Cinema e filosofia l logico e filosofo polacco Alfred Tarski sviluppò la
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Cinema e filosofia l logico e filosofo polacco Alfred Tarski sviluppò la
Cinema e filosofia HOLY MOTORS DI LEOS CARAX I semantici e ciò che essi designano (espressioni come “nome”, “designazione” e, per l’appunto, “verità”). Nel caso specifico, l’enunciato “io sto mentendo” ci dice qualcosa non solo su un fatto del l logico e filosofo polacco Alfred Tarski sviluppò la propria teoria mondo, e cioè che sto proferendo qualcosa di falso, ma anche su una semantica della verità nel tentativo di risolvere una delle più celebri proprietà che caratterizza l’enunciato stesso, ossia il suo valore di verità. antinomie della storia della filosofia: quella del mentitore. La struttura Secondo Tarski, quando si parla dei predicati che si vuol attribuire a del paradosso è molto semplice. Qual è il valore di verità di un un enunciato, è bene distinguere due livelli linguistici per evitare di enunciato quale “Io sto mentendo”? È vero o falso? Quale che sia la cadere nel paradosso. Il primo è costituito dal linguaggio oggetto, ossia dal risposta, “io sto mentendo” sembra esprimere una proposizione auto linguaggio di cui si vuole parlare. Il secondo livello è quello del contraddittoria. Infatti se l’enunciato è vero, allora affermo la verità del metalinguaggio, consistente in un linguaggio più ampio di quello oggetto, fatto che quanto sostengo è falso. Se l’enunciato è falso, significa che sto che ci mette nella condizione di discutere delle proprietà del linguaggio dicendo la verità e che dunque, de facto, non sto mentendo. In altre oggetto stesso. parole, nel momento in cui affermo di non fare un’affermazione vera, In questa prospettiva, l’asserzione nego anche la verità di quanto affermo. L’insolubilità del paradosso è però solo apparente. Il cortocircuito semantico che abbiamo appena «l’enunciato “io sto mentendo” è vero solo se dico il falso in un esaminato periodo di tempo t» è spiegabile, secondo Tarski, nella misura in cui si comprende che esso è determinato dal carattere autoreferenziale dell’enunciato in questione. Il linguaggio comune è infatti composto non genera alcuna contraddizione, poiché l’espressione metalinguistica non solo da oggetti linguistici che si riferiscono a entità extralinguistiche “l’enunciato E è vero solo se e” si limita a indicarci quali sono le (parole come “cane”, “stetoscopio”, “io”, “papaya”), ma anche da un condizioni fattuali che rendono E, ossia l’enunciato formulato nel insieme di termini che si riferiscono alla relazione fra tali oggetti linguaggio oggetto, un enunciato vero. Se volessimo porre la questione 1 Quaderni della Ginestra in termini più semplici, il metalinguaggio è per Tarski una sorta di Nolan o la gran parte della produzione dei Cohen. panopticon che sovrasta gli universi linguistici in cui l’uomo è immerso: un Tutti questi autori rimangono come ammaliati dalle conseguenze punto di osservazione privilegiato che gli consente di affermare che, in paradossali dell’aporia del mentitore. Anzi, si potrebbe forse dire che i un sistema linguistico definito e chiuso, un enunciato è vero se e solo se loro film traggono linfa vitale proprio dal passaggio indiscriminato da denota uno stato di fatto reale. un livello linguistico all’altro, dando spazio, senza soluzione di Gli ultimi venti anni hanno visto la preminenza di un approccio continuità, ora alla narrazione vera e propria di una storia, ora alla postmodernista al cinema, laddove immagini e inquadrature dei film riflessione sugli elementi costitutivi della dimensione cinematografica. sono state impiegate non per parlare di una realtà fattuale filtrata e Ad un primo sguardo, Holy Motors di Leos Carax non sembra rielaborata dalla sensibilità dell’autore, ma di una dimensione finzionale distaccarsi da questo filone. Un uomo d’affari esce dalla propria villa, autoreferenziale, sganciata dal reale, radicata nella virtualità del nostro bardato di un abito cucito su misura, scarpe con la mascherina, immaginario collettivo. Sotto questo rispetto sono postmoderne par ventiquattrore d’ordinanza. Fuori dal cancello, l’aspettano una limousine exellance pellicole come Pulp Fiction o Kill Bill di Tarantino, la cui bianca come l’avorio e un’autista bionda di mezza età. Salito dimensione di senso è costituita dal gioco rimandi al già visto, dalla nell’abitacolo, il manager chiede alla sua accompagnatrice quanti commistione filologica e pirotecnica dei generi e dei codici appuntamenti lo attendono durante la giornata. Poi squilla il cellulare: cinematografici. Uma Thurman con una katana insanguinata in mano, parla dell’andamento della borsa, delle difficoltà della multinazionale di che piroetta sulle note di Ennio Morricone, immortalata da un cui è a capo, dell’opportunità di potenziare la scorta personale. Nel primissimo piano a là Sergio Leone. Postmoderne sono opere come mentre, però, il nostro personaggio comincia a spogliarsi. O meglio, a Matrix dei fratelli Wachowski e The Truman Show di Peter Weir, che mutare. Capelli e sopracciglia sono posticci. Il ventre è imbottito. Le tematizzano il trionfo della fiction sugli hard facts creando mondi possibili guance cadenti sono protesi di silicone. di per sé inesistenti. Postmoderni sono i film che decostruiscono la Perché la limousine è in realtà un camerino semovente. Il nostro linearità consequenziale della narrazione, come Memento di Cristopher squalo del capitalismo, che scopriamo chiamarsi Oscar, un attore. Holy 2 Cinema e filosofia IL MURO POST -INDUSTRIALE STRADA BUDE LLUNGO, PARMA 3 Quaderni della Ginestra Motors la cronaca di una sua normale giornata di lavoro, in cui èchiamato Ma sarà proprio così? a interpretare ruoli molto diversi fra loro, in film che appartengono ai Prologo. Passano in video le cronofotografie di Étienne Jules Marley generi più vari. Oscar ora è un killer baffuto e spietato in un gangster dedicate allo studio del movimento umano. Un uomo magro e movie, ora un padre in rotta con la figlia adolescente in un film brizzolato, Leos Carax stesso, si sveglia da un lungo sonno e trova una drammatico, ora un fisarmonicista in un musical, ora un clochard porta misteriosa nella propria camera da letto. La apre. Al di là della anarchico e allucinato in una pellicola grottesca, ora un anziano morente soglia, un enorme sala cinematografica, incastrata fra finiture in radica che si confida con la nipote in un film intimista, ora un atleta coperto di scura e seggiolini di tela rossa. Seduti, spettatori imbambolati, sensori chiamato a realizzare una sequenza (bellissima, spettacolare) in addormentati, di fronte ad schermo in cui vengono proiettate immagini motion capture. che non vediamo noi, che non vedono loro. Si tratta di pochi secondi, in Il film è pieno di citazioni, laddove per esempio gioca dialetticamente cui il regista veste i panni di Tarski e mostra agli spettatori che fra l’identità anagrafica degli attori e quella determinata dalla loro l’impianto metafilmico non è impiegato per creare paradossi narrativi, o carriera. Il camaleontico protagonista, nella realtà Denis Lavant, trame multilivello, funzionali a alimentare l’intrattenimento d’evasione, a impersona il suo reale ruolo professionale. Kylie Minogue, mentre mascherare la povertà d’idee, a soddisfare l’autocompiacimento canta, recita nella parte di sé stessa. Edith Scob, che qui interpreta dell’autore. Carax utilizza esplicitamente un metalinguaggio per parlare, l’autista e segreteria personale di Oscar, nel finale indossa quella stessa delle stato di salute del linguaggio cinematografico contemporaneo e del maschera di cera che le copriva il volto quando, nel ’60, recitava la parte suo rapporto con la realtà, per formulare una personale diagnosi che, di Christiane in Occhi senza volto. Ognuno dei singoli blocchi narrativi è alla fine dei conti, non è celebrativa né incoraggiante. un piccolo e raffinato esercizio di stile a sé stante, e va a costituire un Come fare a immedesimarsi e distaccarsi continuamente dai ruoli as- patchwork metafilmico cervellotico, manierista, ermetico, apparentemente segnati, si chiede Oscar, se le cineprese digitali sono quasi invisibili? votato all’esibizione sfacciata di erudizione cinefila e virtuosismo Dove sta la bellezza e l’originalità del prodotto d’arte cinematografico, tecnico. se gli steccati fra fiction e realtà sono venuti meno? E un attore in crisi 4 Cinema e filosofia d’identità come può aspirare a comunicare con spettatori che, fuori dal- soluzione in tal senso. Come Tarski non ci dice cosa sia la verità, ma so- le sale di proiezione, sono sempre più simili a personaggi in cerca lo a quali condizioni un enunciato possa essere considerato vero, così d’autore, sempre più incapaci di unificare in una narrazione coerente del Carax non ci dice come il cinema debba rapportasi alla realtà e rappre- sé i differenti ruoli sociali in cui si trovano quotidianamente immersi? sentarla. Si limita a sostenere che la settima arte debba tornare a farlo, Perché Oscar, non diversamente da chi lo guarda, è un essere umano senza più baloccarsi con l’immaginario che ha creato, senza più crogio- travagliato, non più in grado di comprendere se è chiamato ad assumere larsi in una riflessione puramente estetica sull’enorme quantità di mate- personalità multiple per scelta volontaria, per vocazione, o per cause e- riale fittizio di cui oggi disponiamo. tero dirette, determinate dalla sua particolare condizione sociale e pro- CORRADO PIRODDI fessionale. Alla luce di queste considerazioni, la prospettiva esplicitamente metalinguistica di Carax sembrerebbe rivolgersi non solo alla dimensione SCHEDA filmica, ma anche alla più generale Weltanschauung in cui il cinema stesso Titolo originale: Holy Motors si radica. Senza dubbio, i film possono essere un ottimo termometro per Nazione: Francia, Germania capire la temperie ideologica attraverso cui interpretiamo il mondo in Anno: 2012 una determinata congiuntura storica. E, a parere di chi scrive, il mondo Durata: 115' Regia: Leos Carax Cast: Denis Lavant, Edith Scob, Eva Mendes, Kylie Minogue, post-11 settembre, con la sequela di eventi drammatici che lo caratterizzano, necessita di narrazioni che ne agevolino la comprensione, piuttosto che di rappresentazioni volte a sostenere che la virtualità massificata Cordelia Piccoli, Elise Lhommeau del nostro immaginario collettivo sia l’unica forma di realtà di cui valga Produzione: la pena parlare. Holy Motors, pur spingendo al parossismo l’approccio Pierre Grise Productions, Theo, Arte France Cinéma, Pandora Film, Wdr/Arte postmodernista per criticarne l’autoreferenzialità, non fornisce alcuna 5