PERCHE I GIOVANI NON HANNO FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI

Transcript

PERCHE I GIOVANI NON HANNO FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI
Il Quotidiano in
Classe
Classe III – sez. B
Report degli articoli pubblicati
dagli studenti su HYPERLINK "http://
luigisettembrini.gov.it/wp-content/uploads/
2014/02/Ilquotidiano.it"Ilquotidianoinclasse.it
Allestimento di Mario Rusciani
Supervisione di Luca Mastropietro
Terzo titolo del “Corriere della Sera”-del 9
Dicembre 2013- “Perchè i giovani non hanno fiducia
nelle istituzioni”
LA VITA E' FUORI DAL PALAZZO
I giovani sono stanchi, delusi, incompresi. Molto spesso appena accendiamo la
televisione e sentiamo parlare delle istituzioni cambiamo canale, nel giornale giriamo
pagina, qual è il motivo di queste azioni? Noi tutti viviamo in una società che purtroppo
non è vicina ai nostri problemi, non ci aiuta, non ci sostiene al massimo delle proprie
capacità. Tutto questo disagio è frutto del disprezzo e della sfiducia che abbiamo nei
comportamenti delle istituzioni. I politici, i nostri rappresentanti anche in una realtà più
ampia e aperta, come l’Europa o perfino il mondo, sono distanti da noi e per questo non
possono aiutarci perché hanno creato un mondo diverso da quello che noi
desidereremmo. Per riuscire ad avvicinare le nostre esigenze e i nostri sogni dovrebbero
venire a scuola, nei luoghi da noi più frequentati dove si svolge la nostra vita, non restare
nei palazzi, dovrebbero cercare di capire, di che cosa abbiamo realmente bisogno. Noi
abbiamo bisogno di riforme costruttive, che offrano a tutti pari opportunità, che non
discriminino nessuno, che premino chi merita, tenendo conto solamente della qualità e
dell’impegno dedicati per raggiungere un obiettivo. Così facendo donne e uomini delle
istituzioni potrebbero guadagnarsi il nostro rispetto.
“La fiducia non si acquista per mezzo della forza. Neppure si ottiene con le sole
dichiarazioni. La fiducia bisogna meritarla con gesti e fatti concreti.”
Karol Wojtyla.
La fiducia, non si ottiene con la forza, né con la menzogna, ma operando con sincerità e
realismo prima che verso il prossimo con se stessi. Le istituzioni potrebbero avvicinarci
dialogando con noi e con i rappresentanti di ogni categoria interessata prima di prendere
provvedimenti che ci riguardino. Proprio attraverso il dialogo tutti,anche noi giovani, si
sentirebbero più compresi, difesi e rappresentati, nessuno avrebbe l’impressione di essere
estraneo nel proprio paese.
Elisabetta Fatello
SFIDUCIA NELLE ISTITUZIONI
Le istituzioni, cioè tutte quelle strutture che servono a far funzionare lo Stato, hanno
purtroppo perso molta credibilità in Italia.
Gran parte dei cittadini italiani non si riconoscono più in esse e considerano le strutture
statali e politiche inefficienti, inadeguate e corrotte, accusandole di fare solo i propri
interessi e di sfruttare le loro posizioni privilegiate.
Si è perso quindi il senso di appartenenza alla nazione, l’orgoglio di sentirsi italiani, non
si fa altro che disprezzare tutto ciò che è legato al nostro paese, apprezzando e portando
come esempio di efficienza altre nazioni.
In realtà la corruzione e l’inefficienza sono presenti ovunque, la classe politica non da’
sicuramente il buon esempio, ma i cittadini non sono da meno: non c’è rispetto per i beni
pubblici, per l’ambiente, per le nostre città, le persone cercano di raggiungere i propri
obiettivi con tutti i mezzi leciti e meno leciti, c’è una mentalità diffusa di trovare
scorciatoie e raccomandazioni in qualunque ambito.
Si è diffusa così, specie negli ultimi anni di forte crisi economica, una vera e propria
avversione nei confronti di tutte le istituzioni, ritenute responsabili di questo declino
generale.
Anche i giovani quindi, cresciuti in questo clima di sfiducia, non potrebbero pensarla
diversamente avendo “respirato” questo clima.
La speranza di un forte cambiamento non ci deve abbandonare e proprio noi giovani
dobbiamo impegnarci per la rinascita del nostro paese.
Virginia Frosi
C'E' POSTO PER NOI?
Quando parliamo di istituzioni, pensiamo o ad organi diretti dello Stato, come il Governo
e il Parlamento, oppure in senso più generale a parti dell’organizzazione dello Stato, che
hanno il compito di garantire vari tipi di servizi ai cittadini. Attraverso le istituzioni lo
Stato deve raggiungere tutti i componenti della società e tutelare i loro bisogni.
Per svolgere queste attività lo Stato ha però bisogno della collaborazione degli stessi
cittadini, che ad esempio, con il pagamento delle tasse, contribuiscono a far funzionare
tutto il sistema statale.
Quindi, perché il rapporto tra i singoli cittadini e lo Stato funzioni, è necessario che ci sia
fiducia nei confronti dello Stato e delle sue parti, cioè delle diverse istituzioni che lo
compongono.
Purtroppo accade sempre più spesso che le persone, ed in particolare noi giovani, non
sappiamo se fidarci o meno delle istituzioni. Le cause di ciò sono tante e di diversa
natura.
Pensiamo all’istituzione che ci sta più a cuore, cioè la scuola, che è il luogo dove
passiamo la maggior parte del nostro tempo, ed oltre a questo è il luogo dove sono
racchiusi i nostri sogni e le nostre speranze per un futuro migliore dell’attuale; qui le
nostre aspirazioni, i così detti “sogni nel cassetto”, dovrebbero essere custodite, protette e
coltivate, per permetterci di rispondere nel modo migliore alla domanda che fin da piccoli
ci viene fatta, cioè “cosa vuoi fare da grande?”.
Perché noi giovani oggi a volte non ci sentiamo tutelati dalla scuola?
Forse perché la scuola nel nostro Paese non riceve la giusta attenzione e i necessari mezzi
da parte dello Stato e quindi non riesce a soddisfare le richieste di noi giovani: per
esempio, mentre ormai la tecnologia è utilizzata in ogni aspetto della vita, la scuola
continua a funzionare in modo troppo tradizionale.
Noi giovani abbiamo poi perso un po’ di fiducia verso il mondo del lavoro; sentiamo
parlare sempre più spesso di disoccupazione e ci domandiamo con molta preoccupazione
quale potrà essere il futuro nel nostro Paese se le istituzioni non si danno da fare per
migliorare le condizioni economiche e per consentirci di trovare in futuro il lavoro più
adatto alle nostre inclinazioni.
Siamo convinti però che per far funzionare bene un sistema ognuno debba dare il proprio
contributo e quindi, anche se la nostra società ha molti problemi, noi giovani dobbiamo
impegnarci al massimo per migliorarla.
Giulia Matrone
GIOVANI E ISTITUZIONI: UNA DISPUTA APERTA
INCLUDEPICTURE "http://www.ilquotidianoinclasse.it/wp-content/uploads/
2013/12/8ac87abd5b61889d22b37a97a76505fc26.jpg" \* MERGEFORMATINET
La situazione, che da qualche anno stiamo vivendo nel nostro Paese, non è delle più
felici: la crisi politica ed economica si riflette inevitabilmente nel sociale e quindi nelle
nostre vite. Sicuramente il tutto è determinato da una crisi generata da diversi anni a
livello internazionale, ma in Italia l’introduzione dell’euro e la mal gestione dello Stato
hanno portato allo sperpero della risorse pubbliche con l’arricchimento di pochi e
l’impoverimento della maggior parte dei cittadini.
Ogni giorno, sulle testate dei quotidiani leggiamo ormai con pacata rassegnazione dei
continui scandali della classe politica, sempre più cattivo modello in grado di divorare le
speranze della società.
Il futuro di ogni stato civile dovrebbe essere riposto nei giovani ed ogni sforzo indirizzato
a formare valide persone. Oggi, invece, trascorriamo un quarto della nostra vita per
crescere professionalmente senza ricevere garanzie dalle Istituzioni per il lavoro.
Restando l’unico punto fermo nella vita dei giovani l’Istituzione scolastica, nonostante i
ripetuti tagli economici, riesce comunque, attraverso l’opera mal ripagata di validi
insegnanti, a seminare il grano che non sarà mai raccolto.
Quindi il problema acquista gigantesche dimensioni proprio quando ciascun ragazzo, al
termine del percorso formativo, pronto per lavorare si ritrova, suo malgrado, a brancolare
nel buio. Dopo aver speso molte energie per studiare, tanti ragazzi sono costretti a recarsi
all’estero dove i loro sogni possono realizzarsi. Si parla così della “fuga dei cervelli”
all’estero.
Credo che protestare, anche pacificamente, non serva più a nulla contro il muro di
gomma costruito dalle Istituzioni.
Ci sono ancora speranze per lo sviluppo del nostro Paese? Noi giovani possiamo ancora
fidarci delle Istituzioni e delle false promesse?
Ci sono due titoli di film italiani che indicano perfettamente lo stato emotivo della mia
generazione: “Non ci resta che piangere” ed “Io speriamo che me la cavo”.
Luigi Piga
SIAMO STANCHI
L'Italia, come tutti sanno, sta attraversando un periodo di profonda crisi economica che
dura da quasi sei anni. In momenti come questi la società deve riporre la sua fiducia nelle
istituzioni affinché la nostra classe dirigente ci porti fuori da questa situazione così
negativa. Allora la domanda sorge spontanea."Perchè i giovani non hanno fiducia nelle
istituzioni?" Osservando il malcontento generale che mi circonda e leggendo le notizie
sui giornali posso giungere ad una conclusione: gli italiani, i giovani in particolare, non
hanno fiducia nelle istituzioni perchè i loro rappresentanti, dopo continue promesse
deludono le aspettative del nostro popolo e dimostrano di pensare solamente ai propri
interessi. Un esempio di assoluto disinteresse della classe politica per i problemi della
società e di solo interesse per se stessa è stato quello del finanziamento pubblico ai
partiti; nel 1993 gli italiani votarono, con un referendum, l'abolizione di questo contributo
ma, senza farsi grossi problemi, questa indegna classe politica ha aggirato la decisione
degli italiani con una nuova legge, infatti adesso i finanziamenti ai partiti vanno a finire
spesso nelle tasche dei singoli politici. L' altro motivo,che è secondo me il principale, per
cui i giovani non hanno fiducia nelle istituzioni riguarda la scarsa attenzione che lo Stato
attribuisce ai loro problemi. Infatti in Italia lo Stato non investe nei giovani da anni,
distribuendo posti di lavoro a persone meno meritevoli rispetto ad altre perchè sono solo
figli di un personaggio importante, insomma i così detti "raccomandati" che fanno
fuggire molti dei nostri ragazzi verso altri Paesi. Il film "Viva l'Italia",del 2012, è un
ritratto grottesco del nostro Paese e allo stesso tempo molto realistico. Il film racconta la
storia della famiglia di un onorevole che "raccomanda" i suoi figli nel mondo del lavoro
ma ad un certo punto inizia a dire tutta la verità e si vede come crolla la vita dei suoi figli.
Questo dovrebbe essere di insegnamento a molte persone ma pare che non lo sia.
Il nostro Paese non ottiene la fiducia dei giovani che, di conseguenza sono stanchi di
essere sempre superati dal "figlio di papà" di turno e decidono di trovare migliori
occasioni all'estero. Penso che l'Italia sia destinata a morire se non investe nel proprio
futuro, cioè noi giovani.
Mario Rusciani
PERCHE' I GIOVANI NON CREDONO NELLE ISTITUZIONI
Le istituzione sono una parte fondamentale dello Stato e del nostro futuro, sono luoghi
pubblici che dovrebbero garantire sicurezza ai cittadini.
Ormai i giovani non hanno fiducia in esse, per vari motivi, uno di questi è l’idea che offre
la tv, per esempio come dipinge la scuola in America, con campi sportivi, laboratori,
televisori e sale informatiche modernissime, servizi igienici pulitissimi , e invece
andiamo a vedere in Italia, spesso manca anche il cancellino nelle classe, le palestre sono
piccole e piene di polvere, e nei bagni è assente anche la carta igienica. Però ci dobbiamo
ricordare di un fatto importantissimo, la scuola è il nostro futuro, è ciò che ci ha dato la
base e quello che faremo dopo l’esame di maturità, sono i nostri sogni, i nostri progetti e
le nostre aspirazioni. Se noi ci facciamo distruggere da delle immagini semmai false
anche l’unico luogo che si può definire “nostro” che cosa ci rimane? Perché bisogna
ammetterlo che anche se tutti noi sosteniamo di odiare quel luogo, ci andiamo volentieri,
siamo contenti fi andare lì, di imparare, di conoscere nuovi fatti, e di confrontarci con il
resto del mondo. Se ci pensiamo sarebbe abbastanza noioso e parlare soltanto con i nostri
genitori o i parenti..
Andando avanti un’altra istituzione nella quale i giovani non credono è il governo, il
quale ci viene descritto come corrotto, e che sta per fallire, si tutto ciò può essere vero
non nego, ma noi che appunto siamo giovani dobbiamo essere positivi, dobbiamo pensare
che non va tanto male come ci descrivono, che comunque noi siamo felici, e
se noi riusciamo a pensare ciò piano piano miglioreremo ciò che non ci piace.
Un’altra struttura molto importante sono gli ospedali, luoghi che dovrebbero garantire la
sanità per i cittadini, senza differenze tra le classi sociali, ma molto spesso le persone
frequentano questi luoghi appunto per fare analisi, le quali vengono avvenute seriamente
dopo tre mesi, quando il problema potrebbe peggiorare.
Per concludere l’unica maniera per smettere di non avere fiducia in queste istituzioni, è
iniziare ad essere più positivi e pesare di poter migliorare qualcosa.
Matilde Soana
LA FIDUCIA E' UNA COSA SERIA, E SI DA ALLE COSE SERIA
Così diceva una pubblicità di Carosello, e in effetti la politica italiana negli ultimi tempi
non si sta dimostrando all’altezza! I giovani sentono troppa distanza tra loro e la maggior
parte delle istituzioni, come ad esempio il Governo. Ritengono che non ci sia abbastanza
attenzione verso il loro futuro, il futuro dell’Italia. Se da una parte è vero che in questo
periodo la politica non sta pensando molto alle nuove generazioni, operando tagli al
settore scolastico e non trovando soluzioni al problema della disoccupazione giovanile;
dall’altra gli stessi giovani non riescono più ad avere un minimo di fiducia in essa o un
po’ di pazienza. D’altronde se consideriamo come metro di giudizio per la riuscita del
Governo la frase di Victor Hugo: “In ogni cosa, la fiducia che si sa ispirare costituisce la
metà del successo. La fiducia che si avverte è l’altra metà”, scopriremo che il valore è
notevolmente basso specialmente secondo i più giovani. Secondo uno studio
dell’Università Cattolica effettuato nel 2012, solo il 17% degli studenti intervistati ha
affermato che il Governo ha la loro fiducia, e addirittura solo il 6% dei partiti. Anche
questo è un problema, perché non solo ci rendiamo conto troppo tardi di chi votiamo, ma
non abbiamo a disposizione neanche alternative fresche e valide! Inoltre gli elettori di
domani si nascondono dietro una finta indifferenza, e ogni volta che gli viene chiesto un
parere rispondono semplicemente che la politica non merita la loro fiducia. Altri invece si
ribellano con proteste violente ma spesso sterili. Ma siamo sicuri che siano queste le
reazioni giuste nel nostro contesto storico? I primi sembrano quasi voler lasciar perdere la
politica e la democrazia per cui tanto hanno lottato i nostri nonni, per isolarsi in un loro
mondo di illusioni. I secondi invece provano a cambiare quest’Italia, ma senza rendersi
conto che la violenza è sbagliata, anche se ormai è l’unica azione che fa notizia, e non è
sicuramente la vera soluzione ai nostri problemi. Perché la verità è che se vogliamo
veramente che nel nostro paese cambi qualcosa, dobbiamo essere noi il cambiamento!
Ma soprattutto dobbiamo ricordarci che le istituzioni non sono solo quelle che “ci tolgono
la libertà e non ci fanno arrivare a fine mese…”, non dobbiamo generalizzare troppo.
Esistono persone all’interno delle istituzioni che provano veramente a far diventare
l’Italia un posto migliore. Ma soprattutto esistono istituzioni diverse dalla politica, dalla
scuola, istituzioni che davvero possono dare una svolta, e in cui non dobbiamo mai
smettere di credere, come la famiglia!
Lorenzo Testa
LA CRISI DELLE ISTITUZIONI COME CONSEGUENZA DELLA CRISI DEI
VALORI
Santi Romano, giurista del 900, disse che ogni ente o corpo sociale, purchè condivida una
finalità, è qualificabile come istituzione. Da questa affermazione possiamo dedurre che
per istituzione non si intende il solo luogo fisico, bensì l’aggregazione di individui, la
loro cooperazione e dunque il sostegno reciproco. La svalutazione del concetto di
istituzione deriva a mio avviso da una profonda crisi interiore che aleggia negli animi dei
giovani moderni. Siamo nel ventunesimo secolo, dove tutto sembra essere lecito e
consentito. Al giorno d’oggi facendo un giro per le strade della capitale ci si rende conto
di quanto sia radicato il concetto dell’avere che supera di gran lunga quello dell’essere.
Ciò che conta è solo la facciata, il modo in cui gli altri ci vedono, come noi appariamo a
loro e in che misura veniamo giudicati. Tutti senza credito ma tutti con l’iPhone, ragazze
disoccupate con le mani in testa e con le unghie rigorosamente ricostruite, gente che
piange miseria nelle migliori discoteche. L’unica crisi che riesco a cogliere, è quella di
valori. A mio avviso, dunque, è naturale che, colpiti da tale crisi, si perda il valore di
quelli che dovrebbero essere pilastri per la crescita individuale.
Ester Renzi
PERCHE' I GIOVANI NON HANNO FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI
Questa è un Italia che non riesce a dare quella fiducia che adesso serve a tutti i giovani,
che non riesce a garantire un futuro per noi che ormai non ci fidiamo più nelle istituzioni.
Un’ istituzione fondamentale per poter affrontare la vita senza dover dipendere dagli altri
è l’istituzione scolastica, in cui molti giovani non hanno alcuna fiducia, come abbiamo
avuto prova negli ultimi anni con tagli drastici all’istruzione e di conseguenza molte
occupazioni e manifestazioni. Un'altra istituzione in cui non solo i giovani non hanno
fiducia, è il governo, che, in questi ultimi anni non si è dimostrato in grado di risolvere i
problemi dell’Italia, ed è rappresentato da persone che promettono molto ma alla fine non
concludono niente o persone che non credono veramente nell’Italia ma che ricoprono una
carica pubblica solo per i soldi o per la fama. Insomma, i giovani hanno bisogno di
qualcosa di concreto su cui avere garanzia, su cui poter contare, hanno bisogno di un
paese su cui fidarsi, per poter avere il coraggio di dire “Io sono Italiano”.
Leonardo Marcucci