Pioppo da biomassa, i primi test sono positivi

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Pioppo da biomassa, i primi test sono positivi
LA TECNICA
COLTURE INDUSTRIALI
Pioppo da biomassa,
i primi test sono positivi
Foto Arch. Az. Agr. Sper. "M. Marani"
Nel 2006 l’azienda sperimentale
“Marani”, in collaborazione
con le Province di Ravenna e
Ferrara, ha organizzato alcune
giornate dimostrative sul
trapianto e la raccolta della
pianta utilizzata per scopi
agro-energetici. Incoraggianti
i risultati ottenuti in prova.
Foto Arch. Az. Agr. Sper. "M. Marani"
N
ella sede di Ravenna dell’azienda sperimentale
“Mario Marani”sono state monitorate alcune esperienze di coltivazione a pieno campo di pioppo da biomassa da ceduarsi a turno biennale, realizzate nell’ambito dei programmi di supporto all’assistenza tecnica cofinanziati dall’assessorato provinciale all’Agricoltura. L’iniziativa è stata
avviata per supportare le fasi di verifica degli aspetti
agro-meccanici di questa coltivazione agro-energetica che sta suscitando un grande interesse per le diverse attività agro-industriali ed industriali che coinvolgono le province di Ravenna e Ferrara.
Nel mese di aprile 2006,in collaborazione con la ditta Spapperi ed il gruppo Cner-Biomasse Europa (fornitori rispettivamente di trapiantatrice e materiale
vivaistico), è stata organizzata una prima dimostrazione di trapianto meccanico utilizzando una pianta-talee semiautomatica, dotata di elementi iniettori a pinza e costruita appositamente per il trapianto
di talee di pioppo e di talee legnose consimili. Per il
traino e l’azionamento della trapiantatrice (di peso
complessivo in opera tra i 1.300 e i 1.400 chilogrammi)
è stata utilizzata una trattrice di potenza pari a 80 Hp
(foto 1). La macchina, verificata in campo, era costituita da una barra portaelementi equipaggiata con
due elementi modulari, in modo che poteva essere
allestita sia a fila binata (tecnica,per vari motivi,ormai
in disuso) che a due file semplici; configurazione,
quest’ultima, adottata nella dimostrazione.
La disposizione a file semplici, distanziate fra loro di
300 centimetri, è risultata molto comoda: infatti ha
consentito nel primo anno di operare con frese scavallatrici e di lavorare il terreno fra i filari con trattrici in assetto “ruote a 180 centimetri”. Alla fine del
secondo anno, come già verificato l’inverno scorso,
si potrà entrare agevolmente con le Class Jaguar allestite con testata monofilare per cippato “BE1”(Biomasse Europa 1). Il meccanismo di funzionamento
della pianta-talee risulta incentrato su elementi iniettori a pinze disposti a raggiera su un grande supporto
cilindrico piatto,che ruota folle sul terreno alla velocità trasmessa dal traino della trattrice. Nell’allestimento standard il supporto è attrezzato con otto iniet-
LAMBERTO DAL RE,
SANDRO BOLOGNESI,
ANGELO INNOCENTI
Azienda Agraria
Sperimentale “M.Marani”,
Ravenna
Foto 1
La macchina
usata per
il trapianto.
Foto 2
Il caricamento
degli iniettori viene
eseguito
manualmente.
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MARZO
2007
Foto 4
Un’immagine
del cippato
ottenuto.
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MARZO
2007
tori disposti radialmente,che consentono una distanza standard di impianto delle talee sulla fila pari a 50
centimetri (o altra, se del caso).
Sulla testata dell’appezzamento le talee sono state
riposte nei due contenitori di cui era dotato ciascun
elemento. Nella fase di lavoro il caricamento degli
iniettori è stato eseguito manualmente, a livello del
tratto superiore del supporto cilindrico, tramite un
operaio per ciascun elemento (foto 2). Per contro,
l’espulsione della talea avviene meccanicamente al
raggiungimento del punto inferiore (perpendicolare al terreno): qui un martinetto idraulico azionato
elettronicamente “spara” l’iniettore verso il basso,
provocando la penetrazione della talea nel terreno.
Si è riscontrato che la lunghezza massima delle talee
gestibile dalla macchina è di circa 22-24 centimetri,
mentre il diametro massimo è pari a due centimetri
e mezzo; per la dimostrazione sono state utilizzate
talee del clone AF 2.L’inserimento delle talee nel terreno è avvenuto senza l’apertura di solchi di trapianto
(che risulterebbero penalizzanti nei terreni argillosi) e pertanto il terreno dovrà esser ben livellato,preparato ed affinato per tempo per ottenere sofficità e
contiguità tra talea e letto di trapianto, massimizzando così le percentuali di attecchimento.
Un terreno ben preparato, assieme a campi di lunghezza opportuna, consente di ottimizzare i rendimenti della pianta-talee bifila, che può trapiantare
fino a 900 metri lineari per ora di lavoro,ovvero 3.600
talee (per una superficie pari a circa 5.400 metriquadri), corrispondenti ad una potenzialità teorica
della macchina di 4,2-4,4 ettari al giorno e ad una
potenzialità reale di 3-4 ettari; differenza che dipende dallo stato del terreno,dall’organizzazione dei cantieri e dalla specializzazione degli operatori.
I COSTI DA SOSTENERE
La qualità del lavoro svolto dal modello TP (trapiantatrice utilizzata nella prova) verificata alla germogliazione è stata ottima, tanto da registrare una
percentuale di attecchimento quasi uguale a quella
ottenuta col trapianto a mano. Il costo della macchina è accessibile: si aggira sui 16.500 euro.Sul mercato del legname cippato si stanno delineando diversi operatori: alcuni forniscono il servizio di impianto dei pioppi SRF “chiavi in mano”, a costi compresi
fra i 1.500 e i 1.900 euro/ettaro. Ad essi si dovranno
aggiungere quelli di una preparazione del terreno
piuttosto accurata (tipo bietola), di una buona fertilizzazione di fondo (in considerazione del fatto che
gli apparati radicali,a partire dal primo anno,avranno “colonizzato” gran parte degli interfilari) e di un
intervento diserbante localizzato.Il tutto per un costo
di impianto intorno ai 2.500-2.600 euro.
Il problema del costo di raccolta è legato al numero
di ore di utilizzo annuo della macchina, che in bacini maidicoli (mais da trinciato) è di più facile soluzione (mais in estate, pioppi in inverno). Anche per
questa coltura,come per altre collegate in filiera all’industria di trasformazione,per ottimizzare i costi della fase di raccolta è comunque necessario ipotizzare
una superficie minima di coltivazione. Tale requisito sarà tanto maggiore,quanto più ampia è la distanza tra le coltivazioni e l’industria, che costringe ad
ottimizzare anche la logistica della fase trasferimento-trasporto.
LA FASE DI RACCOLTA
Per la raccolta sono state organizzate due giornate:
la prima a Ravenna e la seconda a Ferrara; è stata utilizzata una trincia-caricatrice da mais Class Jaguar
880, equipaggiata con testata monofilare per cippato con allestimento “BE1” fornita dalla ditta che ha
ritirato il prodotto.
Il 18 gennaio scorso,presso la sede dell’azienda “Marani”, in collaborazione con l’assessorato provinciale
all’Agricoltura di Ravenna,è stata organizzata un’importante iniziativa che ha richiamato un qualificato
pubblico di operatori pubblici e privati. L’impianto,
oggetto della prova dimostrativa era costituito da file
singole con tre metri di interfila e piante distanti 50
centimetri sulla fila. Il trapianto delle talee era stato
compiuto nella primavera del 2005 e pertanto il taglio
Foto Arch. Az. Agr. Sper. "M. Marani"
Foto 3
La fase di
trasferimento
del cippato
sul carro.
Foto Arch. Az. Agr. Sper. "M. Marani"
LA TECNICA
è avvenuto dopo due stagioni vegetative e 22 mesi di
vita. Il cantiere di raccolta era formato dalla Class,
seguita da un carro trainato da trattore. La velocità
di raccolta è stata sostenuta, intorno ai 4 chilometri
all’ora.Le piante sono state automaticamente e contemporaneamente tagliate, avviate all’apparato cippante, poi, sottoforma di cippato, trasferite per via
aerea sul carro al seguito (foto 3), infine trasportate
e scaricate in cumulo a fondo campo.Da qui i cumuli di cippato sono poi stati caricati su autotreno. La
dimostrazione ha soddisfatto le aspettative di gran
parte dei presenti, testata e macchina sono state giudicate valide ed il cippato ottenuto è stato valutato,
dagli esperti di buona qualità,per omogeneità e tipo
di cippatura (foto 4). La resa delle file in prova, in
parte del clone Monviso ed in parte del clone AF2, è
risultata compresa fra le 45 e le 50 tonnellate ettaro
di cippato “verde”al 52 % di umidità.
Il giorno successivo la dimostrazione,organizzata in
collaborazione con l’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Ferrara, si è svolta presso l’azienda
Gherardi di Contrapò (FE). Anche in questo caso il
pioppeto era stato impiantato a file singole,con interfila a tre metri e con piante a 50 centimetri. L’impianto, messo a dimora nel marzo del 2005, si presentava piuttosto curato, di ottimo sviluppo vegetativo e situato in una stazione di buona fertilità.Per la
raccolta e lo svallo è stato utilizzato lo stesso cantiere di lavoro del giorno precedente. La resa delle file
in prova,in gran parte del clone AF2,è risultata compresa tra le 45 e le 50 tonnellate ettaro di cippato “verde”al 58 % di umidità.
UNA COLTURA DA INTRODURRE
Le verifiche attuate portano a valutare positivamente i cantieri di trapianto e di raccolta esaminati,peraltro già “commerciali”e quindi disponibili sin da ora
sia per il trapianto, che per la raccolta a pieno campo.A tutt’oggi risulta che la ditta costruttrice stia lavorando sulla trapiantatrice per migliorarne le prestazioni e si presume di poter disporre della versione
totalmente automatizzata dalla primavera del 2008.
Pertanto,sulla base degli impieghi parametrici acquisiti, è possibile affrontare con una certa positività la
fase di verifica della convenienza economica alla coltivazione. Al riguardo, già nel corso del prossimo
mese saranno disponibili i costi di coltivazione del
pioppo da SRF e della canna (Arundo donax) ottenuti tramite un apposito software è stato messo a
punto dal Settore energia dell’ azienda “Marani”, in
collaborazione con l’assessorato provinciale all’Agricoltura di Ravenna, all’interno di un progetto
ammesso a cofinanziamento dalla Regione EmiliaRomagna in base alla legge regionale 28/98. 69
MARZO
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