Relazioni design x emergenza

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Relazioni design x emergenza
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design per l’emergenza > anziani
L’emergenza anziani - soprattutto nei grandi centri urbani - è l’emergenza umana tout-court.
La cultura della rottamazione che induce a sostituire sempre, l’intero per la parte, a buttare piuttosto che curare,
a superare piuttosto che capire, ha ormai una funzione “modellante” per tutti i comportamenti sociali.
Questo atteggiamento culturale è poi accoppiato a una devastante mitologia del “giovanilismo” di marca,
modello diffuso e utilizzato anch’esso nelle relazioni personali, sociali e politiche.
Ossessione della nostra società è dunque rimuovere la “vecchiezza”.
Abbattere i segni del tempo, annullarne la ruvidezza e i suoi effetti. Ci si prova attraverso l’intervento sul corpo
(la chirurgia), attraverso il mascheramento (l’abbigliamento), attraverso il linguaggio (la veloce banalità della superficialità dei talkshow televisivi). Questo breve ritratto dell’Italia contemporanea - e di chi la governa e la incarna in questo
momento - ci dice come sia per essa impossibile occuparsi della lentezza della vecchiaia e dei suoi bisogni.
Che va invece nascosta per la sua (dignitosa) diversità. I vecchi - o anziani ? - sono faticosi, hanno tempo da perdere
e hanno poco tempo davanti; hanno bisogno ma possono dare molto. Insomma troppe cose insieme per questa bella
Italia post-civile che ci è toccato in sorte di vivere. Meglio, per risolvere la questione, un bell’intervento di edilizia residenziale progettando e realizzando comode cas(s)e di riposo per anziani in cui possono comodamente abituarsi a ciò
che li aspetta. Loro che colpevolmente si lasciano invecchiare senza nemmeno mettersi un po’ di cerone o fondotinta
o nascondere nelle loro scarpe un po’ di tacco per darsi un tono.
Lacosa
Aldo Presta
www.lacosa.net
www.aiap.it
Un progetto AIAP / VISCOMITALIA
con la collaborazione di LINKMAN / NEOLT / ZÜND
con il patrocinio di COMIECO
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design per l’emergenza > abitativa
Ci piace pensare che per risolvere e superare un’emergenza si parta sempre da un approccio consapevole delle pratiche che si metteranno in atto. Il Design può fare molto in termini di ‘cultura del progetto’, in quanto è direttamente
responsabile nei confronti di chi poi fruirà di questa progettualità. Una forma comunicativa efficace porta alla sottrazione dell’ovvio e all’aggiunta del significativo. Partendo da questi presupposti, proponiamo tre pannelli come se fossero
pagine di un Manuale d’immagine dedicato al Design per l’Emergenza, con tre diverse fasi pratiche:
individuale, sociale, sostenibile.
La pratica INDIVIDUALE riguarda il singolo, piccole grandi cose da fare o non fare in una situazione di pericolo.
Per pratica SOCIALE intendiamo le azioni comuni, la partecipazione responsabile di tutti, il mettersi in rete,
cominciando da un coordinamento dal basso. In Friuli, terra dalla quale proveniamo, durante il disastroso
terremoto del 1976, furono creati i ‘coordinamenti delle tendopoli’ che riuscirono a innescare meccanismi decisivi
per le azioni politiche successive. Per pratica SOSTENIBILE vogliamo intendere che nella fase dedicata alla ri-costruzione, si tenga conto di tutti gli elementi costituenti la ‘cura’ dei luoghi e, come conseguenza diretta, delle persone che
formano le comunità. Se parliamo di design, significa porsi l’obiettivo di ‘un’ecologia dello sguardo’, una sottrazione
di superflui elementi comunicativi e di essere in grado, in collaborazione con tutte le diverse competenze,
di ricreare una città di relazioni per/tra le persone.
‘Restare umani’ è una delle prerogative del nostro vivere.
cdm/associati
Laura Morandini, Susi Grion, Elena Minisini
www.cdmassociati.it
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design per l’emergenza > infanzia
L’emergenza per l’infanzia è nella vita di tutti i giorni.
Si sono persi valori, ideali e buonsenso: trovare gli strumenti per potersi orientare
è sempre più difficile e la strada della buona convivenza civile sembra sempre più lontana.
Facendo qualche passo indietro, c’è da fare il possibile per educare sin da piccoli alle buone educazioni
tra le persone, al rispetto, all’onestà, all’umiltà.
Il punto di partenza è nella quotidianità, in casa con la propria famiglia, in strada con le altre persone,
al parco immersi nella natura e con gli altri.
LLdesign
Lorella Pierdicca
www.lldesign.it
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design per l’emergenza > energia
Ogni ragionamento sull’energia parte da questi due concetti:
“Lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le possibilità
per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni”. Dal Rapporto Brundtland (Onu 1987)
“Il problema energetico non consiste nella ricerca delle fonti più opportune per soddisfare i fabbisogni imposti dal
modello ma è uno dei segni dell’impossibilità di persistenza nel tempo del modello industriale sempre crescente”.
Guido Dalla Casa, DirigentIndustria, settembre 2000
Abbiamo inteso l’emergenza energetica nell’urgenza di fare delle scelte, nell’ambito del cambiamento delle fonti
e verso una politica di riduzione dei consumi per andare verso un mondo equo e sostenibile a livello globale.
LS graphic design
www.lsgraphicdesign.it
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design per l’emergenza > sanitaria
Che cos’è, oggi, emergenza sanitaria? Le grandi piaghe planetarie, le epidemie, la mucca pazza, l’influenza aviaria,
l’hiv o più semplicemente i piccoli grandi disservizi, i pregiudizi e i contrattempi che coinvolgono ciascuno nella
quotidianità? Scossi da questo interrogativo, martellati da una stampa inopportuna e invadente abbiamo cercato di
districarci tra i mille cliché che caratterizzano l’argomento, decidendo di affrontare questo tema in chiave “ironica” e
dissacrante. Abbiamo deciso di rappresentare graficamente tre differenti problematiche sociali, identificate ognuna
attraverso l’uso di un colore, pieno: la contaminazione ambientale (viola), la malasanità (rosso) e le pandemie (ocra).
Le tavole, composte da una texture di pittogrammi di sfondo, hanno come fulcro la silhouette di un uomo stilizzato e
dall’organo che viene danneggiato, a significare come la figura umana, in questi casi, sia al contempo vittima e causa
prima della situazione stessa. Il gusto fumettistico e vagamente retrò che caratterizza lo stile grafico dei tre pannelli
è accentuato dalla scelta di utilizzare, come titoli, frasi estrapolate da canzoni pop italiane più o meno famose, ancora
una volta nel tentativo di sdrammatizzare una tematica attuale e delicata.
Nella contaminazione ambientale la texture di teschi e simboli radioattivi sono emblema dell’inquinamento che danneggia irrimediabilmente i polmoni. Se si parla di malasanità è chiaro come gli interessi economici giochino un ruolo
fondamentale nell’ambiente ospedaliero, pratica che sfocia poi in grossolani errori da parte del personale medico
troppe volte inadeguato. I casi mediatici relativi alle pandemie, infine, si sono spesso rivelati veri e propri
espedienti commerciali che, sfruttando il terrorismo psicologico attuato sulle masse, hanno fruttato importanti
guadagni alle case farmaceutiche attraverso la vendita di vaccini pressoché inutili.
Di qui la scelta di inserire, sullo sfondo, il simbolo del dollaro.
ma:design
Massimiliano Patrignani, Monica Zaffini
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design per l’emergenza > idrica
Cosa c’è di comprensibile in un genere umano che ha dovuto riunirsi e mettere per iscritto il “Manifesto dell’acqua”
(Lisbona, Valencia, Spagna.1998) nel quale si dice che “l’acqua è fonte di vita, insostituibile per l’ecosistema”
e che “il diritto all’acqua è un diritto inalienabile individuale e collettivo e a nessuno è concesso di appropriarsene
a titolo di proprietà privata”? Quanto c’è di avvilente in una società che prevede per il futuro guerre per l’acqua
laddove oggi non è capace di annullare le guerre per il petrolio? Un miliardo e 400 milioni di persone non hanno
accesso all’acqua potabile e bastano quattro giorni per morire di sete.
Sono numeri che spostano interessi geo-economici faraonici; una tragedia pagata, nei paesi poveri, in maggioranza
da donne e bambine, queste ultime strappate in tenera età al diritto all’istruzione e obbligate a compiere chilometri, ogni giorno, per approvvigionare acqua da fonti inquinate. Il problema è enorme e per questo abbiamo scelto di
lavorare su alcune direttrici principali: il valore sconvolgente dei numeri, la guerra per l’“oro blu”, la prospettiva dei
prossimi venti anni e l’acqua come bene non commerciabile. Interpretare visivamente l’emergenza idrica è paradossale, perché obbliga a “immaginare” la follia dell’umanità che deve decidere di agire per non annullarsi, agire anche
creando segni che, come filtri magici, vorrebbero tradurre il design per l’emergenza in design per la speranza.
RossodiGrana
Roberta Manzotti
www.rossodigrana.it
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design per l’emergenza > diversamente abili
Non vedo, non sento, non parlo.
La parabola delle tre scimmiette orientali, icone della volontà di non modificare lo status quo,
è stata ripresa come spunto per un discorso riferito ai temi della disabilità.
I “diversamente abili” devono combattere la loro quotidiana battaglia su parecchi fronti: innanzitutto quelli derivanti
dalle menomazioni che determinano una ridotta capacità nei vari ambiti (lavorativi, formativi, sportivi ecc.),
ma anche una diffusa incapacità del contesto sociale nel prendere coscienza delle tante difficoltà che tale condizione comporta. Il riflesso istintivo che scatta spesso in molti individui consiste nella rimozione del problema, nel
volgere lo sguardo altrove, per timore di sentirsi rimessi in discussione ed essere obbligati a costruire una relazione
con chi è “diverso”. I disabili sono una parte importante della società, anche numericamente (circa 3 milioni solo in
Italia, quasi il 5% della popolazione). La “Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità” (richiamata nei tre
pannelli) sottolinea questo aspetto prettamente sociale del problema, quello che coinvolge tutti, nessuno escluso.
Il nostro intento è stato quello di sottolineare che un ponte tra “disabilità” e normalità può essere costruito soltanto
se si radica profondamente nel tessuto civile della società una consapevolezza del fenomeno.
“Non vedo problemi”, “non sento ragioni”, “non mi riguarda e quindi non parlo”, sono le provocazioni testuali che
esortano a sconfiggere la cecità, la sordità e il mutismo più pericoloso: i mali che minacciano ognuno di noi.
Vertigo Design
Mario Fois, Mario Rullo / copy: Paolo Savignano / illustrazioni: Simona Merlini
www.vertigodesign.it
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design per l’emergenza > diversamente alimentare
Produrre, comprare, consumare, buttare.
Sono gesti naturali ma dall’alto potenziale discriminante, che ogni giorno
tracciano distanze sempre più profonde tra società e valori, persone e diritti, vita e dignità. Dopo aver rappresentato
l’unità di misura del benessere individuale e di classe, l’atto immotivato del consumo viene adesso identificato con
lo spreco che degenera nella negazione di diritti per tanti a beneficio di pochi. Riflettendo sul ciclo di vita di ciascun
prodotto, il ruolo sociale del progettista sta nel tradurre di modo e di fatto l’idea che se i consumi non si possono
eliminare si possono almeno contenere, partecipando all’azione di ritardare sempre di più la fase di smaltimento
e di renderla sempre più compatibile con le esigenze ambientali e con l’affermazione e la tutela dei diritti primari.
Diversamente alimentare è un invito a non sprecare, a reinventare forme, consistenze e sapori del cibo a partire
dal surplus, da quello che semplicemente “non ci va più”.
Non un gesto eroico ma la possibilità di educare presente e futuro a forme razionali di consumo.
Diversamente alimentare è espressione dell’urgenza della cultura della sostenibilità ad essere rappresentata e agita.
molly&partners
Francesco Maria Giuli, Stefania Dell’Aquila, Matteo Bartolucci, Luca Cruccolini
www.mollydesign.com
www.aiap.it
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