Poche ma buone - Il Verde Editoriale
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MECCANIZZAZIONE PANORAMICA TECNICA DEL MERCATO DELLE TRAPIANTATRICI FORESTALI Valerio Bozzoli Solamente alcune delle trapiantatrici forestali presenti sul mercato si adattano alle colture agro-forestali. Poche ma buone Testo e foto di Sanzio Baldini e Rodolfo Picchio, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, Facoltà di Agraria, Dipartimento di tecnologie, ingegneria e scienze dell’ambiente e delle foreste 69 • ACER 5/2006 a realizzazione di una piantagione è un’operazione molto importante che va condotta in modo corretto per garantirsi la riuscita e con essa un ritorno economico. Molti degli incentivi economici previsti ed elargiti da alcune amministrazioni regionali riguardano la realizzazione ex novo di impianti agroforestali. Sulla spinta di questa ultima tendenza è nata l’esigenza di mettere a punto macchine per tale tipo di intervento, allo scopo di ridurre l’impegno della mano d’opera e, soprattutto, i tempi di realizzazione, condizione fondamentale per diminuire l’incidenza economica dell’operazione sul totale dei costi. In tutto questo, è importante non dimenticare mai la “qualità dell’operazione” che si estrinseca nella sicurezza della macchina, nel corretto posizionamento delle talee o delle piantine, e, natural- L mente, nella qualità del materiale vegetale messo a dimora in modo da ridurre la percentuale di fallanze nell’impianto stesso (7, 8). In passato, anche in frutticoltura è stato affrontato il problema della meccanizzazione del trapianto; in ambito forestale si è fatto spesso ricorso a macchine impiegate nel settore degli ortaggi, che però non si sono dimostrate particolarmente adatte: problemi legati al trascinamento della pianta e alla sua messa a dimora in posizione inclinata richiedevano un ulteriore dispendio di mano d’opera per perfezionare l’operazione (5). Questo a indicare e rafforzare il principio che il trapianto è un intervento molto specifico e richiede grande attenzione su diversi fronti: condizioni in cui si opera, materiale utilizzato, specie impiegate. Le trapiantatrici sono utilizzate nel nostro ▼ L’operazione di impianto, nelle piantagioni forestali ancora oggi risulta particolarmente dispendiosa dal punto di vista economico. La corretta esecuzione di questa fase di lavoro e la diminuzione dei tempi di realizzazione possono contribuire alla riduzione dei costi. Da qui l’importanza di disporre di macchine trapiantatrici forestali adeguate alle diverse condizioni operative MECCANIZZAZIONE ciatori di file, spandiconcime a distribuzione localizzata, serbatoi dell’acqua per innaffiare contemporaneamente alla messa a dimora (2). A sinistra, impianto a breve rotazione di pioppo. A destra, trapiantatrice di talee semimeccanica in funzione. Le trapiantatrici più diffuse Sotto questa voce vengono incluse anche le piantatrici di talee. La disponibilità di trapiantatrici forestali sul mercato oggi è molto ampia, ma solo alcune di queste si adattano alle colture agro-forestali e in particolare per la messa a dimora degli impianti a breve rotazione (Short Rotation Forestry, SRF). Il materiale forestale da impiantare in queste colture varia secondo la specie: nel caso di pioppi o salici il materiale utilizzato è formato da talee o astoni (di un anno senza rami), per gli eucalipti si impiegano semenzali allevati in contenitori alveolari e per la robinia semenzali di un anno a radice nuda, ma qualunque sia il postime occorre ridurre drasticamente la mano d’opera e massimizzare la produttività per contenere i costi di una coltura estremamente povera. tacco a tre punti della trattrice e si muove su un cingolo metallico; all’interno di ogni pattino del cingolo è fissato un cilindro di 5 cm di diametro e 23 cm di lunghezza in cui scorre un pistone; quando il cilindro si trova nella parte alta del cingolo il pistone scorre verso il basso e l’operatore può inserire nel cilindro una talea; quando il cilindro si trova nella parte inferiore del cingolo il pistone scorre per mezzo di una guida inclinata e pianta la talea nel terreno. La distanza d’impianto sulla fila può essere regolata bloccando alcuni di questi pistoni. Al lato del cingolo vi è la postazione dell’operatore e un ripiano per le talee. La macchina permette di lavorare con talee di lunghezza variabile tra 180 e 220 mm e un diametro tra 15 e 23 mm. Per migliorare la messa a dimora è bene impiegare talee tagliate, all’estremità che entra nel terreno, a becco di flauto (1, 4). Piantatalee a cingolo Rotor È una macchina nota da tempo: si tratta di una semiportata che viene agganciata all’at- Trapiantatrice Quickwood Questa trapiantatrice è una macchina di semplice funzionamento; è semiportata da ▼ Paese da circa un secolo, le prime furono messe a punto per l’impianto del tabacco. Le macchine che oggi troviamo sul mercato, a seguito di innovazioni tecnologiche del settore, sono in grado di mettere a dimora piante a radice nuda, in pane di terra, talee e astoni, su una moltitudine di tipologie di terreni, su una vasta gamma di pendenze e con diverse esigenze di sesti di impianto. Le macchine, che possono essere portate, trainate o semoventi, si dividono principalmente in tre categorie: • automatiche, con distributore alimentato meccanicamente; • semiautomatiche, con distributore alimentato da un operatore; sono le macchine più impiegate nel settore; • agevolatrici, in cui l’operatore colloca direttamente a dimora la piantina. Le trapiantatrici sono in genere costituite da un telaio metallico, uno o più seggiolini per gli operatori, ripiani o ceste metalliche su cui riporre il postime da mettere a dimora, dispositivi di distribuzione, organi assolcatori e interratori. I distributori, in particolare, possono essere a pinze, a tazze, a catena e a dischi. Sono macchine con vari accessori tra cui trac- CARATTERISTICHE TECNICHE DEI MODELLI DI TRAPIANTATRICI FORESTALI TRATTATI MODELLO ROTOR(A) BERTO SPAPPERI(B) OLIVER(C) QUICKWOOD(D) STEP(E) Larghezza operativa (m) Distanza talee (m) Velocità di avanzamento (km h-1) Addetti (n.) Capacità di lavoro (m2 h-1) Capacità di lavoro (talee h-1) Lunghezza talee (mm) Diametro talee (mm) 1,9 0,7 0,8 3 1376 1034 180-220 15-23 1,9 0,7 1 3 1680 1263 550 30 3,8 0,7 0,9 5 2852 2144 / 30 7,6 0,7 1 8 6228 4683 300-600 5-20 1,8 / 0,5 2 850 678 / / 1,8 0,7 4 2-7 4600-9200 6372 100-200 8-20 Note: (A)= Talee tagliate a becco di flauto. (B)= Possibilità di lavorare più file alla volta anche con sesti di file binate. (C)= Possibilità di lavorare più file alla volta. D)= Nessun sistema di regolazione della distanza sulla fila. In grado di lavorare anche su terreno sodo. (E)= Possibilità di lavorare più file alla volta, lavora preferibilmente materiale privo di difetti e nodi. ACER 5/2006 • 70 MECCANIZZAZIONE La parola a chi pianta alberi l Consorzio Forestale Padano di Casalmaggiore (CR) può essere definito come “un’azienda privata a controllo pubblico operante nella gestione e nella tutela del verde pubblico”. È costituito, infatti, da aziende agricole, produttori di materiale vivaistico, cooperative sociali e amministrazioni pubbliche. Una struttura aziendale molto particolare che ha permesso al consorzio di esprimere le sue potenzialità in numerosi ambiti operativi: dai recuperi ambientali all’ingegneria naturalistica, dalla progettazione e realizzazione di parchi urbani e periurbani alla manutenzione del verde in città. Ma ciò che rende questa realtà operativa quasi unica nel panorama italiano è la sua grande esperienza nell’ambito della forestazione, tant’è che a oggi il Consorzio Forestale Padano, in amministrazione diretta, ha realizzato e gestisce impianti forestali per una superficie di circa 550 ha. Grazie a questa significativa esperienza, abbiamo rivolto a Francesco Sarzi Sartori, responsabile alla direzione lavori, alcune domande sui limiti e sulle qualità delle trapiantatrici forestali, strumenti di lavoro fondamentali per l’attività del consorzio. I Quali sono le condizioni operative più idonee per l’utilizzo di queste macchine? Francesco Sarzi Sartori (F.S.S.): Non si può parlare in senso stretto di condizioni ottimali. L’uso delle trapiantatrici è correlato soprattutto alla condizione dei suoli in cui si opera. Nel nostro caso, e con particolare riferimento ai terreni golenali in fregio al fiume Po, nostro ambito specifico di intervento, è spesso possibile utilizzare questa macchina a condizione che i terreni oggetto di impianto siano stati preventivamente preparati in modo accurato. A questo si aggiunga che la necessità di piantumare in un trattore di almeno 40 kW. È formata da un telaio a cui è fissato anteriormente un assolcatore, seguito da un elemento interratore, da una pinza di trattenuta delle talee, o piantine a radice nuda, da due ruote che regolano la profondità d’impianto e comprimono il terreno ai lati della talea. Al di sopra del telaio sono collocati il sedile dell’operatore e il contenitore per il materiale vegetale. La macchina ha un impianto idraulico azionato dalla presa di potenza del trattore che permette il funzionamento dell’elemento interratore. L’operatore, mentre inserisce la talea nella pinza, aziona un pedale che permette l’interramento della stessa: la macchina è priva di un sistema per la regolazione della distanza sulla fila. La macchina può lavorare su terreno sodo e mettere a dimora piante con pane di terra o a radice nuda (2, 4). Trapiantatrice Berto La trapiantatrice Berto è una macchina di tipo portato che va agganciata a un trattore di almeno 40 kW. L’organo trapiantatore è una ruota azionata dal contatto con il terreno e collegata in maniera basculante al telaio della macchina; sulla sua circonferenza sono disposte le pinze che trattengono le talee. La ruota è preceduta da un assolcatore e seguita da una 71 • ACER 5/2006 tempi stretti grandi superfici e considerazioni di ordine economico costringono a utilizzare questa tecnica. Allora c’è un effettivo risparmio nei tempi operativi utilizzando queste macchine… F.S.S.: Se i lavori di preparazione dei suoli sono finalizzati all’uso delle trapiantatrici, i tempi realizzativi subiscono un decremento nell’ordine del 30% senza sacrificare eccessivamente la qualità del lavoro. Tra i lettori di ACER vi sono molti progettisti e tecnici che progettano con criteri paesaggistici. Quali sono i consigli che si sente di dare a questi professionisti per ottimizzare il loro lavoro in generale e in particolare per favorire il ricorso alla meccanizzazione dell’impianto? F.S.S.: La nostra esperienza, soprattutto per gli interventi di forestazione in chiave naturalistica, ci permette di affermare che è condivisibile l’idea che nella realizzazione di imboschimenti permanenti si debba simulare il più possibile la naturalità. Tuttavia non va dimenticato che, almeno nei primi anni, è necessario garantire una corretta cura e gestione degli interventi spesso strettamente correlati a necessità economiche. A tal proposito non dimentichiamo che, in questi ultimi anni, le operazioni di soccorso irriguo pesano molto tra le voci di costo. In ogni caso, il progettista deve sempre pensare alla sua opera nel lungo periodo. Aggiungo, inoltre, che l’uso della trapiantatrice, spesso osteggiata dai tecnici più ortodossi, permette notevoli economie nelle operazioni di messa a dimora a condizione che non sia richiesta un’eccessiva complessità negli schemi di impianto, come per esempio l’esagerata sinuosità delle linee di impianto ecc., e si utilizzi postime prossimo per età e taglia. G.Z. serie di dischi rincalzatori, a lato è posto il sedile per l’operatore e un ripiano per le talee. La macchina opera anche con piantine fino a 30 mm di diametro e 55 cm di lunghezza (2). Trapiantatrice Spapperi Questa macchina è disponibile sul mercato in diverse versioni. Sono tutte macchine portate con un funzionamento idraulico e si basano su un’unità di lavoro formata da una ruota piantatalee di 1,3 m di diametro e larga 0,125 m, su cui sono montate radialmente delle pinze a molla e nelle quali l’operatore seduto lateralmente alla ruota posiziona le talee. La ruota è folle sul proprio asse ed è perciò trascinata in rotazione dal contatto con il terreno. Quando ogni pinza si trova ortogonale al terreno, grazie a un sensore di prossimità, viene azionato un martinetto idraulico che infigge la talea, che viene quindi rilasciata grazie all’apertura della pinza a molla. La spinta del pistone idraulico permette l’interramento in profondità, anche in terreni lavorati solo grossolanamente; solitamente la ruota piantatalee è preceduta da alcuni rulli che livellano il terreno. Alla macchina sono abbinabili anche sistemi per la stesura di un telo pacciamante; inoltre oggi sono disponibili macchine In alto, trapiantatrice portata, applicata all’attacco a tre punti di un trattore agricolo. Sopra, piantatalee a cingolo portata. MECCANIZZAZIONE ▼ con più unità di lavoro unite assieme, che permettono la messa a dimora di più file per volta oppure di realizzare impianti con file binate, infatti le unità possono variare la loro interdistanza da un minimo di 0,75 m a un massimo di 3,1 m. Ovviamente in questo caso ogni ruota è alimentata da un operatore seduto al suo fianco, variando invece il numero di pistoni montati è possibile cambiare la distanza sulla fila (8). Trapiantatrice Oliver Anche la trapiantatrice Oliver può impiegare assieme più unità di trapianto, infatti può piantare contemporaneamente da 1 a 6 file, riducendo così notevolmente i tempi morti dell’operazione; il trapianto avviene tramite pinze meccaniche con il compito di posizionare la piantina. Le pinze vengono azionate da un sistema a catena sincronizzato con la velocità d’avanzamento della trattrice, il sistema è poi seguito da una serie di ruote rincalzatrici che permettono anche di regolare la profondità di trapianto. La trapiantatrice è dotata di un seggiolino per l’operatore e di cassoni per lo stoccaggio di circa 500 piantine. Con la trapiantatrice si possono mettere a dimora talee lunghe 30-60 cm e con diametro del fusto di 5-20 mm, la loro distanza sulla fila può variare da 8 a 70 cm. Trapiantatrice Step Alcune trapiantatrici eseguono la messa a dimora di astoni, consentendo in questo modo un netto aumento della produttività; infatti possono procedere a velocità superiori rispetto a quelle per talee e per piantine che generalmente operano alla velocità di 1 km/h. Riducono inoltre i tempi e i costi necessari per la preparazione delle talee. La trapiantatrice Step della ditta svedese Meccanismo di funzionamento e messa a dimora SCHEMA DI TRAPIANTATRICE CLASSICA A PINZE Operatore Piantina Assolcatore Distributore a pinze (Biondi, 1999). Salix Maskiner, per esempio, è una macchina semiportata che permette di utilizzare astoni interi. Va collegata alla presa di potenza di un trattore di almeno 60 kW, che alimenta due unità di trapianto collegate a un albero di trasmissione centrale. Ogni unità provvede alla suddivisione degli astoni in talee e alla loro messa a dimora. Un operatore per ogni unità esegue l’inserimento dell’astone tra due cinghie che lo guidano in uno stivaletto di trapianto, dove l’astone viene suddiviso in talee e queste ultime vengono messe a dimora. La lunghezza delle talee può essere regolata da 100 a 200 mm, mentre gli astoni devono avere un diametro tra 8 e 20 mm; la distanza sulla fila può essere variata regolando la puleggia che comanda il meccanismo di taglio e la messa a dimora, la Salix Maskiner produce anche un altro modello per la messa a dimora contemporanea di sei file per volta (6). Dalle prove fatte in Italia si è notato che la trapiantatrice funziona bene per gli astoni di salice, ma non altrettanto per quelli di pioppo, in quanto durante il trascinamento vengono spesso lesionati, richiede, infatti, materiale il più possibile diritto e privo di nodi (2, 4). Novità interessanti Il Dipartimento di Economia e ingegneria agraria, forestale e ambientale di Torino ha messo a punto un prototipo interessante nell’ambito del progetto Ri.selv.italia, per la messa a dimora di astoni interi in posizione orizzontale. La macchina è di semplice costruzione, risulta formata da due unità di trapianto, ognuna composta da un assolcatore, un A sinistra, trapiantatrice Quickwood, macchina portata. A destra, trapiantatrice Spapperi, macchina semiautomatica portata. ACER 5/2006 • 72 MECCANIZZAZIONE delle principali trapiantatrici forestali SCHEMA DI TRAPIANTATRICE A DISCHI CONVERGENTI Vassoi alveolati Ruote rincalzatrici Sedile Distributore a dischi Rullo Assolcatore (Biondi, 1999). nastro inclinato per il trasporto a dimora degli astoni e un rullo preceduto da due ali per richiudere e compattare il terreno. Il tutto è sormontato da un telaio a ponte su cui si trovano in piedi i due operatori e i cassoni per gli astoni. Dovranno essere attentamente valutati i risultati di questa tecnica di lavoro, rispetto alla messa a dimora delle talee, in particolare per quanto riguarda l’attecchimento. La ditta Nardi ha immesso sul mercato delle macchine trapiantatrici innovative: la prima è la trapiantatrice forestale TFP, sviluppata con l’Università di Pisa, per la messa a dimora di piante forestali in fitocella. Operando su distanze sulla fila a partire da 2 m, è una macchina sicuramente utile per l’arboricoltura da legno o per i rimboschimenti su terreni poco lavorati, ma non può essere usata per l’impianto di SRF. Per questo si è dimostrata interessante la Nardi a pinze TUF, essenzialmente costituita da un telaio con un sedile per l’operatore, ripiani per l’appoggio del postime, un dispositivo trapiantatore e ruote rincalzatici. La distribuzione delle talee o delle piantine a radice nuda o con pane di terra avviene per mezzo di un dispositivo a catena che muove dieci pinze nelle quali può essere posto il materiale. Le distanze sulla fila possono variare da 14 a 75 cm, mentre l’interfila è variabile con una distanza minima di 50 cm. Queste caratteristiche rendono sicuramente la macchina idonea alla sperimentazione nell’impianto di SRF o nei vivai. Sarebbe interessante sperimentare in colture forestali anche macchine utilizzate attualmente in viticoltura per il trapianto delle barbatelle, per esempio la trapiantatrice della ditta Wagner. Quest’ultima è portata sul sollevatore idraulico del trattore ed è caratterizzata da un apparato meccanico costituito da un vomere che apre un solco di profondità variabile in funzione del tipo di terreno, un meccanismo a pinze che depone la barbatella nel solco e un sistema di ruote e dischi che provvede a deporre la terra intorno alla radice e alla chiusura del solco. L’operazione di trapianto richiede la presenza di un operatore alla guida del trattore, uno a bordo della macchina che inserisce le barbatelle e una persona a bordo campo che si occupa dello spostamento dell’apparecchio laser per eseguire l’allineamento. La macchina è dotata di un sistema per la regolazione della profondità di trapianto da 20 a 50 cm e lavora su una distanza minima d’im■ pianto sulla fila di 50 cm (3). Si ringraziano Fulvio Di Fulvio, collaboratore esterno e Serena Savelli, dottoranda dell’Università di Padova, per l’aiuto nelle ricerche bibliografiche. Bibliografia (1) BALSARI P., AIROLDI G., FACCIOTTO G., 2002. Messa a dimora di un impianto di pioppo da biomassa. Sherwood, n. 81, p. 49-54. (2) BRAGIOTO M., 2001. Trapiantatrici senza rischi. Macchine e Motori agricoli, n. 6/01 p. 18-21. (3) MELOTTI M., 2002. Meccanizzazione della messa a dimora di barbatelle di vite e pali. Agrimodena. (4) PARI L., FEDRIZZI M., 2004. Provata una nuova trapiantatrice per le colture forestali energetiche. L’informatore agrario, n. 43/04, p. 95-98. (5) RICCI A., 1994. Macchine per il vivaismo e l’orticoltura: cresce la domanda di qualità. Mondo Macchina, n. 3/94, p. 42-45. (6) SPINELLI R., NATI C., SPINELLI R., 2001. La pianta-talee Step della Salix Maskiner. Macchine e Motori agricoli, n. 7/8/2001, p. 50-52. (7) TRENTINI L., 2002. Le trapiantatrici. Agricoltura, ottobre 2002. (8) VERANI S., SPERANDIO G., SAVELLI S., 2005. Produttività e costi per l’impianto meccanizzato. Alberi e Territorio, n. 9/05, p. 25-30. Abstract Trapiantatrice Berto, macchina semiautomatica portata. 73 • ACER 5/2006 A few good ones Planting, in agricultural and forestry plantations, is still a particularly expensive operation from the economic viewpoint. The appropriate execution of this work stage and the reduction in implementation times can actually contribute to cost reduction. Hence the significance of having forestry planting machines available that can plant trees with bare roots, in a planting sod, cuttings and branches in various types of soils, on a wide range of slopes and with different needs with respect to planting pits.