Relazione "Mwanza" di Agostino Faravelli e di Giacomo Dell`Antonio

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Relazione "Mwanza" di Agostino Faravelli e di Giacomo Dell`Antonio
Relazione A. Faravelli - G. Dell
RELAZIONE "MWANZA" di Agostino Faravelli e di Giacomo Dell'Antonio 17 agosto- 17 settembre 2000
E’ piuttosto difficile stendere una relazione con qualcosa di nuovo dopo aver letto quelle dei
colleghi che sono stati prima di noi al Bugando Medical Centre di Mwanza.
Quanto ai consigli su cosa fare e dove andare hanno già detto praticamente tutto loro.
Data per scontata la lettura delle loro relazioni come base di riferimento, mi limiterò quindi a fare
alcune precisazioni.
L’ATTIVITA’ LAVORATIVA
Il carico di lavoro, almeno per ora, è decisamente poco, per lo meno rispetto ai nostri standard (
noi poi eravamo in due in quanto con me c’era Giacomo Dell’Antonio del S. Raffaele che si è
autofinanziato il viaggio). Sicuramente però la prospettiva è di un progressivo e rapido aumento
della casistica. Al 15 settembre eravamo al caso istologico n 510 (nel 1999 mi risulta si sia
arrivati a circa 300 casi).
In tutto il mese abbiamo visto 86 casi istologici e 50 casi citologici di cui 6 FNA.
La richiesta di FNA lentamente ma inesorabilmente cresce per cui ritengo importante che nella
scelta dei patologi da inviare a Mwanza venga data la precedenza a coloro che hanno
esperienza, anche minima, di citologia da agoaspirazione (non solo lettura ma anche
esecuzione).
Nel nostro periodo di permanenza sono stati avviati rapporti di collaborazione con due nuovi
ospedali: Sengerema (a circa 30 km a ovest) e Kigoma (vicino al confine col Burundi). In
entrambi i casi loro si sono fatti vivi (la notizia della nostra presenza si sta diffondendo a
macchia d’olio) e ci hanno chiesto di avere costo degli esami, tempi di risposta, modalità di invio
del materiale e delle diagnosi. Gradita è la possibilità di invio delle diagnosi via e-mail, mezzo di
comunicazione molto diffuso in relazione alla scarsità di telefoni privati (la guida del telefono di
tutta la Tanzania è grande come uno dei due volumi di quella di Milano).
È consigliabile, e molto istruttiva, la visita di questi altri ospedali (da fare nei lunghi sabati liberi o
nei fine settimana) anche per il confronto che ne emerge con il Bugando.
Dell’Antonio ha preparato un piccolo pieghevole (in allegato, realizzato in accordo con Mr.
Abdul) sul quale sono riportate le caratteristiche fondamentali della nostra attività. Ne abbiamo
stampato alcune copie. Abdul sembrava entusiasta, per quanto fosse in grado di esprimere
entusiasmo, e si è impegnato a farne fotocopie.
È stata stesa una bozza di manuale delle procedure del laboratorio di Anatomia Patologica del
Bugando (in allegato). Ovviamente è estremamente incompleto ma è sperabile che ogni
patologo che passa lo arricchisca di volta in volta o lo modifichi. Ne abbiamo discusso con
Sangudi e con Kahima e lasciato una copia stampata ed una su floppy per coloro che ci
seguiranno.
Si spera nell'arrivo di un pc e di una stampante degni di questo nome in laboratorio. Importante
è che sia dotato o di batteria interna o di gruppo di continuità per i problemi dei continui
black-out.
PROGETTO TELEPATOLOGIA
Nostra ambizione era verificare la possibilità di realizzare a Mwanza una piccola stazione di
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telepatologia.
Siamo così partiti dall’Italia con un piccolo microscopio, messo a disposizione dalla Nikon e
dotato di uscita per la macchina fotografica, un computer portatile con relativa stampante e una
fotocamera digitale Coolpix 990. Nonostante i limiti di peso per il bagaglio a mano non ci hanno
fatto storie (Giacomo è stato un buon facchino).
Il microscopio è stato acquistato (con grande gioia da parte mia visto che sarebbe toccato a me
il trasporto al ritorno) con un nuovo ponte di discussione che probabilmente scenderà a
Mwanza con il prossimo patologo a fine ottobre. Il computer e la fotocamera sono ritornati, in
quanto di proprietà del mio ospedale. È probabile che la fotocamera venga acquistata
prossimamente. Sembra che ci siano finanziamenti per realizzare un progettino di
Telapatologia...
Il primo problema era la connessione internet che in Tanzania non è gratuita come da noi ma è
molto costosa (circa 70 dollari al mese) se fatta privatamente. È sperabile in futuro una
connessione dell’intero Bugando con stazioni periferiche all’interno dell’ospedale. Ciò dovrebbe
ridurre decisamente i costi (sister Lucey se ne sta occupando; va stimolata...e impressionata
con i risultati). Una volta fatta la connessione con Africa On Line subito dopo eravamo nella
rete.
Abbiamo così mantenuto per tutto il mese rapporti regolari con il mondo “cosiddetto” civilizzato.
La connessione ci ha consentito di:
-inviare qualche caso in Italia (anche tramite ITAPAT e il sito dei patologi milanesi) per avere un
parere diagnostico.
-farsi mandare dall’Italia immagini da utilizzare per la didattica nei confronti di Kahima.
-scaricare da internet immagini con lo stesso scopo.
-consultare la letteratura med line (cosa utilissima vista la scarsità di testi a disposizione).
-fare pubblicità del nostro lavoro nei confronti dei patologi italiani.
-mantenere contatti regolari con il nostro mondo.
Il dr Guzzetti, attualmente a Mwanza e fino a metà ottobre, ha portato con sé un pc portatile e
ha rinnovato l’abbonamento (purtroppo non ha la fotocamera digitale).
L’ATTIVITA’ DIDATTICA
A mio avviso qui sta un po’ il punto dolente del nostro lavoro.
Il dr Kahima è sicuramente persona intelligente, sveglia e motivata. Il problema è un altro:
perché un lavoro didattico possa funzionare al meglio credo che il docente debba essere stabile
e lo studente eventualmente passeggero. Qui avviene il contrario: noi impieghiamo un mese per
ambientarci e per capire cosa insegnare a Kahima e a quel punto dobbiamo tornare.
Kahima poi non ha le basi fondamentali sulle quali costruire rapidamente una figura di patologo.
Per fare questo dovrebbe venire in Italia a specializzarsi. Ma poi tornerebbe? Non
dimentichiamo che Kahima ha 38 anni e un famiglia e che lì si guadagna una miseria.
Forse la soluzione migliore sarebbe quella di fargli fare lunghi periodi in Italia alternati ad
altrettanti lunghi periodi in Tanzania evitando di portare qui la famiglia. In ogni caso penso che il
problema vada affrontato con grande attenzione.
LE PERSONE
Kahima: mi sembra di avere già detto abbastanza. In più direi che mi sembra molto ricco di
dignità. È l'unico, e non credo solo perché tra tutti quello relativamente più benestante, che non
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ci ha chiesto nulla in regalo (moto, televisori, radio, macchina fotografica, ecc.)
Sangudi: è un tecnico molto preparato, con molta esperienza pratica e molto orgoglioso del
ruolo che ricopre. Il problema maggiore è quello di stimolarlo a trasferire gradualmente la sua
esperienza professionale a Medard. Purtroppo il suo carattere e probabilmente, non ultima, la
paura di perdere la consulenza a fronte dell'autonomia di Medard, sono due fattori che non
favoriscono il processo. Ogni giorno bisogna trovargli nuovi stimoli per spingerlo verso
quest'obiettivo. Questa operazione di fine psicologia deve essere uno degli obiettivi dei patologi
oltre frontiera a Mwanza.
Medard: è sicuramente molto sveglio anche se un po' approssimativo. Va inquadrato e seguito
passo passo. Ho avuto la sensazione che a volte Sangudi giocasse un po' sulle imprecisioni di
Medard per uscire vincente dal confronto. Penso si debba fare molta attenzione a questi
meccanismi. In ogni caso, nella settimana di assenza di Sangudi, il laboratorio ha funzionato
regolarmente sia per la istologia che per la citologia. Certo le sezioni non erano il massimo ma
col tempo si farà. La citologia (adesso che la citocentrifuga è stata impostata) la prepara in
modo eccellente.
Abdul: è un personaggio inquietante. Risponde comunque sempre rapidamente alle richieste
che gli vengono fatte. Ha avuto istanti di entusiasmo quasi incontrollabile di fronte alla
prospettiva di convenzioni con nuovi ospedali (ne avrà un importante ritorno economico?).
Nonostante fossimo dotati di pc e di stampante ha preferito continuassimo la tragica
consuetudine di inserire e stampare gli esami da lui per non alterare la continuità dell'archivio.
Sister Lucey: ognuno ha il suo mito. Scapinello aveva Sangudi. Dell'Antonio ed io abbiamo
optato per Sister Lucey. Non che l'abbiamo frequentata molto (non ci ha mai invitato a cena, né
lei ne nessun altro, forse perchè eravamo in due e non davamo la sensazione di essere troppo
soli o forse perchè non eravamo simpatici) ma ci ha dato la sensazione di essere una "piccola
grande" donna. Ci ha sempre accolto con un sorriso, ha sempre soddisfatto con immediatezza
le nostre richieste e poi: chi ha mai visto una donna così piccola e anziana alla guida di un
fuoristrada?
Il Direttore Sanitario: al nostro arrivo non era ancora arrivato il nuovo direttore in sostituzione
del dr. Berege. Alla nostra partenza pure. Per cui potevamo fare conto solo su Sister Lucey.
Colleghi del Bugando: a parte qualche visita per sapere l'esito di qualche esame (solo una per
un parente) i medici del Bugando hanno spiccato per la loro assenza. Unica presenza, anche
se non fisica, il dr. Dass che mandava regolarmente suoi sottoposti ad informarsi prima e dopo
gli esami e a chiedere consigli su possibili FNA da effettuare. Lui però non ha mai messo piede
in laboratorio.
LA VITA EXTRALAVORATIVA
Che dire che non è già stato detto da tutti coloro che ci hanno preceduto.
Ho pensato quindi di allegare, per chi fosse interessato, il diario dei quasi 30 giorni passati a
Mwanza e dintorni. Magari ci potrete trovare qualche spunto interessante per affrontare meglio
la situazione
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NOTIZIE PRATICHE
Dal mese di luglio sono cambiati i prefissi telefonici dei telefoni fissi in Tanzania per cui alcuni
numeri di telefono importanti per la sopravvivenza del patologo-oltre-frontiera vanno modificati
come segue:
Procura Dar es Salaam: 00-255-222-630063/68
Labortorio Istologia Bugando, Mwanza: 00-255-028-2502085
Cellulare padre Francesco (invariato): 00-255-812-766181
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