Passato, presente e futuro

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Passato, presente e futuro
Passato, presente e futuro
La Parola di Dio che [oggi] abbiamo ascoltato è per noi. La pagina di Vangelo è dura.
Presenta tempi difficili.
Noi viviamo oggi. Al presente. Chi si dice contento, chi sbuffa, chi fa fatica, chi è sano, chi è
malato, chi è disoccupato, chi si lagna dei guai legati all'età, chi guadagna e chi non ce la
fa'...chi crede e chi non crede, chi ha paura, giovani spensierati, bimbi che sognano. Il
presente è la nostra vita quotidiana. Il futuro? "Sarà quel che sarà"- dicono in tanti. E questo è
fatalismo, elimina la speranza, impedisce il darsi da fare.
Il profeta ci ammonisce che gli "arroganti e i malvagi" del presente saranno strappati alla
radice il Giorno di Dio, mentre i "fedeli al mio Nome" saranno illuminati dal sole di giustizia.
Gesù, nel Vangelo parla di tempi difficili, ma, allo stesso tempo, invita a non avere paura, a
non temere. Ci comunica che le tribolazioni e le disgrazie del presente non debbono
perturbare la pace dei discepoli, perché, mediante la loro perseveranza nella fede,
riceveranno la salvezza futura.
San Paolo, da parte sua, invita i Tessalonicesi ad imitarlo nella sua dedizione al lavoro, qui
sulla terra, per ricevere poi nel mondo futuro la corona che non marcisce. La parola di Dio ci
invita a guardare al presente con uno sguardo che si pone nel futuro.
E il passato? È stato, per tutti, quello che è stato. Il nostro presente non vi pone rimedio. Il
futuro, invece, aggiusta molte cose del passato. Il passato dovrebbe aiutarci a vivere il
presente con la particolare attenzione che questo nostro oggi dove costruirsi, strano ma vero,
partendo dal futuro. Sembra un gioco di parole. La nostra fede cristiana chiede di vivere il
presente come chi già ha percorso il cammino della vita, e si trovasse nel mondo futuro. Così
pensando, le prospettive e il modo di vivere il presente sarebbero molto diversi. Se, per
esempio, fosse possibile vivere i venti anni dalla prospettiva dei sessanta, senza alcun dubbio
si vivrebbero i 20 anni in un modo differente. Partendo dal futuro chissà quante cose
cambieremmo del passato e come vivremmo più serenamente il presente. È fantasia? Forse!
Faccio una domanda: dall'eternità, cioè proiettandoci nel futuro, come avremmo voluto
vivere il giorno di oggi, quella situazione familiare, quel rapporto con i figli, quel momento
personale di crisi, quella malattia, quel lutto, quella relazione affettiva, quell'ambiente di
lavoro? Porsi nella prospettiva del futuro crea una distanza tra noi e il nostro presente, e la
distanza permette di vedere le cose con maggior pace ed obiettività, con un certo benefico
distacco.
Per noi cristiani, il futuro, ci colloca nel mondo di Dio e, in questo modo, ci concede la
soddisfazione di pensare alle situazioni belle e meno belle del presente e della vita con lo
stesso modo di pensare di Dio. Posizionandoci nel futuro, valutiamo meglio e possiamo,
guidati dalla fede, scegliere con speranza il meglio, il bene. Non si tratta di utopia. Una
scintilla di futuro nel nostro presente è sufficiente per accendere la vita di speranza ed
entusiasmo. Ci sentiamo dire da Gesù: Verranno giorni; accadranno cose; quando sentirete di
guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate; vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze;
vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Questo è vangelo; elenca cose
capitate, che capitano e che capiteranno... ma non è subito la fine, assicura Gesù..
Annunci da prendere non con spavento, come - la fine - perché significherebbe che
l'avventura cristiana è una illusione: "tanta fatica per niente". Invece cambiamo la fine, al
femminile, con il fine, al maschile. Tra la fine e il fine c'è di mezzo la nostra vita. Se leggiamo il
Rümelinbachweg14-4054Basel-Tel.061/272.07.09-Fax061/281.75.25-Ccp40-21272-4
[email protected]–www.parrocchia-sanpiox.ch
Vangelo con gli occhi tristi di chi è senza speranza allora è
proprio la fine. Se, invece, ci avviciniamo al Vangelo con lo
sguardo fiducioso dell'ottimismo e con la consapevolezza di dare fiducia a Gesù, allora la
nostra vita ha un fine, uno scopo, una meta. La misericordia di Dio ha progetto su ciascuno
di noi: "Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la
vostra vita".
P. Valerio, parroco
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