Agorà n. 30 - firstcisl.it
Transcript
Agorà n. 30 - firstcisl.it
AGORÀ EDIZIONE SPECIALE #30 First Cisl Gruppo Banca Popolare di Vicenza Stanza sindacale: VICENZA 0444.339705 - PRATO 0574.617666 - [email protected] Dicembre 2016 Se questa è l’intenzione, ci chiediamo, potrà farlo da sola!? È fin troppo chiaro che l’azienda stia tentando di forzare la mano e di comprimere i tempi dei ragionamenti che saranno necessari e condivisi con i colleghi. È bene che i naviganti sappiano che come First CISL, ci prenderemo tutti i giorni che reputeremo necessari, e che i tempi della procedura, stabiliti dal CCNL, ci consentono. Non diamo alcuna indicazione di date. Se queste escono sono solo il frutto avvelenato di manifeste tecniche d’imposizione che rimandiamo al mittente. Azioni che non qualificano chi vuole veicolarle utilizzando strumentalmente gli organi d’informazione. Non diamo mandati in bianco ad alcuno e trattando aspetteremo l’approdo del nuovo piano industriale che il presidente Mion, come ha dichiarato giovedì a “Milano Finanza”, comunica sarà pronto entro questo dicembre. CARA BPVI: O TUTTI O NIENTE La trattativa durerà il tempo che sarà necessario. Sulle galee rematori ed ammiragli sono la stessa cosa. Al risanamento ciascuno dovrà contribuire secondo le proprie forze e disponibilità. In Bpvi anche il normale avvicendarsi della stagione può essere stravolto. Così, dopo una primavera ed un’estate trascorsi in letargo, arriva l’autunno e l’azienda si sveglia. Riporta al tavolo del confronto le organizzazioni sindacali. Bpvi vuole pigiare il piede sull’acceleratore e chiudere la trattativa il prossimo 16 dicembre? MINIMO, LARGO, CIRCA, QUASI. CI RISIAMO? La trattativa che sta per ripartire dovrebbe investire una platea minima di 700 colleghi, da prepensionare, per 1 DAL NAUFRAGIO CI SI SALVA O SI VA A FONDO TUTTI ASSIEME. E non può essere diversamente se quotidianamente apprendiamo che, sempre più top manager, accettano la riduzione dei loro appannaggi per caricarsi sulle proprie spalle un pezzo di crisi. Gli ultimi arrivati sono l’ad di BNL Munari, disposto a rinunciare a 400 mila euro unitamente ai suoi 4 vice direttori che, sul piatto della solidarietà sono pronti a mettere la fiche di 260 mila euro seguiti, nel gesto, dal resto della squadra manageriale che si priverà di 300 mila euro. Morelli, ad del Monte dei Paschi, rinuncia a 200.000 euro. Non sarà tantissimo ma si alleggerisce il peso dei colleghi che sono chiamati a pagare pur avendo stipendi falcidiati da tasse, da sempre più crescenti esigenze familiari, sterilizzati dell’aumento tabellare nei modi che abbiamo visto e pietrificati da VAP che sono ormai un leggendario ricordo. ridurre strutturalmente il costo del lavoro nonché di una solidarietà difensiva (conosciuta nella nostra azienda con il nome di “Social Hour”) pagata tramite il Fondo al 60% della retribuzione, con tetto per i redditi più elevati, e il 100% del versamento contributivo. L’azienda farà bene ad essere più precisa perché il “minimo” di oggi ci ricorda il “largo, circa, quasi” dei precedenti confronti. Non faremo pagare ai colleghi le pensioni dorate, magari alle Bahamas, di alcuni superpagati manager che Bpvi pensa di mettere dentro il pentolone. In costituzione il concetto della progressività è molto chiaro e lo richiameremo unitamente a quello della volontarietà. Nessuno dovrà sentirsi escluso dai disagi di una navigazione difficile. Non ci saranno rematori segregati nelle galee, impegnati, con il loro sudore, a tirare la nave fuori dalle secche. SI FARA’ DI TUTTO PER VIETARE IMPATTI TRAUMATICI. SE LO DICE IL PRESIDENTE MION! Non firmeremo cambiali in bianco e non compreremo a scatola chiusa. Bpvi venga a trattare con le idee chiare senza cadere nella colossale contraddizione dello scorso lunedì. Il responsabile delle risorse umane ci parla della situazione, la drammatizza utilizzando gli effetti speciali di una semestrale zeppa di dati conosciuti e da tempo acquisiti. Tutto per dire che Come non ci saranno comodi ammiragli sulla tolda di comando che si guarderanno bene dal contribuire con soldi e fatica. L’azienda è una comunità e se sacrifici verranno chiesti tutti dovremo essere disposti a farli in rapporto alle proprie forze e disponibilità. 2 - OGNI VALUTAZIONE LA FAREMO CON DATI ALLA MANO; - CHE TUTTI DOVRANNO CONTRIBUIRE A RISOLVERE LA CRISI SECONDO LE PROPRIE FORZE E DISPONIBILITA’; - CHE, A TRATTATIVA NON ANCORA RIAVVIATA, NON ACCETTEREMO PIU’ USCITE IRRITUALI FATTE CON L’INTENTO DI CONDIZIONARE UN CONFRONTO CHE NECESSITA DI TANTA LUCIDA SERENITA’; - CHE NON TOLLEREREMO OLTRE IL REITERARSI DI PRESSIONI COMMERCIALI (sanno tanto di passato), DA NOI E DALLE ALTRE ORGANIZZAZIONI SINDACALI AMPIAMENTE DENUNCIATE (vedi. Agorà “10 regole per non diventare un Kapò) - CHE NON RINUNCEREMO ALL’IDEA CHE GLI NPL POSSONO ESSERE TRASFORMATI IN UN’OPPORTUNITA’ SE RESTANO PATRIMONIO DELLA BANCA ATTRAVERSO UN PROGETTO DI GESTIONE IN PROPRIO; - CHE CONTINUEREMO A PROPORRE UN NUOVO ED INNOVATIVO MODO DI FARE BANCA AMPIAMENTE ILLUSTRATO CON LA PUBBLICAZIONE DI VARI AGORA’ SUL TEMA; - CHE A SCATOLA CHIUSA FIRST CISL COMPRA SOLO…IL BENE DEI COLLEGHI. bisogna far ripartire il confronto. Per conto dell’azienda Rossi dice che la responsabilità della stasi delle trattative, ferme da 9 mesi, non è certo dei sindacati (e vorremmo vedere) e che i tempi sono maturi per ripartire. Nonostante le sollecitazioni nessuna notizia sul piano industriale, sulle scelte future, sull’ipotesi di fusione. Nessun aggiornamento sulla stagnante situazione delle partecipate salvo poi leggere che il presidente Mion sa molto di più. Lo dice, com’è suo solito, agli organi d’informazione. Come il nostro ex collega, che sabato 26 novembre ha assistito al convegno sulla crisi di Bpvi, ha scritto lunedì scorso su Agorà, le parole di Mion sono state più sfumate. Non perentorie e ultimative come quelle dello scorso 25 ottobre quando parlava di soluzioni dolorose paventando licenziamenti collettivi. Sempre su “Milano Finanza” di giovedì ha dichiarato “si farà di tutto per evitare impatti traumatici. Auspichiamo che ci siano forme di soluzione che evitino i licenziamenti” ai quali come First CISL ci opporremo con forza. Gianni Mion sembra aver ascoltato e meditato sull’intervento del sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta che il 26 novembre ha detto, rivolgendo lo sguardo proprio a Mion, “non si licenzia. http://www.firstcisl.it/nazionale/documenti/delega-iscrizionefirst-cisl/ Come esecutivo abbiamo messo i soldi nel fondo di settore alimentando uno strumento che andrà utilizzato”. Vediamo se i propositi diventeranno fatti intanto, a scanso di ogni equivoco, ribadiamo: 3