L`uomo della tribù delle `Facce tatuate` Al Festival Internazionale dei
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L`uomo della tribù delle `Facce tatuate` Al Festival Internazionale dei
L’uomo della tribù delle ‘Facce tatuate’ Al Festival Internazionale dei Giovani anche un discendente degli aborigeni di Taiwan – Suona, danza e pubblica libri sul suo popolo Tra gli ospiti che il Festival Internazionale dei Giovani 2010 sta portando a Casa Montagna Ferriere, incontriamo un personaggio particolare, una persona dai lineamenti robusti che porta tatuate sul viso, nel mezzo della fronte e al centro del mento, diverse spesse linee: una per ogni cinghiale catturato. Veste indumenti che ricordano etnie lontane, spesso suona, scalzo, una sorta di lungo piffero di bambù. Il suo nome è Ukah Pitayru e fa parte del gruppo artistico che proviene da Taiwan. Diversamente dagli altri componenti è la prima volta che esce dalla sua nazione; per questo motivo era molto restio ad allontanarsi dai luoghi abituali. La sua accompagnatrice racconta di tante domande e informazioni prima di accettare di far parte della delegazione. In particolare si era dimostrato molto meticoloso nel voler sapere dove andava e chi l’avrebbe ospitato. Ricevute le risposte di gradimento, ha deciso di partire portando un suo allievo di nome Jack. Pitayru è molto conosciuto a Taiwan, la cultura delle tradizioni delle quali è depositario interessa tanti giovani taiwanesi. Appartiene, infatti, alla tribù delle Facce Tatuate che, era originariamente una tribù di tagliatori di teste. Per questo i nativi cinesi che amministravano la città di Taipei e il Nord dell’isola, ancora alla fine dell’Ottocento non osava avventurarsi all’interno nelle regioni montagnose e sulle coste meridionali, dove vivevano gli aborigeni. Quando era piccolo Pitayru è sceso dalle montagne per andare a scuola a Taipei. Essendo molto dotato fisicamente gli volevano far seguire la carriera militare, lui invece decise di fare l'insegnante di nuoto con l'unico fine di poter guadagnare soldi per poi ritornare a trascorrere i weekend nella sua tribù. Terminati gli studi ha chiesto un prestito a una banca e ha fondato una casa editrice che ha pubblica con successo le interviste e le storie dei vecchi abitanti della montagna. E’ sua convinzione che le nozioni più importanti da tramandare alle future generazioni, siano il sapere trasmesso dagli antenati, in particolare quanto è scritto in un decalogo che si chiama Gaya che è sempre stato tramandato oralmente dagli anziani, che lui si è preso l'impegno di scrivere e commentare con la musica e con i canti. Si tratta di regole molto simili ai nostri Comandamenti. Musica e danza sono due elementi necessari per la vita tradizionale. Non importa che si tratti di lavoro o di relax, alla gente piace cantare brani popolari. Anche se Tawan non ha molte canzoni, ci si esprime attraverso testi improvvisati. I passi di danza non sono complicati, ma sempre spontanei e armoniosi. Gli strumenti musicali più comuni comprendono il flauto e l'arpa bocca. Il significato del tatuaggio facciale? ‘Il tatuaggio una volta era una pratica culturale importante. Tra gli uomini, questo era di solito una breve linea spessa disegnata nel mezzo della fronte e al centro del mento. Tra le donne i tatuaggi erano molto più complessi e comprendevano una o più linee sulla fronte e un arco continuo modellato intorno alla bocca e attraverso entrambe le guance; si pensava così di migliorare la bellezza femminile. Tuttavia, il tatuaggio non aveva solo uno scopo estetico, era anche un simbolo d’ingresso nell'età adulta e all’eleggibilità per il matrimonio oltre a costituire una specie di pass necessario per propiziarsi gli spiriti degli antenati dopo la morte. Le tradizioni variavano però da tribù a tribù. In alcune per avere diritto a ricevere un tatuaggio facciale, un uomo doveva provare di essere un guerriero capace e una donna, una tessitrice esperta. A Taiwan si contano circa 40 popoli aborigeni: tutti hanno in comune il desiderio di definire la loro etnia, mantenere e far conoscere la loro cultura’. La sua fisionomia non è proprio quella cinese. ‘E’ vero ed è così perché i popoli delle montagne si sono sempre sposati tra loro, i cinesi sono arrivati in un secondo tempo, occupando l'isola’. Piaciuta l’esperienza piacentina? ‘Più che soddisfatto. Ho incontrato tanta gente gentile e visto tanti posti molto belli, li ho fotografati e preso tanti appunti, a casa scriverò il racconto e farò un filmato su questo bel viaggio’. A Ferriere e nei paesi che hanno ospitato gli spettacoli di Casa Montagna, Pitayru ha diffuso diversi cd e dvd, depliant informativi sulla sua attività e suonato strumenti musicali. Renato Passerini