L`Europa balla il “Two

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L`Europa balla il “Two
Beyond Bulls & Bears
Prospettive di Franklin Templeton Investments
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L’Europa balla il “Two-Step”
Date : 6 agosto 2013
Negli ultimi anni, l’eurozona è sembrata passare da una crisi all’altra,
senza una chiara prospettiva di soluzione: mentre le autorità sono
impegnate a superare una crisi su un mercato, altrove ne scoppia una
nuova. Il focolaio più recente è stato il Portogallo, dove il
Presidente, Cavaco Silva, è stato costretto a intervenire per sostenere
il programma di salvataggio del paese. Nuovi problemi tornano a
profilarsi in Italia, il cui credito sovrano è stato declassato da una
primaria agenzia di rating. È quasi come se l’Europa stesse vivendo, in
una versione da incubo, il “two-step dance”, ballo country in cui ogni
piccolo passo in avanti è immediatamente seguito da uno all’indietro.
Mentre la situazione politica in tutta Europa sta vivendo momenti
contrastanti, l’economia della regione è entrata in una fase di svolta.
Una ripresa duratura dipende in parte dalla salute dell’economia
globale, soprattutto della Cina e degli Stati Uniti, i due maggiori
partner commerciali dell’UE. I dati cinesi che indicano un calo dei
tassi di crescita e una crisi dei finanziamenti a livello nazionale
tuttavia non dovrebbero essere sopravvalutati, poiché il paese
continuerà ad essere uno dei maggiori propulsori dell’economia globale.
Negli Stati Uniti, l’economia ha evidenziato segnali incoraggianti di
ripresa, in parte perché i politici sono sfuggiti alla tentazione (o è
mancata la volontà politica) di imporre pesanti misure di austerità.
Uwe Zoellner, Head of European Equity, e Mike Clements, Portfolio
Manager, Franklin Equity Group©, ritengono che, a fronte di un
miglioramento economico in questo contesto di prospettive
macroeconomiche favorevoli, le opportunità di investimento in Europa
siano migliori di quanto non pensino numerosi investitori.
Pur sostenendo che i giorni più gloriosi per il mondo sviluppato
appartengono oramai al passato, Zoellner riscontra segnali di progressi
sostenibili.
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“In Europa, la situazione è notevolmente migliorata negli ultimi dodici
mesi. A mio giudizio, il quadro per i mercati azionari è positivo, ma
non credo in un ritorno all’età dell'oro, ossia l’epoca compresa tra la
fine degli anni Novanta e il 2008, perché quel livello di crescita
alimentata dal debito non sarà più ripetibile. I tassi di crescita
saranno probabilmente più modesti in tutto il mondo, ma in compenso
dovrebbero essere più sostenibili.”
Un orizzonte di lungo periodo per i mercati azionari europei
Zoellner prevede una fase rialzista per i titoli azionari europei, anche
se accompagnata da una certa volatilità.
“Pur sottolineando che le prospettive a lungo termine per l’Europa
rimangono positive, penso che continueremo ad assistere a una certa
volatilità in futuro e gli ultimi mesi hanno dimostrato che la
volatilità è una condizione alla quale dobbiamo abituarci anche se, a
nostro avviso, può offrire opportunità. Adottiamo un approccio bottom-up
nella selezione dei titoli e un processo basato sulla valutazione delle
singole società. Tendiamo ad assumere uno stile contrarian, in quanto la
nostra filosofia e il nostro approccio ci conducono spesso verso
segmenti di mercato trascurati da altri investitori. Penso che
quest’anno il nostro approccio sarà più importante che mai, perché con
queste condizioni di mercato non si può procedere ad acquisti
indiscriminati. In particolare, è opportuno essere prudenti nei
confronti di certe società difensive con esposizione globale nei settori
del consumo che sono state tra quelle maggiormente preferite dagli
investitori ma al momento attuale hanno valutazioni piuttosto elevate.
“Molti investitori hanno ridotto gli orizzonti d’investimento preferendo
una maggiore prudenza a causa dell’incertezza di mercato e delle notizie
sul fronte dei declassamenti. Ritengo tuttavia che ora gli investitori
stiano considerando le prospettive a lungo termine per i titoli azionari
europei e valutando il loro potenziale di rialzo. Il quadro di lungo
periodo in Europa appare orientato verso ulteriori riforme strutturali.
Prevediamo che la situazione si andrà normalizzando in gran parte della
regione, e ciò dovrebbe fungere da futuro propulsore delle performance.”
Ripresa dell’eurozona
Zoellner ritiene che il calo dei costi unitari del lavoro rappresenti
un’ottima opportunità di ripresa nell’eurozona.
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“Vari paesi europei stanno riducendo i costi del lavoro. Gli oneri da
sostenere per la riunificazione del paese hanno indotto la Germania ad
affrontare il problema ben prima della crisi globale e ha dovuto
apportare modifiche alla propria economia che hanno migliorato i suoi
costi unitari del lavoro e il vantaggio competitivo all’interno
dell’eurozona. Di contro, in altri paesi dell’eurozona i costi sono
aumentati mentre l’efficienza diminuiva, e ora spetta a loro adottare
misure per ridurre i costi.
“L’Irlanda è stato il primo paese dell’eurozona a compiere progressi
reali sul fronte delle riforme economiche strutturali. Ma non è la sola
ad aver adottato un’economia di austerità, in quanto riforme simili sono
in via di attuazione in altri paesi dell’eurozona. In Spagna, il costo
unitario del lavoro è diminuito del 10% rispetto ai massimi storici,
dimostrando i progressi compiuti grazie a queste riforme. Riscontriamo
chiari progressi in numerosi paesi, dove il calo del costo unitario del
lavoro si traduce in una maggiore competitività.
“Il fattore incoraggiante è dato dai dati di mercato che, secondo le
società nell’Europa meridionale, stanno diventando più competitivi. Le
società spagnole, gravate dalla crescita debole del mercato nazionale,
hanno dovuto guardare oltre frontiera alla ricerca di opportunità di
crescita interessanti. Questo è un tema ricorrente in tutta la regione.
Si tratta di un processo lento, che potrebbe richiedere dai tre ai
cinque anni, ma siamo convinti che si registreranno progressi. Inoltre,
in termini di dinamiche reali, pensiamo che l’economia globale dovrebbe
essere propizia per questa crescita incrementale.
Riconosciamo alcuni paesi ancora in ritardo, ad esempio Italia e
Francia, dove persiste una resistenza politica al processo di riforma.
Tuttavia, in generale, riteniamo di avere buoni motivi per essere
ottimisti poiché le misure di riforma dovrebbero sostenere la
redditività e generare un potenziale significativo per i mercati
azionari in Europa.”
Costo del lavoro in Europa Indice del costo unitario del lavoro
(ribasato a 100)
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Fonte: Unit Labour Costs – Annual Indicators,
http://stats.oecd.org.
© OECD 2013,
Aspetti interessanti delle Small Cap
Nell’universo azionario, molti investitori alla ricerca di titoli sicuri
graviteranno verso le società a larga capitalizzazione, o large cap,
piuttosto che verso le small cap, ritenendo che abbiano maggiori
probabilità di sovraperformare, o quanto meno di sopravvivere. In
un’ottica contrarian, Clements crede nelle opportunità d’investimento
riscontrabili adottando un approccio estremamente selettivo focalizzato
sui titoli di alta qualità, molti dei quali possono essere individuati
nel segmento della piccola e media capitalizzazione.
“Non perdiamo molto tempo ad analizzare se le small cap registrino buone
performance rispetto alle large cap. Tuttavia, in Europa esistono
numerose società a piccola capitalizzazione che vantano ottimi business
model, ma sono ignorate da altri investitori. Ciò può dare luogo a
valutazioni più interessanti. Per esempio, abbiamo recentemente
individuato una società britannica nell’industria marittima che è
decisamente un leader di mercato, ha un bilancio solidissimo e vanta ROE
elevati, ma presenta valutazioni interessanti perché il settore in cui
opera non è attualmente tra quelli favoriti dal mercato.”
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Per gli investitori europei che intendono operare in aree più vicine al
proprio paese, è possibile che – sebbene l’andamento altalenante
dell’economia europea non si sia ancora esaurito – le opportunità siano
migliori di quanto temuto.
Quali sono i rischi?
Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la perdita del
capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di
conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero
ammontare del proprio investimento. I prezzi delle azioni subiscono
rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di
fattori che riguardano singole società, particolari industrie o settori
o condizioni di mercato generali. Gli investimenti esteri comportano
rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e
sviluppi politici. Gli investimenti nei mercati emergenti implicano
rischi accentuati connessi con gli stessi fattori, oltre a quelli
associati alle dimensioni relativamente minori e ai volumi inferiori di
liquidità dei mercati in questione. L’attuale incertezza politica che
grava sull’Unione europea (UE) e sui paesi membri può accentuare la
volatilità di mercato. L’instabilità finanziaria di alcuni paesi
dell’Unione europea, quali Grecia, Italia e Spagna, in combinazione con
il rischio del conseguente impatto su altri paesi più stabili, può
accrescere il rischio economico dell’investimento in società europee.
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