Rassegna dei mercati globali

Transcript

Rassegna dei mercati globali
INVESTMENT MANAGEMENT
MARZO 2016
AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONALI.
Rassegna dei mercati globali
In totale contrasto con gennaio e febbraio, a marzo gli investitori hanno mostrato una
spiccata propensione per gli attivi di rischio. Gli indici Msci World e Msci Emerging Markets
hanno registrato forti guadagni nel corso del mese. In dollari statunitensi, il primo si trova
sostanzialmente allo stesso livello di inizio anno; il secondo ha guadagnato oltre il 6%. Nei
mercati obbligazionari, i titoli di Stato sono stati oggetto di pesanti vendite in Giappone, nel
Regno Unito e nei mercati “core” dell’area euro.
Nei mercati obbligazionari, i titoli di Stato sono stati
oggetto di pesanti vendite in Giappone, nel Regno Unito
e nei mercati “core” dell’area euro. Nella maggior parte dei
paesi periferici dell’area euro e in molti mercati emergenti,
i titoli di Stato hanno conseguito buoni risultati. Tutte le
categorie di obbligazioni di credito (non governative) hanno
sovraperformato nel corso del mese, soprattutto quelle con
rating inferiore a investment grade. Gli investitori sono stati
incoraggiati dalla ripresa parziale dei prezzi dell’energia e
di alcuni minerali, anche se gli indici dei responsabili degli
acquisti (Pmi) hanno continuato a segnalare condizioni
economiche contrastanti. Gli investitori hanno anche reagito
in modo molto positivo alle indicazioni del Federal Open
Market Committee e della presidente della Fed Janet Yellen,
secondo cui il tasso obiettivo sui federal fund resterà più basso
di quanto anticipato in precedenza e sarà aumentato solo
molto gradualmente. Il dollaro statunitense si è dimostrato la
più debole delle principali valute, deprezzandosi nei confronti
della maggior parte delle divise dei mercati emergenti.
Un altro evento importante del mese è stato l’ulteriore
allentamento della politica monetaria della Banca centrale
europea (Bce). Nel corso di marzo, il prezzo dell’oro ha
registrato un lieve calo.
Azionario globale
Marzo è stato un mese molto remunerativo per gli investitori
che operano sui mercati azionari globali, soprattutto per quelli
che hanno tratto vantaggio dalla debolezza generale del dollaro
statunitense. L’indice Msci World ha guadagnato il 6,52% in
dollari statunitensi. Nel corso dei primi tre mesi dell’anno ha
perso lo 0,88%. Al contempo, l’indice Msci Emerging Markets
ha guadagnato il 13,03% a marzo ed è salito del 5,37% nel
primo trimestre del 2016. Gli investitori sono stati incoraggiati
dall’allentamento della politica monetaria della Bce e dalle
ultime indicazioni della Fed circa un aumento molto graduale
dei tassi d’interesse. A differenza di gennaio e febbraio, gli
investitori hanno mostrato una forte propensione per gli attivi
di rischio. Determinati titoli e mercati hanno beneficiato della
ripresa dei prezzi dell’energia e di alcuni minerali.
Obbligazionario globale
La performance di marzo delle obbligazioni governative
riflette tre cambiamenti: l’ulteriore allentamento della politica
monetaria della Bce e le dichiarazioni accomodanti della Fed,
il ritorno della propensione al rischio tra gli investitori e il
recupero dei prezzi dell’energia e di alcuni minerali. Nel Regno
Unito, in Giappone e nelle economie “core” dell’area euro, i
rendimenti dei titoli di Stato sono risultati più alti di circa 5-10
punti base (pb) nel segmento da due a dieci anni. I rendimenti
dei titoli a trent’anni sono rimasti invariati, eccetto in Giappone
dove sono diminuiti di 32 pb. Negli Stati Uniti, i rendimenti dei
Treasury hanno registrato un lieve calo per le scadenze da due a
cinque anni e sono aumentati leggermente per i titoli decennali.
I timori per le tendenze di lungo periodo delle finanze pubbliche
hanno determinato un’ondata di vendite delle obbligazioni
governative australiane, facendo aumentare i rendimenti delle
obbligazioni a due, cinque e dieci anni rispettivamente di 13,
18 e 9 pb.
MORGAN STANLEY RASSEGNA DEI MERCATI GLOBALI
I rendimenti delle obbligazioni sono scesi nella maggior parte
dei mercati periferici dell’area euro, così come in molti mercati
emergenti. A marzo pressoché tutte le categorie di credito hanno
sovraperformato, specialmente nei rating inferiori all’investment
grade. Negli Stati Uniti, i differenziali sulle obbligazioni
societarie investment grade si sono ridotti di 12-51 pb, mentre i
rendimenti sulle obbligazioni di qualità inferiore all’investment
grade e sulle obbligazioni high yield hanno registrato un calo
di 46-70 pb. Nell’area euro, i differenziali sulle obbligazioni
societarie investment grade sono diminuiti di 8-35 punti base,
mentre i rendimenti sulle obbligazioni di qualità inferiore
all’investment grade e sulle obbligazioni high yield si sono
ridotti di 98-116 pb.
Mercati valutari globali
A febbraio, il rialzo dei prezzi del petrolio (ma non del gas
naturale) e di alcuni metalli ha generato un rafforzamento
del dollaro australiano, del dollaro canadese, del dollaro
neozelandese e di varie altre valute di mercati emergenti,
rispetto al dollaro statunitense. Il dollaro statunitense si
è mostrato più debole rispetto all’euro e allo yen in modo
rispettivamente marginale (0,39%) e significativo (6,98%),
dal momento che gli investitori hanno ritenuto che la Fed
avrebbe proceduto, in maniera più lenta di quanto non fosse
stato stimato in precedenza, all’aumento del tasso obiettivo sui
federal fund. Al contrario, la sterlina è scesa del 2,30% rispetto
al dollaro statunitense poiché gli investitori hanno posto
l’enfasi sull’eventualità di una “Brexit”. Nel corso del mese,
il prezzo dell’oro è aumentato di circa l’11% a 1.239 dollari
statunitensi l’oncia.
Mercati azionari regionali
Azionario Usa: A marzo i principali indici azionari
statunitensi hanno segnato un forte aumento. L’indice
Msci Usa, ad esempio, è progredito del 6,66%. I titoli della
tecnologia, dell’energia e delle utility hanno sovraperformato.
I titoli del settore sanitario non sono invece riusciti a tenere
il passo, ma nel complesso hanno guadagnato terreno nel
corso del mese. A marzo il Pmi manifatturiero dell’Institute
for Supply Management (ISM) è stato pari al 51,8%, contro
il 49,5% di febbraio. Ciò segnala un ulteriore miglioramento
delle condizioni per il settore manifatturiero. I nuovi ordini
e la produzione sono cresciuti, compensando la riduzione
dell’occupazione e delle scorte nonché il rallentamento nelle
consegne dei fornitori. Nella sua riunione di metà marzo, il
Federal Open Market Committee ha mantenuto invariato
il tasso sui federal fund allo 0,25-0,50%. La Fed continuerà
a rinnovare i Treasury in scadenza e a reinvestire le quote
capitale percepite sugli investimenti in obbligazioni e titoli
garantiti da ipoteca (Mbs) di enti pubblici. Il comunicato
stampa diramato alla fine della riunione aveva anche
questa volta toni accomodanti. In un discorso tenuto a fine
marzo all’Economic Club of New York, la presidente della
Fed Janet Yellen ha sottolineato che “nei prossimi anni vi
saranno probabilmente solo aumenti graduali del tasso sui
federal fund”.
Azionario europeo: A marzo gli indici Msci Europe e Msci
Europe ex Uk hanno guadagnato rispettivamente il 5,92% e
il 6,64% in dollari statunitensi. L’indice Msci Uk è cresciuto
del 4,28%. I titoli dei materiali, dell’industria e delle utility
hanno sovraperformato così come i titoli energetici; i titoli
del settore sanitario hanno invece sottoperformato. Gli
investitori sono stati confortati dall’ulteriore allentamento
della politica monetaria della Banca centrale europea (Bce)
e dalle dichiarazioni accomodanti di altre banche centrali
principali. Nel corso del mese di marzo, l’euro ha registrato un
rialzo del 4,66% nei confronti del dollaro statunitense, mentre
la sterlina ha guadagnato il 3,18%. A marzo, l’indice Pmi
Markit/Cips per il Regno Unito è cresciuto leggermente a 51,0,
un livello che segnala un’espansione moderata dell’attività. Il
Pmi di Markit per il settore manifatturiero dell’area euro ha
evidenziato un leggero rialzo dai 51,2 punti di febbraio ai 51,6
di marzo. Markit ha riscontrato che i settori manifatturieri
sono in larga misura stagnanti, con la Germania e la Francia
prossime alla stagnazione. L’attività in Grecia continua a
contrarsi. In occasione della riunione del 10 marzo, la Bce
ha ridotto il tasso di riferimento dallo 0,05% allo 0,00%.
Il valore complessivo del programma di acquisto di attivi è
stato aumentato da 60 a 80 miliardi di euro al mese. Come
accordato in precedenza, il programma di acquisto proseguirà
almeno fino a fine marzo 2017. La Bce ha aumentato la
quota di obbligazioni acquistabili emesse da organizzazioni
internazionali e banche di sviluppo multilaterali. Intende
inoltre acquistare obbligazioni investment grade emesse da
società non bancarie dell’area euro a partire dal secondo
trimestre 2016. Da giugno di quest’anno, la Bce effettuerà
una nuova serie di operazioni mirate di rifinanziamento a
lungo termine (Tltro II) con scadenza a quattro anni. La Bce
prevede che i tassi d’interesse rimarranno a un livello pari o
inferiore a quello attuale, ben oltre il periodo del programma
di acquisto di attivi. Alla riunione di metà marzo, il Comitato
di politica monetaria della Banca d’Inghilterra ha deciso,
all’unanimità, di mantenere il tasso di sconto allo 0,50%. Per
quanto riguarda l’entità degli acquisti, è stata confermata la
cifra di 375 miliardi di sterline. Tra i membri del Comitato
continuano a esservi opinioni diverse circa le prospettive di
crescita e d’inflazione nel medio termine.
Azionario giapponese: A marzo l’indice Msci Japan è
cresciuto del 3,88% in dollari statunitensi. Nei primi tre
mesi dell’anno ha perso il 7,32%. Nel corso del mese, lo yen
ha guadagnato appena lo 0,11% nei confronti del dollaro
statunitense. Permangono in parte i timori degli investitori
riguardo alle prospettive delle società giapponesi sul fronte
degli utili e dell’esposizione al rallentamento della congiuntura
mondiale. L’indice Pmi elaborato da Nikkei per il settore
manifatturiero è sceso da quota 50,1 di febbraio a 49,1 nel
mese di marzo. Quest’ultimo livello è in linea con un leggero
peggioramento delle condizioni per le imprese manifatturiere:
ciononostante è il valore più basso da oltre tre anni. Secondo
l’ultimo rapporto Tankan della Banca del Giappone, la
fiducia delle piccole, medie e grandi imprese nei confronti
delle condizioni operative è diminuita negli ultimi tre mesi.
A metà marzo, il Comitato di politica monetaria della Banca
MORGAN STANLEY RASSEGNA DEI MERCATI GLOBALI
del Giappone non ha modificato il proprio orientamento
monetario. Saranno applicati dei tassi d’interesse negativi ai
saldi che superano determinati limiti, detenuti dalle banche
giapponesi presso la banca centrale. Inoltre, la Banca del
Giappone proseguirà il suo programma di acquisto di attivi
che mira a espandere la base monetaria di circa 80.000
miliardi di yen all’anno.
Azionario Asia-Pacifico: A marzo l’indice Msci Em Asia ha
guadagnato l’11,13% in dollari statunitensi. Gli indici Msci
relativi a India, Corea del Sud e Filippine hanno registrato
un rialzo del 12-14% in dollari statunitensi. L’indice Msci
relativo all’Indonesia è cresciuto solo del 2,91%, conseguendo
il risultato peggiore della regione. L’indice Msci Cina è
avanzato dell’11,90%. Come altrove, i mercati hanno
beneficiato del generale miglioramento della propensione
al rischio degli investitori. Nel corso dei primi tre mesi
dell’anno, l’indice Msci Em Asia è salito dell’1,74%. A marzo,
la Banca d’Indonesia (istituto centrale dell’arcipelago) ha
tagliato il tasso di riferimento di altri 25 punti base, al 6,75%.
Questa mossa è stata intrapresa a fronte della stabilizzazione
delle condizioni economiche in Indonesia e della riduzione
delle pressioni inflazionistiche. In generale, i Pmi per i
settori manifatturieri sono aumentati in tutta la regione.
Ciononostante, i Pmi del Nikkei per le imprese manifatturiere
in Cina, Corea del Sud e Malesia sono ancora leggermente
al di sotto del livello di 50,0 punti, segnalando l’immobilità
delle condizioni economiche.
Azionario America Latina: A marzo l’indice Msci Em
Latin America ha segnato un forte incremento del 20,20%
in dollari statunitensi. L’aumento è in parte dovuto al
generale indebolimento del dollaro statunitense e soprattutto
all’aumento della propensione al rischio degli investitori a
seguito delle dichiarazioni e degli interventi accomodanti
delle principali banche centrali. Con un aumento del 30,72%,
l’indice Msci relativo al Brasile ha messo a segno la migliore
performance della regione, grazie alla reazione positiva degli
investitori di fronte al possibile impeachment contro la
presidente Dilma Rousseff. All’altro estremo, l’indice Msci
per il Cile ha guadagnato il 9,75%, mentre gli indici Msci per
Colombia, Perù e Messico hanno registrato incrementi a due
cifre. L’indice Msci Em Latin America ha guadagnato il 18,51%
nel primo trimestre del 2016. A marzo, il Banco de la Republica
(BanRep – la banca centrale colombiana) ha aumentato il
tasso di riferimento di 25 punti base, al 6,50%, in risposta alla
solidità generale dell’economia e alle pressioni inflazionistiche.
Altre banche centrali della regione hanno mantenuto invariato
l’orientamento di politica monetaria: una minoranza del
Copom, il comitato di politica monetaria della banca centrale
brasiliana, ha richiesto un ulteriore aumento del tasso Selic di
25 punti base dall’attuale 14,25%. In Messico, l’indice Pmi di
Markit per il settore manifatturiero è aumentato dai 53,1 punti
di febbraio ai 53,2 di marzo, il livello più alto da maggio 2015.
La ripresa dei nuovi ordinativi all’esportazione ha contribuito
ad aumentare il Pmi di Markit per le imprese manifatturiere
brasiliane da 44,5 a 46,0, evidenziando quindi un leggero
miglioramento delle condizioni.
Azionario Europa centro-orientale/Medio Oriente/
Africa: A marzo, l’indice Msci Em Europe & Middle East ha
registrato un forte rialzo del 13,48% in dollari statunitensi,
mentre nel primo trimestre dell’anno è stato dell’11,75%.
Con un rialzo del 23,90% a marzo, l’indice Msci della Grecia
ha registrato la migliore performance della regione. Tutti
gli indici Msci per gli altri mercati emergenti nell’Europa
centrale e orientale hanno conseguito incrementi a due cifre
in dollari statunitensi, come pure l’indice Msci relativo al
Sudafrica. A questi risultati hanno contribuito i movimenti
valutari. Per contro, gli indici Msci relativi a Qatar, Emirati
Arabi Uniti ed Egitto hanno registrato aumenti a una
cifra. Nel caso dell’Egitto, ciò è avvenuto in seguito alla
decisione presa a metà mese dalla Banca centrale d’Egitto
(Cbe) di svalutare la sterlina egiziana da USD 1: EGP 7,73
a USD 1:EGP 8,85. La Cbe ha inoltre aumentato il tasso
ufficiale di 150 pb all’11,25% per “ancorare le aspettative
inflazionistiche”. Anche le banche centrali di Sudafrica e
Nigeria hanno inasprito la politica monetaria, aumentando il
tasso di riferimento di 25 pb al 7,00% e di 100 pb al 12,00%,
in risposta alle pressioni inflazionistiche. Per contro, Bank
al-Maghrib, la banca centrale del Marocco, ha ridotto il tasso
di riferimento di 25 pb al 2,25%. La banca centrale ungherese
ha invece tagliato il tasso di riferimento di 15 punti base
all’1,20%. Gli indici Pmi riferiti ai settori manifatturieri
hanno evidenziato andamenti divergenti. I Pmi di Markit
hanno segnalato un miglioramento costante delle condizioni
in Polonia e Repubblica Ceca e un progressivo peggioramento
in Russia.
AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONALI.
La presente promozione finanziaria è stata pubblicata e
autorizzata nel Regno Unito da Morgan Stanley Investment
Management Limited, 25 Cabot Square, Canary Wharf, London
E14 4QA, una società autorizzata e regolamentata dalla
Financial Conduct Authority, per la distribuzione esclusiva
a soggetti che si qualificano come “professional clients”
(clienti professionali) o “eligible counterparties” (controparti
qualificate), ed è fatto divieto ai “retail clients” (clienti privati)
di farvi affidamento o di prendere decisioni in base alla stessa
(ai sensi delle definizioni contenute nei regolamenti della
Financial Conduct Authority britannica).
Il presente documento è destinato e sarà distribuito
solo ai soggetti residenti nelle giurisdizioni in cui la sua
distribuzione o disponibilità non siano vietate dalle leggi e
normative vigenti.
Il presente documento è stato redatto a solo scopo
informativo e non è da intendersi come una raccomandazione
o un’offerta per l’acquisto o la vendita di valori mobiliari
o l’adozione di una qualsiasi strategia d’investimento. Le
informazioni in esso contenute non tengono conto delle
circostanze personali del singolo cliente e non rappresentano
una consulenza d’investimento, né vanno in alcun modo
interpretate quale consulenza fiscale, contabile, legale o
normativa. A tal fine, nonché per conoscere le implicazioni
fiscali di eventuali investimenti, si raccomanda agli investitori
di rivolgersi a consulenti legali e finanziari indipendenti prima
di prendere qualsiasi decisione d’investimento.
Ove non diversamente indicato nel presente documento,
le opinioni, le fonti dei dati e i giudizi espressi sono quelli
di Morgan Stanley Investment Management, sono basati su
informazioni aggiornate alla data di redazione e a nessun’altra
data futura, e non saranno aggiornati o rivisti per riflettere
informazioni resesi disponibili in un momento successivo
ovvero circostanze esistenti o cambiamenti verificatesi dopo
la data della presente pubblicazione. Tutti gli indici citati
nella presente pubblicazione sono proprietà intellettuale (ivi
compresi i marchi registrati) del rispettivo licenziante.
Il presente documento è stato pubblicato da Morgan Stanley
Asia Limited per essere utilizzato a Hong Kong da
“professional investors” (investitori professionisti) ai sensi
delle definizioni contenute nella Securities and Futures
Ordinance (Cap 571). I contenuti del presente documento non
sono stati verificati o approvati da alcuna autorità di vigilanza,
ivi compresa la Securities and Futures Commission di Hong
Kong. Di conseguenza, salve le esenzioni eventualmente
previste dalle leggi applicabili, questo documento non può
essere pubblicato, diffuso, distribuito, indirizzato o reso
disponibile al pubblico a Hong Kong.
La presente comunicazione ha carattere promozionale. Non
è stata redatta dal Dipartimento di ricerca di Morgan Stanley
e non va intesa quale raccomandazione di ricerca. Le
informazioni contenute nel presente documento non sono
state predisposte in conformità ai requisiti di legge per la
promozione dell’indipendenza della ricerca d’investimento e
non sono soggette alle restrizioni di negoziazione applicabili
prima della diffusione di note di ricerca.
I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Il
valore degli investimenti e i proventi da essi derivanti possono
tanto aumentare come diminuire e il capitale restituito può
essere inferiore a quello investito.
www.morganstanley.com/im
© 2016 Morgan Stanley
EMEA-CRC-NA
LN01793