Assumersi la responsabilità per lo sviluppo dei popoli e la
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Assumersi la responsabilità per lo sviluppo dei popoli e la
Delegazione dei Vescovi CIDSE/CI G8, 30 aprile - 4 maggio 2007, Londra-Berlino-Roma Assumersi la responsabilità per lo sviluppo dei popoli e la solidarietà universale Dichiarazione rilasciata dai Cardinali e dai Vescovi Cattolici alla vigilia del Summit dei G8 del 2007 1/5 Assumersi la responsabilità per lo sviluppo dei popoli e la solidarietà universale Dichiarazione rilasciata dai Cardinali e dai Vescovi Cattolici alla vigilia del Summit dei G8 del 2007 Noi, Cardinali e Vescovi cattolici, provenienti dal Sud e dal Nord dal mondo, siamo venuti in Europa per rivolgerci ai governi del G8: Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Russia, Regno Unito, Stati Uniti, in vista del loro vertice annuale di consultazioni. Questa non è la prima volta che veniamo per richiamare l'attenzione sulla questione della povertà e dello sviluppo prima del Vertice del G8. Siamo stati a Colonia nel 1999 e a Edimburgo nel 2005 dove i Governi del G8 hanno preso impegni importanti per lo sviluppo. Assieme ai Vescovi delle nostre regioni d'origine, con la fiducia nelle nostre comunità, con milioni di uomini, donne e bambini di differenti credo e di ogni età osserviamo e viviamo con grande apprensione la realtà di una sempre più crescente disuguaglianza nel nostro mondo. Siamo sconcertati dalla mancanza di progressi da parte dei Governi del G8 per il mantenimento degli impegni fissati due anni fa a Gleneagles e preoccupati che senza un immediato e urgente inversione di rotta impedirà il raggiungimento degli impegni per l'aiuto allo sviluppo. Ci troviamo a metà percorso tra il 2000, quando la Dichiarazione del Millennio è stata adottata e il 2015, data fissata per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Siamo solo consapevoli che molti Governi sono ancora molto indietro rispetto alle scadenze fissate. Solo un'urgente iniezione di risorse e un rinnovamento degli impegni, da parte dei donatori e dei beneficiari, può farli recuperare. Nel 2003, nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della pace, Papa Giovanni Paolo II ha ricordato " Se tutti gli impegni assunti devono essere rispettati, speciale cura deve essere posta nel dare esecuzione agli impegni assunti verso i poveri. Particolarmente frustrante sarebbe infatti, nei loro confronti, il mancato adempimento di promesse da loro sentite come di vitale interesse. In questa prospettiva, il mancato adempimento degli impegni con le nazioni in via di sviluppo costituisce una seria questione morale e mette ancora più in luce l'ingiustizia delle disuguaglianze esistenti nel mondo. La sofferenza causata dalla povertà risulta drammaticamente accresciuta dal venir meno della fiducia. Il risultato finale è la caduta di ogni speranza. La presenza della fiducia nelle relazioni internazionali è un capitale sociale di valore fondamentale". Ci sono molte questioni rilevanti che per lo sviluppo che potremmo sollevare: il ruolo delle rimesse come fonte di risorse per lo sviluppo, gli investimenti diretti esteri, la proprietà intellettuale e la mancanza di progressi nel negoziato commerciale a causa degli interessi di Stati Uniti e Unione Europea, ma volgiamo concentrarci qui su un ristretto ambito dove, data la necessaria volontà politica, i Governi del G8 possono veramente fare la differenza. Vediamo che in alcune parti del mondo bambini muoiono per malnutrizione e per mancanza di una basilare assistenza sanitaria. Vediamo famiglie lacerate perché madri e padri devono lasciare la loro casa ed il loro Paese nella disperata ricerca di un miglioramento per i loro cari. Vediamo i piccoli agricoltori e pescatori che col passare dei secoli guardano impotenti le loro terre che si erodono, le loro foreste disboscate, i loro bacini inquinati o riempiti con allevamenti industriali. Vediamo la crescita di quartieri poverissimi nelle grandi metropoli 2/5 dove cresce disperazione, violenza e inquietudine. lasciare le loro terre a causa dello sfruttamento economico. Vediamo intere comunità costrette a Dall'altro lato vediamo in altre regioni una crescita economica che va oltre le aspettative ed ingenti profitti per le multinazionali che si sono sottratte alla sfera di controllo della legislazione nazionale e sono divenute esse stesse attori principali nella comunità globale. Vediamo insieme opulenza e ricchezza materiale e povertà estrema. Mentre il numero dei milionari e dei miliardari cresce velocemente, in alcune parti del mondo il numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema rimane altissimo. Dobbiamo solo menzionare la enorme discrepanza tra le risorse destinate alle spese militari che hanno raggiunto gli 824 miliardi di dollari nel 2006 a fronte di un ammontare totale per gli aiuti allo sviluppo di 75 miliardi di dollari. Quali leader cristiani crediamo che "Dio ha destinato la terra e tutto quello che essa contiene all'uso di tutti gli uomini e di tutti i popoli, e pertanto i beni creati debbono essere partecipati equamente a tutti, secondo la regola della giustizia, inseparabile dalla carità". (Vaticano II, GS 69). Questo ci porta a domandarci se il modello prevalente di una crescita economica che opera senza alcun riferimento al bene comune e al benessere degli esseri umani sia destinato a funzionare. Se la crescita non è moderata da scelte politiche ispirate a chiari valori etici, ci troveremo dinanzi ad un mondo sempre più polarizzato in cui l'umanità è divisa in "vincenti" e "perdenti". La nostra ci porta a richiedere un modello di crescita economica e di globalizzazione che incorpori i valori di solidarietà, del mutuo rispetto e mutuo sostegno. Il cambiamento climatico ci ha resi tutti consapevoli della fragilità del nostro ambiente e della minaccia allo sviluppo e alla vita umana che un'incontrollata crescita economica che persegue solo il profitto pone. Facciamo appello ai governi del G8 affinché si assumano le loro responsabilità ed adottino le necessarie scelte politiche non solo per raggiungere la crescita economica ma per uno sviluppo integrale dell'uomo nella solidarietà universale. I governi del G8 non hanno alcun mandato democratico per la governance globale. Tuttavia dalle loro decisioni derivano conseguenze per la vita di milioni di persone in altre parti del mondo. Per questo motivo ci appelliamo a loro: assumetevi le vostre responsabilità per lo sviluppo umano e per la solidarietà universale. In particolare, alla vigilia di questo Summit del G8 raccomandiamo: 1. Aiuti allo sviluppo: mantenere gli impegni e cercare nuove risorse In una prospettiva di lungo termine gli Stati dovrebbero essere in grado di contare sulle loro proprie risorse, l'aiuto esterno dovrebbe giocare un ruolo importante nell'immediato futuro per ridurre la povertà e bilanciare le enormi disuguaglianze globali. Pertanto noi raccomandiamo: che i Paesi del G8 mantengano i loro impegni per il finanziamento dello sviluppo. I paesi che ancora non l'hanno fatto, dovrebbero anche impegnarsi per raggiungere l'obiettivo dello 0,7% del PIL entro il 2015 da destinare allo sviluppo. Al fine di rendere l'aiuto allo sviluppo "prevedibile", tutti i Paesi del G8 dovrebbero predisporre un calendario chiaro per l'incremento annuale degli aiuti al fine di raggiungere l'obiettivo dello 0,51% entro il 2010 e dello 0,7% entro il 2015. In conformità con il Monterrey Consensus la cancellazione del debito non deve essere conteggiata nell'aiuto pubblico allo sviluppo. I Paesi del G8 devono prendere misure urgenti al fine di controbilanciare l'imminente riduzione degli aiuti dovuta alla conclusione delle maggiori operazioni di cancellazione del debito (iniziativa HIPC, Iraq, Nigeria). I Paesi del G8 dovrebbero compiere passi avanti verso le risorse addizionali per lo sviluppo perché la lotta contro la povertà non rimanga una promessa vuota. I Paesi del G8 dovrebbero esplorare e promuovere tassazioni internazionali che possono recuperare le risorse necessarie e allo stesso tempo compensare i Paesi in via di sviluppo dei danni ambientali e sociali causati dal deterioramento ecologico (per esempio la tassa sui biglietti aerei, la tassa sui carburanti, la tassa sulle operazioni in valuta per le transazioni internazionali di capitali) Sappiamo per esperienza personale che l'aiuto funziona e che c'è un ampio consenso pubblico all'aiuto da parte dei cittadini dei paesi del G8. Naturalmente, l'aiuto allo sviluppo può funzionare meglio per cui i Paesi del G8 devono agire per migliorare la qualità del loro aiuto. Dovrebbero dare maggiore 3/5 sostegno per l'elaborazione di strategie nazionali per la riduzione della povertà con un ampio coinvolgimento dei parlamenti e della società civile. I paesi del G8 devono allineare i loro aiuti e rimuovere tutte le condizionalità economiche e politiche che non sono esplicitamente basate su queste strategie. 2. Prestiti responsabili per lo sviluppo sostenibile Le recenti iniziative di riduzione del debito quali l'iniziativa HIPC e MDRI hanno ampliato le disponibilità fiscali dei Paesi beneficiari per l'aumento della spesa sociale. Sebbene ciò sia un contributo ben accetto per ridurre urgentemente la povertà, per la maggior parte dei Paesi il problema del debito è lungi dall'essere risolto. Sia a livello quantitativo che soprattutto a livello di sistema molto deve ancora essere fatto per una responsabilità creditore-debitore condivisa per evitare nuove trappole, in particolare: I Paesi del G8 dovrebbero redigere delle linee guida per la concessione dei prestiti al fine di distinguere in maniera effettiva i crediti "che finanziano sviluppo" da quelli che "non finanziano sviluppo". I creditori dovrebbero accettare le perdite per crediti non destinati a finanziare lo sviluppo in caso di default. Per i crediti esistenti i Paesi del G8 dovrebbero accordarsi e supportare "audit" indipendenti al fine di verificare la base legale per la loro esigibilità. I Paesi del G8 dovrebbero utilizzare e promuovere analisi di sostenibilità del debito indipendenti che tengano conto delle necessità di finanziamento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e della situazione sociale, politica ed economica dello Stato debitore. I Paesi del G8 dovrebbero promuovere e preparare un quadro internazionale vincolante per i debiti pubblici che garantisca imparzialità e trasparenza sulla base di una comprensiva responsabilità tra creditore e debitore. I Paesi del G8 dovrebbero sostenere il controllo pubblico sui nuovi prestiti contratti dai paesi in via di sviluppo rendendo pubbliche tutte le informazioni necessarie ai fini della preparazione, contrattazione e rimborso dei prestiti per i Paesi in via di sviluppo. I Paesi del G8 dovrebbero impegnarsi nella riforma del sistema internazionale per la risoluzione della crisi del debito poiché il sistema attuale ha dimostrato di fallire nel raggiungimento si soluzioni sostenibili e nella prevenzione di prestiti irresponsabili. Nuovi meccanismi devono essere implementati basati sulla trasparenza e su una responsabilità condivisa tra debitori e creditori. 3. Buona gestione e anticorruzione La povertà va di pari passo con il mal governo. Ed un mal governo va di pari passo con la corruzione. Ciò è dovuto ad interessi di profitto personale o incapacità (quest'ultima spesso è una conseguenza della precedente): il cattivo uso del patrimonio di un Paese (composto sia da risorse locali che esterne) crea ed aumenta la povertà. Dal momento che questa piaga si radica sul terreno nazionale ed internazionale, essa deve essere combattuta su entrambi i livelli. Raccomandiamo ai governi del G8 quanto segue: I Paesi del G8 dovrebbero promuovere misure per rafforzare la credibilità dei paesi in via di sviluppo verso le loro stesse "constituency" democratiche. Dovrebbero sistematicamente coinvolgere il parlamento e la società civile dei Paesi in via di sviluppo nel dialogo politico, negli assetti governativi, nella contrattazione dei prestiti e nelle consultazioni. I Paesi del G8 dovrebbero garantire trasparenza ed accesso alle informazioni riguardanti i flussi finanziari ai Paesi in via di sviluppo, soprattutto i flussi pubblici (donazioni e prestiti) e quelli privati in settori sensibili (ad es. sostenendo l'Iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive - EITI). I Paesi del G8 dovrebbero insistere affinché vengano effettuate delle verifiche indipendenti dei bilanci pubblici ed eventualmente sostenere il processo di costruzione delle necessarie capacità ed istituzioni. 4/5 I Paesi del G8 dovrebbero adottare misure effettive contro la corruzione praticata dai loro cittadini o compagnie o istituzioni con sede nel loro territorio. Dovrebbero perseguire legalmente e severamente ed adottare misure punitive contro le persone e le compagnie che sono soggette alla loro giurisdizione e sono coinvolte in atti di corruzione nei Paesi in via di sviluppo. I Paesi del G8 dovrebbero ratificare ed implementare le convenzioni internazionali contro la corruzione ed in particolare la UNCAC (Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione). I Paesi del G8 dovrebbero prendere i necessari provvedimenti legali ed istituzionali contro i paradisi fiscali ed il segreto bancario al fine di prevenire la fuga ed il riciclaggio di capitali (pubblici e privati) provenienti da atti di corruzione nei Paesi in via di sviluppo. Dovrebbero predisporre i provvedimenti legali e istituzionali necessari per sostenere in maniera effettiva e completa il recupero delle risorse sottratte ai paesi in via di sviluppo. Come cittadini dei nostri paesi e come leader cristiani siamo consapevoli del grado di responsabilità che è nelle nostre mani e in quelle dei nostri governanti. Noi ci impegniamo ad assumerci la nostra responsabilità per promuovere un vero sviluppo umano ed una solidarietà universale. D'altro lato ci attendiamo la stessa cosa da chi detiene il potere politico ed economico. La maggior parte delle persone sulla terra condividono la visione di una umanità unita e prosperosa. E molti sono pronti a prestare il loro aiuto. Tutti coloro che possono contribuire a cambiare le condizioni per raggiungere uno sviluppo sostenibile e globale, possono fare in modo che tale aiuto funzioni. Essi devono assumersi le loro responsabilità. I poveri non possono aspettare. Cardinale Oscar Andrés RODRÍGUEZ Maradiaga S.D.B., Arcivescovo diTegucigalpa (Honduras) Arcivescovo John Olorunfemi ONAIYEKAN of Abuja (Nigeria) Cardinal Keith Michael Patrick O’BRIEN, Arcivescovo di St. Andrews and Edinburgh Arcivescovo Werner THISSEN of Amburgo (Germania) Vescovo Arrigo MIGLIO of Ivrea (Italy) Vescovo Marc STENGER of Troyes (France) Paul CHITNIS, President of CIDSE (Brussels / Glasgow) Duncan MacLAREN, Segretario Generale Caritas Internationalis (Roma) Chris BAIN, Direttore Generale CAFOD (Londra) Arcivescovo Vincent Michael CONCESSAO di Delhi (India) Arcivescovo Laurent MONSENGWO PASINYA of Kisangani (RD Kongo) Cardinal Cormac MURPHY-O’CONNOR, Arcivescovo diWestminster (London, UK) Vescovo Frank J. DEWANE di Venice (USA) Vescovo John Anthony RAWSTHORNE of Hallam (UK) Christiane OVERKAMP, Secretary General of CIDSE (Brussels) Joseph SAYER, Direttore Esecutivo MISEREOR (Aachen) Sergio MARELLI, Direttore Generale FOCSIV (Roma) Rev. Andreas MAURITZ, German Federation of Catholic Youth (BDKJ, Düssel Londra, 30 Aprile 2007 5/5 (UK)