Li cancelleremo». Veltroni dichiara guerra alla camorra

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Li cancelleremo». Veltroni dichiara guerra alla camorra
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STAMPA
PROGRESSIVE GOVERNANCE
Uovo in testata
e ovazione.
Ferrara
se la ride
Al forum di Londra la sinistra
mondiale, orfana di Blair, sposta
il baricentro fuori dall’Europa
BLOG
ove
Cina, d
il web
iudere
è da ch
re
in carce
Mtv
celebra
la Goldrake
generation
POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N.46)
ART.1, COMMA 1, DCB ROMA
SABATO 5 APRILE 2008
seven
TV
D.L.
ANNO VI • N°70 • € 1,00
Il leader del Pd: «Sui rifiuti facciamo autocritica, ma basta coi processi a uno solo»
Sindacati,
aprite
gli occhi
PIETRO
ICHINO
L
a rottura della trattativa tra sindacati ed Air France non porterà
forse al fallimento di Alitalia, ma
segna certo il fallimento del nostro
sistema di relazioni industriali.
Forse Jean-Cyril Spinetta non
sapeva, quando ha aperto quella trattativa, che scelte del tipo di quelle
previste nel suo piano non avrebbero potuto, di fatto, essere adottate
senza il consenso almeno tacito di
tutti e nove i sindacati che gli si sarebbero seduti di fronte; perché anche un sindacato rappresentativo del
4 per cento del personale, se dissenziente, avrebbe potuto paralizzare la
compagnia. Non sapeva che il nostro sistema di relazioni industriali
sembra concepito apposta per premiare il sindacalismo irresponsabile, penalizzando quello pensante.
Probabilmente lo stesso Spinetta non sapeva neppure, quando si è
dichiarato deluso per l’esito di quella “lunga trattativa”, che i nostri sindacati invece
– tutti – la
considerano
La vicenda
trattativa
Alitalia segna una
cortissima,
un punto
anzi
una
di non ritorno: “non-trattativa”.
ecco come
Anche
quando nese ne esce
goziano questioni assai
meno spinose del difficilissimo piano di salvataggio di Alitalia, essi
sono affezionati al rito di negoziati
defatiganti, che possono durare mesi; negoziati durante i quali essi sono capaci di stare in surplace per
giorni o persino settimane, l’uno in
attesa che l’altro faccia la prima mossa, mostri la prima apertura.
SEGUE A PAGINA 4
«Li cancelleremo». Veltroni
dichiara guerra alla camorra
In Campania scontro ravvicinato con Berlusconi. Che attacca su Bassolino
V
eltroni dichiara «lotta senza
quartiere» alla camorra. Dopo
gli appelli contro mafia e ‘ndrangheta, il candidato del Pd rinnova
anche in Campania l’impegno
contro la criminalità organizzata,
presentando un apposito disegno
di legge, che colpisce in primo
luogo gli interessi economici delle
cosche e rafforza la presenza della
magistratura nelle aree più a ri-
R O B I N
Coglioni
È insostenibile questa cosa che
dice Berlusconi, che chi vota Pd
o sinistra non è più un coglione,
ma anzi una persona in buona
fede. È chiaro che mente, dietro
ci dev’essere il trucco. Non è possibile che adesso sono coglioni
solo quelli che votano Udc.
schio. Mentre Berlusconi a Napoli (dove Veltroni sarà mercoledì)
risale sul predellino per attaccare
Bassolino sui rifiuti, Veltroni riconosce che «tutti hanno una parte
di responsabilità, anche il centrosinistra», ma certo non può essere
immune «chi è stato al governo
nazionale per cinque anni e ha
organizzato manifestazioni contro».
A PAGINA 2
VINO AL VELENO
Made in Italy
sotto accusa.
Il governo:
nessun rischio
A PAGINA 3
Lacrime, sangue e gaffes:
il programma del Cavaliere
A
Napoli, oltre alle prevedibili
frasi polemiche contro il centrosinistra che governa la città
(trovando anche il modo di offendere Rosa Iervolino) e la regione,
Silvio Berlusconi ha annunciato
che «nel corso dei primi consigli
dei ministri prenderemo anche
provvedimenti duri e impopolari».
La prima seduta – ha detto – si
terrà proprio a Napoli. Il leader
della destra non ha specificato
quali, limitandosi a chiedere «buoni numeri sia alla camera che al
senato». Nel comizio Berlusconi
ha poi commesso alcuni errori:
particolarmente evidente – e ridicolo – quello su san Pietro scambiato per san Paolo a proposito
della folgorazione sulla via di Damasco che avrebbe colpito Walter
Veltroni.
COME ALITALIA?
La Rai è già
atterrata
STEFANO
BALASSONE
P
erò, il vecchio comunista! Ci
voleva Curzi perché dalla moquette dell’ottavo piano, o del settimo, non ricordo bene, di viale
Mazzini qualcuno dicesse che
«Alitalia e Rai si somigliano».
SEGUE A PAGINA 8
4 APRILE 1968
LO SCIOPERO DEI NETTURBINI
Al voto tra i rifiuti
Da King a Obama
I
romani rischiano di andare a votare tra la
“monnezza”. Infatti, se lo sciopero nazionale proclamato per lunedì e martedì prossimi
verrà confermato, a Roma, a partire da mercoledì 9 aprile, si dovranno raccogliere circa
15mila tonnellate di rifiuti in più oltre ai quantitativi “normali” (circa 4mila tonnellate al
giorno). E per farlo – informa l’Ama, l’azienda
che si occupa della raccolta nella capitale – occorrenno almeno 7-8 giorni.
ALESSANDRO CARRERA
HOUSTON
M
artin Luther King fu assassinato il 4 aprile 1968
ma, se vogliamo credere alle coincidenze significative di cui è costellata la storia dei grandi omicidi
americani degli anni ’60, aveva cominciato a morire un
anno prima, quando, il 4 aprile del ’67, aveva pronunciato alla Riverside Church di New York un discorso durissimo contro la guerra nel Vietnam. SEGUE A PAGINA 5
Il video pro Pd dei vip su YouTube: un po’ Barack, un po’ Live 8
Yes we can, con il copia e incolla
STEFANIA
CARINI
S
e pò fa’, pure su YouTube. È quello che hanno pensato i vip del
video pro Pd. Bianco e nero chic, intensi primi piani, potente schiocco di
dita. Un po’ Obama, un po’ Live 8 di
Bob Gendolf. Insomma: se pò fa’,
basta il copia incolla. Dall’America
magari, dove il momento elettorale è
diventato partecipativo a ogni livello.
Non più Voto quindi Conto, ma Voto
quindi Comunico. Ma stiamo parlando di una democrazia avanzata, e di
Oggi su www.europaquotidiano.it Giornata Fai: oggi e domani aprono le porte 550 tesori d’Italia
un pubblico di elettori/comunicatori
smaliziato. Tanto che ad inizio campagna si parlò di nuova frontiera della comunicazione politica grazie a un
video pro Obama apparso su youtube
e realizzato, pare, da alcuni suoi sostenitori. Lo spot faceva proprie dinamiche di ricomposizione, manipolazione, collage tipiche della rete. Gli
elettori avevano utilizzato uno spot
storico della Apple, sostituendo però
la figura oppressiva del Grande Fratello con il faccione di Hillary Clinton. La manipolazione era abile, professionale, originale, eppure fatta da
semplici sostenitori. In Italia, invece,
più si è professionisti e più si copia.
E allora molto meglio I’m Pd di qualche settimana fa. Cazzaro e povero,
ma almeno spontaneo. Oddio, la scelta dei Village People è di quanto più
scontato ci sia, altro che spot Apple.
Ma almeno la manipolazione della
cultura pop è ironica e divertita. Oddio, l’atmosfera è tra il centro sociale
e il villaggio turistico, altro che
Orwell. Ma almeno non c’è quella
seriosa aria glamour chic da classe
d’avanguardia. Che sia ancora questa
la distanza tra base e vertice del Pd?
No all’Italia
che dice
solo di no
V
al di Susa-Bologna, ecco l’alta
velocità dell’Italia del No. L’Italia che non vuole ragionare, non
vuole dialogare, non vuole rivedere
le proprie convinzioni. Un’Italia
infantile, che strepita per coprire i
suoni e le parole che non vuole
ascoltare. Ed è disposta anche a
menare le mani, pur di far tacere
le voci che non la blandiscono.
Ci sono due elementi in comune, fra le contestazioni che cercano
di fermare
la campaContestazioni gna elettodi Giua Bologna e in rale
liano FerraVal di Susa. È ra e quelle
una sinistra che giovedì
in Piemonin ritirata con te sono riutanta paura scite ad allontanare
Sergio
Chiamparino e Mercedes Bresso
dalla zona della Tav.
Il primo tratto in comune è
l’appartenenza ideologica. C’è una
zattera alla deriva in Italia in questo
momento, che si allontana dal sistema politico: è la sinistra rossoverde. Le sue rappresentanze partitiche hanno deciso di rinunciare
alla sfida del governo, rivelatasi improba. La sua base sociale si rifugia
allora nei comportamenti che le
sono più consoni. L’opposizione
intransigente. La mobilitazione
contro il nemico. La contestazione
aggressiva. Ci sono politici, «finalmente liberi», che tornano ad accarezzare il pelo dell’antagonismo. Ci
sono giornali, Liberazione e manifesto, che si disputano le tenere ragazze di Bologna e i loro ortaggi.
È il riconoscimento di una
sconfitta. Bertinotti ce l’ha scritta in
faccia e ne soffre visibilmente. Gli
altri trovano la ritirata comoda, rassicurante. Sbagliano, perché invece
il dopo-14 aprile non sarà affatto
comodo per loro: a sinistra del Pd
si prepara un’esplosione.
La cosa più triste è però il tratto
profondo che unisce Bologna e Val
di Susa. È la paura. Paura che idee
e iniziative aliene possano avanzare. Paura di non avere argomenti
abbastanza forti per contrastarle,
come capitò col papa alla Sapienza.
Paura di farsi contagiare dal germe
del dubbio, sul sacro (inizio e fine
della vita) e sul profano (costruire
un tunnel ferroviario, un inceneritore, una centrale, un grattacielo).
Se è anche questa, la paura che
Walter Veltroni cita spesso nel suo
tour, per fortuna il Pd se n’è liberato. Speriamo per sempre.
Chiuso in redazione alle 20,30
@ Ocse, il rapporto sugli aiuti allo sviluppo nel 2007 @ “Debate Europe” per dare voce ai cittadini