DDL Di Giorgi Memoria Doc it 28.01.2016

Transcript

DDL Di Giorgi Memoria Doc it 28.01.2016
MEMORIA DOC/IT A SEGUITO DELLA CONVOCAZIONE PER AUDIZIONE PRESSO UFFICIO DI
PRESIDENZA 7ª COMMISSIONE DEL SENATO SULLA RIFORMA DEL SISTEMA
CINEMATOGRAFICO E AUDIOVISIVO
Roma, 28 Gennaio 2016
Doc/it - Associazione dei Documentaristi Italiani, fondata nel 1999, è l’associazione
maggiormente rappresentativa dei produttori e degli autori del documentario italiano.
Doc/it conta 120 associati.
L’Associazione, che ha messo al centro della sua attività le istanze del settore della “non
fiction” di produzione nazionale, definendo e consolidando negli anni un percorso
incentrato sull’internazionalizzazione, accoglie con grande favore l’iniziativa di un riassetto
globale del sistema nazionale.
Sempre più seguito dal largo pubblico, trasmesso dalle televisioni, e proiettato nelle sale
cinematografiche, nel nostro Paese il genere documentario non è mai stato però oggetto
di una politica che puntasse a valorizzarlo come hanno invece fatto le altre nazioni
europee, in primis la Francia. Questi Paesi hanno fatto della “non fiction” un genere non
solo capace di soddisfare la domanda interna, ma soprattutto un importante veicolo per
esportare la propria cultura nel mondo.
1) PRELIEVO DI SCOPO
Sulla base di queste considerazioni DOC/IT accoglie con favore la proposta di
legge che prevede un prelievo di scopo sull’intera filiera.
A questo riguardo DOC/IT suggerisce di sostituire il requisito della sede legale
dell’emittente in Italia, con quello della titolarità di una licenza a trasmettere nel
nostro Paese. Si eviterebbe così di incentivare soluzioni già in atto, quali quella di
spostare la sede legale delle televisioni o dei fornitori di servizi media audiovisivi in
altri Paesi e poi destinare la trasmissione al pubblico Italiano. Nel caso delle nuove
piattaforme OTT e quelle del tipo Netflix e simili sarebbe da ipotizzare un prelievo
sul fatturato riconducibile al nastro Paese.
Suggerisce poi di applicare una percentuale anche sugli incassi di vendite
provenienti da supporti DVD o VOD (che in Francia frutta circa 20 milioni all’anno) 1.
L’adozione automatica delle percentuali di prelievo dalla legge francese non
sembra, infine, coerente con la situazione del nostro Paese. Dalle tabelle messe a
disposizione dalla DG Cinema risulta infatti che in Italia la Pay TV ha un ruolo molto
1
Fonte CNC
1
importante, così come gli investimenti pubblicitari sul mezzo Free TV, mentre il
cinema italiano vale 637 milioni di Euro contro i 1.306 milioni della Francia (dunque,
meno della metà). Pertanto – alla luce del panorama italiano - non pare
proporzionata un’aliquota del 10% sul cinema e un’aliquota ridotta per la TV.
2) CENTRO NAZIONALE
Ai fini dell’amministrazione e gestione dei fondi derivanti dal prelievo di scopo e
relativo controllo sulla filiera, DOC/it, dopo lunga riflessione, non ritiene necessaria
la costituzione di un Centro Nazionale su modello di quello Francese. (Si fa notare
che il CNC, a cui il DDL si ispira, ha un costo medio di gestione pari a circa 45 milioni
di euro annui). Non sta a noi indicare quale possa essere lo strumento
amministrativo più adatto a questo scopo, (se una Agenzia o altro) ma trattandosi
di una tassa di scopo, essa potrebbe essere amministrata dallo Stato direttamente
o mediante ministeri o enti delegati (MIBACT, SIAE, AGCOM, ecc.).
Laddove però il Centro venisse costituito, DOC/it appoggia comunque la posizione
di chi ritiene che gli organi direttivi della struttura debbano essere realmente
rappresentativi dei professionisti del settore audiovisivo e che l’adozione di un
principio generale di trasparenza debba essere al centro della riforma.2
3) DEFINIZIONE DI OPERA AUDIOVISIVA
Il DDL propone una distinzione tra cinema per la sala ed espressioni audiovisive
destinate ad altre fruizioni che ci pare un’occasione perduta per intercettare
l’attuale evoluzione del mercato e dello scenario globale che investe oggi la
produzione, diffusione e distribuzione del prodotto audiovisivo, un tempo destinato
alla sala e definito unicamente in termini di lunghezza (lungometraggio e
cortometraggio), peraltro senza diversificazione dei generi. Suggeriamo pertanto
di mettere al centro del DDL l’Opera audiovisiva e definirla come “prodotto
2
Nel disegno di legge attuale il Centro manca poi di alcuni pilastri fondamentali:
a)
la mancanza, all’interno del Consiglio di Amministrazione, dei tre rappresentanti della magistratura:
ossia un consigliere del Consiglio di Stato, un consigliere della Corte di Conti, e un consigliere della Corte di
Cassazione;
b)
la mancata previsione di una missione di concertazione con i rappresentanti dei settori professionali
interessati sui temi oggetto della missione del Centro (vedi art. 112 -2 del Code du Cinema e de l’image
animee);
c)
la mancata specificazione di una missione di studio e di statistica relativa al settore di competenza
(vedi art. 112- 2 del “Code du Cinema et de l’image animee”);
d)
la mancata imposizione di un obbligo di redazione dettagliata di un bilancio di previsione, che
enumeri i componenti del patrimonio del Centro e conseguente previsione di spesa;
e)
un bilancio consuntivo attestante come i fondi sono stati spesi, annualmente e dei risultati ottenuti
2
composto da suoni ed immagini in movimento coperto dal diritto d’autore”
qualunque sia la sua destinazione/fruizione: sala cinematografica,
e/o trasmissione televisiva e/o consumo individuale (DVD, VOD e/o Direct to Consumer)
e/o diffusione tramite il WEB, e comprendente una ampia gamma di generi. Ci pare
importante precisare come il sostegno all’opera audiovisiva debba essere destinato alla
promozione di generi differenti, così stimolando e promuovendo (come da Direttive UE) la
diversità culturale. Un recente report fornito dalla DG Cinema indica infatti che sul
mercato italiano si assiste a una scarsissima varietà di generi.
4) TIPOLOGIA DEGLI INCENTIVI
In relazione alla divisione degli aiuti tra incentivi automatici e incentivi selettivi,
DOC/it è convinta che la vera molla per sviluppare il mercato dell’audiovisivo in
Italia e portarlo al livello del resto d’Europa sia riservare la gran parte dei
finanziamenti a favore di quelli automatici. Solo così verrà creata una base di
certezza su cui i produttori indipendenti potranno muoversi sul mercato in modo
rapido e con una precisa consapevolezza delle risorse a loro disposizione. Gli
incentivi selettivi a nostro giudizio vanno invece riservati a quelle opere di
particolare interesse per il loro carattere sperimentale ed innovativo che altrimenti
non vedrebbero mai la luce. Non dobbiamo dimenticare infatti che il DDL ha
come fine prioritario quello di stimolare un mercato stagnante. La nostra proposta
è di riservare l’80% dei finanziamenti agli incentivi automatici e il 20% a quelli
selettivi.
5) NON CUMULABILITA’ DEGLI INCENTIVI
DOC/IT ritiene che le norme previste dal DDL sulla non cumulabilità dei
finanziamenti automatici con quelli selettivi rappresentino, al di là delle intenzioni
del legislatore, un elemento di incertezza che avrebbe l’effetto di disincentivare il
produttore indipendente, anziché spingerlo verso quei prodotti di particolare
interesse culturale ed artistico sperimentando nuovi linguaggi che il DDL vuole
promuovere.
6) PREMIARE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL PRODOTTO
Fino ad oggi il Documentario e la “non fiction” più in generale sono stati
sostanzialmente esclusi da ogni concreta forma di sostegno, con le sole eccezioni
introdotte, con molta fatica, dal Mibact e della recentissima estensione del TAX
credit anche ai prodotti televisivi. Per il resto il documentario è stato rigorosamente
escluso da ogni aiuto. Nonostante questa evidente discriminazione, e forse proprio
come conseguenza di essa, quei pochi produttori indipendenti Italiani che sono
3
riusciti a sopravvivere hanno sviluppato la capacità di costruire coproduzioni
internazionali. Per questo essi rappresentano un comparto che più di ogni altro può
dar vita ad un settore sano ed economicamente produttivo per il Paese. Ma
questo avverrà solo se i produttori indipendenti Italiani saranno messi in condizioni
di poter competere ad armi pari con i loro omologhi europei.
Per aiutare, anzi per spingere l’intero comparto dell’audiovisivo verso una vera
internazionalizzazione, DOC/IT chiede che il DDL preveda all’interno dei
finanziamenti automatici un premio speciale per le coproduzioni internazionali.
Tale premio deve essere destinato a quei produttori indipendenti italiani che
abbiano saputo reperire sui mercati esteri una parte significativa del Budget di
produzione dell’opera. Lo scopo di tale premio e quello di permettere al produttore
italiano di sedersi al tavolo delle trattative internazionali disponendo di investimenti
paragonabili a quelli degli omologhi francesi, tedeschi o inglesi. DOC/IT suggerisce
di definire una percentuale variabile legata alla % dei finanziamenti che il
produttore indipendente italiano ha trovato all’estero secondo una tabella
progressiva.
7) OBBLIGHI DI INVESTIMENTO E PROGRAMMAZIONE
DOC/it si richiama al documento allegato sottoposto al governo e di cui riassume
qui tre punti essenziali:
A) Un punto di cruciale importanza, qualunque sia l’indirizzo che il DDL prenderà,
resta la definizione di produttore indipendente che a nostro parere è il fulcro che
determinerà il successo o il fallimento del riassetto del comparto audiovisivo. A
questo proposito alleghiamo le considerazioni che DOC/it ha elaborato per una
proposta di revisione dell’articolo 44 del TUSMAR.
Richiamandoci all’allegato, riteniamo indispensabile che la figura del produttore
indipendente vada chiaramente differenziata da quella del produttore esecutivo
e/o dell’appaltatore. Non può essere considerato produttore indipendente chi non
detiene una parte significativa dei diritti dell’opera, una quota cioè che lo motivi a
costruire coproduzioni e ad impegnarsi nel suo sfruttamento. Né può essere
considerato produttore indipendente chi lavora in modo preponderante per lo
stesso cliente. La proposta di DOC/IT è che il “produttore indipendente” per essere
considerato tale, e poter accedere ai finanziamenti, debba detenere almeno il
25% dei diritti di sfruttamento dell’opera e non aver fatturato negli ultimi tre anni più
del 70% con lo stesso cliente.
4
B) DOC/it chiede poi al legislatore di porre attenzione al modello inglese. Dal 2004
la Gran Bretagna definisce in modo stringente la figura e i requisiti dei produttori
indipendenti e demanda ai loro rappresentati e a quelli dei singoli canali di
incontrarsi una volta l’anno per scrivere e rivedere Best Practices da seguire per la
produzione
dei
contenuti
e
per
il
rispetto
degli
obblighi
di
investimento/programmazione imposti dalla Direttiva 13/2010. Demanda poi ad
un’Authority, l’OFCOM, di sorvegliare il rispetto delle disposizioni di legge ed
intervenire nel caso in cui queste non siano applicate correttamente. Il sistema
inglese, sulla base dell’esperienza che i nostri associati hanno avuto coproducendo sia con la Francia che con l’Inghilterra, pare decisamente più snello e
quindi meno costoso, ma soprattutto molto più efficiente ad adattarsi ai veloci
cambiamenti del settore. Doc/it suggerisce, quindi, di ridefinire il ruolo di AGCOM e
di delegarle, di concerto con le associazioni di categoria, la scrittura di un codice
di comportamento (sul modello del Britannico Television Corporation Code of
Practice for Commissioning Programmes from Independent Producers) che fissi le
regole e le procedure in materia di acquisto, pre-acquisto, produzioni e
coproduzioni di opere di produzione indipendente. A tal fine AGCOM è tenuto a
convocare i rappresentanti dei Broadcasters pubblici e privati e i rappresentanti
delle associazioni dei produttori indipendenti e a redigere, con il loro apporto,
regolamenti specifici per tipologia di Broadcaster. Tali codici di comportamento
dovranno essere rivisti con regolarità per essere adeguati alle novità e ai
cambiamenti del mercato, e comunque ogni volta che una delle parti lo ritenga
necessario. Di fondamentale importanza sarebbe poi prevedere un più puntuale
intervento di controllo dell’Agcom, e soprattutto che la legge preveda per il
Broadcaster inadempiente non solo il pagamento della sanzione, ma anche
l’obbligo di trasmettere e finanziare la quota evasa nel corso dell’anno successivo.
C) Doc/it chiede infine che venga ridefinita in modo chiaro la tipologia di opere
che la legge considera eleggibili per entrare a far parte delle quote di investimento
e di programmazione. E’, infatti, di vitale importanza destinare le quote di
investimento alle opere ad utilità ripetuta che si basano su un reale lavoro autoriale
e che posseggono le caratteristiche di prodotto esportabile. A questo fine
proponiamo la definizione di opere “Scripted&Factual”.
D) Inoltre, al fine di sostenere le piccole e medie società di produzione del nostro
Paese (obiettivo anch’esso delle Direttive UE) e dunque supportare la produzione
italiana, si richiede di destinare almeno parte delle quote di investimento alle
opere audiovisive “Scripted&Factual” recenti, italiane. Attualmente, infatti, vi è una
5
sottoquota riservata alle sole opere cinematografiche italiane destinate al
prioritario sfruttamento nella sala, ma tale riserva non è più in linea con l’evoluzione
del mercato, come sopra ampiamente argomentato.
6