La PAC 2014-2020, verso il round finale: stato del dibattito e

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La PAC 2014-2020, verso il round finale: stato del dibattito e
TITOLO
”La PAC 2014-2020, verso il round
finale: stato del dibattito e implicazioni
per l’Italia”.
LUOGO E DATA
11 ottobre 2012
Parlamento Europeo, Sala A3H-1, Bruxelles
ORGANIZZATORE
Istituto Nazionale di Economia Agraria
RELAZIONE
Il seminario ha proposto una ricognizione dei temi di maggior attualità nella fase finale di
riforma della PAC originato dalle proposte della Commissione Europea dell’ottobre 2011. In
particolare sono stati focalizzati gli elementi rilevanti per l’Italia e per altri Stati membri
emersi dall’esame dei circa 7500 emendamenti proposti dal Parlamento Europeo in materia di
budget, greening, superamento dei pagamenti storici, agricoltore attivo, gestione del rischio e
delle crisi.
Ricco di spunti è stato il primo intervento dell’Ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci,
Rappresentante Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea. Il budget previsto per l’Italia
dalla Commissione è pari a 3841 milioni di euro per il Primo Pilastro e a 1346 milioni per il
Secondo Pilastro. Si tratta complessivamente di 382 milioni di euro in meno rispetto al
budget dato per il periodo 2007-2013. E’ stato fatto di tutto per cercare di mantenere
almeno il saldo netto precedente. L’Italia è il terzo contribuente a livello europeo e nel 2011 è
stato lo Stato membro con il più alto saldo negativo rispetto al PIL, arrivando a ben 5 miliardi
di euro di scarto. Questa situazione non è più sostenibile per il futuro, lo squilibrio fra il
dato e il ricevuto è eccessivo. A livello governativo abbiamo concentrato l’azione negoziale
principalmente sull’agricoltura e sui fondi di coesione.
I due maggiori problemi per i nostri agricoltori sono i criteri di calcolo (in base alla superficie)
e il meccanismo di convergenza (riduzione della disparità di aiuti per ettaro). Persistiamo nel
chiedere alle Commissione Europea di rivedere il criterio della superficie, ma il
Commissario Cioloş non sembra volerci ascoltare. Altre vie di rimedio da noi proposte sono:
- aggiustamento della convergenza, da proporzionale a lineare;
- diluizione dell’impatto della convergenza in un arco temporale più lungo rispetto agli attuali
quattro anni previsti;
- compensazioni da realizzare sul secondo pilastro, cercando di recuperare, se non tutto,
almeno una parte di quello che rischiamo di perdere negli aiuti diretti.
Il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy vuole approvare il bilancio per il
periodo 2014-2020 entro il 22-23 novembre; i circa quaranta giorni che rimangono saranno il
momento di massimo sforzo di negoziazione da parte nostra. Tuttavia, appare molto difficile
un’approvazione del bilancio nei tempi appena citati, sarebbe un miracolo se ciò accadesse.
L’Ambasciatore Nelli Feroci ha terminato il suo intervento dicendo che grossi problemi nei
negoziati per il bilancio arriveranno da parte dell’Inghilterra.
A seguire è intervenuto Alberto Manelli, Direttore Generale dell’INEA, il quale ha esposto
un’interessante presentazione PowerPoint.
Il Valore Aggiunto Agricolo in Italia nel 2011 è stato di quasi 28 miliardi di euro, con 850 mila
occupati nel settore (3,7% del totale). Le aziende agricole secondo l’ultimo censimento ISTAT
sono 1,6 milioni, in calo del 32% negli ultimi 10 anni ma con un aumento del 44% di SAU
(Superficie Agricola Utilizzata) media per azienda.
Per quanto riguarda il Primo Pilastro la proposta della Commissione Europea prevede che gli
Stati membri con il rapporto pagamenti diretti su superficie (in ettari) minore del 90% della
media UE recuperino, dal 2014 al 2017, un terzo della differenza. Le superfici “ammissibili”
farebbero riferimento al 2009 ed escluderebbero i vigneti e l’ortofrutta. Questo implicherebbe
una forte penalizzazione per i Paesi mediterranei e particolarmente per l’Italia per il rapporto
pagamenti diretti su superficie alto e la forte incidenza di ettari “non ammissibili”. La perdita
ammonterebbe a 287 milioni di euro. Per cercar di rimediare, recentemente è stata presentata
in Parlamento Europeo una proposta di convergenza con una riduzione della differenza
“modulare”, che vedrebbe attenuata la penalizzazione per l’Italia di 45 milioni di euro, che
rimarrebbe tuttavia nel complesso elevata.
La proposta della Commissione Europea prevede, inoltre, una redistribuzione delle risorse
anche sul Secondo Pilastro, sulla base di nove indicatori articolati per competitività, ambiente
e territorio. Anche qui, i calcoli e la proposta di fatto penalizzano finanziariamente l’Italia (95
milioni di euro in meno).
I pagamenti diretti saranno soggetti a uno “spacchettamento” con componenti
obbligatorie e componenti volontarie (di scelta nazionale). Le componenti
obbligatorie saranno il pagamento di base (dal 53 al 70%), il pagamento per il
greening (30%) e il pagamento per i giovani (max 2%). Le componenti volontarie
saranno il pagamento accoppiato (max 10%) e il pagamento per le zone soggette a
vincoli naturali (max 5%). Tutti i pagamenti saranno soggetti al rispetto dei criteri
di condizionalità.
Il dott. Manelli ha voluto soffermarsi sul tema del greening che prevede obblighi di
diversificazione colturale, il mantenimento di superfici a pascolo permanente e aree di
interesse ecologico (AIE) (set aside, terrazze, fasce tampone, zone imboschite, ecc.). Secondo
le analisi finora realizzate, il costo del greening risulterebbe sproporzionato rispetto ai
benefici ambientali derivanti. Le soglie superficiali di applicazione saranno essenziali per
stabilire le esatte ripercussioni e il numero delle aziende interessate. La Commissione
Europea è sulla strada di rendere gli obblighi meno stringenti (numero di colture e
superficie minima), anche in linea con le osservazioni del Parlamento e del Consiglio Europeo.
Le AIE dovrebbero interessare il 7% della superficie.
Per la questione della convergenza dei pagamenti diretti, si va verso un abbandono del
criterio storico di distribuzione degli aiuti tra le aziende; tutti gli Stati membri,
infatti, passeranno ad un aiuto forfettario ad ettaro di uguale valore unitario,
stabilito a livello di Stato membro o di regione. A tal proposito andranno stabiliti:
- i tempi di questo processo e la gradualità (2019 plausibile?);
- i criteri;
- Stato membro come regione unica o suddivisione a livello regionale?
Il tema delle filiere e del mercato è un punto debole della proposta relativa al Primo
Pilastro, con poca chiarezza sulle risorse finanziarie e con strumenti piuttosto vaghi
e generici. Si continuerà a smantellare la vecchia PAC (quote, regimi speciali, ecc.), ma
emergono richieste di rafforzamento delle reti di sicurezza (strumenti di sostegno e
rafforzamento delle filiere) ed eventualmente il mantenimento di alcune limitazioni alla
produzione (zucchero e diritti d’impianto dei vigneti). Si sta cercando, inoltre, di tracciare
pacchetti di misure di sostegno per comparto (latte, olio di oliva, ortofrutta) e/o funzione:
qualità, promozione marchi, consolidamento offerta e riequilibrio rapporti di filiera
(Organizzazioni di Produttori, contratti, interprofessione, ecc.).
L’obiettivo della nuova PAC è di avere un’agricoltura competitiva e, allo stesso
tempo, sostenibile. Per la competitività gli assi guida sono:
- stabilità dei redditi agricoli e gestione del rischio;
- trasparenza e stabilità dei prezzi;
- distribuzione del valore aggiunto lungo la “supply chain”;
- completa eliminazione degli strumenti di controllo dell’offerta.
Per la sostenibilità, invece, gli assi guida sono:
- processo di greening degli strumenti;
- valorizzazione dei beni pubblici;
- attenzioni agli effetti sul cambiamento climatico.
L’elemento comune e l’enfasi su innovazione e ricerca. Fondamentale sarà evitare il
rischio di trade off dovuto al fatto che spesso competitività e sostenibilità sono difficilmente
compatibili.
Per gli strumenti di gestione dello Sviluppo Rurale, infine, sarà necessario prevedere
l’attivazione di misure di carattere nazionale non sostitutive rispetto a quelle di
carattere regionale, ma trasversali.
Al termine della presentazione del dott. Manelli è intervenuto l’on. Paolo De Castro,
Presidente della Commissione AGRI del Parlamento Europeo, per ribadire l’importante fatto
che stando alle condizioni attuali tutti gli aiuti “speciali” spariranno, ad esempio quelli
destinati agli uliveti, alle risaie, alle aziende di ingrasso, ecc. Serviranno meccanismi di
convergenza interna per minimizzare la penalizzazione.
Dario Stefano, Coordinatore della Commissione Politiche Agricole per la Conferenza delle
Regioni, ha espresso tutto il pessimismo che sta calando sulla situazione della PAC, una
situazione di ansia che accompagna un quadro generale di difficoltà. Quasi 8000 emendamenti
significano un giudizio prettamente negativo alla proposta iniziale. La stessa Unione Europea
che di solito rispetta i tempi, e chiede a tutti di rispettarli, molto probabilmente andrà in
proroga ed è un’assoluta novità, che rende conto della situazione nella quale ci troviamo. Nei
prossimi anni faremo molta fatica a trovare i soldi per contribuire al cofinanziamento. Sarebbe
un vero peccato perdere tutte le risorse impegnate finora e i sistemi che si sono venuti a
creare.
Dopo queste riflessioni il dott. Stefano elenca tre temi sui quali porre maggior attenzione:
1) sburocratizzazione, per affaticare meno tutti i processi;
2) cambiamenti climatici, attraverso la loro considerazione negli strumenti della PAC;
3) volatilità dei prezzi, con risposte chiare e utili all’interno della PAC.
Il seminario si è concluso con un rapido discorso dell’Ambasciatore Nelli Feroci, il quale ha
avuto conferma della situazione di disagio generale, prende atto e assicura il massimo
impegno da parte del Governo Italiano.
Link Programma del Seminario:
http://www.inea.it/public/it/eventi.php?action=dettaglio&id_articolo=1942
Link Presentazione PowerPoint dott. Manelli:
http://www.inea.it/public/it/eventi.php?action=dettaglio&id_articolo=1969
DISPONIBILITÀ SLIDES REPERIBILI AL SITO
Eseguito da: Davide Pedroni
UNIONCAMERE DEL VENETO
Delegazione di Bruxelles
Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles
Tel. +32 2 5510490
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SI