economia - Movimento Consumatori

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economia - Movimento Consumatori
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Dom 27/10/2013
La Nazione
Pagina 22
Pubblicato anche in: Il Resto del Carlino, Il Giorno
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IL GIORNO - Il Resto del Carlino - LA NAZIONE
economia
DOMENICA 27 OTTOBRE 2013
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FINANZA | MERCATI | RISPARMIO | MEDIA
Uno storno
più che salutare
FINALMENTE è arrivato lo
storno, che è benvenuto perché ci dà il punto di uscita in
caso non sia vero che il rialzo
prosegua fino a quota 25.000
del Ftse All Share. In Borsa
quando tutti sono ‘bullish’ è
facile dedurre che il listino salirà, perché se un cliente ti
perdona di avere perso quando la Borsa scende, non ti perdona certo di fare patta o guadagnicchiare quando il mercato si apprezza del 25%. Ecco perché si sta scatenando la
corsa al buy: nessun gestore
può permettersi di stare a
guardare e le percentuali tra i
gestori sono 80% rialzisti e
20% ribassisti.
Uno storno è un ‘uncino’ sul
grafico dell’indice e ci permette di fissare il punto che
separa il rialzo dal ribasso. A
suo tempo avevamo fissato il
nostro punto di non ritorno a
17.500 del Ftse All Share, livello rimasto inviolato. Poi il
punto successivo è diventato
il minimo di 18.224, che purtroppo da adesso è troppo lontano e per questo passo la mano anche questa settimana
non segnalando nessun titolo sebbene ce ne siano due
che sono un amore. Comprare ora ci espone al rischio di
uscire a 18.224 e sarebbe un
massacro. Quindi se ora il
mercato azionario italiano
storna (cosa che ha fatto) e
congestiona (cosa che sta facendo) qualche giorno in modo da riprendere fiato ci dà la
possibilità di fissare un punto di non ritorno in area
20.000 del Ftse All Share e
questo sarebbe salutare come
punto di uscita perché è vicino e minimizza il rischio. Così funziona il gioco un po’ assurdo della Borsa, dove a volte uno storno dei corsi è una
manna dal cielo anche per un
rialzista.
Cimbri gela i vecchi soci Fonsai
«Non paghiamo danni del passato»
Anche l’assemblea di Milano Assicurazioni dice sì a UnipolSai
· BOLOGNA
MENTRE anche l’assemblea di Milano Assicurazioni approvava
(con il 99,9% dei voti) la fusione a
quattro con Unipol, Fonsai e Premafin, l’amministratore delegato
del gruppo assicurativo bolognese, Carlo Cimbri, ha gelato ieri i
piccoli azionisti della ‘vecchia’
Fonsai che gli chiedevano di indennizzare le perdite subite a causa della gestione Ligresti e della
conseguente ricapitalizzazione della compagnia, salvata da Unipol
nel 2012 con aumento da 1,1 miliardi di euro.
«NON È AMMISSIBILE uno sciacallaggio su quello che oggi è la società, sui soldi e sul rischio che si
sono assunti centinaia di migliaia
di azionisti che hanno creduto in
questo progetto. Mi dispiace per
gli azionisti che ci hanno perso i
soldi ma come gruppo Unipol non
me ne posso fare carico», ha replicato alle richieste del Movimento
Consumatori, associazione che
raggruppa più di trecento piccoli
soci, avanzate ieri l’altro nell’assemblea di Fonsai e riproposte ieri in quella di Milano Assicurazioni.
Neppure l’idea di devolvere «i proventi delle azioni di responsabilità» promosse contro i Ligresti — a
cui Unipol chiede 245 milioni —
VERTICI
Il presidente
Pierluigi
Stefanini
e l’ad Carlo
Cimbri
16
MILIARDI DI PREMI
É la raccolta stimata
per il 2015 dal gruppo
UnipolSai: 9,5 nel
ramo danni e 6,5 miliardi
nel ramo vita
821
MILIONI DI UTILE
può essere accolta. «Ogni cosa che
noi troviamo dentro la società —
ha spiegato —, ogni passività non
evidenziata, le svalutazioni degli
immobili che stiamo facendo, i buchi delle riserve che stiamo coprendo, questi quando si sono originati? Chi li copre? Vedremo che
cosa recupereremo dalle azioni di
responsabilità, anche se temo che
saranno largamente, enormemente inferiori ai buchi lasciati in eredità».
D’altra parte è vero che l’aumento
di Fonsai è stato distruttivo per
quegli azionisti che non potevano
seguirlo ma, ha ribadito ancora
una volta Cimbri, senza una ricapi-
talizzazione la compagnia «doveva
chiudere o essere liquidata» perchè priva di un sufficiente patrimonio di vigilanza. Affermazione
che ha scatenato l’ira del presidente Adusbef Elio Lannutti il quale
le ritiene «arroganti» e «offensive»
verso i piccoli soci annunciando
ulteriori azioni dei consumatori.
STRONCATI, infine, i rumor che
danno Unipol tra i potenziali sottoscrittori dell’aumento di capitale di Carige. «Non c’e’ stato alcun
tipo di contatto-— ha detto Cimbri — È già abbastanza complesso
integrare e rendere profittevole
UnipolSai per cercare altre avventure».
I profitti netti consolidati
previsti nel 2015 con
un margine di solvibilità
168% (solvency I)
e 184% (solvency II)
14
MILIONI DI CLIENTI
Sono quelli derivanti
dall’unione dei portafogli
di Unipol e Fonsai
La fusione crea la seconda
compagnia italiana
UNA NUOVA APP PER CHATTARE CON I CALL CENTER ANCHE SUI SOCIAL NETWORK
Vodafone punta sull’assistenza on line
«Tutte le risposte sullo smartphone»
Achille Perego
· MILANO
«CHE TARIFFA mi fate per telefonare dal Paradiso alla Terra? Con la crisi la gente cerca Dio
più di prima, però mi chiamano con l’addebito...». Non capita tutti i giorni di rispondere alla
richiesta d’informazioni telefoniche del Padreterno. Anche se, nella fattispecie, non si tratta di
quello originale ma del cinguettio del ‘famoso’
(su Twitter) @Iddio. Ma al call center Vodafone di Bologna, il più avanzato del gruppo inglese in termini di assistenza online, non si sono
trovati in difficoltà nel suggerire la tariffa più
conveniente per chi è ‘davvero fedele’. Impossibile, invece, trovare una soluzione a chi, con un
altro tweet, supplicava il signor Vodafone di sospendere la linea in Nord Italia per qualche
mezz’ora perchè la «moglie e il cognato erano
Movimento consumatori
FOCUS
sempre al telefono...». Oggi i call center viaggiano anche su Twitter.Il mondo dell’assistenza al
cliente, non solo delle compagnie telefoniche,
sta marciando con forza verso il canale web. Ma
c’è chi sta facendo da apripista, soprattutto nel
“mobile”.
QUASI un obbligo, oltre che una vocazione, spiega Barbara Cominelli (nella foto), direttore
Commercial Operations di Vodafone Italia, per
un’azienda che ha quasi 30 milioni di Sim e 8
milioni di clienti con un pacchetto dati attivo.
Investendo circa una decina di milioni di euro,
Vodafone Italia ha lanciato per prima, e unica in
Italia, le chat d’assistenza personalizzate sullo
smartphone con una ‘App’ e il suo servizio
‘Smart’ (in 3,5 milioni lo utilizzano già e diventeranno 5 a marzo 2014) sarà adottato in undici
Paesi europei. Proprio in questi giorni, racconta
Barbara, Vodafone ha lanciato la nuova (e gratui-
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ta) ‘App’ My Vodafone. Un’evoluzione coraggiosa anche nel nome della vecchia My 190. Perchè
non era facile rinunciare a un brand così forte
come il 190. Che c’è ancora e gode di ottima salute, ma ormai nel 70% dei casi Vodafone parla ai
suoi clienti con le nuove tecnologie. Grazie agli
investimenti e ai centri dedicati di Bologna (250
giovani formati professionalmente) e in parte di
Napoli.
MA COME funziona la App My Vodafone? Basta scaricarla e sullo smartphone c’è, a portata di
touch, tutto il mondo Vodafone. Dal conto telefonico alle offerte (personalizzate e anche attivabili), dal collegamento ai social network al vero
e proprio servizio “Smart” per ottenere assistenza immediata con una chat o essere richiamati,
su prenotazione. Con un grado di soddisfazione
che ha raggiunto il 72%. Compresa quella del
(finto) Padreterno.
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