante le vacanze estive, la casa di fronte alla mia fu affittata ad una signora di Milano. Mentre guardavo fuori dalla finestra, vidi una cosa straordinaria: un cucciolo di gatto e un piccolo cane stavano giocando insieme. Erano davvero diventati inseparabili. Come seppi in seguito, la loro padrona li aveva portati a casa da un rifugio per animali abbandonati. Sicuramente era accaduto qualcosa fra loro che li aveva fatti avvicinare e diventare amici. L’amicizia può davvero superare ogni confine, anche quelle della razza. I cuccioli giocano fra loro per divertirsi, imparare e non sentire la solitudine. Purtroppo alla fine della vacanza, la donna partì solo con il cane; il povero micio fu invece abbandonato in cortile. Io e mia sorella lo accogliemmo e ancora oggi fa parte della nostra famiglia”. Di C.N. L’INTERVISTA alla Prof.ssa G. Casazza Cronaca: il Natale 2010 -Da quando si è appassionata alla La Prof.Casazza musica? La musica mi è sempre piaciuta, fin da quando, da piccola, ho deciso di studiarla al Conservatorio. -Da quanto insegna musica e che cosa le piace del suo lavoro? Insegno da più di vent’anni e mi piace condividere con gli alunni il piacere di fare musica attraverso gli strumenti e con il canto. -Quali sono i temi al centro dello spettacolo? Con le ragazze che hanno partecipato al corso di canto pomeridiano abbiamo voluto riflettere sui temi della pace, della fratellanza, della solidarietà attraverso l’esecuzione di canzoni e di poesie che trattassero queste tematiche. Il Natale suggerisce queste riflessioni. -Come giudica il risultato raggiunto? Lo spettacolo di quest’anno mi sembra ben riuscito sia per quanto riguarda l’affiatamento fra i partecipanti sia per la buona intonazione raggiunta. Cantare, suonare, fare musica sono attività che fanno molto bene a tutti dal punto di vista fisico, mentale e relazionale. Di Hanine G., Nada E., Chiara N. (1D) Il giorno 18 dicembre 2010, presso la nostra scuola, si è svolto lo spettacolo musicale di Natale. Durante la rappresentazione, curata dalla prof. G. Casazza, una nutrita rappresentanza delle alunne della scuola ha presentato numerose canzoni natalizie e ha recitato alcune bellissime poesie, create dagli alunni o scelte appositamente per l’occasione. Lo spettacolo, della durata di circa un’ora e mezza, è stato visto prima dai genitori degli allievi ed in seguito è stato proposto anche agli alunni delle classi prime. Nei giorni seguenti si sono succedute alcune repliche per i ragazzi delle seconde e delle terze. Il risultato è stato eccellente e la rappresentazione è piaciuta sia agli spettatori sia ai ragazzi della scuola. Lo spettacolo, iniziato alle 10:30, è stato preceduto dalle prove generali. C’era molta tensione e confusione fra i cantanti e le cantanti, preoccupati dalla paura di sbagliare. La platea del teatro si è riempita subito con una folla di genitori ansiosi di vedere i propri figli cantare e ballare. Quando finalmente il sipario si è aperto, la Prof. Casazza ha accolto i genitori e le famiglie con una breve presentazione. La tensione si è sciolta e subito e dopo le prime due canzoni, Paola Fasiello, di 2A, ha recitato la sua bellissima poesia, scritta per l’occasione. Il messaggio è stato forte: ciò che importa a Natale non sono i regali, ma è lo stare insieme. Questo è stato il tema centrale di tutto lo spettacolo, che oltre a divertire ha voluto insegnare e ricordare cosa significa essere gentili e solidali. Di Yves P. (1C) ----------------------------------IL PROGRAMMA “Nanita nana” “Gingle Bell Rock” “Poesia”, di Paola Fasiello – 2A “Il mondo che vorrei” Uno spettacolo entusiasmante Poesia: “Siate il meglio” di M. L. King “Astro del ciel” Poesia: “Dove termina l’arcobaleno” di R. Rive Poesia: “Bambino” della poetessa A. Merini “God Res You Merry Gentlemen” “Il mondo che non vorrei” – 3A “White Christmas” Vorrei che i pregiudizi sparissero dalla mente degli uomini; Vorrei vedere un mondo in cui il colore della pelle non qualifichi le persone; Vorrei sentire il suono di tutte le lingue del mondo; Vorrei che le persone ricche aiutassero quelle povere ; Vorrei che alle donne fosse riconosciuto un ruolo più importante nella società e che in tutti i luoghi fossero libere di scegliere il proprio destino; Vorrei che tutti i bambini del mondo potessero frequentare la scuola; Vorrei vedere un mondo di pace dove la guerra è un brutto ricordo; Vorrei sapere che ogni bambino ha una famiglia che gli vuole bene e lo accompagna nella crescita; Vorrei vedere le persone che si scambiano sorrisi e gesti di affetto; Vorrei che la felicità fosse realtà e non un’utopia; Questo è il mondo che vorrei. 3C “Il mondo che vorrei” – 3C Poesia: “I bambini hanno imparato ciò che vivono” di D. L. Nolte “We are the World” Poesia: “Un sorriso” di G. Mazzella “Uh Oh Ah” Poesia: “Un dono” di M. Gandhi “Happy Day” L’opinione L’opinione Cassano pregi e difetti Antonio Cassano è uno dei personaggi più conosciuti e contestati del panorama calcistico italiano. Come tutti i tifosi sanno, Antonio è nato a Bari vecchia il 12 luglio 1982 e la sua Cassano al Milan vita e stata molto complicata a causa della povertà. La sua carriera è piena di alti e bassi, di periodi più o meno fortunati tutti procurati dal suo comportamento “particolare”. In realtà, il suo rendimento calcistico è sempre stato positivo. L’unica eccezione a questo trend è stato il periodo in cui ha giocato al Real Madrid , dal 2006 al 2007. Di Cassano si ricordano principalmente le cosiddette “cassanate” (termine coniato da Fabio Capello, l’allora allenatore della Roma che ha lavorato con Cassano), cioè episodi e atteggiamenti eccesivi provocati dal suo comportamento talvolta al di fuori delle regole, esuberante fino ad arrivare agli eccessi e all'indisciplina, nonché per il Il giocatore mentre carattere difficile e molto particolare. contesta platealmente Purtroppo, nel suo caso, troppo frequenti. l'arbitro Il periodo al Real Madrid non è stato felice e si è concluso, dopo poco tempo, con un suo trasferimento alla Sampdoria. In questo club il “fantasista” ha passato diversi anni “buoni” sia calcisticamente sia dal punto di vista comportamentale che però si sono conclusi con un terribile scontro con il presidente del club Riccardo Garrone. Questo diverbio lo ha escluso dalla rosa dei giocatori per molte giornate e gli è costato anche il dimezzamento dello stipendio. Causa ufficiale della rottura, che ha tenuto a lungo impegnati i giornalisti di cronaca sportiva, è stato il violento litigio tra il giocatore, che si rifiutava di ritirare un premio sportivo che gli era stato conferito, ed il suo presidente. Il tutto si sarebbe concluso con una serie di gravi offese a Garrone. Ovviamente inaccettabili. Per la gravità dell'accaduto, lo stesso Garrone ha affermato che il fantasista non avrebbe mai più giocato con la maglia della Sampdoria. Oggi, Cassano, approdato per la prima volta al Milan, sta giocando bene e ha segnato il suo primo goal contro il Parma il 12 febbraio 2011. Speriamo che questo sia un periodo per lui più equilibrato e fortunato. Di D. F2 (3B) Eminem: un difficile cambiamento Not afraid, in italiano Senza paura, è la canzone di Eminem che preferisco. Fa parte del suo settimo album, Recovery, uscito nel 2010. Il tema di quest’ultimo disco è il lungo e difficile percorso intrapreso da Eminem per superare tutti i suoi problemi, nati da scelte sbagliate. L’album e la canzone sono un ritorno, un tornare indietro “perché non sto più giocando”. Eminem è un uomo che ha Una foto del cantante finalmente scelto la sua nuova vita e che, liberandosi delle scelte sbagliate, vuole gridarlo al mondo attraverso la canzone. “A partire da oggi, cercherò di uscire da questa gabbia / Sono in piedi, sconfiggerò i miei demoni / Mi sto equipaggiando, mi terrò stretto a terra / No ho avuto abbastanza, ora sono stufo / È ora di rimettere assieme la mia vita”. Così canta Eminem e Not afraid è una canzone di coraggio e speranza, nonostante le “nuvole nere” che ancora lo tormentano. “Non ho paura ad espormi” canta, “tutti mi tenete la mano / percorreremo la strada insieme sfidando la tempesta / in qualsiasi condizione, caldo o freddo / voglio solo farvi sapere che non siete da soli”. La sua è una musica di protesta e di denuncia che va contro la società e i suoi cattivi comportamenti. Ma è anche una esortazione ad essere tutti uniti, nella comprensione e nella solidarietà. Infine si rivolge direttamente ai sui fan: “non vi deluderò ancora, sono tornato / prometto di non recedere mai da questa promessa”. Di E. P. (1C) ----------------------------------------------------------------------------------La vita di Eminem Eminem è il nome d’arte di Marshall Bruce Mathers III. Nato negli USA nel 1972 è oggi noto a tutti come un grande artista, uno dei rapper più importanti e di maggior successo della scena Hip hop/rap mondiale. La sua infanzia è stata difficile a causa di frequenti spostamenti da una parte all’altra degli Stati Uniti, al seguito della madre che all’ epoca viveva in una roulotte. Abbandonato dal padre in tenera età, ha subìto numerosi maltrattamenti da parte dei suoi compagni di scuola. A 13 anni ha iniziato a dedicarsi alla musica rap, ma con molte difficoltà, in seguito aumentate anche da scelte personali molto discutibili e socialmente sbagliate: dipendenza dai farmaci, atti violenti e criminali come rapine a mano armata e aggressioni. Di E. P. (1C) --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------IL ROMANZO A PUNTATE. Un caso imprevisto di G. Baruzzi (3D) 1 PUNTATA “Stamane ho ricevuto l’approvazione del mio capo, Mr. Hopkinson, per andare a lavorare in Germania. Lavorerò, per un giorno, nel più grande museo privato, Pergamonmuseum, acquistato e finanziato da una famiglia tedesca molto ricca e influente, i Tuq. Il mio lavoro consisterà nello spiegare ai gruppi di turisti in visita la sua storia del museo. Partirò domani alle 4.30, insieme ad un collega, un certo Roschin, un signore di mezza età, alto e magro, con i capelli canuti ed un curioso paio di baffetti arricciati all’insù. Roschin ha un’aria misteriosa, al lavoro non ha legato con nessuno. E’ così taciturno che quasi mi fa paura! Per fortuna partirà con noi anche Roland, un vecchio amico di famiglia, interessato alla storia del museo. Roland è un poliziotto ormai prossimo alla pensione. Per anni ha lavorato nella squadra omicidi di Londra. E’ considerato da tutti come un vero Sherlock Holmes. Il giorno in cui andrà in pensione definitivamente, la squadra omicidi lo rimpiangerà, ne sono certa poiché nessuno è ancora in grado di eguagliare il suo intuito ed il suo acume investigativo”. [continua]