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Numero 51
10 giugno 2009
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Goodbye recessione
Sarà vera crescita?
P
Prima decade di giugno con andamento a "U" per i mercati
finanziari nella speranza che un’identica curva venga disegnata dall’economia globale. La debolezza delle Borse a inizio
mese è stata subito tamponata complici i sorprendenti, in
positivo, dati sul mercato del lavoro statunitense nel mese di
maggio. La recessione appare ormai agli sgoccioli e anche il
premio Nobel Paul Krugman, tra i più celebri assertori della
Grande Crisi, ha osservato come l’America si stia apprestando a uscire dalla recessione probabilmente già ad agosto/settembre.
Ottimismo che ha portato i questi mesi gli investitori a riscoprire le materie prime e in particolare il petrolio che si è riportato con decisione sopra quota 70 dollari al barile. Sono ancora lontanissimi i livelli record della scorsa estate (147 $), ma le
quotazioni risultano più che raddoppiate rispetto ai minimi di
dicembre. Le attese di una ripresa della domanda a livello globale stanno trainando i settori ciclici in generale, compreso
quello automobilistico che in Europa è da settimane sotto i
riflettori per la nuova ondata di M&A che promette di modificare in maniera profonda la griglia dei principali competitor
del settore. Nelle ultime settimane si è inoltre mossa con decisione al rialzo la curva dei rendimenti sul mercato delle obbligazioni governative. In particolare è aumentata la pressione
sui prezzi dei treasuries statunitensi con il rendimento del
Treasury a 10 anni passato in meno di sei mesi dal 2,05% al
quasi 3,90% di venerdì scorso a seguito dell'uscita dei dati sul
mercato del lavoro. A pesare sono i timori relativi all'eccessivo
debito federale che, abbinato alle attese di ripresa economica,
potrebbe portare la Federal Reserve a mettere in atto una
prima mossa di stretta monetaria già a fine anno.
Etf ed Etc: Lse Group, nuovo record di scambi a maggio
Ancora un mese da record per l'industria degli Exchange
traded funds. A maggio sui mercati che fanno capo al
London Stock Exchange Group, che comprendono anche
Borsa Italiana, è stato registrato un nuovo record con
269.197 contratti complessivi. La media giornaliera del
numero di contratti (13.607) risulta più che raddoppiata
rispetto a maggio 2008, registrando un aumento del
115%. Il controvalore medio giornaliero è cresciuto del
71% su maggio 2008.
Invesco PowerShares taglia commissioni su Etf Ftse Rafi
Riduzione della commissione su 5 propri Etf da parte di
Invesco PowerShares. Il gruppo leader di mercato negli Usa
ha reso noto che a partire dallo scorso 2 giugno è stato
ridotto il TER (total expence ratio) sui cinque Etf
PowerShares FTSE RAFI. Nel dettaglio è sceso allo 0,39% il
TER del PowerShares FTSE RAFI Us 1000 e allo 0,50%
quello sugli altri quattro tracker legati al FTSE RAFI Italy 30,
Europe, Developed Europe Mid-small e Developed 1000.
Per tutti questi Etf il precedente TER era dello 0,75%.
2 Pressing sui bond governativi
5 Commodity: il petrolio non si ferma
8 EasyEtf, nuovi Etf in arrivo in Italia
10 ETF settoriali: auto in prima fila
12 Banca Imi: focus mercato credito
13 Osservatorio ETF
Buona lettura
2
ETF OBBLIGAZIONARI
Il rischio debito
riattiva i bond
vigilantes
Bond governativi sotto pressione
con rendimenti in costante aumento
rispetto ai minimi toccati a fine 2008.
Il campanello d’allarme del debito
Us che ha risvegliato i cosiddetti
bond vigilantes
M
Mercato obbligazionario sempre più in fermento. Nell'ultima
settimana la pressione sui prezzi è notevolmente aumentata con
rendimenti in forte crescita. Il rendimento del Treasury statunitense a 10 anni in meno di sei mesi è passato dal 2,05% - minimo storico toccato lo scorso dicembre in coincidenza con l’annuncio della Fed del piano di acquisto di bond governativi sul
mercato secondario - al quasi 3,90% di venerdì scorso a seguito
dell'uscita dei dati sul mercato del lavoro statunitense migliori
delle attese. In forte ascesa anche i rendimenti a 30 anni (oltre il
4,70% dal minimo del 2,5% di dicembre) e quelli con duration
minore (1,29% il rendimento raggiunto dai Treasury a 2 anni
con una crescita dello 0,38% nella sola ultima settimana).
Anche nel Vecchio continente il mercato obbligazionario risulta
sotto pressione con il prezzo del Bund decennale tedesco che è
sceso del 5% circa da inizio anno.
Cosa c'è dietro questo repentino cambio di umore sul mercato
del reddito fisso con la decisa risalita dei rendimenti? Ben
Bernanke, presidente della Federal Reserve, ha spiegato l’attuale trend dei Treasury con i crescenti timori sull'ampio deficit
federale e, secondariamente, in virtù del maggiore ottimismo
sulle prospettive economiche. Difatti, se sei mesi fa le prospettiva di una profonda recessione accompagnata da deflazione e
l'annuncio di un massiccio piano di quantitative easing avevano
portato i rendimenti obbligazionari ai minimi storici, ora le attese di un'imminente ripresa economica stanno cambiando completamente le carte in tavola per il mercato dei titoli di Stato. E
i dati di maggio sul mercato del lavoro statunitense - con i posti
di lavoro persi nei settori non agricoli che si sono attestati a
quota 345mila contro i 504mila di aprile - hanno indotto il mercato a credere in una più rapida ripresa della congiuntura a stelle e strisce. Riscontri decisamente migliori delle attese nonostante la disoccupazione continui a salire vertiginosamente (9,4% a
ETF OBBLIGAZIONARI
Gli Etf bond per gli investitori di Piazza Affari
Sul mercato EtfPlus di Piazza Affari continua a crescere la pattuglia degli “Etf bond” che permettono di investire su
fondi indicizzati a titoli governativi. Grazie agli Etf sui titoli di stato si riesce ad acquistare o vendere delle quote di
panieri di obbligazioni governative su un singolo o su più Stati con un’unica operazione. Si può in tal modo perseguire una diversificazione geografica del rischio puntando su indici legati a bond di più aree oppure concentrandosi esclusivamente su un singolo paese o su una determinata area geografica come ad esempio gli Etf che puntano solo sui titoli di Stato emessi all’interno dei paesi dell’area euro e che non espongono l’investitore al rischio cambio.
L’ultimo arrivato, a fine maggio, è stato l’iShares eb.rexx Money Market che consente agli investitori di trarre vantaggio dalla performance dei titoli di stato tedeschi a breve termine. L’indice eb.rexx Money Market (DE) appartiene alla
famiglia eb.rexx®, rispecchia la performance del mercato monetario tedesco ed é composto da titoli di stato con scadenze da un mese ad un anno. Il total expense ratio (TER) è molto contenuto (0,126%). Risale a febbraio invece il lancio a Milano del primo Etf che ha la peculiarità di coprire dal rischio cambio anche se nell’indice sono comprese obbligazioni governative di Paesi extra-europei. Si tratta dell’Etf Deutsche Bank Global Investment Grade Government EUR
Hedged Index che investe sulle obbligazioni governative internazionali emesse dai principali paesi industrializzati.
maggio, massimi dal 1983, ndr) e autorevoli economisti la vedano salire ancora di oltre 1 punto percentuale. Mentre la Federal
Reserve fino a qualche settimana fa riteneva che difficilmente si
andrà oltre il tasso del 10%, l'economista Nouriel Roubini, tra i
primi a profetizzare la crisi finanziaria scoppiata nel 2007, ritiene che si potrebbe arrivare intorno all'11% con pesanti conseguenze sulla finanza personale e sui consumi. L'economista
turco, ritenendo comunque possibile che la recessione termini
quest'anno, prevede una fase di crescita anemica per 1-2 anni
con pil statunitense in crescita dell'1% circa rispetto al 2,75%
potenziale. Mutamenti nello scenario macroeconomico che
potrebbero far cambiare i programmi nel medio termine della
Federal Reserve. In particolare il mercato comincia a prezzare
una mossa della banca centrale statunitense sui tassi già nel prossimo autunno con un primo ritocco al rialzo nella riunione di
novembre rispetto al range 0-0,25% fissato lo scorso dicembre.
Secondo l’ultimo sondaggio condotto da Bloomberg i rendimenti del Treasury a 10 anni è visto in discesa nel corso dell’anno con target al 3,17% a fine anno. Secondo Ian Shepherdson
di High Frequency Economics (Hfe) i rendimenti sono addirittura destinati a scendere al 2,25% ritenendo che l’economia farà
fatica a risollevarsi con la disoccupazione in aumento che peserà
sui consumi.
di dollari, quattro volte quello 2008 con il Tesoro che dovrà
emettere treasuries per 2,5 trillioni di dollari di cui 300 mld
dovrebbero essere sottoscritti dalla Federal Reserve per portare
avanti il piano di quantitative-easing che comporterà l’espansione della base-monetaria. La politica monetaria aggressiva della
Fed, volta a rianimare l’economia statunitense e allontanare lo
spettro di una deflazione, ha comportato negli ultimi mesi il crescere del timore che l’eccesso di moneta porti nel medio termine
a una spirale inflattiva. Corsa dei prezzi abbinata ad aumento del
deficit che inevitabilmente comporterebbero un sostanziale rialzo dei tassi d’interesse nel medio-lungo termine.
Piani di acquisto di titoli di Stato sono stati portati avanti con
decisione anche Gran Bretagna e Giappone, mentre la Bce ha
annunciato solo a giugno un programma di riacquisto di covered
bond da 60 miliardi di euro. Maxi-piani di riacquisto che fanno
discutere anche a livello politico con soprattutto l’ala più pragmatica dell’Europa, rappresentata dalla Germania, che ha fatto presente come l'aggressività delle politiche monetarie applicate dalle
principali banche centrali si possa rivelare un boomerang con la
creazione di eccessivo debito pubblico. Il monito lanciato ai banchieri centrali dalla cancelliera tedesca Angela Merkel è di inver-
Treasury a 10 anni
125
Titoli di Stato alle prese con il rischio debito. A spingere al rialzo i rendimenti di Treasury & co. contribuiscono primariamente i crescenti timori legati alla crescita esponenziale del debito dei
principali Paesi. In particolare tiene banco il timore legato alla
forte crescita del deficit federale statunitense sull’altare dell’uscita dalla crisi. Il deficit Usa è stimato quest’anno a quota 1.840
miliardi di dollari, quasi il 13% del Pil. Le ultime stime di
Goldman Sachs sono addirittura di deficit federale a 3.250 mld
120
115
110
Lug 08
Fonte: Bloomberg
Set
Nov
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Mar
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3
4
ETF OBBLIGAZIONARI
A New York il primo Etf bond targato Pimco
A inizio giungo ha fatto il suo debutto al Nyse Arca il primo
ETF emesso da Pimco. Il colosso degli investimenti obbligazionari ha quotato il PIMCO 1-3 Year U.S. Treasury Index
Fund che presenta un commissione dello 0,09% e prevede
la distribuzione mensile di un dividendo. Il tracker mira a
replicare il Merrill Lynch 1-3 Year U.S. Treasury Index, indice costituito da oltre 40 titoli di Stato Usa con una duration
tra 1 e 3 anni. Il nuovo prodotto lanciato da Pimco mira a
replicare l’andamento dell’indice preso a riferimento investendo almeno l’80% nei titoli dell’indice di riferimento e
la quota restante utilizzando altri strumenti del reddito fisso,
opzioni, contratti future, swap, Repo, fondi obbligazionari.
tire la rotta "tornando a politiche monetarie indipendenti,
altrimenti tra 10 anni saremo negli stessi problemi in cui ci
troviamo oggi". Sul nodo deficit è intervenuto più volte
anche Bernanke che ha sollecitato il Congresso Usa ad agire
in modo da contenere il debito pubblico. La delicatezza delle
questione deficit è testimoniata anche dalla circospezione
con cui si è presentato il segretario al Tesoro, Tim Geithner,
nella sua trasferta cinese premurandosi di rassicurare
Pechino - maggior creditore del debito a stelle e strisce – circa
la solidità degli asset Usa.
Il ritorno dei bond vigilantes. Nodo debito che ha risvegliato i
cosiddetti “bond vigilantes”, soliti palesarsi quando i governi
implementano politiche alquanto aggressive. Sono ora tornati
alla carica guidando i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi e minacciano di intralciare i piani della Fed volti a ridurre i
costi di prestiti e mutui. Il problema di politica economica è
duplice, rimarcano gli esperti di Bsi: “Da un lato, si deve evitare l’escalation dell’onere del servizio del debito per un governo,
quello Usa, la cui emissione netta di bonds sta passando da
circa 300 mld l’anno ai 1.400 mld stimati per 2009-10 in
media. Dall’altro vi è il problema dell’economia reale circa il
costo del debito immobiliare. Infatti, dato che i tassi ipotecari
sono legati a quello governativo a lunga, vi è il rischio che la
politica di rilassamento monetario della Fed risulti formale
piuttosto che sostanziale, nel senso che i tassi a lunga effettivamente pagati da famiglie e aziende rischiano di aumentare invece di calare. Questo con l’evidente rischio che la recessione si
trasformi alla fine in depressione”. Bond vigilantes che si erano
palesati l’ultima volta circa 15 anni fa con l’avvento della nuova
amministrazione Clinton che aveva messo in cantiere una politica economica aggressiva. Tra l’ottobre 1993 e il novembre
1994 i rendimenti del Treasury a 10 anni è passato dal 5,2% a
oltre l’8% costringendo Clinton a varare un piano di contenimento del debito.
Titta Ferraro
db x-trackers
Indici a portata di mano
Puntare sui ribassi dei mercati
Exchange Traded Fund (ETF)
Commissione di
gestione annua1
DJ EURO STOXX 50® Short ETF
0,40%
ShortDAX® ETF
0,40%
S&P 500® Short ETF
0,50%
DJ STOXX 600® Banks Short ETF
0,50%
DJ STOXX 600® Health Care Short ETF
0,50%
DJ STOXX 600® Oil & Gas Short ETF
0,50%
DJ STOXX 600® Technology Short ETF
0,50%
DJ STOXX 600® Telecommunications Short ETF 0,50%
Short iBoxx® Euro Sovereigns Eurozone TR ETF 0,15%
iTraxx® Europe 5-year TR Short ETF
0,18%
iTraxx® HiVol 5-year TR Short ETF
0,21%
iTraxx® Crossover 5-year TR Short ETF
0,24%
1
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rendimenti che possono essere ottenuti dall’utilizzo del relativo indice. La pubblicazione del presente documento non costituisce una modalità di offerta al pubblico da parte di Deutsche Bank AG e non costituisce o intende fornire alcun giudizio,
da parte della stessa, sull’opportunità dell’eventuale investimento ivi descritto. Il capitale investito non è protetto o garantito. Pertanto si possono subire delle perdite.
FOCUS COMMODITY
Ritorno
di fiamma
per il petrolio
La ripresa delle quotazioni del greggio
surriscalda le strategie di investimento.
Per il lungo termine gestori d’accordo
su prezzi dell’oro nero ancora in ascesa
su debolezza dollaro e ripresa domanda
L
L’oro nero è tornato a scaldare i mercati internazionali e di
conseguenza anche le strategie nei portafogli d’investimento.
Nel corso dell’ultima settimana il petrolio ha sfondato la barriera dei 70 dollari, rivedendo così i livelli di fine novembre.
Debolezza del dollaro e attese di un calo delle scorte settimanali Usa hanno trainato la sua ascesa sui circuiti del Nymex.
Un movimento, che non è una parentesi di un giorno. Il rialzo del greggio è, infatti, partito in sordina a metà dello scorso febbraio fino a quasi raddoppiare il suo valore negli ultimi giorni. Come è stato possibile questo miracolo “nero”?
Per chi studia i mercati la cavalcata è stata resa possibile da
nuove tattiche: la fuga degli investitori internazionali dai listini considerati più rischiosi, e soprattutto la conseguente
liquidità ottenuta dalla vendita di questi asset, è stata riallocata sul settore oil. Ed ecco spiegato il mistero, ma sullo sfondo restano dubbi: in molti in vista della pausa estiva adesso
s’interrogano su cosa sia meglio fare, in particolare si chiedono se questa fiammata sia o meno sostenibile anche nel
medio-lungo termine.
La maggior parte dei gestori interpellata da Etf News si dice
convinto che la ripresa delle quotazioni petrolifere proseguirà grazie al recupero dell'attività economica mondiale. Ma attenzione ai
trabocchetti disseminati lungo il cammino del riscatto. Soprattutto nel
lungo termine.
volano anche al greggio. In attesa di passare il guado dell’incertezza, l’oro nero dovrà vedersela con diverse incognite tra
cui la risalita o meno della domanda.
Come segnalato dal ministro del Petrolio del Kuwait, Ahmad
al-Abdullah al-Sabah, la domanda totale globale è ancora
debole, ma ci sono anche i primi segnali di ripresa. "In Asia
sì, ci sono segnali, ma complessivamente non vediamo un
aumento della domanda e questo è il motivo per cui dobbiamo essere cauti", ha detto il ministro, ventilando che l'Opec
potrebbe aumentare la produzione a settembre se i prezzi del
petrolio salissero a 100 dollari al barile. Indicazioni sibilline
se si pensa che l’ultimo capitolo era stato scritto solo una settimana fa, quando le quotazioni dell’oro nero avevano registrato un passo falso sui dati delle scorte Usa.
Mercoledì scorso il Dipartimento dell'Energia americano ha
comunicato che le riserve di petrolio sono salite di 2,9 milioni di barili, in controtendenza rispetto alle rilevazioni più
recenti (il consensuss era di un calo di 1,4 milioni). Su questi numeri il principale derivato del Nymex ha traballato, scivolando da 69 a 65 dollari, per poi recuperare e lanciarsi
oltre i massimi dell'anno. Un movimento che è solo uno dei
Andamento petrolio (Wti) nell’ultimo anno
140
120
100
Ripresa economica, scorte Usa, tagli
dell’Opec & co: le miccie del petrolio.
Le Borse mondiali stanno scontando
migliori condizioni del credito e un
recupero dell’economia che farà da
80
60
40
Lug 08
Fonte: Bloomberg
Set
Nov
Gen 09
Mar
Mag
5
6
FOCUS COMMODITY
Scenari per il prezzo del petrolio
Stime del prezzo petrolio (Brent spot-USD barile)
Q1
Q2
Q3
Q4
Year
2007
57.8
69.0
75.8
75.8
72.8
2008
97.2
121.0
115.0
55.0
55.0
2009E
44.6
50.0
57.0
63.0
53.7
80
2010E
68.0
70.0
75.0
80.0
73.3
60
120
USD per barile
Prezzo alto
100
Scenario di base
Fonte: Nordea
40
Prezzo basso
Previsioni
20
tanti esempi degli alti e bassi che esprimono il nervosismo e
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
la volatilità che stanno accompagnando il cammino di risali- Fonte: Nordea
ta del greggio. Per Trina Saltvedt di Nordea una graduale
riduzione delle riserve di petrolio potrà solo migliorare il rap- La corsa del petrolio divide gli animi. Per molti gestori il
porto tra l’offerta e la domanda e anche il ritorno dell’otti- rialzo degli ultimi mesi sarebbe soltanto un antipasto. E’ il
mismo sulla lettura dei dati macro contribuirà a sostenere le caso dello stesso Currie, che prevede per il secondo semestre
quotazioni. Oggi ci sarà il nuovo test sulle scorte settimanali di quest’anno una continuazione della corsa del petrolio, ma
l’analista di Goldman avverte: questa nuova volata del petroUsa e il mercato scommette su una nuova riduzione.
Al di là di questo fattore X, nell’ultimo periodo a tracciare la lio non sarà comunque una passeggiata perché potrebbe fa
scoppiare un nuovo “caso”: la crisi energetistrada al rialzo ai prezzi del petrolio hanno
ca. La seconda metà del 2010 è il periodo
giocato anche la debolezza del dollaro e il
individuato dall’esperto in cui le magagne
miglioramento delle aspettative sul futuro
dovrebbero saltare fuori.
dell'economia. Non è un caso se da settimaIn quel periodo - spiegano alla banca
na scorsa si sono fatte più insistenti le channewyorkese - sarà molto probabile che le
ce che prospettano un allungo del greggio
capacità produttive in surplus dell'Opec
verso quota 75 dollari. Lo ha previsto anche
diminuiranno, mentre nei Paesi non Opec
il segretario generale dell'Opec, Abdalla Ell'attività estrattiva sarà limitata da investiBadri.
menti insufficienti. Un mix fatale, che è
Una visione che collima con quella stilata
stato per metà già delineato anche
dagli esperti di Nomura. Gli analisti giappodall’Agenzia internazionale per l'energia, che
nesi in una loro recente analisi hanno messo
Trina Saltvedt
ha pronosticato che la riduzione degli invein luce come la crescita dei prezzi petroliferi
(Nordea)
stimenti delle società petrolifere condurrà
supererà quella dell'inflazione nei prossimi
due anni. E così la stima del prezzo del greggio è stata aggior- almeno nei prossimi tre anni a un aumento dei prezzi causanata a 60 dollari al barile per il 2010 e a 75 dollari per il to da una mancanza di offerta.
2011. Proiezioni simili si trovano anche nell’ultimo report Ma siamo proprio sicuri che l’ora X scatterà solo fra un
sull’argomento redatto da Goldman Sachs. Qui gli analisti anno? A questa domanda gli esperti di Nomura hanno già
della banca newyorkese individuano un prezzo del greggio a trovato una risposta. Per loro la crescita dei prezzi del greggio
fine 2009 a 85 dollari dai 65 precedenti. Come spiega Jeffrey cui abbiamo assistito in questi mesi, è proprio dovuta alla
Currie di Goldman Sachs è "grazie all’attenuarsi della crisi scarsità degli investimenti in infrastrutture. Fattore che a loro
avviso potrebbe riattivarsi in caso di
finanziaria che le preoccupazioni sulla mancanza di
ripresa senza però portare a scenari
fonti energetiche appaiono superate". Ma non
apocalittici. “L’attività economica
solo. La banca ha calcolato un
mondiale sarà un driver vitale per la
target price per il petrolio a
domanda di greggio”, riprende
dodici mesi a 90 dollari dai 70
anche Thina Saltvedt di Nordea,
dollari indicati in precedenza e
che si aspetta un graduale
ha anche introdotto la stima di
recupero nei prossimi 18 mesi
un prezzo del greggio di 95 dollacon conseguente nuova sete
ri per la fine del 2010.
“nera”.
FOCUS COMMODITY
In particolare anche secondo
questa esperta “quotazioni
petrolifere più contenute
potranno verificarsi solo se gli
investimenti nel settore saranno
ritenuti adeguati; peccato però
– nota la Saltvedt - che il taglio
delle spese in progetti upstream
da parte delle compagnie oil
lascia supporre che questa eventualità non si concretizzerà facilmente”.
Mario Baronci,
Sella Gestioni
La manus longa dell’Opec
potrebbe dunque essere chiamata a venire in soccorso con
nuove “direttive” sulla produzione per riequilibrare il mondo
oil.
“Le scorte sicuramente saranno su livelli giusti in futuro, ma
potrebbero finire sotto pressione nel breve termine proprio a
causa dei tagli, mentre la domanda di greggio dovrebbe
riprendersi”, azzarda l’esperta, che ha ipotizzato due scenari
opposti (vedi secondo grafico pagina 6) in cui il prezzo del
petrolio potrebbe variare di molto, passando da oltre 100
dollari a una nuova discesa sotto i 60 dollari. Resta il fatto come ritiene Mario Baronci, responsabile azionario di Sella
Gestioni - che il consensus di mercato in questa fase è per un
prezzo del petrolio alto e un dollaro debole. “La tesi prevalente è quella di un ottimismo diffuso sulla ripresa globale dell’economia in particolare di quella dei Paesi Emergenti e
quindi di una domanda che continua a crescere”. “Ma detto
Surplus nella capacità di produzione OPEC
6 Milioni di barili
Previsioni EIA
5
4
3
2
1
0
98 99
Fonte: Nordea
00
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
questo – prosegue l’esperto – i fondamentali nel mercato
del petrolio sono deboli, le scorte in America rimangono su
livelli alti e l’EIA ha rivisto la domanda globale di petrolio
al ribasso”. Chi avrà ragione?
Come approfittare della fiammata del petrolio. La stagione calda dei bookmakers sull’affaire greggio è appena
cominciata, ma in molti hanno già giocato d’anticipo.
Invece di individuare le compagnie petrolifere con i progetti più solidi e la redditività migliore, le strategie andate per
la maggiore tra investitori hanno privilegiato nuovi strumenti. Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da afflussi
record per gli ETC sul petrolio: per esempio solo nei primi
quattro mesi del 2009 gli afflussi negli ETC petroliferi di
ETF Securities, aumentati di 954 milioni di dollari, sono
stati pari a 2,2 volte gli afflussi registrati durante tutto il
2008 con un tasso di crescita annualizzato del 544%.
E dal 26 maggio si può investire anche al ribasso o a leva
sul greggio con ETF Securities che ha portato
anche a Piazza Affari i propri ETC Short e
Leveraged. “I forti flussi in ETFS Leveraged
Oil testimoniano la convinzione degli investitori che i prezzi del petrolio siano destinati a
crescere", ha notato Nicholas Brooks, Head of
Research and Investment Strategy di ETF
Securities. Ovviamente la prudenza resta la
strada maestra, ma mettere un gettone sul
comparto più caldo della stagione val bene
una scommessa. L'ETFS Leveraged Crude Oil
ha visto una forte crescita negli scambi nella
City, con una media settimanale di volumi
scambiati nei primi quattro mesi dell’anno in
crescita di 42 milioni di euro per un incremento del 660% sulla media volumi del quarto trimestre 2008.
Micaela Osella
7
8
TEMA CALDO
EasyEtf, anche Bnp si rafforza
nel mercato degli Etf
Cambiamenti in atto nel mondo degli Etf. A maggio, è terminata la partnership
tra le due francesi Bnp Paribas e Axa Im. Quest'ultima trasferirà a Bnpp Am
l'attività della gamma EasyEtf, che conta 3,4 miliardi di euro in gestione.
I
Il mercato degli Exchange Traded Fund continua a essere
in fermento in Europa. Se Oltremanica Barclays prosegue
le trattative con il gestore statunitense BlackRock, interessato all'asset management della divisione Bgi e agli Etf di
iShares, in Francia, e più precisamente a Parigi, si è conclusa a fine maggio la partnership quadriennale tra Bnpp
Am, società di asset management del gruppo Bnp Paribas,
e Axa Im. Quest'ultima trasferirà a Bnpp Am l'attività
della gamma EasyEtf, che conta 3,4 miliardi di euro in
gestione. Nel dettaglio, l'intesa con Axa Im prevede il trasferimento a Bnpp Am della gestione operativa degli Etf
sulle commodities, immobiliari, settoriali, sul credito e
sulle infrastrutture, che rappresentano 22 fondi e un totale in gestione di 1,3 miliardi di euro (numeri al 30 aprile
2009). Il closing della trattative dovrebbe arrivare entro la
fine del 2009, una volta completato l'iter autorizzativo da
parte delle Autorità di vigilanza francesi e lussemburghesi. Una volta conclusa l'operazione, l’intera gamma di
EasyEtf sarà integrata e gestita da un solo gruppo di
gestione, all’interno di Sigma, il dipartimento di gestioni
indicizzate, prodotti strutturati e allocazione di attivi di
Bnpp Am.
“Grazie a questo accordo Bnp Paribas mette gli Etf al centro del suo sviluppo riunendo l’insieme delle competenze
del suo polo di gestione di attivi e di quello di banca d'investimento – commenta Daniela Ballabio, responsabile
marketing distribuzione esterna e istituzionali di Bnpp
Am sgr, in rappresentanza di EasyEtf – Le relazioni con la
squadra di Axa Im non svaniranno, anzi rimarranno sempre molto 'strette' per garantire la continuità della gestione dei nostri prodotti e della tutela degli interessi di tutti
i clienti”. “L'evoluzione del contesto economico e il rafforzamento di alcune scelte strategiche per Axa Im, li ha portati a riconsiderare la loro presenza sul mercato degli Etf
– osserva Thibaud de Vitry, responsabile globale di Axa
Im Investment solutions - La gamma EasyEtf ha, tuttavia,
raggiunto un livello di maturità tale da renderne più efficiente la conduzione da parte di una singola entità e Bnpp
Am è molto interessata a sviluppare ulteriormente questo
ambito di attività”.
TEMA CALDO
L'innovazione prima di tutto. Messo da parte l'accordo
con i “cugini” transalpini di Axa, Bnp Paribas guarda al
futuro. “La nostra priorità non è tanto quella di specializzarci su una gamma particolare di Etf. Puntiamo piuttosto a mantenere e valorizzare la matrice innovativa, che
ci ha visto pionieri nel lancio di Etf su alcuni mercati,
come, ad esempio, quello degli Emirati Arabi; e classi di
attivo, quali l’immobiliare quotato e gli indici di futures
su commodities”, mette in evidenza Daniela Ballabio.
“Gli Etf che lanceremo nei prossimi mesi – prosegue la
Ballabio - andranno, invece, a completare la nostra
gamma sui Paesi emergenti e sull'ambiente. Rimaniamo
concentrati su una clientela più istituzionale. Per questa
ragione, non solo in Italia, siamo stati meno visibili nei
confronti della clientela retail rispetto ai nostri concorrenti”.
E in Italia? Sono in totale sette gli EasyETF presenti su
Borsa Italiana. E sin dal 2006, anno dello sbarco nel
Belpaese, l'approccio è stato maggiormente orientato ai
clienti istituzionali anziché al mondo retail. “Questa scelta - spiega responsabile marketing distribuzione esterna e
istituzionali di Bnpp Am - è uno dei motivi per cui abbiamo deciso di non quotare l’intera gamma EasyEtf in
Italia e di non effettuare una comunicazione particolarmente evidente. Ci stiamo però aprendo maggiormente
anche nei confronti della clientela al dettaglio e stiamo
lavorando per migliorare la nostra visibilità”. Una forte
spinta è stata fornita soprattutto dal ruolo attivo di Bnp
Paribas global equities & commodities, divisione dell’investment banking di Bnp Paribas. Questa nuova collaborazione è stata impostata proprio con l’obiettivo di essere più presenti con l’offerta di EasyEtf, in un mercato,
quello italiano, giudicato sempre più importante alla
luce soprattutto dei volumi e del numero di contratti.
EasyEtf, pronti allo sbarco autunnale a Piazza Affari
L'arrivo della stagione autunnale porterà una ventata
di novità nella gamma EasyEtf di Piazza Affari. Tra
settembre e ottobre, è atteso l'arrivo di nuovi EasyEtf,
che si andranno a sommare ai sette già quotati nel
Belpaese. “Il mercato italiano è sicuramente interessante e vogliamo essere più presenti - precisa Daniela
Ballabio, responsabile marketing distribuzione esterna e istituzionali di Bnpp Am sgr -. In particolare, arriveranno alcuni Etf “core”, sia long sia short, a cui si
aggiungeranno i “replicantu” che puntano sui mercati emergenti e altri che guardano al comparto monetario”. E in quest'ottica diventa sempre più importante
la questione comunicazione. Su questo fronte, allo
studio c'è la creazione della versione italiana del sito
internet. Inoltre, sono stati già attivati una serie di
servizi informativi per gli investitori, rivolti in particolare alla nuova categoria dei consulenti finanziari
indipendenti. Ad esempio, è stata realizzata una newsletter bisettimanale loro dedicata.
Nell'attesa dello sbarco di nuovi EasyETF sul mercato
italiano, quello già presenti a Piazza Affari , da inizio
anno a ora, hanno ben performato, mettendo a segno
anche rialzi a doppia cifra. È questo il caso dell'Easyetf
S&P Gsci Ultra Light Energy e Easyetf S&P Gsne. Il
primo, uno strumento che mira a replicare l’andamento dell’indice Goldman Sachs Ultra-Light Energy
Total Return, ha evidenziato, da gennaio a oggi, un
progresso del 15%. E' andata meglio all'Easyetf Gsne,
un fondo lussemburghese armonizzato appartenente
alla categoria commodity che si pone l’obiettivo di
replicare l’indice Goldman Sachs Non Energy Total
Return. Nei primi 5 mesi del 2009 questo Etf è avanzato di quasi 19 punti percentuali.
Daniela La Cava
Easyetf S&P Gsci Ultra Light Energy
Andamento Easyetf Gsne da inizio anno
150
180
145
175
140
170
135
165
130
160
125
Gen 09
Fonte: Bloomberg
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Gen 09
Fonte: Bloomberg
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
9
10
ETF SETTORIALI
Etf settoriali,
l’auto ha una
marcia in più
I settori ciclici si sono contraddistinti in
questi mesi sovraperformando rispetto
al mercato. Tra i singoli settori si è distinto
anche il settore auto che beneficia anche
della rinnovata voglia di M&A
N
Nuova era per il settore auto? E' ancora troppo presto
per dirlo, ma in Borsa i numeri dicono che gli investitori stanno scommettendo sul settore delle quattro ruote,
ciclico per eccellenza, e che è solitamente uno dei primi
a beneficiare dell'uscita dalla recessione. Dall'inizio della
ripresa dei mercati il settore auto a livello europeo (DJ
Eurostoxx 600 Auto) ha decisamente sovraperformato il
mercato con un balzo del 50% circa rispetto al +33% del
DJ EuroStoxx 600.
Il mese di giugno si è aperto con la richiesta del Chapter
11 da parte di General Motors. La capofila delle Big
Three di Detroit, per anni numero uno mondiale per
vendite di auto, non è riuscita a soddisfare le condizioni
richieste dal governo statunitense divenendo protagonista del terzo maggior dissesto di sempre negli Stati Uniti
dopo quello di Lehman Brothers nel 2008 e quello di
Worldcom nel 2002. GM sarà ora costretta a ripartire
attraverso una profonda fase di ristrutturazione che
comporterà necessariamente un forte ridimensionamento come testimonia il piano di dismissioni di alcuni dei
suoi principali marchi, a partire da quella di Opel che da
settimane tiene banco nel Vecchio continente, oltre che
un cospicuo ridimensionamento della forza lavoro
impiegata. Fallimento pilotato che dovrebbe permettere
al colosso di Detroit una rinascita veloce e soprattutto
con delle fondamenta più solide e un fardello di debito
decisamente inferiore. "GM sarà una compagnia forte e
potrà uscire fuori dal tunnel non appena l'economia si
riprenderà e avranno completato la ristrutturazione",
sono state le parole del presidente degli Stati Uniti,
Barack Obama.
Crisi dei colossi auto Usa, testimoniata anche dal falli-
ETF SETTORIALI
Lyxor etf auto da inizio 2009
11
Indici settoriali Ue negli ultimi 3 mesi
24.00
BANCHE
22.00
+102%
RISORSE
DI BASE
20.00
+62%
+49%
AUTO
18.00
EUROSTOXX
600
16.00
Gen 09
Fonte: Bloomberg
TELECOMS
Feb
Mar
Apr
Mag
+33%
+8%
Giu
mento di Chrysler, che è stata solo acuita dall’attuale
recessione e che ha origini ben più lontane con un
modello di business che si è dimostrato perdente davanti alla serrata concorrenza dei colossi nipponici.
In generale la dipendenza dell'auto dall'andamento del
ciclo economico rimane molto elevata e il quadro d'insieme del settore appare ancora abbastanza incerto.
Infatti, in caso di ripresa debole con ancora 1-2 anni di
crescita debole dell'economia globale, le testimonial del
settore auto potrebbero faticare a ripartire con le vendite che potrebbero mantenersi a livelli ben più bassi
rispetto a quelli pre-crisi.
All'orizzonte c’è poi la sfida ecologica che costringerà i
principali player mondiali a massicci investimenti per
costruire auto meno inquinanti.
A sospingere le quattro ruote in Borsa negli ultimi 3mesi
hanno contribuito gli incentivi arrivati dai vari Stati che
hanno risollevato negli ultimi mesi le immatricolazioni,
in particolar modo in Germania dove il piano di incentivi è stato protratto a tutto il 2009 per un totale di 5
miliardi di euro. Ottimismo alimentato inoltre dalla crescente voglia di consolidamento che pervade le protagoniste europee. L'intento è quello di uscire vincenti dalla
crisi e sfruttare questa fase difficoltosa tentando di consolidare la propria posizione nello scacchiere mondiale.
Fonte: Bloomberg
Stagione "di caccia" che è stata aperta dall'italiana Fiat
che è andata oltreoceano a conquistare gli asset di
Chrysler a seguito della bancarotta pilotata della costola
più esile delle Big Three di Detroit. La stessa Fiat si è
inserita con decisione nella battaglia per la conquista
della Opel messa in vendita da Gm. Al momento il
Lingotto ne è uscito perdente con la cordata austro-canadese guidata da Magna che ha strappato un primo sì da
Detroit e Berlino, ma la situazione appare ancora fluida
con la possibilità di un reinserimento degli altri pretendenti. Valzer delle alleanze a cui intende partecipare
anche Peugeot che si è detta aperta a valutare possibili
accordi, anche se la famiglia Peugeot intende mantenere
il bastone di comando. Infine, nell’affaire PorscheVolkswagen si è inserito il fondo sovrano del Qatar che
sta trattando con gli azionisti di Porsche l’ingresso nel
capitale con una fetta del 25%. Operazione che potrebbe mettere in discussione la prevista fusione PorscheVolkswagen.
Gli Etf per investire sul settore auto. A Piazza Affari per
investire nel settore auto ci sono due Etf settoriali, il
Lyxor Etf Dj Stoxx 600 Automobiles & Parts e l'iShares
Dj Stoxx 600 Automobiles & Parts. Entrambi gli Etf
replicano l’andamento dell’indice Dow Jones Stoxx 600
Automobiles & Parts che comprende le società europee
del settore automobilistico e dell’industria della componentistica. Attualmente sono 13 i titoli che fanno parte
del Dow Jones Stoxx 600 Automobiles & Parts: le tedesche Daimler e Volkswagen sono quelle maggiormente
rappresentate con percentuali rispettivamente del 28 e
del 25%, terzo gradino per l'altra tedesca Bmw con il
10,6%. Una porzione del 6,45% spetta a Fiat; è presente
anche la Pirelli & C. con un peso dello 0,80% circa
rispetto al totale dell'indice.
Titta Ferraro
12
FOCUS BANCA IMI
Mercato del credito, non si ferma
la compressione degli spread
L’APPROFONDIMENTO DI BANCA IMI
In crescita nelle ultime settimane l’interesse per il mercato corporate europeo. Le emissioni
sono ai massimi dal 1995 con l’avversione al rischio in diminuzione. Di conseguenza
i rendimenti offerti si stanno progressivamente allontanando dai massimi toccati a ottobre
Collegati al sito www.bancaimi.it per leggere tutte le ricerche o ascoltare i risultati con il servizio Podcast
N
Nel corso degli ultimi 15 giorni il mercato corporate europeo
ha registrato una performance decisamente positiva. Il restringimento del premio al rischio ha interessato sia il segmento
dei derivati (Indici Itraxx) che il comparto cash (titoli corporate). Il mercato resta attestato in prossimità dei minimi di spread da ottobre dello scorso anno. L’interesse per la carta corporate trova supporto in un aumento dell’appetito per il rischio
che da più di un trimestre sta inducendo gli investitori a uscire dagli strumenti di mercato monetario a favore di asset class
che offrono maggiore rendimento (oltre ai corporate, anche le
obbligazioni dei paesi emergenti hanno fatto molto bene; si
cfr. paragrafo successivo). L’andamento del mercato primario,
ove le emissioni di nuova carta sono sui massimi dal 1995
(secondo le stime di Dealogic), offre ulteriore conferma in
merito all’appetibilità relativa di questa asset class. Il ritorno
totale del segmento corporate da inizio anno è stato pari al
6,3% (fonte Ecowin, periodo 1 gennaio-4 giugno 2009). La riapertura del mercato europeo anche per gli emittenti speculativi, sia pure per importi abbastanza contenuti, è un altro segnale importante da non sottovalutare.
La recente sovra-performance dei corporate rispetto all’equity è
a nostro avviso da attribuire anche a fattori di natura tecnica,
collegati alla limitata liquidità e alla necessità di chiudere le
posizioni da parte di coloro che ragionevolmente avevano
immaginato una fase di correzione dopo la lunga corsa iniziata
a marzo. Inoltre, sull’equity sta pesando in questa fase anche
l’effetto diluitivo delle massicce operazioni di raccolta di capitali che le banche americane stanno mettendo in piedi per poter
restituire gli aiuti ricevuti attraverso il TARP. La Fed ha comunicato che nella settimana 8-12 giugno verranno indicate quali
delle 19 banche sottoposte agli "stress test" saranno autorizzate
a restituire i fondi ricevuti.
Poco impatto ha avuto all’inizio di giugno la notizia dell’ufficializzazione del Chapter 11 di GM, dal momento che tale avveni-
mento era da qualche settimana incorporato negli scenari di
mercato. Il punto chiave della vicenda è rappresentato, a questo
punto, dalla durata e dagli effetti di tale bancarotta. Paragonare
il default di GM e quello di Chrysler non ha grande significato
in termini di dimensioni, complessità, interessi dei creditori
coinvolti e danno economico che, a cascata, andrà a colpire i
fornitori e le aziende dell’indotto.
Ribadiamo la nostra view di medio periodo Positiva sul comparto anche considerando il livello molto compresso dei tassi riskfree. Non escludiamo che dopo il lungo rally ci possa essere
qualche fase di correzione, a maggior ragione dopo l’ulteriore
restringimento del premio al rischio visto negli ultimissimi giorni. Dal punto di vista fondamentale i tempi effettivi di ripresa
del ciclo restano ancora incerti, tanto in Europa che negli USA,
mentre la qualità del credito, misurata in termini di tassi di
insolvenza, potrebbe raggiungere il picco negativo solo verso la
fine dell’anno.
Anche se negli ultimi due mesi i nomi a rating elevato hanno
sotto-performato il segmento speculativo, rimaniamo dell’idea
che in questa fase del ciclo il peso percentuale degli emittenti a
rating basso debba restare molto contenuto per non caricare i
portafogli di un rischio eccessivo.
A fronte di spread oggi meno generosi di qualche mese fa (ma
sempre interessanti in termini assoluti), suggeriamo di allungare un po’ la durata media dei portafogli. In termini settoriali, si
può prendere in considerazione qualche apertura verso i comparti ciclici sempre dando la preferenza ai nomi finanziariamente più conservativi
A cura del Research Department, Banca Imi
Il presente articolo costituisce l'estratto di un documento di ricerca redatto
e distribuito da BancaIMI. Per ogni dettaglio informativo relativo al documento, alle avvertenze e ai conflitti di interesse dell'analista, di BancaIMI e del
Gruppo Bancario di appartenenza (IntesaSanpaolo) si invita a voler consultare il sito www.bancaimi.it.
OSSERVATORIO ETF
13
Etf in cifre
I MIGLIORI A 1 MESE
EUROPA - EuroStoxx 50
PREZZO €
VOLUMI
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
TREND BT
TREND MT
Ishares Dj Stoxx 600 Insurance
19,74
0
45,79
-19,43
▲
▲
Powershares Ftse Rafi Small Mid cap
6,375
250
45,61
29,76
▲
▲
Etfs Russell Global Coal
28,46
23
42,73
n.d.
▲
▲
Market Access South-East Europe
10,64
341
40,93
14,66
▲
▲
Ishares Dj Stoxx 600 Technology
22,64
1820
34,60
20,94
▲
▲
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
108,19
725
6,12
68,81
▲
▲
I MIGLIORI A 6 MESI
Market Access Amex Gold Bugs
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
Ishares Dj Stoxx 600 Basic Resources
60,9
5388
2,47
64,60
▲
▲
Db X-Trackers Msci Brazil
34,46
15854
2,96
63,32
▲
▲
Market Access Daxglobal Russia
29,5
1241
7,16
63,16
▲
▲
Lyxor Etf Brazil Ibovespa
18,85
79560
6,00
61,88
▲
▲
Eurostoxx50
S&P Mib
Dax30
Ftse100
Cac40
Chiusura
2479
20071
4998
4405
3297
Var. % 3mesi
-0,16
-0,23
-1,12
0,49
-0,39
Var. % 6mesi
-0,65
1,21
4,02
0,86
-0,71
Var. % 12mesi
-30,64
-35,97
-26,19
-24,41
-30,76
Var. % 6mesi
0,02
4,80
22,84
10,82
Var. % 12mesi
-28,70
-30,62
-23,88
-27,94
Var. % 6mesi
15,37
60,48
71,34
36,29
Var. % 12mesi
-28,74
-7,96
-51,94
-21,57
Var. % 6mesi
Var. % 12mesi
18,53
63,47
19,04
22,64
-39,34
-45,82
10,70
-3,55
USA - S&P 500
I PEGGIORI A 1 MESE
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
Ishares Dj Stoxx 600 Media
19,78
0
-15,51
-15,51
▼
▼
Jpmorgan Etf Gbi Local Us
104,68
2
-11,54
-14,01
▼
▼
Ishares Ftse/Epra Euro Property
17,04
11100
-9,29
4,73
▼
▲
Lyxor Etf Taiwan
5,26
48825
-8,43
24,20
▲
▲
111,16
0
-8,41
-10,09
▼
▼
Db X-Trackers Crossover 5Y
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
I PEGGIORI A 6 MESI
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
Db X-Trackers Dj Stoxx 600 Bank
42,07
24097
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
1,03
-29,27
▼
▼
Sgam Etf Xbear S&P/Mib
55,21
298687
-0,25
-25,76
▼
▼
Ishares Dow Jones Us Select Dividend
19,02
55
-4,42
-22,21
=
▲
Ishares Dj Stoxx 600 Insurance
19,74
0
45,79
-19,43
▲
▲
Ishares Dj Stoxx 600 Travel&Leisure
15,22
0
-4,88
-18,96
▼
▼
Dow Jones
S&P 500
Nasdaq
Russell 2000
Chiusura Var. % 3mesi
8763
0,25
942
-0,25
1502
1,44
528
0,25
FAR EAST - Nikkei
I PIÙ SCAMBIATI /QUANTITÀ
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
Sgam Etf Leveraged S&P/Mib
13,07
1002038
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
-2,74
0,69
▲
▲
Ishares S&P 500 Index Fund
6,695
588249
-1,40
-4,49
▲
▲
Lyxor Etf Ftse Mib
20,461
556255
-0,87
5,20
▲
▲
Lyxor Etf Msci India
8,795
531403
24,56
58,76
▲
▲
Ishares Dj Euro Stoxx 50
25,21
328692
1,20
2,36
▲
▲
TREND BT
TREND MT
I PIÙ SCAMBIATI /VALORE
PREZZO €
VOLUMI
Lyxor Etf Euro Cash Eonia
105,52
15506810
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
0,06
0,60
=
=
Sgam Etf Xbear S&P/Mib
55,21
9838662
-0,25
-25,76
▼
▼
Sgam Etf Leveraged S&P/Mib
13,07
9443191
-2,74
0,69
▲
▲
Lyxor Etf Ftse Mib
20,461
7469556
-0,87
5,20
▲
▲
Ishares Dj Euro Stoxx 50
25,21
6154574
1,20
2,36
▲
▲
Giappone
Cina
Russia
Brasile
Chiusura Var. % 3mesi
9991
2,56
470
1,59
1124
-4,77
53157
-1,56
COMMODITY - Crb
I PIÙ ATTIVI /VALORE
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
Ishares Dj Stoxx Construction
34,45
300%
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
15,64
6,52
▲
▲
Db X-Trackers Traxx 5Y Short
107,96
293%
-3,42
-13,30
▼
▼
Ishares Ebrexx Jum Pfandbriefe
106,38
272%
0,09
0,26
=
▲
Lyxor Etf Dj Stoxx Travel&Leisure
10,09
267%
-2,79
11,25
▲
▲
Easyetf Iboxx Lq Sov Ex Shrt
149,49
218%
-0,44
2,41
=
=
Chiusura Var. % 3mesi
Crb
Brent
Oro
Cacao
262
71
961
2768
0,83
7,59
-0,38
3,63
Fonte: Bloomberg - dati aggiornati al 09/06/2009
Nelle tabelle sono riportati solamente gli Etf quotati sul segmento ETFplus di Borsa Italiana Spa. I dati sono elaborati su base quindicinale. Il trend indicato nelle ultime due colonne è dato dall’incrocio di due medie mobili. Per quella di breve periodo, l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 5 giorni perfora verso l'alto quella a 20 giorni mentre è negativa
ogni volta che la media a 5 giorni perfora verso il basso quella a 20 giorni. Per quello di medio termine l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 20 giorni perfora verso l'alto quella a 50 giorni mentre è negativa ogni volta che la media a 20 giorni perfora verso il basso quella a 50 giorni.
14
OSSERVATORIO ETF
Commento
agli Etf
Sui principali mercati finanziari è in atto una rotazione settoriale che sta interessando i comparti rimasti indietro nella fase di
rimbalzo iniziata a marzo. Nel corso delle ultime 4 settimane sul
listino Etfplus di Borsa Italiana il rialzo maggiore è stato registrato dall’Ishares Dj Stoxx 600 Insurance (+45,79%). Al secondo posto spicca il rialzo del Powershares Ftse Rafi Small
Mid Cap (+45,61%) mentre al terzo posto c’è l’Etfs
Russell Global Coal (+42,73%). A sei mesi il principale rialzo è stato registrato dal Market Access Amex
Gold Bugs (+68,81%). A ruota l’Ishares Dj Stoxx 600 Banks
(+64%) e il Db X-Trackers Msci Brazil (+63,32%). Penalizzati nell’ultimo mese di contrattazione l’Ishares Dj Stoxx 600 Media (15,15%) seguito dal JP Morgan Etf Gbi Local Us (-11,54%) e poi
l’Ishares Ftse/Epra Euro Property (-9,39%). A sei mesi la flessione più rilevante è stata messa segno dal Db X-Trackers Dj Stoxx
600 Bank Short (-29,27%). Seguono lo Sgam Etf Xbear
S&P/Mib (-25,76%) e poi l’Ishares Dow Jones Us Select
16 ETF su
Dividend (-22,21%). Tra i più scambiati
per quantità spicca lo Sgam Etf Leveraged
S&P/Mib con una media giornaliera di 1
milioni di pezzi. Al secondo posto
l’Ishares S&P 500 Index con
scambi per 588 mila unità e
poi il Lyxor Etf Ftse Mib con
una media di 556 mila unità.
Al vertice delle negoziazioni per
controvalore spicca il Lyxor Etf Euro Cash Eonia
con scambi medi giornalieri per 15,5 milioni di euro. A ruota lo
Sgam Etf Xbear S&P/Mib con una media di 9,88 milioni di
euro e poi lo Sgam Etf Leveraged S&P/Mib con scambi per 9,44
milioni di euro. Il maggiore incremento nei volumi di contrattazione è stato registrato dall’Ishares Dj Stoxx Construction &
Materials (+300%), dal Db X-Trackers HiTraxx Europe 5Y Short
(+300%) e poi l’ Ishares Ebrexx Jumbo Pfandbriefe (+300%).
16 ETF di Lyxor, negoziati in continua su Borsa
Italiana, consentono di prendere posizione sui
Mercati Emergenti in maniera economica ed immediata.
MERCATI EMERGENTI
Questi ETF sono Fondi Comuni armonizzati (UCITS
III), con patrimonio segregato per legge e non aggredibile da terzi - Liquidità da Société Générale,
Banca IMI e UniCredit.
PAESE
BRASILE
CINA
INDIA
RUSSIA
SUD AFRICA
MALESIA
TAIWAN
HONG KONG
COREA
TURCHIA
AREA GEOGRAFICA
MERCATI EMERGENTI
AFRICA
EST EUROPA
ASIA - PACIFICO
ASIA - PACIFICO
AMERICA LATINA
NOME ETF
BLOOMBERG
CODICE ISIN
Lyxor ETF Brazil (iBovespa)
Lyxor ETF China Enterprise (HSCEI)
Lyxor ETF MSCI India
Lyxor ETF Russia
Lyxor ETF South Africa
Lyxor ETF MSCI Malaysia
Lyxor ETF MSCI Taiwan
Lyxor ETF Hong Kong (HSI)
Lyxor ETF MSCI Korea
Lyxor ETF Turkey
BRA IM <Equity>
CINA IM <Equity>
INDI IM <Equity>
RUS IM <Equity>
SAFRI IM <Equity>
MAL IM <Equity>
TWN IM <Equity>
HK IM <Equity>
KOR IM <Equity>
TUR IM <Equity>
FR0010408799
FR0010204081
FR0010361683
FR0010326140
FR0010464446
FR0010397554
FR0010444786
FR0010361675
FR0010361691
FR0010326256
NOME ETF
BLOOMBERG
CODICE ISIN
Lyxor ETF MSCI Emerging Markets
Lyxor ETF Pan Africa
Lyxor ETF Eastern Europe (CECE EUR)
Lyxor ETF MSCI AC Asia-Pacific ex Japan
Lyxor ETF MSCI ASIA APEX 50
Lyxor ETF MSCI EM Latin America
EMKT IM <Equity>
LAFRI IM <Equity>
EST IM <Equity>
AEJ IM <Equity>
APEX IM <Equity>
LATAM IM <Equity>
FR0010429068
FR0010636464
FR0010204073
FR0010312124
FR0010652867
FR0010410266
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la documentazione
di tutti gli ETF di Lyxor a:
w w w . E T F . i t
i n f o @ E T F. i t
* Lyxor è il 1° emittente di ETF in Italia per Patrimonio (47,47%), Contratti (48,90%) e Controvalore (49,58%) (fonte: Borsa Italiana per l’anno 2008). Gli ETF sopra citati sono fondi comuni di investimento armonizzati di diritto francese ammessi alla quotazione su Borsa Italiana S.p.A.
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