Integrali multipli secondo Riemann
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Integrali multipli secondo Riemann
Integrali multipli secondo Riemann F.Portelli 2 Indice 1 Integrali doppi 1.1 1.2 1.3 1.4 Prime denizioni . . . . . . . . . . . . . . Teoremi sulle funzioni Riemann-integrabili Teoremi per il calcolo degli integrali doppi Integrali doppi impropri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 . 5 . 6 . 8 . 10 2 Integrali tripli 11 3 Integrali di supercie 13 2.1 Teoremi per il calcolo degli integrali tripli . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 3.1 Denizioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 3.2 Teroema della divergenza e del rotore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 3 4 INDICE Capitolo 1 Integrali doppi 1.1 Prime denizioni DEFINIZIONE Dati K: [a, b)x[c, d) ⊂ R2 , f:K→ R limitata e data P=P1 xP2 partizione del rettangolo K, dove P1 ={x0 ,x1 ,. . .,xn } è una partizione di [a, b) e P2 ={y0 ,y1 ,. . .,ym } è una partizione di [c, d) e indicato con Kij =[xi , xi−1 )x[yj , yj−1 ) il rettangolo generico della partizione di K, deniamo: n X m X (xi − xi−1 )(yj − yj−1 )mij = s(f, P ) i=1 j=1 somma di Riemann inferiore, con mij =inf f per (x, y)∈Kij . Deniamo: n m XX (xi − xi−1 )(yj − yj−1 )Mij = S(f, P ) i=1 j=1 somma di Riemann superiore, con Mij =sup f per (x, y)∈Kij . Osservazione: in parole povere la costruzione che si è fatta consiste nell'aver denito due somme, una riguardante parallelepipedi di base Kij ed altezza gli estremi inferiori della funzione relativi ai rettangoli di partizione (che saranno limitati in quanto f è limitata su K), e quindi il volume da essa occupata sarà inferiore a quello `occupato' da f su K, mentre l'altra somma darà come risultato un volume superiore a quello `occupato' da f su K. DEFINIZIONE Dati K: [a, b)x[c, d) ⊂ R2 , f:K→ R limitata, deniamo: Z − f (x, y) dx dy = sup(s(f, P )) K integrale inferiore di f su K. Deniamo: Z + f (x, y) dx dy = sup(S(f, P )) K integrale superiore di f su K. DEFINIZIONE Dati K: [a, b)x[c, d) ⊂ R2 , f:K→ R limitata, diremo che f è Riemann integrabile su K se: Z − Z + f (x, y) dx dy = K f (x, y) dx dy. K 5 6 CAPITOLO 1. INTEGRALI DOPPI Il valore per il quale si ha tale uguaglianza prende il nome di integrale di Riemann di f su K e si indica con: Z f (x, y) dx dy K 1.2 Teoremi sulle funzioni Riemann-integrabili TEOREMA Dati K: [a, b)x[c, d) ⊂ R2 , f:K→ R limitata, anche se f non è Riemann-integrabile, si ha comunque che: Z − Z + f (x, y) dx dy ≤ K f (x, y) dx dy. K Prima di dimostrare questo teorema, dimostriamo un lemma che si rivelerà utile: LEMMA 0 Dati K: [a, b)x[c, d) ⊂ R2 , f:K→ R limitata, comunque si prendano due partizioni P e 00 P partizioni di K, si ha sempre: 0 00 s(f, P ) ≤ S(f, P ) DIMOSTRAZIONE 0 00 La disuguaglianza è se P =P in quanto si ha, valutando la dierenza tra somme di Riemann superiori ed inferiori: n X m X n X m n X m X X (xi −xi−1 )(yj −yj−1 )Mij − (xi −xi−1 )(yj −yj−1 )mij = (xi −xi−1 )(yj −yj−1 )(Mij −mij ) ≥ 0 i=1 j=1 i=1 j=1 i=1 j=1 in quanto in uno stesso rettangolo di partizione l'estremo superiore della funzione0 sar00à sempre maggiore o uguale all'estremo inferiore, quindi vale la disuguaglianza. Se P 6=P , risulta necessario introdurre il concetto di partizione più o meno ne: DEFINIZIONE 0 0 0 00 00 00 0 00 Date00 P =P partizioni di K0 : [a, b)x[c, d), diremo che P1 è più ne di P1 1 xP 2 e P =P1 xP2 0 0 00 00 0 00 se P1 ⊂P1 , P2 è più ne di P2 se P2 ⊂P2 e P è più ne di P se valgono una o entrambe le condizioni precedenti. Passiamo ora ad un altro lemma che ci aiuterà con la dimostrazione: LEMMA 0 0 0 00 00 00 Dati K: [a, b)x[c, d) ⊂0 R2 , f:K→ R limitata e date P =P1 xP2 e P =P1 xP2 partizioni di 00 K: [a, b)x[c, d), con P più ne di P , si ha: 00 0 0 00 s(f, P ) ≤ s(f, P ) ≤ S(f, P )S(f, P ) DIMOSTRAZIONE Basta mostrare che, aggiungendo un solo punto a una delle due partizioni, la somma di Riemann inferiore non può decrescere e quella inferiore 00crescere. A tal proposito, presa 00 00 00 P =P1 xP2 , supponiamo di aggiungere un punto x in P1 nella posizione tra xk−1 ed xk e di valutare la dierenza tra le somme di Riemann inferiori (per le superiori si fa un ragionamento analogo). Abbiamo dunque: n X m X i=1 j=1 00 (xi − xi−1 )(yj − yj−1 )mij = s(f, P ) 1.2. 7 TEOREMI SULLE FUNZIONI RIEMANN-INTEGRABILI n m m m X X X X 0 00 0 (xi −xi−1 )(yj −yj−1 )mij + (x−xk−1 )(yj −yj−1 )mij + (xk −x)(yj −yj−1 )mij = s(f, P ) i=1,i6=k j=1 j=1 j=1 Valutando la dierenza, siccome la somma totale delle aree dei rettangoli di partizione di K è la stessa, occorre valutare la dierenza tra gli estremi inferiori relativi soltanto ai rettangoli in cui ho inserito il nuovo punto. Chiamato Kkj il rettangolo compreso tra 0 xk−1 , xk e le generiche y della partizione, Kkj il rettangolo compreso tra x e xk−1 e le 00 generiche y, Kkj il rettangolo compreso tra xk e x e le generiche y: m X j=1 ? area(Kkj )mkj ≤ m X 0 0 area(Kkj )mkj + j=1 m X 00 00 area(Kkj )mkj j=1 La disuguaglianza risulta essere vera in quanto, passando da insiemi grandi ad insiemi più piccoli gli estremi inferiori non possono che aumentare. Allo stesso modo, cambiando il verso della disuguaglianza si dimostra la parte con gli estremi superiori, facendo la considerazione opposta sul passaggio da insiemi grandi a piccoli.CVD Tornando al lemma precenente, se avessi due partizioni non confrontabili, potrei comun000 0 00 que prendere P =P ∪P come partizione più ne di entrambe, e quindi la disuguaglianza diverrebbe ovvia per il lemma appena dimostrato e, tornando inne al teorema di prima, risulta ovvio passando agli integrali.CVD TEOREMA Dati K: [a, b)x[c, d) ⊂ R2 , f:K→ R limitata, allora è equivalente aermare che: 1-f è Riemann-integrabile su K; 2-∀ > 0, ∃ P partizione di K tale che S(f, P )-s(f, P )< DIMOSTRAZIONE 2⇒1 Per ipotesi, ∀ > 0, ∃ P partizione di K tale che S(f, P )-s(f, P )<. Presa due partizioni tale che la dierenza tra le somme di Riemann superiori relative a una partizione e quelle inferiori relative all'altra e, passando agli integrali, ovvero considerando gli integrali superiori ed inferiori, sia proprio uguale ad , posso sempre considerare l'esistenza di una terza partizione, più ne di entrambe (ad esempio l'unione tra le due partizioni) il che implica, per il lemma precedente, che la dierenza diminuisce di valore ma sarà sempre ≥0. Per arbitrarietà di la dierenza tenderà a 0, il che conferma la tesi. 1⇒2 Chiamato λ il valore dell'integrale su K di f e preso un intervallo di ampiezza cen0 00 trato in λ, so che posso prendere due partizioni qualunque di K tali che S(f,P )-s(f,P )<. Posso scegliere una partizione più ne di entrambe, ad esempio l'unione delle due parti000 000 zioni, e avrò, per lemma precedente, S(f,P )-s(f,P )<.CVD TEOREMA Dati K: [a, b]x[c, d] ⊂ R2 , f:K→ R continua, allora f è Riemann-integrabile. DIMOSTRAZIONE Siccome f è continua su un compatto, per il teorema di Heine-Cantor f è anche uniformemente continua su K. ∀ > 0, ∃δ > 0 tale che, presi P1 e P2 , se d(P1 ,P2 )<δ , allora d(f(P1 ),f(P2 ))< per HeineCantor. Scelgo una partizione P tale che in ogni rettangolo di partizione si abbia la diagonale di lunghezza <δ , quindi valuto la dierenza tra somme di Riemann superiori ed inferiori: n X m n X m n X m X X X (xi −xi−1 )(yj −yj−1 )Mij − (xi −xi−1 )(yj −yj−1 )mij = (xi −xi−1 )(yj −yj−1 )(Mij −mij ) i=1 j=1 i=1 j=1 i=1 j=1 Avendo ssato la partizione in modo tale da rendere valide le ipotesi del teorema di Heine-Cantor, (Mij -mij )<, essendo sup ed inf valori che la funzione può assumere nel 8 CAPITOLO 1. INTEGRALI DOPPI rettangolo di partizione. Per arbitrarietà di , posso sceglierlo come quindi si ha: n X m X n (xi −xi−1 )(yj −yj−1 )(Mij −mij ) ≤ i=1 j=1 (xn −x0 )(ym −y0 ) , m XX (xi −xi−1 )(yj −yj−1 ) = (xn − x0 )(ym − y0 ) i=1 j=1 CVD 1.3 Teoremi per il calcolo degli integrali doppi TEOREMA DI FUBINI (o dell'integrale iterato) Dati K: [a, b)x[c, d) ⊂ R2 , f:K→ R limitata. Supponiamo che f sia Riemann-integrabile su K e che, ∀y∈[c,d), ∀ x ssato si abbia che f(x,y) sia Riemann integrabile in [c,d) (nella R sola variabile y). Allora la funzione G(x)= cd f (x, y) dy è Riemann-integrabile su [a,b) e si ha: Z Z b G(x) dx = a f (x, y) dx dy K DIMOSTRAZIONE Presa P=Px xPy partizione di K, voglio dimostrare che: s(f, P ) ≤ s(G, Px )S(G, Px ) ≤ S(f, P ) Questo perchè, passando agli integrali, le somme rispetto a G e rispetto ad f convergerebbero entrambe allo stesso valore. Dimostriamo la disuguaglianza per le somme di Riemann superiori (per quelle inferiori è analoga). Abbiamo: S(G, Px ) = n X (xi − xi−1 )Mi i=1 dove Mi =sup G per x∈[xi−1 ,xi ). Tale estremo superiore coincide con il valore più alto che R G(x) assume nei sottintervalli di [a,b), ma ricordiamo che G(x)= cd f (x, y) dy e quindi ricordando che, per denizione, tale integrale è ≤S(f,Py ), abbiamo: n n X m X X (xi − xi−1 )Mi ≤ (xi − xi−1 )(yj − yj−1 )Mxi j i=1 j=1 i=1 Questo nuovo sup sarà a sua volta ≤Mij considerando che l'estremo superiore relativo ad un insieme che abbia x ssato e y variabile sarà sicuramente più piccolo di quello di un insieme con x e y variabili (passando da insiemi piccoli ad insiemi grandi gli estremi superiori non possono che aumentare), quindi: n X m X (xi − xi−1 )(yj − yj−1 )Mxi j ≤ i=1 j=1 n X m X (xi − xi−1 )(yj − yj−1 )Mij i=1 j=1 n X (xi − xi−1 )Mi ≤ i=1 n X m X (xi − xi−1 )(yj − yj−1 )Mij i=1 j=1 che è la nostra tesi.CVD DEFINIZIONE Dato K⊂R2 limitato, diremo che K è misurabile secondo Peano-Jordan se, denita χK : χK = 1 se (x, y) ∈ K 0 altrimenti 1.3. TEOREMI PER IL CALCOLO DEGLI INTEGRALI DOPPI 9 misura di K, essa è Riemann-integrabile su un rettangolo tale che K⊂A. Osservazione: tale denizione risulta essere ben posta in quanto essa non dipende dalla scelta del rettangolo A poiché, se prendessi due rettangoli diversi tra di loro ma entrambi contenenti K, l'integrale sulla parte esterna di K sarà identicamente uguale a 0 per entrambi i rettangoli. TEOREMA Dato K⊂R2 limitato, allora le seguenti aermazioni sono equivalenti: 1-K è misurabile secondo Peano-Jordan; 2-sup{area plurirettangoli contenuti in K}=inf{area plurirettangoli contenenti K}; 3-∂ K è misurabile secondo Peano-Jordan e ha misura 0. Osservazione: i plurirettangoli contenuti in K sono l'insieme di `rettangolini' che meglio approssimano K dall'interno, i plurirettangoli contenenti K invece lo approssimano dall'esterno. TEOREMA Date f,g:[a,b]→ R Riemann-integrabili, con f(x)≤g(x) ∀x∈[a,b], allora l'insieme K={(x,y)∈ R2 | x∈[a,b], f(x)≤y≤g(x)} è misurabile secondo Peano-Jordan (vale anche con f(y) e g(y)). DEFINIZIONE Dati K⊂ R2 misurabile secondo Peano-Jordan ed f:K→ R limitata. Sia A un qualsiasi rettangolo contenente A. Deniamo fe:A→ R così: fe = 1 se (x, y) ∈ K 0 altrimenti Diremo che f è Riemann-integrabile su K se fe è Riemann-integrabile su A e si ha: Z Z fe(x, y) dx dy = A f (x, y) dx dy K TEOREMA Siano g,h:[a,b]→ R Riemann-integrabili, con g(x)≤h(x), ∀x∈[a,b]. Sia K={(x,y)∈ R2 | x∈[a,b], g(x)≤y≤h(x)} e sia f:K→ R una funzione Riemann-integrabile su K tale che inoltre, ∀x∈[a,b], f(x,y) sia Riemann-integrabile sull'intervallo [g(x),h(x)]. R h(x) Allora, detta G(x)= g(x) f (x, y) dy , ∀x∈[a,b] ssato, avremo che G(x) è Riemann-integrabile su [a,b] e si ha: Z b Z G(x) dx = a f (x, y) dx dy K (Vale anche con g(y) ed h(y)) DEFINIZIONE Dati Ω e V aperti di Rn e Φ:Ω→V funzione biunivoca di classe C1 , diremo che Φ è un dieomorsmo tra Ω e V se anche Φ−1 è di classe C1 . TEOREMA (cambio di variabile per integrali doppi) Dati Ω e V aperti di R2 e Φ:Ω→V dieomorsmo tale che , indicata con JΦ = ∂Φ1 ∂u ∂Φ2 ∂u ∂Φ1 ∂v ∂Φ2 ∂v la matrice Jacobiana della trasformazione, essa abbia | det(JΦ )| che sia una funzione limitata su Ω, e che Ω sia misurabile secondo Peano-Jordan. Allora anche V è misurabile 10 CAPITOLO 1. INTEGRALI DOPPI secondo Peano-Jordan. Sia ora f:V→ R Riemann-integrabile su V. Allora anche (f◦Φ)| det(JΦ )| è Riemann su Ω e si ha: Z Z (f ◦ Φ) |det(JΦ )| du dv f (x, y) dx dy = V Ω 1.4 Integrali doppi impropri DEFINIZIONE Dato K⊂ R2 misurabile secondo Peano-Jordan ed f:K→ R non limitata. Sia Ωn una succesisione crescente di sottoinsiemi di K, tutti misurabili secondo Peano-Jordan e tali che f sia Riemann-integrabile su Ωn , ∀n∈ N. Supponiamo inoltre che Ωn `invada' tutto K, per n→ ∞ R. Diremo che K f (x, y) dx dy è un integrale improprio convergente se Z lim f (x, y) dx dy n→∞ Ωn è nito e non dipende dalla famiglia {Ωn } che si sceglie. Diverge se il limite è innito e non dipende dalla famiglia {Ωn } che si sceglie. In ogni altro caso si dice indeterminato. TEOREMA Dati K ed f in modo tale che abbia senso la denizione precendente, se f è a segno costante allora Z f (x, y) dx dy lim n→∞ Ωn non dipende dalla famiglia {Ωn } che si sceglie. TEOREMA Dati K ed f in modo tale che abbia senso la denizione precedente, se Z |f (x, y)| dx dy K converge, allora Z lim f (x, y) dx dy n→∞ Ωn converge e non dipende dalla famiglia {Ωn } che si sceglie. ESTENSIONE NEL CASO DI DOMINIO DI INTEGRAZIONE ILLIMITATO Dato K⊆ R2 non limitato e data {Ωn } una famiglia di sottoinsiemi di K tale che S {Ωn }=K, tutti misurabili secondo Peano-Jordan. Allora Z f (x, y) dx dy K converge se Z lim n→∞ f (x, y) dx dy Ωn è convergente e non dipende dalla famiglia {Ωn } che si sceglie. Diverge se il limite è innito e non dipende dalla famiglia {Ωn } che si sceglie. In ogni altro caso si dice indeterminato. Capitolo 2 Integrali tripli 2.1 Teoremi per il calcolo degli integrali tripli TEOREMA (integrale iterato per strati) Dati K=[a,b)x[c,d)x[e,f)⊂ R3 e f:K→ R Riemann-integrabile su K. Inoltre, ∀z∈[e,f), supponiamo che f(x,y,z) sia Riemann-integrabile su Kz =[a,b)x[c,d) e indichiamo con R G(z)= Kz f (x, y, z) dx dy . Allora G(z) è Riemann-integrabile su [e,f) e si ha Z f Z G(z) dz = e f (x, y, z) dx dy dz K TEOREMA (integrale iterato per li) Dati K=[a,b)x[c,d)x[e,f)⊂ R3 e f:K→ R Riemann-integrabile su K. Inoltre supponiamo che ∀(x,y)∈[a,b)x[c,d) si abbia che f(x,y,z) sia Riemann-integrabile su [e,f) e indichiamo R con G(x,y)= ef f (x, y, z) dz . Allora G(x,y) è Riemann-integrabile su [a,b)x[c,d) e si ha Z Z f (x, y, z) dx dy = f (x, y, z) dx dy dz Kz K TEOREMA (integrazione per strati generale) Dato K⊂ R3 misurabile secondo Peano-Jordan, f:K→ R che sia continua e limitata su K. Inoltre supponiamo che l'insieme Kz ={(x,y)∈ R2 |(x,y,z)∈ R3 }, ∀R z ssato, sia misurabile secondo Peano-Jordan. Indichiamo inne con G(z)= Kz f (x, y, z) dx dy , ∀z∈[e,f), dove e=inf{z∈ R|Kz 6=∅} e f=sup{z∈ R|Kz 6=∅}. Allora G(z) è Riemann-integrabile su [e,f) e si ha Z f Z G(z) dz = e f (x, y, z) dx dy dz K TEOREMA (integrazione per li generale) Dati V⊂ R2 misurabile secondo Peano-Jordan, g,h:V→ R continue e limitate e tali che g(x,y)≤h(x,y) e sia inoltre K={(x,y,z)∈ R3 |g(x,y)≤z≤h(x,y)} misurabile secondo PeanoJordan. Supponiamo f:K→ R continua e limitata su K. Allora, ∀(x,y)∈V, la funzione f(x,y,z) è Riemann integrabile sull'intervallo [g(x,y),h(x,y)] R h(x,y) e, detta G(x,y)= g(x,y) f (x, y, z) dz , abbiamo che G(x,y) è Riemann-integrabile su V e 11 12 CAPITOLO 2. si ha Z INTEGRALI TRIPLI Z G(x, y) dx dy = f (x, y, z) dx dy dz V K TEOREMA (cambio di variabili) Dati Ω e V aperti di R3 e Φ:Ω→V dieomorsmo tale che , indicata con JΦ = ∂Φ1 ∂v ∂Φ2 ∂v ∂Φ3 ∂v ∂Φ1 ∂u ∂Φ2 ∂u ∂Φ3 ∂u ∂Φ1 ∂w ∂Φ2 ∂w ∂Φ3 ∂w la matrice Jacobiana della trasformazione, essa abbia | det(JΦ )| che sia una funzione limitata su Ω, e che Ω sia misurabile secondo Peano-Jordan. Allora anche V è misurabile secondo Peano-Jordan. Sia ora f:V→ R Riemann-integrabile su V. Allora anche (f◦Φ)| det(JΦ )| è Riemann su Ω e si ha: Z Z (f ◦ Φ) |det(JΦ )| du dv dw f (x, y, z) dx dy dz = V Ω Capitolo 3 Integrali di supercie 3.1 Denizioni DEFINIZIONE Data Σ supercie semplice e sia ϕ:Ω → Σ una sua parametrizzazione, con Ω dominio `ammissibile' in R2 . Sia data inoltre f:Σ → R continua. Deniamo Z Z f x(u, v), y(u, v), z(u, v) kϕu ∧ ϕv k du dv. f dσ = Σ Ω DEFINIZIONE Deniamo usso di F attraverso Σ+ , con la supercie positivamente orientata: Z Σ Z hF, n bi dσ = dove abbiamo che n b(u, v) = Ω F ϕ(u, v) , n b(u, v) du dv ϕu (u, v) ∧ ϕv (u, v) kϕu (u, v) ∧ ϕv (u, v)k rappresenta la funzione del versore normale alla supercie Σ (deve essere una funzione continua e non nulla). Osservazione: nella formula per il calcolo del usso non abbiamo in generale il versore normale in quanto, ricordando la denizione generale di integrale di supercie, le norme dei versori si semplicano al numeratore e al denominatore. 3.2 Teroema della divergenza e del rotore DEFINIZIONE Dato V⊂ R3 ed F campo vettoriale di classe c1 su V, deniamo ∇·F = ∂F1 (x, y, z) ∂F2 (x, y, z) ∂F3 (x, y, z) + + ∂x ∂y ∂z divergenza di F. TEOREMA DELLA DIVERGENZA Data Σ supercie semplice chiusa e sia ϕ:Ω → Σ una sua parametrizzazione. Sia inoltre 13 14 CAPITOLO 3. INTEGRALI DI SUPERFICIE F un campo vettoriale di classe C1 denito su V, con V⊂ R3 su cui sia denita anche Σ. Allora Z Z ∇ · F (x, y, z) dx dy dz = d Ω F ϕ(u, v) , n b(u, v) du dv DEFINIZIONE Dato V⊂ R3 ed F campo vettoriale su V, deniamo i ∇ ∧ F = det ∂x F1 j ∂y F2 k ∂z F3 rotore di F. TEOREMA DEL ROTORE Data Σ supercie semplice e sia ϕ:Ω → Σ una sua parametrizzazione. Sia inoltre F un campo vettoriale di classe C1 denito su V, con V⊂ R3 su cui sia denita anche Σ. Allora Z Z D E Σ+ h∇ ∧ F, n bi dσ = 0 F γ(t) , γ (t) dt γ dove γ(t) è una parametrizzazione del bordo di Σ+ . Osservazione: una condizione suciente anchè un campio sia esprimibile come rotore è che l'insieme V di denizione F sia fortemente connesso (connesso per superci), ovvero ogni supercie in V deve essere omotopa all'identità, e che ∇ · F =0.