HERMES 2015-2016 N.4
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HERMES 2015-2016 N.4
4° APRILE-MAGGIO 2016 - ANNO XXX 3 4 5 6 Direttore: EDITORIALE Lucrezia Angela Volpato(3AS) SCUOLA: MEP: UNA PALESTRA DI DEMOCRAZIA DI LAURA SAMBRUNA Vicedirettore: ATTUALITÀ: BRUXELLES FERITA AL CUORE Marco Filippin(3BC) ATTUALITÀ: GLI USA E CUBA RIALLACCIANO Impaginazione: DI RICCARDO DE MARTINO I RAPPORTI Chiara Tasca (3BC) DI CHIARA BRUNETTI 7 ATTUALITÀ: LA LIBERTA’ DELLE IDEE DI ANNAMARIA TESSARIN 8 LETTERATURA: IL DRAMMA DELLA “GUERRA QUOTIDIANA” NEL ROMANZO D’ESORDIO DI ANDREA MOLESINI Romina Facchinello (3BC) DI MARTINA BUSTON 9 10 11 12 Grafica: Samuele Vidale (3AC) Marco Uderzo (3BC) LETTERATURA: IL LATO POSITIVO DI MARIA GIULIANO CINEMA: DC COMICS V MARVEL: DAWN OF HEROES DI BEATRICE TONIETTO MUSICA: FALL OUT BOY DI NICHOLAS FERRARO IPSE DIXIT 13-14SVAGO 15 OROSCOPO DI IRENE FERRONI Per collaborare scrivete a: [email protected] “ Il mondo è a colori, ma la realtà è in bianco e nero. ” “ Nello scorso numero di Hermes, abbiamo potuto ap- prezzare un nuovo formato accompagnato da ciò che tanto ci è mancato dall’inizio di quest’anno scolastico: il colore! La novità ci ha colti tutti di sorpresa, tant’è che non ci è stato possibile avvisarvi per tempo. In ogni caso, si può ben dire che sia stata una novità ben gradita: a colori si possono esprimere cose che molto spesso non è possibile trasmettere in bianco e nero. Ma ci sono avvenimenti che malgrado siano dipinti di un vivace rosso carminio, non possono essere affatto considerati eventi di cui si può gioire: è questo il caso dell’attacco avvenuto a Bruxelles il 22 Marzo di quest’anno, in cui hanno perso la vita ben 31 persone. Eppure, ritrovandoci in un’epoca che definiamo ‘evoluta’ e ‘moderna’, ci aspetteremmo perlomeno che episodi tanto cruenti ed ingiustificati non accadano più: ma probabilmente l’elemento che ha sempre caratterizzato la natura umana, la guerra, è fin troppo insito per poter esser scacciato via con un minimo di buon senso. Pagine e pagine di innumerevoli giornali hanno documentato e continuano a documentare quel che la follia dell’uomo è capace di fare: è una realtà umana che viene scritta in bianco e nero. ” Lucrezia Angela Volpato (3AS) MEP: UNA PALESTRA DI DEMOCRAZIA di Laura Sambruna (3AC) Anche quest’anno si è conclusa la fase cittadina del MEP, alla quale hanno partecipato 35 alunni del nostro liceo, per un totale di circa 120 studenti di tutto il bassanese. Questi ragazzi hanno frequentato per una settimana quella che è stata definita da Beatrice Crestani (referente regionale del progetto) una “palestra di democrazia”. Di questi 35 studenti, 6 (Chiara Bordignon, Marco Filippin, Simone Neri, Anna Passuello, Laura Sartor e Giacomo Vialetto) sono stati reputati sufficientemente allenati dai loro chair per poter accedere allo step successivo costituito dalla sessione nazionale di Assisi. Ma l’allenamento in questa palestra ‘speciale’è stato importante per tutti: ormai la democrazia per le nuove generazioni è una cosa scontata, eppure non ci si rende conto di quanto complessa sia finchè non la si sperimenta sulla propria pelle. Ed in questo senso il MEP è stata un’esperienza profondamente formativa, poiché ha consentito ad ogni partecipante di comprendere al meglio l’importanza del suo ruolo nella società: ognuno di noi potrebbe fare la differenza se usasse le sue abilità al meglio. Spesso però risulta più comodo stare a casa a criticare chi fa politica che provare ad uscire ed a cambiare le cose che non vanno. La simulazione del parlamento europeo si pone proprio questo obiettivo: allenare alla democrazia, nella sua complessità, i giovani che sono potenzialmente la futura classe dirigente; mostrare loro da vicino il mondo della politica di cui si sente tanto parlare e che sembra ineffabile, troppo distante della nostra vita di tutti i giorni, quando in realtà è insito in ogni aspetto della nostra quotidianità. Discutere di temi scottanti dell’attualità, quali l’immigrazione, il traffico illecito di armi, la sicurezza internazionale, le catastrofi naturali dovute ai cambiamenti climatici, così come anche la crisi delle industrie siderurgiche e le difficoltà dell’imprenditoria, il terrorismo e la disparità di genere, ha avvicinato ciascuno dei delegati alla consapevolezza dell’importanza della partecipazione attiva alla cittadinanza. E talvolta le risoluzioni trovate per queste problematiche si sono rivelate quasi utopistiche, ma “il mondo appartiene a coloro che hanno il coraggio di credere nei propri sogni”. Ovviamente non si può cambiare il mondo da un giorno all’altro, ma ognuno di noi può cambiare se stesso e sarebbe il primo passo per un mondo un po’ meno scomodo. In ognuno di noi c’è il desiderio di cambiamento, ma il cambiamen- to richiede coraggio. Perché il cambiamento implica delle scelte e delle rinunce, che tendenzialmente non si prendono, si lasciano a mezz’aria augurandosi che qualcuno le prenda per noi, liberandoci così di questo onere. Ma al MEP il coraggio di scegliere c’è stato, perché la possibilità di dare respiro alle proprie idee, possibilità che nessuno ha rifiutato, ha acceso quel desiderio profondo che arde nei giovani di modificare tutti quegli aspetti del mondo così dolorosi. “Scegliere è già una rivoluzione”, ed il mep lo dimostra anno dopo anno. BRUXELLES FERITA AL CUORE di Riccardo De Martino (4AES) Aeroporto di Bruxelles, 22 marzo 2016, ore 7.51: due uomini si aggirano nei pressi del check-in ma improvvisamente uno di loro si allontana, pochi secondi dopo ecco l’esplosione, l’altro uomo si è fatto esplodere; tutti si affrettano a percorrere il corridoio che porta alle quattro uscite, ma ecco che nel tragitto un altro kamikaze si fa esplodere: è una trappola, l’unico obbiettivo ora è riuscire ad allontanarsi il più possibile. C’è chi tenta il tutto per tutto pur di non lasciare lì i propri bagagli, ma i cadaveri per terra sono troppi e la paura è tanta. In pochi minuti la città è paralizzata: gli unici rumori sono quelli delle sirene che sfrecciano tra le vie, non c’è tempo da perdere, bisogna salvare più vite umane possibili. Metrò di Bruxelles, 22 marzo 2016, ore 9.11: ci troviamo nel cuore del quartiere delle istituzioni europee, più precisamente sulla linea 1 della metropolitana che parte da Molenbeek, è un orario di punta: molte persone stanno raggiungendo il proprio posto di lavoro e molti turisti sono arrivati per visitare il parlamento europeo. Tutto ad un tratto v’è un boato seguito da urla: una bomba è stata piazzata ed è esplosa nella metrò. Le linee telefoniche sono bloccate e chiamare aiuti è diventato ormai impossibile. La situazione è inenarrabile: la gente esce per strada cercando passaggi per scappare, i mezzi pubblici su ordine di Stato si bloccano e la città assomiglia sempre più ad una statua. Alle tre di pomeriggio dalla stazione di Maelbeek esce una barella con sopra un corpo: “Abbiamo finito” afferma Jan Henri Voos, membro della croce rossa. Il bilancio è più che mai doloroso: 31 morti 250 feriti. Cosa sta accandendo? E’ la domanda che tutti si stanno ponendo. Questo ennesimo attacco alla nostra Europa e al mondo intero (molto, troppo spesso non ci informiamo di ciò che accade al di fuori del nostro continente) mette ancor di più a repentaglio la nostra sicurezza. La certezza è che non ci sia nulla di casuale in ciò che l’Isis sta facendo; alcuni affermano che ciò si possa ricavare anche solo dall’orario in cui la bomba nella metrò è esplosa: 9.11 data della caduta delle torri gemelle, ma anche la scelta della città non è casuale, il luogo è lo stesso dove pochi giorni prima veniva arrestato Salah Abdeslam, autore degli attentati a Parigi. In tutto questo caos ma soprattutto in mezzo a tutta questa paura sento la necessità di citare una cosi detta “frase fatta” che a mio parere però è molto importante: “Non viaggiare, rimanere a casa, avere paura è ciò che loro vogliono; vogliamo accontentarli?”. GLI USA E CUBA RIALLACCIANO I RAPPORTI Una stretta di mano che ha cambiato la storia di Chiara Brunetti (2AL) Comunicazioni, commerci, contatti con gli altri Paesi. L’embargo imposto nel 1961 a Cuba dal presidente americano Kennedy impedisce all’isola qualsiasi attività in relazione con l’estero. Lo scorso mese, il Presidente Obama è stato il primo leader statunitense in carica a fare visita a Cuba dopo 88 anni. Il 21 Marzo ha stretto la mano a Raul Castro, l’attuale presidente cubano, con l’intenzione di ristabilire i rapporti tra i due Paesi dopo la Guerra Fredda. Sono stati decenni di storia a portare l’allora leader americano Kennedy alla drastica decisione di imporre l’embargo all’isola. Agli inizi del 1900, il governo di Cuba era molto instabile: vi furono tre colpi di stato militari in soli vent’anni. Il primo, la cosiddetta “rivoluzione dei sergenti”, fu organizzato dai soldati nel settembre del 1933: Fulgencio Batista divenne capo di stato maggiore dell’esercito e San Martin diventò presidente. Il secondo avvenne l’anno successivo e fu appoggiato dagli Stati Uniti: Batista prese il potere e gestì la politica cubana fino al 1944. Il terzo si ebbe nel 1952 quando Batista instaurò una dittatura. Negli anni Cinquanta, a causa della crisi economica e della corruzione di Batista, crebbe l’opposizione. Fidel Castro, un giovane avvocato, faceva parte degli oppositori e tentò invano di opporsi al colpo di stato denunciando Batista per violazione della Costituzione. Castro fece un altro tentativo, anch’esso fallito, nel 1953 assalendo la Caserma Moncada, un’importante base militare. Il risultato fu il massacro di settanta guerriglieri e la sua condanna a 15 anni in galera. Liberato prima del tempo da Batista, Fidel lasciò Cuba per progettare la rivoluzione. Riuscì perfettamente: nel 1959 il dittatore Fulgencio scappò. Nel 1961 Cuba divenne Stato socialista e stabilì relazioni diplomatiche con l’Unione Sovietica. In quel periodo era in corso la Guerra Fredda. Gli USA, considerando tutto questo pericoloso, provarono a rovesciare Castro inviando una task force militare che però fu bloccata nella Baia dei Porci ed il tentativo fallì. I rapporti tra i due Paesi precipitarono definitivamente e Cuba fu messa sotto embargo dagli Stati Uniti. Dopo l’episodio della Baia dei Porci, l’impressione era quella che il presidente americano Kennedy fosse debole. Il Presidente del partito Comunista Cruschëv inviò delle navi militari con l’intenzione di installare una batteria di missili nucleari a Cuba nel 1962, mettendo in allerta il governo statunitense: il mondo temette di essere sull’orlo della Terza guerra mondiale. Ad ottobre, però, i due Paesi giunsero ad un accordo: l’URSS avrebbe rimosso i missili da Cuba se gli Stati Uniti avessero fatto altrettanto con le loro basi missilistiche in Turchia. Gli anni Settanta e Ottanta furono per l’isola i più complicati a causa di un isolamento economico internazionale e della grande crisi che ne derivò, mentre Castro affermava il Partido Comunista Cubano. L’attuale presidente è Raul Castro, fratello di Fidel, al quale Obama, durante il recente incontro, ha riferito che vorrebbe togliere definitivamente l’embargo. Il Congresso, però, come affermato dal presidente americano, non glielo permette. Da ora, però, a Cuba sono permessi i voli commerciali. “Sono venuto qui a Cuba per seppellire le ultime tracce della Guerra Fredda”, ha detto il presidente statunitense nel suo “discorso al popolo cubano” tenutosi nel teatro dell’Avana, auspicando che l’embargo finisca presto. LA LIBERTÀ DELLE IDEE Di Annamaria Tessarin (1DL) Il titolo sopra citato è lo slogan di uno dei quotidiani più conosciuti in Italia, il Corriere della Sera, che ha celebrato lo scorso 5 marzo l’anniversario della sua fondazione. Questo pilastro della nostra informazione venne annunciato per la prima volta dai cosiddetti “strilloni” in piazza della Scala presso Milano, in una lontana domenica di marzo del 1876. Per il lancio venne scelta la prima domenica di Quaresima (tradizionalmente quel giorno i giornali milanesi non uscivano) e il Corriere sfruttò quindi l’assenza di concorrenza. Naturalmente la redazione, forse per non inimicarsi l’ambiente, devolvette in beneficenza il ricavato del primo numero. Esso era composto da quattro pagine, prezzo 5 centesimi, stampate in 15 000 copie. Il primo direttore fu il napoletano Eugenio Torelli Viollier che scelse come sede la centralissima e prestigiosa Galleria Vittorio Emanuele. Era alquanto angusta, contava solo due stanze e la redazione era composta da tre redattori, oltre il direttore. L’editoriale della prima facciata iniziava così e tutto è partito da questo : “ Milano, 5 marzo. AL PUBBLICO Pubblico, vogliamo parlarti chiaro. In diciassette anni di regime libero tu hai imparato di molte cose. Oramai non ti lasci gabbare dalle frasi. Sai leggere fra le righe e conosci il valore delle gonfie dichiarazioni e delle declamazioni solenni d’altri tempi. La tua educazione politica è matura. L’arguzia, l’esprit ti affascina ancora, ma l’enfasi ti lascia freddo e la violenza ti dà fastidio. Vuoi che si dica pane al pane e non si faccia un trave d’una festuca. Sai che un fatto è un fatto ed una parola non è che una parola, e sai che in politica, più che nelle altre cose di questo mondo, dalla parola al fatto, come dice il proverbio, v’ha un gran tratto. Noi dunque lasciamo da parte la retorica, e veniamo a parlarti chiaro […]”. Dopodiché gli anni trascorsero e lo stesso giornale cominciò ad evolversi: i primi numeri avevano un approccio giornalistico rigoroso, non c’erano fotografie e nessuna vignetta di un Emilio Giannelli ottocentesco. Unico scopo? Informare con esattezza il lettore. Nel 1907 nacque la prima rubrica sui reportage di viaggio e successivamente comparvero tutte quelle che attualmente conosciamo, seguite dai settimanali, dagli inserti e dai numeri regionali. Poi sono giunti anche i colori, l’aumento delle pagine, il cambiamento della grafica e un maggior numero di copie. Con l’era del digitale il giornale si sta proiettando nel futuro, e come afferma l’attuale direttore, Luciano Fontana: “ Vogliamo essere là dove i lettori ci cercheranno e ci leggeranno con la nostra storia, la qualità delle nostre inchieste, dei nostri approfondimenti e dei nostri editoriali. La verifica dei fatti, l’assenza di faziosità, l’originalità dovranno essere ancora più forti in un mondo in cui le informazioni ci arrivano da un milione di punti diversi.” Concludendo il rinomato giornale Corriere della Sera ha rappresentato il nostro passato, è il nostro presente e sarà il nostro futuro: questi 140 anni sono solamente un nuovo punto di inizio per un simbolo che rappresenta la cultura italiana. IL DRAMMA DELLA “GUERRA QUOTIDIANA” NEL ROMANZO D’ESORDIO DI ANDREA MOLESINI di Martina Buston (1AC) Parlare di un vero e proprio esordio letterario nel caso di Andrea Molesini significherebbe fare un torto alla sua carriera: si tratta infatti di uno scrittore che da anni lavora in qualità di traduttore, curando diversi poeti americani (da Pound a Walcott, per cui si può intuire una certa raffinatezza espressiva) e di un autore per ragazzi, insignito nel lontano 1999 del Premio Andersen alla carriera. Nel 2010, con Non tutti i bastardi sono di Vienna, si approccia al genere del romanzo, segnando una svolta nella sua carriera letteraria, tanto che continuerà a scrivere libri di questa tipologia (attualmente ne ha pubblicati altri due). La storia, liberamente ispirata al Diario dell’invasione di Maria Spada, trova la sua ambientazione in un contesto storico molto noto, quello della Prima guerra mondiale. Tuttavia, l’autore sceglie di non porre al centro dell’attenzione le operazioni belliche, ma di focalizzarsi sui personaggi e sugli sconvolgimenti che li interessano una volta giunta la guerra nel piccolo paese di Refrontolo. Esso si trova a pochi chilometri dal Piave e fa da sfondo ai drammatici eventi raccontati dal protagonista, un diciassettenne di nome Paolo alle prese con se stesso, stanco di essere chiamato “cèo” (in veneto, bambino) dai nonni coi quali vive e bramoso di assaporare la vita dei grandi. Esperienza che proverà costretto a crescere dagli eventi, che vanno dal collaborare clandestinamente con le spie dell’Intesa al tessere una breve e intensa storia con Giulia, l’affascinante e misteriosa ragazza che abita vicino. Si crea, sotto l’impassibile sguardo di Villa Spada, residenza di Paolo, un dramma psicologico che coinvolge i personaggi, turbati e trasformati dalla guerra, che rende i padroni prigionieri, i buoni (o coloro in cui vi è una parvenza di luce) cattivi, i bambini uomini: nascono nuovi conflitti tra e dentro i personaggi, che alla fine non saranno più come prima. Andrea Molesini dipinge con la sua penna un dettagliato affresco del tempo, ricostruendo alla perfezione uno spaccato della società e caratterizzando il diverso stampo dei personaggi a partire dal linguaggio: egli infatti gioca con l’italiano utilizzando diverse sfumature linguistiche, dal dialetto veneto dei servi e dei popolani all’italo-tedesco dei generali austriaci o dei soldati. Si denota molta ricercatezza nelle descrizioni che letteralmente calano il lettore negli ambienti, senza che vengano commessi errori di registro, considerando che a parlare è un ragazzo. Nonostante questa finezza, la lettura è molto scorrevole, rallenta e accelera secondo il ritmo della guerra, con le sue tregue e i forti episodi di attacco. Si compone così un romanzo di grande umanità, dove i personaggi non vengono giudicati secondo una divisione – troppo ostentata e netta soprattutto nelle guerre – tra “bene” e “male”, ma analizzati in tutte le loro sfaccettature, come nella descrizione dell’antagonista principale, il barone von Feilitzsch, dove la sapienza di Molesini descrive il conflitto interiore che contrappone il bambino gentile che è in lui al suo ideale di condottiero spietato, in una battaglia che si risolverà solo alla fine e nella quale vincerà solo la paura. Come il crescente pessimismo del protagonista, anche l’opera è sempre più pervasa dall’amarezza con cui si guarda il suicidio dell’uomo ad opera della guerra da lui stesso causata, mentre i superstiti cercano, dopo i tragici eventi, un senso nelle loro vite tormentate. IL LATO POSITIVO Di Maria Giuliano (3AC) “The silver linings playbook” , in italiano “Il lato positivo”, è il brillantissimo romanzo di esordio dell’autore di Philadelphia Metthew Quick, da cui è stato tratto il pluripremiato film del 2012, diretto da David O. Russel, con Bradley Cooper, Jennifer Lawrence (premio oscar come miglior attrice protagonista) e Robert de Niro. Il protagonista Pat Peoples pensa che la sua vita sia un film prodotto da Dio e crede in un lieto fine che, come avviene in ogni buon film che si rispetti, arriverà anche per lui. ca dove ha trascorso un buon periodo di tempo. Pat non ricorda quanto tempo abbia passato alla clinica, ma quando torna a casa molte cose sembrano cambiate: molti dei suoi amici sono sposati, gli Eagles di Philadelphia hanno un nuovo stadio. Ma ciò che lo incuriosisce di più è il fatto che nessuno gli parli di sua moglie e che le foto del loro matrimonio siano scomparse. Dov’è finita Nikki? Perché quando chiede di lei riceve solo risposte vaghe e poco credibili? Lui sta facendo di tutto per riconquistarla: fa ore e ore di palestra nel seminter“Non hai notato che la vita rato, legge i libri preferiti della è come una serie di film?” moglie per non essere conside“No. Dimmi.” rato un “buffone analfabeta” “Be’, ti capitano delle cose. dai colleghi di Nikki ... ma alCominci come tutti quanti lora perché nessuno lo aiuta a con qualche guaio, ma poi contattarla? riconosci i tuoi problemi, lavori sodo e diventi una “Quando finalmente riepersona migliore, e que- mergo dal seminterrato mi sto è come se fertilizzasse accorgo che tutte le foto di il lieto fine e gli permettes- me e Nikki sono state tolte se di fiorire, come succede dai muri e dalle mensole alla fine di tutti i film di Ro- del camino. cky, in Rudy-Il successo di Chiedo a mia madre che un sogno, in Karate Kid, fine abbiano fatto. Risponnelle trilogie di Star Wars de che qualche settimana e Indiana Jones e nei Goo- fa sono venuti i ladri e le nies, che sono i miei film hanno rubate...” preferiti.” Con estrema attenzione, MatMa qual è il lieto fine per Pat? thew Quick mette in scena una Il ricongiungimento con la mo- commedia dolceamara e coglie Nikki. Questo è ciò che ha struisce un personaggio che, elaborato il ragazzo nel “po- nonostante i guai che ha comstaccio”, una clinica psichiatri- binato, risulta simpatico e si fa voler bene. Innocente come solo un bambino sa essere e dolce come un cucciolo, Pat incanta il pubblico e lo coinvolge nella sua vita, facendolo sentire parte della storia e non semplice lettore, spingendolo a fare il tifo per questo improbabile eroe. Chi legge scopre, vive e sogna insieme all’insolito protagonista, e rimane sconvolto insieme a lui dall’imprevedibile finale che ci lascia con un sorriso sulle labbra. “Ricordo che il periodo di lontananza è finalmente finito e […] che ho fra le braccia una donna che ha sofferto molto, e ha un bisogno disperato di sentirsi di nuovo bella. Fra le mie braccia c’è una donna che conosce tutti i miei segreti, una donna che sa quanto è incasinata la mia mente, quante pillole devo prendere, e tuttavia si lascia abbracciare da me.” DC COMICS V MARVEL: DAWN OF HEROES di Beatrice Tonietto (5AS) Il 23 marzo scorso è uscito “Batman v Superman: Dawn of Justice”: diretto da Zac Snyder, è il sequel de “L’Uomo d’Acciao” e la seconda pellicola dedicata alla saga cinematografica tratta dai fumetti della DC Comics. Il film riprende la storia dalla sconfitta del Generale Zod e mostra una Metropolis divisa tra chi vede Superman (Henry Cavill) come un eroe e chi, al contrario, lo considera un’arma incontrollabile. In contemporanea, Bruce Wayne (Ben Affleck) sta cercando delle prove per incastrare un’organizzazione criminale che lo porterà ad incontrare l’uomo venuto da Kripton. I due eroi però, non si fideranno l’uno dell’altro: Superman pensa che Wayne sia solo un vigilante senza morale mentre Batman, che non crede nella bontà del mondo, non crede nemmeno in quella di Clark Kent. Inoltre, a complicare ulteriormente la situazione, ci penserà il folle Lex Luthor (Jesse Eisenberg), che approfitterà dell’attrito tra i due. In poche parole, l’intera trama ruota attorno all’epico scontro tra uomini dotati di due visioni del mondo contrastanti tra di loro. Ma tralasciando che si tratta di un media franchise diverso, non ricorda un altro film incentrato su sullo stesso tema, ovvero “Captain America: Civil War”? Infatti il nuovo film della Marvel, nelle sale dal 6 aprile, racconta la contrapposizione tra Captain America e Iron Man che porta a una divisione all’interno degli Avengers. Perciò la Warner Bros. (la casa produttrice detentrice dei diritti della DC Comics) sta puntando a creare il suo “DC Cinematic Universe” in modo da poter gareggiare con il “Marvel Cinematic Universe” che in questi ultimi anni ha attirato un numero elevato di spettatori, scalando la vetta dei botteghini di tutto il mondo. Questo desiderio di sfidare apertamente le uscite Marvel però, potrebbe influire negativamente sui film e sulla loro qualità perché Snyder, così come i futuri registi, saranno inevitabilmente condizionati dal volere della Warner Bros. di realizzare il proprio franchise dedicato al mondo dei fumetti. Un esempio è il futuro assolo di Batman: Ben Affleck, che secondo le ultime notizie sarà il regista, non potrà godere della stessa libertà che ebbero Tim Burton e Christopher Nolan quando realizzarono il loro Cavaliere Oscuro. Il primo ha dato alla sua saga quel tocco gotico che tanto lo caratterizza, rendendo i personaggi più cupi e avvolti da un’aurea di mistero, mentre il secondo ha creato una trilogia autoconclusiva e più realista. Entrambi comunque, hanno prodotto dei film in cui era ben evidente la loro interpretazione del fumetto e difatti i Bruce Wayne dei rispettivi registri sono totalmente diversi tra di loro. In conclusione, se molti spettatori hanno preso “Batman v Superman” per lo spettacolo puro e semplice che è, con i suoi combattimenti e la sua azione, altri avranno visto in esso solo un tentativo della DC Comics di inserirsi nel mondo caotico di Hollywood. FALL OUT BOY Una delle migliori band pop-punk al giorno d’oggi Di Nicholas Ferraro (3AC) Patrick Stump, voce principale e chitarra ritmica, Pete Weltz, bassista voce e autore dei testi, Joe Trohman, chitarra solista, e Andrew Hurley, batterista: sono i Fall Out Boy, forse una delle migliori band pop-punk al giorno d’oggi. Fondata nel 2001, la band raggiunse la notorietà già nel 2005 con l’album “From Under The Cork Tree”, pubblicato dalla Island Records, grazie ai singoli “Sugar, We’re Goin Down” e “Dance, Dance” che fecero debuttare l’album alla nona posizione della Billboard 200 (classifica settimanale dei migliori 200 album, catalogati in base alle vendite negli Stati Uniti) rimanendoci per 2 settimane non consecutive con 68’000 copie vendute, sfondando anche nel Regno Unito e Canada. Nel periodo 2007-2008 i Fall Out Boy, dopo la crisi di Weltz per abuso di sedativi, ripresero a comporre ed a registrare album, sia in studio sia dal vivo. Parlo dell’album “Infinity On High” il quale, grazie al singolo “This ain’t a Scene, it’s an Arm Race” raggiunse la prima posizione della Billboard 200 con 260’000 copie vendute. Lo stesso anno tennero un concerto al Desert Sky Pavillion di Phoenix, dove fu registrato l’album live “Live in Phoenix” pubblicato il 25 marzo 2008 da Island Records contenente una cover di “Beat it” di Michael Jackson. Successivamente la band pubblicò “Folie à Deux” collaborando con membri di varie band (tra cui: “Panic! At the Disco” ed i “Cobra Starship”) e diversi solisti (Lil Wayne e Pharrel Wiliams) . Dal 15 Gennaio 2009 il gruppo si è dedicato a numerosi tour e live quali il “Believers Never Die Part Deux Tour”, il concerto di inaugurazione del presidente Barack Obama. Dalla fine del 2009, però, i vari componenti hanno deciso di prendere una pausa per dedicarsi ad altri progetti musicali indipendenti dal gruppo principale. Rientrano nella scena musicale mondiale il 13 Febbraio 2013 al Jimmy Kimmel Show pubblicando poi un altro album (“Save Rock and Roll”) anticipato dal singolo “My Songs Know What You Did In The Dark (Light ‘Em Up” uscito il 6 Maggio 2013. Nell’estate del 2014 partecipò al Monumentour insieme a “Paramore”, altro gruppo pop-punk. Il 2 Giugno 2014 venne annunciata l’uscita del sesto album in studio intitolato “American Beauty/American Psycho” che uscirà solo a Gennaio del 2015, anticipato dal singolo “Centuries”. Questo gruppo, come è già stato detto, appartiene alla corrente del pop-punk, anche se presenta forme di sperimentalismo grazie alle varie collaborazioni con artisti hip-hop, ma presenta varie influenze anche dal genere emo, in quanto fortemente influenzati dai “The Get Up Kids”. Si possono inoltre notare elementi dell’hardcore punk e della musica R&B . IPSE DIXIT Spazzatura spaziale = spaziatura! - Baù Io e la Biasi siamo diventate confidenti con i tête-a-tête che abbiamo in sala insegnanti! - Zanellato La molalità è la molarità detta da un cinese - Busana A forza de dai ghe rivemo… - P. Caregnato Ah santa divento! - De Antoni M’impappero! - De Antoni Il sovrano fa il voltagabbana… - De Antoni Eh vabbe, andiamo avanti e poi vediamo come butta! - De Antoni Andate a zappare la terra che vi farebbe bene! - De Antoni Se vi vociate tra di voi… - Giovinazzo Quando vi dico rapporto chissà che vi viene in mente… - Giovinazzo Se volete faccio il cornuto pure io! – Giovinazzo Ma vi metto in imbarazzo se faccio così? – Giovinazzo *Parlando di Foscolo* Non ci sono più i Foscoli di una volta! – Zonta Viene assunta a scopo scopatorio ... dai ragazzi, ci stava il gioco di parole! – Zonta Varda i ovociti che i core! – Sarzo ‘Fall’... uno dei verbi che fa cadere tutti! – Roman Siete epidermici! – Rossi E’ meglio che apriate queste finestre, altrimenti rischiate di andare in letargo!– Rossi Se voi due non la finite vi defenestro!– Ruperti Tonin: Cosa espelliamo dal corpo? Studente: Metano! Tonin: Non sarebbe neanche male, potremo riempirci il serbatoio! Ma sei una scarsitudine! – Tonin Betto a Studente 1 durante l’ora di trigoniometria: Ma cosa stai facendo? Studente 2: Sta sviluppando il seno! Periodo che vai, rasatura che trovi! – Zisa Non mandiamo tutto in vacuum. – Melchiori SVAGO OROSCOPO di Irene Ferroni (3BC) ARIETE: maggio sarà il mese dei chiarimenti e dell’organizzazione. Infatti sarà necessario lasciare che le situazioni si risolvino da sè e dovrete pianificare con cura il vostro mese di studio se non vorrete esagerare con gli impegni. Non abbiate paura a rivalutarli per trovare del tempo anche per voi. TORO: maggio è un mese all’insegna dell’ottimismo e della ricerca della novità. Quindi mettetevi in gioco e provate nuove esperienze! Attenzione però alle vostre parole, potrebbero causare fraintendimenti. Piacevoli sorprese in amore! GEMELLI: sarà un periodo critico per l’amore, infatti le coppie rallenteranno un po’ e bisognerà riaggiustare alcune rotelle che non funzionano più come prima, ma il tutto passerà e riuscirete a chiarirvi. Per lo studio dovrete cominciare a seminare per il futuro se vorrete avere un buon raccolto. CANCRO: lo stress degli ultimi tempi si farà sentire soprattutto a maggio e vi porterà anche a dimenticare del vostro benessere! Ma il vostro impegno verrà premiato perchè maggio vi porterà grandi incontri. LEONE: a parte la pazienza persa negli ultimi mesi, maggio vi riporterà anche energia e positività! Un’aria nuova vi circonderà: avrete maggiore stima di voi stessi e semplicità anche nello studio! Inoltre, avrete anche moltissimi progetti amorosi che vi faranno rinascere! VERGINE: dovrete avere pazienza e tenere duro, perchè in questo mese ci saranno alcune prove da superare. Infatti avrete una piccola crisi amorosa ma se avrete pazienza riuscirete a ritrovare l’equilibrio perso. Riuscirete a distinguervi nello studio per la vostra diligenza e otterete grandi riconoscimenti. BILANCIA: maggio vi porterà il relax che vi meritate: sarete infatti più lucidi ed organizzati di prima! Per lo studio dovrete pazientare ancora un po’, almeno fino alla fine del mese. Non sarà un mese denso di amore, ma l’estate porterà grandi avventure! SCORPIONE: maggio porta una mente più serena e sentimentale, infatti avrete voglia di lasciarvi andare alle tentazioni ma soprattutto riuscirete a chiudere alcune situazioni irrisolte e ciò vi porterà a togliervi un peso di dosso ed ad essere più leggeri, pronti per le vacanze! SAGITTARIO: il vostro spirito di fuoco e avventura si farà sentire e sarà adatto per questo mese di evoluzione e crescita. Maggio sarà un mese pieno e caotico, sia per lo studio sia per l’amore! Ma l’estate è dietro all’angolo... CAPRICORNO: maggio porterà grandi cambiamenti, infatti il vostro lato grintoso si farà sentire più forte che mai! Avrete voglia di scoprire e di scoprirvi, sarete curiosi e ambiziosi! I progetti di una vita verranno riscoperti e rivalutati e sarete pronti a realizzarli ed il vostro cuore sarà palpitante, pronto per nuove avventure! ACQUARIO: negli ultimi tempi vi siete molto rivalutati e siete cambiati molto; maggio sarà un mese importante dove potrete gettare le basi per un nuovo “voi”. Attenzione a non rischiare troppo e a non esagerare, anche se non è nella vostra natura. PESCI: maggio è un mese di svolta e per questo tumultuoso. Lo studio vi toglierà molte energie e per questo sarete spossati, ma grazie all’attività fisica riuscirete a passare questo periodo. I confronti e gli inviti saranno molto importanti per riuscire a superare il mese.