CLUB ALPINO ITALIANO

Transcript

CLUB ALPINO ITALIANO
CLUB ALPINO ITALIANO
SEZ. MARIO BEGHI - RAVENNA
Via Castel S.Pietro 26 – 48100 Ravenna – Tel. e fax 0544 / 472241
http://cairavenna.racine.ra.it
[email protected] -
SAN LEO: il sasso che suggerì a Dante il Purgatorio “Vassi in San Leo (.... ) ma qui convien ch'uom voli". Fu capitale del Regno Italico con
Berengario. Il suo antico nome “Mons Feretrius” diede origine all’attuale Montefeltro. Nelle sue celle morì il misterioso Conte di Cagliostro.
S. IGNE: San Francesco passando per S. Igne assieme a Frate Leone si perse e fu la preghiera a donar loro la via della salvezza. Una luce divina,
forse un fuoco (da qui l'Igne di origine latina) di pastori o di carbonai, rischiarò la notte e li rimise sui loro passi . Si fermò poi a San Leo durante
una festa. Qui il Conte Catani di Chiusi La Verna, sentendo un suo famoso discorso, gli fece dono del Sacro Monte.
MAIOLO 28 Agosto 1644: “Oggi sul mezzogiorno è caduta una saetta”, questa colpì il magazzino della polvere, che saltò in aria provocando
rilevanti danni alla fortezza stessa.
MAIOLO 29 Maggio 1700: “In tempo di notte, nel mentre che cadeva direttissima pioggia, staccassi dal monte il terreno ove era posta questa nostra
terra, e rovinò tutta sottosopra”
Narrano le cronache i fatti che, nel primo caso danneggiarono la rocca, nel secondo una frana distrusse tutto il paese con molti morti.
La leggenda dice che fu una maledizione divina perché durante la notte nudi vi scorazzavano i mercenari francesi danzando con gli abitanti del
luogo il proibito "ballo angelico".
Le due rocche erano considerate imprendibili ed il loro possesso era determinante per il dominio del territorio. La presa di Maiolo era
indispensabile per stringere efficacemente d'assedio la fortezza feltresca. Per questo seguì quasi costantemente le sorti di San Leo, protagonista
della cruenta e ripetuta guerra fra i Montefeltro ed i Malatesta
Cammineremo nella storia, circumnavigheremo e raggiungeremo entrambe le rocche, osserveremo panorami indimenticabili.
Per chi vuole l’escursione può terminare a San Leo e “ perdersi poi nel cuore delle sue contrade, calarsi nei misteri della sua fortezza, appoggiarsi
alle sue mura signorili, abbandonarsi alla bellezza delle sue chiese”.
NOTA: attenzione, la salita alla rocca di Maioletto, per la sua esposizione, richiede totale assenza di vertigini. La durata del percorso, la presenza
di una lunga scala e tratti non agevoli rendono la seconda parte dell’escursione sconsigliata ai principianti.
PERCORSO: Piega (220 m)- S Igne (520 m) – M te San Severino (658 m) – San Leo (640 m) – S Apollinare( 567 m) – Rocca di Maioletto (630 m) –
Boscara (353 m) – Piega.
DATI TECNICI E ORGANIZZATIVI
TIPO DI PERCORSO:
IMPEGNO FISICO:
DISLIVELLO:
DURATA DEL PERCORSO :
DIFFICOLTA’:
ABBIGLIAMENTO:
PRANZO:
PARTENZA
SPESA PREVISTA
ACCONTO:
COORDINATORI:
ISCRIZIONI
- EE (escursionisti esperti) percorso completo – T (turistico) percorso ridotto (VEDI DESCRIZIONE )
- Discreto per il percorso completo. Normale per il percorso ridotto
- 600 mt in salita e discesa.
-Completo ore 6 – 6,30 secondo le condizioni del terreno – percorso ridotto 3,30 ( più le soste ).
-VEDI NOTA
- obbligatori gli scarponi da trekking.
- al sacco.
- UOEI: Ore 6,30 da Faenza - P.le Pancrazi . CAI : Ore 07 da Ravenna –P.le Natalina Vacchi.
- € 15 circa con pullman, NON SOCI CAI 6 € IN PIU’ PER SPESE ASSICURATIVE. Con meno di 35-40 partecipanti si farà
con mezzi propri con spese da suddividere fra gli equipaggi. UOEI secondo loro consuetudine.
- € 5 entro il GIOVEDI’ precedente l’ escursione.
- GIOMMI D. (CAI) 340.8639437 - GALEOTTI G. (UOEI) 338.7613953
- IL GIOVEDI’ PRESSO LA SEDE DEL CAI O TELEFONANDO A :
338-4683782 MINGHELLI; 0544-501621 SAMA; 0544-551250 BALDROCCO.
L’adesione all’ escursione comporta l’accettazione integrale del Regolamento Escursioni della Sez. di Ravenna
I NON SOCI CAI, PER POTER ESSERE ASSICURATI, DEVONO COMUNICARE COGNOME, NOME E DATA DI NASCITA
DESCRIZIONE ITINERARIO
Proponiamo questo itinerario escursionistico innegabilmente lungo ma con spunti di interesse culturale e ambientale.
Punto di partenza è Piega dove anticamente c’era un castello, ora trasformato in residenza, piacevole alla vista ma con pochi segni del
passato. Si segue a Sn una sterrata lievemente ondulata fino a costeggiare l’importante mulino Torsani, ora agriturismo ben ristrutturato, e
si prosegue fino alla casa Miseria; quindi si gira a destra salendo dolcemente fra campi ed osservando i bei panorami che si aprono verso
tutta la Valmarecchia. Si costeggiano le case Serra e l’importante palazzo Tomasetti (1600); in breve si arriva al bivio che a Sn ci porta al
convento di S. Igne. Eretto nel 1330 a ricordo del luogo dove S Francesco si smarrì durante uno dei viaggi da Rimini; un sacro fuoco gli
fece ritrovare la strada; una breve sosta per la visita al complesso sarà ben gradita. Ci dirigiamo quindi verso nord per uno stradello fino ad
un bivio, giriamo a Dx in salita per la Fonte di S. Francesco fino all’incrocio con il sentiero di crinale 95, si prosegue a Dx fino al M te
S. Severino. Qui vale la pena salire fino alla croce per godere di un bellissimo panorama, in particolare verso la rupe di San Leo.
Si scende costeggiando il cimitero ed arriviamo proprio sotto l’incombente masso di San Leo che, assieme alla rocca, fanno veramente
impressione. Mi viene da pensare: come avranno fatto a costruirla.
Pensiamo di fare tutti una visita a San Leo almeno per vedere dall’esterno la Pieve, la Cattedrale e la piazzetta con il Palazzo Mediceo e
Palazzo Nardini dove avvenne la donazione a Francesco del Monte della Verna da parte del Conte Catani di Chiusi.
Chi pensa di terminare l’escursione a San Leo si ferma qui e continua la visita alla bella cittadina.
Gli altri proseguono per la strada asfaltata che va verso Pugliano-Carpegna. La si percorre fino al bivio per Iole dove ci dirigiamo in
leggera discesa, sempre su asfalto recente, proprio fino alla bella casa Iole, dove ha la fortuna di risiedere la figlia del nostro Enrico Vasi,
con bella vista di San Leo di fronte. La strada, ora bianca e con saliscendi, si dirige verso la chiesetta romanica di S Apollinare e le case Il
Poggio. Davanti a noi si presenta la piramide di Maioletto; per raggiungere la base percorriamo un tratto di circa un km di suggestivi ed
enormi calanchi scavati su delle “argille varicolori”in un paesaggio lunare. Alla base della rupe raggiungiamo la chiesetta di San Rocco
posta in bella posizione ai margini di quello che era il castello di Maiolo distrutto dalla enorme frana nel 1700. Inoltrandoci nel bosco si
possono intravedere alcuni ruderi. Un piccolo varco ci indica dove passare per salire alla rocca. Percorriamo una breve falesia fino ad una
scala molto lunga che ci permette di superare un bel salto. Ora siamo sul bordo del fronte della frana che ha distrutto il castello di Maiolo
ed il pendio si fa ripidissimo e scosceso. Una lunga corda ci aiuta a salire con attenzione (conviene non girarsi tanto per le vertigini) fino ai
margini del boschetto dove sbuca il sentierino che sale dalla chiesa di S Paolo. Da qui si percorre con l’aiuto di un’altra corda quella che
era la antica mulattiera che congiungeva il castello alla rocca ed è un po’ più agevole. Finalmente siamo sotto la rocca o meglio i resti ora
conservati di quella che era la invincibile rocca e che destano ancora una notevole impressione. Attraverso un varco e tramite una scala in
ferro raggiungiamo il piano sommitale della rocca .
Qui in alto ora sembra di essere in volo sulla Valmarecchia, la vista è indimenticabile, San Leo lì di fronte sembra talmente vicino da
poterlo toccare. L’emozione è tanta e penso che la fatica fatta valga veramente la pena; in pochi altri luoghi dell’Appennino ho provato
questa sensazione. Se i tempi ce lo consentiranno direi di goderci un po’ lo spettacolo e scattare qualche foto.
A malincuore toccherà prendere la via della discesa e di nuovo una sensazione di vuoto ci assale per cui occorre un po’ di attenzione fino
al margine del boschetto dove si prende un bel sentierino ripido immerso in un bosco misto anche di castagni che con piccole svolte ci
conduce al bordo nord della frana e lo stradello che ci conduce a San Paolo, chiesa romanica di una certa importanza.
Ora possiamo rilassarci scendendo per campi fino ad una casa diroccata dove prenderemo il “Sentiero delle Istrici” per Boscara (da noi
battezzato per le evidenti tracce). Da qui si scende per campi e strada asfaltata fino a Cavallara dove prendiamo una vecchia mulattiera che
in pochi minuti ci riporta al punto di partenza a Piega.
In caso di terreno troppo fangoso nella parte finale si valuterà se apportare delle varianti al percorso.
IL Gruppo Escursionisti CAI