Agorà n. 29 - firstcisl.it

Transcript

Agorà n. 29 - firstcisl.it
AGORÀ
First Cisl Gruppo Banca Popolare di Vicenza
Stanza sindacale: VICENZA 0444.339705 - PRATO 0574.617666 - [email protected]
#29
Novembre
2016
alla Bpvi. Quella banca non era più la mia ed
oggi non la riconosco più. Ho ripetutamente
chiesto indietro i miei risparmi. Vana attesa.
Alla fine sono rimasto intrappolato come
tanti altri soci. Adesso sono alla continua
ricerca di trovare una soluzione. Passo le
giornate a documentarmi.
NON POSSO MANCARE ED ECCOMI QUA
Vedo costantemente crescere i rischi della
scomparsa di un istituto che per me è stato
tutto, nella buona e nella cattiva sorte. Noto
il risentimento e la rabbia di chi ha perso i
risparmi di una vita, sento le grida degli ex
colleghi preoccupati di non avere un futuro.
Così, mentre scorro i siti alla ricerca di notizie
utili, leggo che sabato c’è un convegno sulla
crisi della mia ex banca. Qualcosa si muove,
almeno penso. Tra me e me dico: non posso
mancare ed eccomi qua comodamente
seduto su di una poltroncina rossa del Teatro
comunale assieme ad altri circa 300
sfortunati. Atmosfera tesa che accomuna
tutti quelli che con la Bpvi ci abbiamo
rimesso. Ci sono i rappresentanti delle
“ AGLI INCROCI
BASTA BANCHE,
SOLO LAVAVETRI ”
Candide riflessioni di un ex dipendente Bpvi
che sabato scorso, al Teatro Comunale
vicentino, ha assistito al convegno sulla
crisi della Banca Popolare di Vicenza
In popolare di Vicenza ci ho lavorato. Ma era
un altro mondo. Da monoreddito con la
banca ho mantenuto dignitosamente la
famiglia. Mi son preso le mie belle
soddisfazioni e sono andato serenamente a
riposo. Da pensionato continuo ad essere un
iscritto della Cisl. Alla Popolare di Vicenza ci
ho continuato a credere come ex dipendente.
Prima ho comprato le sue azioni dopo le sue
obbligazioni. Venivo da quel mondo che
però dal 2008 ho visto sempre più
allontanarsi. Troppe le contraddizioni. Nel
2014 ho definitivamente smesso di credere
1
VOLETE LE RISPOSTE? ECCO MION
istituzioni e quelli della banca. Attendo
l’inizio e scambio qualche impressione con
un vecchio collega che non vedevo da più di
7 anni. Entrambi ci ritroviamo a dire la stesa
cosa: ma com’è possibile che la banca nella
quale abbiamo lavorato si sia ridotta così?
ORA SI’ CHE SI COMINCIA
Il quesito rimane aperto nel frattempo i
convegnisti prendono posto sul palco. In sala
il brusio convive con il malumore. Apre il
sindaco di Vicenza Variati che è anche il
presidente della provincia.
Ascolto indifferente, dalla politica mi attendo
poco. Ha sempre sottovalutato gli allarmi e
durante la crisi ha voltato lo sguardo altrove.
Mi cattura invece l’intervento del giornalista
Righi.
In sala tutti ascoltiamo e riflettiamo. Adesso
è il momento dell’imputato: la Bpvi. La sala
rumoreggia, Variati ammonisce i presenti
“volete delle risposte? Facciamole dare al
presidente della popolare”. È come
accendere la miccia salgono protesta ed
indignazione.
La parola più usata è vergogna.
Gianni Mion assiste impassibile. Dopo 1
minuto di bagarre ci si predispone
all’ascolto. Il presidente esordisce dicendo
che non sa se potrà dare tutti i chiarimenti
che i presenti si attendono. Cavolo, penso,
Dice cose nette e condivisibili. L’azione di
responsabilità è inderogabile.
La giustizia deve fare il suo dovere puntando
la sua attenzione su tutti gli attori di questo
disastro: i maggiorenti della Bpvi, presidenti,
cda, direttori generali, collegi sindacali,
società di revisione nonché organi di
vigilanza come Banca d’Italia, Consob e la
stessa BCE. Loro sono corresponsabili del
disastro economico. E poi sento Righi
argomentare anche del presente. Dice che
l’attuale banca è troppo lenta e che con Iorio
la musica non è cambiata. In effetti anch’io
stento a cogliere il valore aggiunto di questo
strapagato super manager. E poi sono
pienamente d’accordo che il sistema
bancario nazionale è malato e che il focolaio
che infetta le popolari venete può essere
contagioso per tutto il settore.
ma se non riesce a darli lui?
Che premessa incoraggiante ma il bello
penso debba ancora venire. Mion prosegue
accendendo il faro sugli attuali costi di
esercizio che superano i ricavi. Allora la sua
semplice conclusione è che bisogna ridurre
le spese, “TUTTE” - urlano dal fondo del
teatro, e tentare di incrementare le entrate.
Da dove si parte? Dal solito personale e
dalle filiali. Lui che viene da Treviso, nella
sua città ha visto come gli sportelli della Bpvi
e quelli di Veneto Banca siano vuoti e
sovrapposti, vicini l’uno con l’altro. Tutti a
ridosso d’incroci con semafori dove
vorrebbe vedere solo pulivetri.
PULIVETRI! Non credo alle mie orecchie ma
si può parlare così? Più ascolto Mion e più
2
penso che lui voglia una sola cosa: la fusione
delle popolari venete.
Per l’esperienza che ho un presidente di
consiglio di amministrazione valuta le
proposte degli amministratori delegati o dei
direttori generali ai quali compete la visione
industriale. Non credo spetti a lui dettare la
linea, infatti Mion si affretta a precisare che la
fusione è un suo pensiero che comporta una
cosa tristissima: gli esuberi.
topico. A giorni, dice Mion, la sua banca farà
un’importante offerta agli investitori traditi.
In ciò noto una contraddizione. Presidente,
in apertura d’intervento, rispondendo alla
domanda di un’adirata azionista sul quanto
si sarebbe recuperato, avevi risposto poco.
Veramente poco. Quindi quanto sarà?
ARRIVERA’ NATALE E PRESTO AVRETE
L’OFFERTA DI CONCILIAZIONE
Quindi dopo la distruzione del denaro si
vuole distruggere la produzione del reddito?
L’EUTANASIA DEI DIPENDENTI
Per entrare in empatia con la sala e cercare di
rendere più dolce l’eutanasia dei dipendenti,
che purtroppo credo abbia in animo di fare,
parla della sua biografia. Lui è figlio
dell’assistenza pubblica che lo ha accudito fin
da quando era bambino. Ma ora. Sì, proprio
ora, i tempi sono cambiati e quindi bisogna
fare sacrifici. Non so ma questo passaggio mi
riporta a 5 anni fa quando la Fornero, al
tavolo con Monti, annunciava piangendo la
sua riforma delle pensioni.
Da azionista che ci ha tanto rimesso a me
francamente dei richiami autobiografici di
Gianni Mion interessa poco come non mi
scalda il peana del suo ufficio audit e della
compliance che giudica bravissimi e che
stanno alacremente collaborando con la
magistratura. Inoltre mi fa arrabbiare, e
molto sapere che i crediti deteriorati
saranno svenduti per una manciata di
lenticchie.
Al presidente della Bpvi sento poi dire che c’è
grande interesse verso la banca che opera in
un territorio che offre grandi opportunità. Mi
aspetto qualche nome invece apprendo che
è solo una previsione.
Siamo messi bene. Però ho ancora fiducia.
Sento che sulla conciliazione qualcosa si
muove per davvero. Ed ecco il momento
Il dubbio rimane e rimane intatta la
consapevolezza che c’è da stare poco allegri.
Mi fa sorridere poi l’intervento di un
avvocato che dalla sala chiede se devono
aspettare l’offerta prima di procedere.
Eh, beh, c’è la parcella da presentare agli
assistititi e poi tra pochi giorni è natale. Sono
già trascorsi 30 minuti nel corso dei quali ho
visto Mion prodursi nella più ardita scalata di
specchi. Lui fa capire che tutto avverrà in
pochi giorni.
Ci saranno le offerte di conciliazione ed il
piano industriale. Aspettare per credere. Ma
io ormai non ho più nulla in cui credere
perché quello che la Popolare di Vicenza ha
fatto è gigantesco.
Come banca ha perso la fiducia? E vorrei
vedere.
Non mi servono le giustificazioni di comodo
voglio acciuffare quel briciolo di giustizia che
da cittadini ci è dovuta.
Il dibattito continua e, come una battuta
estemporanea, mi fa sorridere la proposta di
Franco Conte sul bonus fiscale. Cos’è porto
in detrazione le perdite azionarie per
3
decreto? Per quanti anni e per che valore?
Scusatemi ma non ce la faccio, devo per forza
scomodare il grande Totò: “ma mi faccia il
piacere”, serve ben altro.
della regione non hanno voluto essere
protagonisti. È arrivato il loro momento.
Nonostante tutto in regione c’è molta
liquidità.
SILENZIO IN SALA, PARLA IL GOVERNO
E allora sentiamo cosa dice il governo che
interviene per bocca del suo sottosegretario
all’economia Pier Paolo Baretta, veneto, mio
coetaneo, che mi ricordo sindacalista della
Cisl. Almeno lui prenderà qualche impegno.
Si comincia con l’azione di responsabilità che
considera una cesoia tra passato e futuro
IMPRENDITORI BATTETE UN COLPO
In occasione degli aumenti di capitale, la
sana imprenditoria veneta non è scesa in
campo. Ora è chiamata a fare la sua parte
perché quando Atlante se ne andrà la banca
che ne verrà fuori sarà rinata.
Come
dire
cari
industriali se avete a
cuore il territorio nel
quale vivete battete
un colpo. Fatevi
vedere. Mettete una
mano al cuore e
l’altra al portafoglio.
Applausi più di circostanza che di
convinzione dei 200 presenti rimasti e fine
del convegno.
Sono perplesso, mi avvio a prendere la
macchina ed incontro di nuovo il mio
vecchio collega. Ci scambiamo pareri ed
impressioni su ciò che abbiamo assistito
arrivando alle medesime conclusioni: poco è
stato fatto e tanto c’è ancora da fare.
perché con i tempi che furono bisogna
chiudere.
Si prosegue con il piano di conciliazione
giudicato indifferibile e fondamentale. Fatelo
al più presto, raccomanda Baretta, poi si
vedrà.
E sempre nel futuro veniamo catapultati con
l’esortazione a presentare presto un piano
industriale di gruppo che contempli la
fusione fra popolare di Vicenza e Veneto
Banca.
Natale è un buon periodo dice il
sottosegretario. Il governo ne valuterà gli
impatti ma, attenzione, non dovrà sostituirsi
al piano di ristoro che deve camminare con le
sue gambe.
Il dubbio è atroce: ma questi sono capaci di
NON SI LICENZIA, C’E’ IL FONDO
Da ex sindacalista Baretta poi lancia
un’ancora ai dipendenti rivolgendo lo
sguardo a Mion.
No ai licenziamenti!
Come esecutivo abbiamo messo i soldi nel
fondo di settore alimentando uno strumento
che andrà utilizzato. Adesso è il momento del
radioso domani.
Le due banche venete, a parer del
sottosegretario, non sono finite. C’è stata sì
una fuga di risparmi ma il Veneto ha un
enorme potenziale ed una riconosciuta
capacità produttiva. Finora gli imprenditori
fare le giuste e necessarie cose?
Con il macigno di tale quesito sulle teste ci
auguriamo un sereno natale.
4