Cenni sul Qin Na

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Cenni sul Qin Na
Cenni sul Qin Na
“QIN"
in cinese significa "afferrare e catturare", nello stesso modo in cui un'aquila afferra la sua preda o
un poliziotto cattura un malvivente.
"NA"
significa "trattenere e controllare".
Quindi "Qin Na" si può tradurre come "afferrare e controllare". Oltre alle tecniche di presa, che ne
suggeriscono il nome, l'arte del Qin Na comprende anche tecniche di pressione e percussione. Mentre le tecniche
di presa sono gli elementi fondamentali di quest'arte, le tecniche di pressione e di percussione costituiscono la
parte avanzata.
Le prese del Qin Na controllano e bloccano le giunture o i muscoli dell'avversario, in maniera che non possa
muoversi, neutralizzando la sua capacità nel combattimento.
Le tecniche di pressione sono invece usate per intorpidire gli arti dell'avversario, per procurargli la perdita della
coscienza o, eventualmente, per ucciderlo. Queste tecniche sono usate frequentemente anche sulle terminazioni
nervose, per provocare estremo dolore e lo svenimento.
Un momento di particolare unione tra quest'arte e la spiritualità si ha nello Shaolin Qin na, ove l'afferrare e
controllare si sposava con il credo dei monaci, che ritenevano sacra ogni vita:
... evita piuttosto che deviare,
devia piuttosto che bloccare,
blocca piuttosto che ferire,
ferisci piuttosto che storpiare,
storpia piuttosto che uccidere,
perchè ogni vita è preziosa,
ed una vita perduta ... è persa per SEMPRE ... (Shaolin)
Cenni Storici
Nessuno può dirci esattamente quando il Qin Na fu usato per la prima volta. E' probabile che sia cominciato
quando un uomo afferrò un altro uomo con l'intenzione di controllarlo. Afferrare gli arti dell'avversario è una delle
maniere più semplici ed istintive per immobilizzarlo e controllarne le azioni. A causa della loro praticità, le tecniche
di Qin Na sono state praticate a lungo all'interno di ogni pratica marziale. Benché non sia mai esistito alcun sistema
in cui venisse praticato solo il Qin Na, quasi tutti gli stili lo hanno mescolato con le proprie tecniche.
Varie leggende fanno risalire un tipo di lotta chiamato Jiao Ti (o Go Ti) al 2000 a.C.
Il Jiao Ti era una lotta basata su prese e proiezioni dell'avversario e, quindi, precursore del Qin Na e dello Shuai
Jiao. I primi documenti attestanti l'esistenza del Qin Na provengono dal famoso monastero buddhista di Shaolin,
che iniziò ad occuparsi di arti marziali intorno al 527 d.C. Dato che molte tecniche di Qin Na risultavano efficaci,
pur non essendo letali, i monaci, che avevano la necessità di difendere la loro proprietà senza andare contro il loro
credo, che rispetta ogni essere vivente, iniziarono ad effettuare ricerche e ad allenarsi in quest'arte.
Ulteriore evoluzione si ebbe durante la dinastia Ming (inizio 1600 d.C.), quando i governatori si accorsero che era
un ottimo metodo per sottomettere i criminali, senza per questo ucciderli o ferirli. Fonti ufficialmente
documentabili risalgono al 1600 circa, come si legge nei manoscritti dl periodo Tokugawa, quando nel Daymio di
Owari, secondo l'uso giapponese del tempo, fu invitato a migliorare il Ju-Jitsu autoctono, un certo Chen Jian Pin, in
seguito nipponizzato in Gempin. Egli era un vasaio cinese, considerato al tempo uno fra i maggiori esponenti di Qin
Na, al quale senza dubbio si possono ascrivere la gran parte delle tecniche del Ju-Jitsu.
E' anche noto come il mitico Chang San Feng creò il suo Tai Ji Quan ispirandosi agli animali, ma dopo aver
imparato dal monaco Koch Yin le tecniche del Qin Na.
Successivamente, il Qin Na, ormai considerato temibile ed efficace, pur se niente affatto spettacolare, entrò a
far parte dell'addestramento della Milizia Imperiale e della polizia delle varie province. Il maestro considerato
maggiore responsabile della diffusione del Qin Na è Tung Tsu Nee (1880-1971), il quale nei suoi insegnamenti
codificò 72 tecniche base che possono essere usate per neutralizzare qualsiasi attacco a mani nude.
Tung Tsu Nee, approfondì i suoi studi e le sue ricerche, portando il Qin Na ai massimi livelli, e suddividendolo in
tre rami, poi sviluppati in Cinque Rami fondamentali:
FEN JIN - Dividere i muscoli
Fen significa dividere, e Jin è muscolo o tendine: il ramo iniziale studia le tecniche che strappano i muscoli e i
tendini dell'avversario, o che distaccano i tendini dalle ossa.
CUO GU - Spostare le ossa
Cuo indica il termine disordinare, e Gu è osso: questo è il ramo fondamentale e caratterizzante del Qin Na; è il
ramo più conosciuto, e studia le tecniche di rottura delle ossa, le disarticolazioni e le tecniche di bloccaggio
tramite le chiavi articolari.
BI QI - Premere il respiro
Bi, in cinese vuol dire chiudere, bloccare, mentre Qi si traduce in aria, respiro. Bi Qi è la tecnica (pressione,
chiave o percussione) che impedisce all'avversario di respirare, causandone lo svenimento.
DIAN MAI - Premere le vene e le arterie
Dian, premere, e Mai indica i canali energetici ed i vasi sanguigni. Questo ramo mira a bloccare o disturbare la
normale circolazione sanguigna dell'avversario, per creare intorpidimenti degli arti o soffocamenti venosi.
DIAN XUE - Premere le cavita'
Xue sono le cavità dell'agopuntura, circa 800, distribuite lungo gli otto vasi e i dodici canali energetici del corpo
umano (teoria dei meridiani energetici dell'agopuntura). L'ultimo ramo studia l'alterazione della circolazione
energetica dell'avversario e la provocazione di dolore tramite pressione o percussione di alcune cavita'.
Gli ultimi due rami del Qin Na sono meglio conosciuti con il nome di DIM MAK. Ulteriori modifiche sono state
apportate negli anni dalle varie scuole, alla studio dei cinque rami, ma tutte caratterizzate dall'approfondito studio
dell'anatomia umana e della circolazione di Qi.
Per la sua efficacia, il Qin Na, pur se considerato tra i dieci maggiori stili di Kung Fu Wu Shu, non venne
divulgato fuori dalla Cina fino al 1911, ed anche allora la sua conoscenza fu riservata da parte delle potenze
occidentali ai servizi particolari degli stati, quali Scotland Yard, F.B.I., C.IA., ...
La natura del Qin Na è eminentemente scientifica, pur se mantiene al suo interno quelle basi filosofiche e
spirituali che contraddistinguono l'arte marziale dallo sport. E proprio per questa natura scientifica, la sua natura
è estremamente flessibile, intendendo con ciò che le sue tecniche e le sue metodologie sono suscettibili di continui
mutamenti nelle sue applicazioni ed inserzioni nel combattimento.
Quando il Qin na, nel 1911, cessò di essere patrimonio esclusivo della Cina imperiale, i suoi metodi subirono delle
variazioni, senza nulla togliere alla sua efficacia.
Ad oggi il Qin Na si va confrontando con realtà diverse da quelle cinesi, rendendo necessario una Evoluzione ...
che è alla base della crescita marziale nella nostra Accademia.