Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza
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Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza
Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza MISSIONE AL BUGANDO MEDICAL CENTER (BMC) DI MWANZA Cooperazione tra BMC Associazione "V.Tison" Soc. It. Anatomia Patologica Relazione 6-19 dicembre 1999 di Mauro Papotti I dati qui riportati sono il frutto del lavoro in loco per 10 giorni, di riflessioni personali sulla scorta anche delLA MIA passata esperienza in Africa e soprattutto di incontri con varie persone, tra le quali i Padri Francesco, Vincenzo e Tonino della Procura delle Missioni Soc. Preziossimo Sangue a Dar el Salam e Morogoro, con il dr Berege (Direttore BMC), con Sr Aine Lucey (Amministratrice del BMC), con i volontari laici al BMC, dr Ray Towey (anestesista-rianimatore, volontario inglese di VMM da 6 anni), Lyz Mach, (infermiera americana, volontaria con i missionari di Mary Knoll da 20 anni in Africa), Anna (inglese del gruppo VSO, inserita da due anni in un income generation program), Cristina (animatrice, svizzera, volontaria presso una cooperativa di servizi locali), Padre Peter (missionario di Mary Knoll, attualmente in USA con precedenti 15 anni in questo ospedale come medico), con Mr Abdul (Chief Technician = capo tecnico e direttore di tutto il laboratorio…il nostro diretto superiore), con Mr Sangudi (ex tecnico patologo ora in pensione dopo 30 di anatomia patologica in Tanzania, visto solo l’ultimo giorno), l’ingegner Richard (capo dell’Ufficio tecnico del BMC), il dr Kahima (medico tanzaniano del BMC, candidato nuovo patologo, visto per due giorni), il dr Henry (patologo del Policlinico Muhimbili di Dar el Salam). A – Parte logistica A1 - VIAGGI Sono un problema serio, per la difficolta’ di prenotare, visto che solo tre compagnie viaggiano su Dar el Salam. I Padri di Dar hanno gia’ prenotato fino al giugno 2000 per i loro missionari. Certi periodi di turismo, soprattutto, sono molto carichi di richieste. Dobbiamo chiarire chi si occupera’ delle prenotazioni (per non finire all’ultimo, come e’ successo con me). Come i missionari hanno una Procura in capitale per i vari affari, anche noi dobbiamo creare un “procuratore” in Italia per i viaggi e quant’altro, mentre qui ci aiutano i missionari di Tegete e il BMC. Quindi o Vincenzo Stracca o la segreteria dell’”Associazione V. Tison” devono stilare il calendario partenze (gia’ fatto, mi pare) e prenotare al piu’ presto. Da parte mia, mi sono permesso di contribuire preparando una circolare (in allegato 2) di notizie utili per chi parte, che si potrebbe utilmente spedire con il biglietto a tutti i partecipanti all’iniziativa. Per il viaggio, ho inteso che ci sarebbero due possibilita’, entrambe valide, perche non c’e’ necessita’ di stare a Dar all’andata. La prima e’ la classica via Dar el Salam con la Swiss Air (SR) o la British (BA) o la KLM (quest’ultima pero’ arriva di sera tardi e i padri di Tegete non la prediligono per problemi di spostamento notturno). La SR vola tre giorni la settimana ed e’ la compagnia da cui si servono I Padri. Ha l’ufficio anche in capitale a Dar, cosi’ come la KLM (ora in pool con Alitalia e Kenya Airways, come e’ noto). Confrontando coi voli interni, almeno fino a marzo, l’unico viaggio coincidente con il volo interno sarebbe quello del mercoledi sera da Zurigo con arrivo il mattino alle 8 del giovedi a Dar e prosecuzione per Mwanza, via 1 / 11 Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza Kilimangiaro (Arusha) due o tre ore dopo. Cio’ vale se non ci sono cancellazioni o cambi all’ultimo minuto, peraltro assai frequenti. Il rientro e’ per la stessa via o per via diretta su Dar, con sosta uno o due giorni a Dar. In tale modo non si deve fare il visto turistico, perche’ si provvede direttamente in aeroporto a Dar. Il costo e’ circa 1.5 milioni Lire fino a Dar e poi ci sono 724.000 di tratta interna a prezzo intero. Ho chiesto alla Air Tanzania il prezzo a Dar ed e’ di 600000 Lire, ergo la differenza e’ poca e non conviene far fare il biglietto qui ai padri; meglio averlo con se’. Allegata trovate la tabella oraria dei voli Air Tanzania fino a marzo 2000. Soggetti a molte variazioni. Prenotare un volo e fare il biglietto che rimane open, tanto e’ a prezzo intero. La seconda e’ quella che usano tutti i volontari e missionari a Mwanza e cioe’ via Nairobi (NBI). Questo ha il vantaggio di aumentare le possibilita’ di volo, ad es anche Alitalia forse va a NBI e ci va la KLM oltre a moltissime altre. Sicche’ si arriva a NBI e si sta un notte li’ (istruzioni sul foglio volontari). Poi si prosegue con la Kenya Airwais o la Air Tanzania. C’e’ anche una terza alternativa per proseguire, che e’ quella di andare con la MAF (Missionary Air Flight) una compagnia aerea privata di missionari protestanti che ha aerei nuovi, non cancella mai i voli e costa meno della Air Tanzania. Si prenota per e-mail ( // [email protected] // ' ); // ]]> Ques to indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. // ), credo a NBI. Loro volano su Mwanza lun-mer-gio e partono dall’aeroporto Wilson, che non e’ il Kenyatta dove arrivano i voli internazionali. Si paga il volo a NBI e accettano dollari oppure cheques inglesi o americani (non le carte di credito). Prenotando si deve ovviamente indicare che la richiesta e’ per un medico che va volontario al BMC di Mwanza, se no non ti prendono. In tal caso il biglietto in Italia copre solo la tratta Italia-Kenya ed il resto si prende e si pagaa NBI. Se si va via NBI si puo’ alloggiare al Fairview Hotel, che e’ decente oppure al Flora Hostel delle suore della Consolata (dicendo appunto che si va volontari al BMC). Ci vuole il visto per il Kenya e anche per la Tanzania (non lo fanno direttamente al Mwanza airport) e questo e’ l’aspetto negativo della faccenda, perche’ bisogna farli dall’Italia. Se si va via Dar e’ piu’ comodo in quanto ad ospitalita’ (ci prendono e alloggiano i Padri di Tegete, ma e’ piu’ rischioso per le cancellazioni dei voli della Air Tanzania. All’inizio tenderei ad andare via Dar (anche perche’ hanno gia’ cancellato il volo a me e non credo debba capitare a tutti). Circa il soggiorno in Procura a Tegete, prevederei come Associazione un forfait di rimborso ai padri di Tegete di Lire 80-100.000 a testa, cioe’ gli si versa un milione per coprire circa 10 persone del prossimo anno. Secondo me, e’ piu’ semplice che lasciare a ciascuno di contribuire (cosa peraltro sempre possible). A2 – ALLOGGIO A MWANZA E’ una bella casa, ora disabitata da anni, con vista sul Lago Vittoria, di fronte al BMC e a fianco del complesso di case di altri medici africani e dei volontari e missionari che operano al BMC. Non era abitabile adesso in quanto senza luce e arredi e purtroppo sono stato mandato in albergo in citta’. Ho chiesto di usarla per qualchegiorno, ma mi e’ stato negato, perche’ la luce non facevano in tempo a collegarla. Ho pero’ potuto visionarla. Ci sono 4 camere da letto e la zona giorno. Ci sono letti, armadi, poltrone in sala e tavolo e sedie in cucina. Per il resto non c’e’ nulla. Ho ottenuto dal dr Berege che il BMC provveda ad arredarla un minimo, con lenzuola, asciugamani qualche stoviglia e pentola, gas, frigo e filtro per acqua. Non so se davvero queste cose saranno fatte trovare a gennaio. Forse si dovra’ contribuire per il frigo che costa circa 1000 2 / 11 Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza dollari qui a Mwanza. Il dr Berege mandera’ un guardiano dell’ospedale per la notte. Gli altri volontari stranieri vicino a noi hanno un servizio notturno privato che costa 600 dollari al mese (sic!) e che da loro e’ ritenuto l’unica cosa efficace, mentre da altri e’ ritenuto un po’ eccessivo. Erg, noi accettiamo la proposta del dr Berege e non paghiamo personalmente i guardiani. Invece, credo sia utile assumere una domestica che stia in casa di giorno a tenere aperto e magari pulire e far qualche cibo. In verita’, sarebbe soprattutto utile per i cambi di turno, dovendo pulire e lavare lenzuola etc di chi va via. A Francesco Callea e a chi verra’ resta da scegliere dove mangiare. L’ esperienza mia e di altri e’ che e’ meglio mangiare in casa (che in ospedale coi dottori tirocinanti come ho fatto io. La mensa dei tirocinanti si trova nel blocco K4 dell’ospedale, al livello della Direzione. Il numero 4 indica il piano e la lettera l’edificio). Ma naturalmente questo non spetta a me stabilirlo. La eventuale domestica potrebbe anche far la spesa quotidiana, mentre si richiederebbe un auto con autista dell’ospedale per andare ogni tanto al supermercato per altre cose. Un market e’ segnato sulla mappa in fordo alla Nyerere road, all’ultimo roundabout prima della strada per l’aeroporto. B – Parte sostanziale B1 - Premessa Qualche cifra, del tutto parziale e incompleta, viene allegata quale premessa essenziale per collocare i problemi che incontreremo nel giusto contesto. Penso che questo sollecitera’ altre letture piu’ approfondite. Dati generali sulla situazione sanitaria in Tanzania (dati 1996-98) Popolazione circa 28 milioni. Un medico per 20000 abitanti circa (in Italia e’ sotto a 1/200). Spesa sanitaria pro capite 3.20 USD (ovvero un quarto di quello ritenuto il minimo accettabile dalla Banca Mondiale per fornire una assistenza di base, basic health care). Percentuale di popolazione rurale con accesso ad acqua sicura: 45%. Speranza di vita alla nascita: circa 42 anni. Mortalita’ infantile: 109 x1000 nati vivi. Un bambino su 6 morira’ entro i 5 anni di vita. Tasso di alfabetizzazione: 59%.. Spesa farmaceutica: 0.50 USD procapite per anno (cioe’ nulla, nemmeno sufficiente per fornire a tutti i cosiddetti “farmaci essenziali”). Salario medio di un medico: 140 USD al mese. La spesa totale per la sanita’ e l’istruzione in Tanzania e’ crollata del 40% circa negli ultimi 5 anni (anche per effetto del debito estero altissimo, che peraltro la Tanzania ha sempre pagato regolarmente negli ultimi anni). Sistema sanitario pubblico basato sulla politica del “cost-sharing”, cioe’ l’assistenza sanitaria NON e’ gratuita. [Le tariffe per le diverse prestazioni mediche al BMC sono appese all’ingresso] Il rapporto sullo sviluppo umano dell’OMS del 1998 colloca la Tanzania al 150 posto su 174. Dei 24 paesi seguenti 20 sono africani. I successi conseguiti in campo sociale con Julius Nyerere nella seconda meta’ degli anni 70 (ad es. scolarizzazione e centri sanitari accessibili grazie alla villaggizzazione) sono ormai un lontano ricordo. La politica dell’ ujamaa (vita comunitaria in villaggi con servizi per tutti) si e’ rivelata un insuccesso. Nyerere ha governato senza rubare (questo gli e’ riconosciuto da tutti, anche dai suoi detrattori), ma ha vissuto un’utopia troppo grande e il suo modello di nazione non ha funzionato. Gli indicatori di salute riportati sopra sono oggi peggiori di prima. B2 – Il Bugando Medical Center (BMC) Costruito tra il 1968 e il 71 con fondi Misereor, e’ un grosso ospedale di 9 piani sulla collina di 3 / 11 Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza Mwanza. Appartiene alla Chiesa Cattolica tanzaniana (Conferenza episcopale) ed e’ gestito in modo unitario dalla Chiesa e dal Governo. Quest’ultimo paga il running ordinario, mentre la Chiesa copre i costi di manutenzione e aggiornamento strutture. E’ ubicato nella municipalita’ di Mwanza, nel Nord-ovest della Tanzania, sulle sponde del lago Vittoria. La regione amministrativa e’quella di Mwanza e anche la Diocesi ha sede a Mwanza. La citta’ ha circa un milione di abitanti ed e’ la seconda della Tanzania. Si trova in una regione montagnosa e beneficia di piogge tropicali da ottobre ad aprile (clima caldo e umido). Da giugno a settembre il clima e’ secco e piu’ fresco. Le attivita’ della regione sono agricoltura e pesca con alcune industrie. Il reddito medio e’ comunque molto basso. L’eccessiva urbanizzazione ha creato zone molto povere intorno al tessuto urbano con numerosi senza-tetto e ragazzi di strada. Per questi ultimi, iniziative di recupero sono da anni attuate attraverso organizzazioni locali tra cui l’esperienza di Kuleama (si noti che tra le attivita’ per mantenersi, tale associazione gestisce una pizzeria, vedi mappa, che e’raccomandabile). Il BMC serve oltre alla citta’ un territorio immenso nel senso che funge da ospedale di riferimento per 8 milioni di persone che vivono in 6 Regioni intorno al lago Vittoria (Mwanza, Kagera, Tabora, Shynianga, Mara e Kigoma). Naturalmente queste regioni hanno centri sanitari e ospedali propri, ma meno attrezzati del BMC. Il BMC conta 822 letti, ma ne occupa circa 600. Ha 40 medici e 600 altre persone in staff permanente per gli altri profili. Sono tutti medici locali tranne un volontario inglese anestesista-rianimatore che e’ qui da sei anni. Il BMC svolge attivita’ medica, chirurgica, specialistica (con specialisti esterni che vengono periodicamente (ortopedici dagli USA, esperti di fistole vescico-vaginali dal Fistula Hospital di Addis Abeba, etc), di laboratorio e di medicina comunitaria. E’ sede di formazione di tecnici di laboratorio. Dal 2002 verra’ attivata la seconda facolta’ di medicina, odontoiatria e diplomi sanitari della Tanzania, sotto l’egida dell’Universita’ cattolica “S Agostino” gia’ aperta a Mwanza per corsi di giornalismo ed economia. Dal 2002, entreranno 10 studenti per anno per arrivare a regime entro un quinquennio. Da cio’ la necessita’ di elevare il BMC soprattutto per le discipline mancanti, inclusa la “Pathology”. La Direzione del BMC e’ affidata da 8 anni al dr Berege, medico ginecologo. E’ una perrsona molto cordiale, attiva e ovviamente ottimista. Ha molto da fare e sta preparando il meeting annuale con il Consiglio di Amministrazione del BMC (tenuto il 15 dicembre). Non mi parla, se non alla fine e su mio sollecito, dei problemi del dr Nyawawa e della scelta del nuovo medico patologo. Al suo incontro, gli presento le tre problematiche per cui sono principalmente venuto (su suggerimento del prof Callea e cioe’ contatti con medici del BMC, vedere ospedali periferici, agoaspirati). Sul punto uno, non mi fa visitare l‘ospedale e creo poi qualche contatto io tramite altri medici. Sul punto due, dice che appena il servizio funzionera’, le biopsie dai centri periferici arriverano automaticamente e che lui non e’ responsabile degli altri ospedali e quindi non puo’ farmi andare a vedere tali ospedali. Concordo comunque che appena saremo presenti la voce sara’ diffusa e arriveranno nuovi casi di istopatologia da fuori. Sul punto tre, dice che e’ molto interessante, ma non organizza alcun meeting coi medici dell’ospedale. Tramite altri medici, e il dr Ray in particolare, discuto alcuni casi con loro e scegliamo insieme di fare due aspirati. La diagnosi in giornata (si spera giusta) li ha impressionati e penso che tale tecnica potra’ trovare una buona espansione (ho lasciato in loco il necessario per il prelievo). Invece, riferisco poi al dr Berege di aver smaltito le diagnosi ferme da luglio e questo ovviamente lo ha molto confortato. Saro’ anche costretto a presenziare all’inizio del meeting annuale del consiglio dell’ospedale, ove lui annuncia ufficialmente ai membri del Board (vescovi 4 / 11 Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza e non vescovi) la collaborazione con noi etc. B3 – Il “Department of Histopathology” In Tanzania, esistono solamente il Department of Pathology all’Universita’ di Dar (Muhimbili Hospital, che ha 7 patologi in staff e fa anche il post-graduate training, cioe’ la specializzazione) e poi i Servizi di Anatomia Patologica a Moshi e in un altro ospedale del sud del Paese. Al Bugando, esiste un locale ben spazioso e attrezzato con attrezzature e materiale anni ‘70, ove vengono attualmente allestiti 300 preparati all’anno di istopatologia. Per il passato, sono stati eseguiti fino a 2700 istologici (anni 80), in quanto ospedale di riferimento. Tranne il periodo iniziale 1975-81, in cui c’era un patologo residente al BMC, in seguito i casi sono stati sempre preparati a Mwanza dal tecnico Sig Sangudi (una vera istituzione) e inviati a leggere a Dar, a Moshi o all’estero. Per un periodo veniva a leggerli qui un patologo credo di aver capito da Arusha. Attualmente vengono mandati in USA attraverso I Padri di MaryKnoll e il tempo di refertazione e’ circa tre mesi complessivi. Questa diversa tipologiadi refertazione ha fatto si’ che in laboratorio molti vetrini siano mancanti (perche’ mai restituiti dall’estero) e le copie cartacee dei referti siano molto eterogenee, se non mancanti in quanto consegnate al paziente nell’unica copia esistente. Le piu’ recenti sono giunte per e-mail. Sicuramente un lavoro di riordino dei referti anno per anno sarebbe un’opera ottima (l’ho gia’ preannunciato al Mr Sangudi, che sa dove metter mano), al fine di poter sfruttare il materiale per altri scopi (indagini, statistiche, etc). Dal 1992 si fanno circa 400 esami l’anno, ora in diminuzione. La disciplina prevalente e’ gineco-patologia (un terzo dei casi) e poi uropatologia, patologia tiroidea e mammaria. C’e’ molta patologia infiammatoria di difficile interpretazione. Credo vada istituito o potenziato il collegamento col laboratorio di microbiologia e tb. Al mio arrivo, non trovo ne’ il tecnico in pensione, ne’ il nuovo tecnico che lo sostituisce, ne’ il nuovo medico candidato patologo, dr Nyawawa che gia’ ha fatto uno stage preparatorio in Italia. Il tecnico in pensione Mr Sangudi viene su contratto una volta al mese ed ha lasciato 100 casi pronti (luglio-novembre). In laboratorio, manca molto materiale e non riesco ad allestire i nuovi 13 casi che portero’ in Italia e comunichero’ per e-mail entro Natale. Ad esempio non c’e’ paraffina e scopro solo l’ultimo giorno di permanenza che la paraffina non c’e’ per davvero e viene recuperata dai blocchetti degli anni passati sciogliendoli e buttando i campioni vecchi dopo la filtrazione. Questo lo apprendo amaramente dal Sig Sangudi che compare a soprersa il giorno della partenza (non erano riusciti a rintracciarlo prima, nonostante la mia richiesta, perche’ abita lontanissimo). Mi lascia anche una lista di materiali necessari che trasmetto al Prof Callea. Il nuovo tecnico non e’ stato assunto, ma e’ stato ora identificato dopo mia sollecitazione in un giovane technical assistant (attenzione a non confonderlo con i “technicians” che nell’Africa orientale anglofona sono queli piu’ qualificati, tipo i capo-tecnici da noi o addirittura i biologi. Invece il technical assistant e’ a meta’ fra l’ausiliario ed il tecnico di laboratorio). Costui ha esperienza zero e ritengo che sia meglio cosi’. Ho ottenuto che, all’arrivo di Francesco e del tecnico di Brescia, sia il Sig Sangudi, sia il nuovo tecnico debbano essere presenti. Infine, circa il medico, la notizia e’che il dr Nyawawa si e’ chiamato fuori ed e’ andato a fare il chirurgo (ma non era stata scritta alcuna clausola con costui, mi chiedeva giustamente il Padre Vincenzo qui a Dar?). Ora, su mia espressa richiesta, il dr Berege ne ha individuato un altro, a nome Jackson Kahima, che pero’ e’ comparso solo tre giorni prima della mia partenza ed e’ molto preso in Reparto (e’ chirurgo). Con lui ho potuto fare solo due agoaspriati e vedere un po’ di casi al microscopio con telecamera. Come prima impressione, posso dire che: 1. il dr Kahima non e’ specialista e gradirebbe diventarlo, “in qualcosa”. E’ molto occupato ed ho gia’ 5 / 11 Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza detto a Berege di liberarlo da iturni con l’arrivo di Francesco e degli altri affinche’ impari piu’ che si puo’ vivendo con noi. 2. Pare interessato alla materia, che lo porterebbe ad essere il patologo dell’universita cattolica locale sulla grande distanza, pero’ deve ancora convincersi che cio’ e’ buono. 3. Privatamente, il patologo guadagna meno del chirurgo e va incentivato ad esempio facendogli capire che puo’ fare qualcosa di privato anche di patologia, tipo i pap test, se si attrezza con un piccolo microscopio. 4. Lui ha accettato perche’, primo glielo ha ordinato il direttore e secondo perche’ si vuole specializzare. Cioe’ in Tanzania vogliono un pezzo di carta di un avvenuto training di durata tre anni. Da noi la specialita’ e’ di 5 e io non vedo bene di far stare uno in Italia 5 anni. Inoltre lui si e’ laureato in Russia vicino a Rostov e la laurea russa da noi non vale. Io batterei la pista di usare i 10 milioni della Lega ex-Nyawawa e investirli per un training di costui direttamente in Russia, ove costa meno e magari dura tre anni, ammesso che lo prendano. Che il livello sia inferiore non c’e’ dubbio, ma lui per un anno lavorebbe giu’ con noi che ruotiamo e se non e’ incapace apprendera’ gia’ molto cosi’. Francesco deve valutare bene questa possibilita’ perche’ gli chiedera’ per prima cosa di poter andare fuori a studiare. Berege non vede con favore il training a Dar e la cosa a me dispiace un po’, perche’ e’ sempre meglio non espatriare i dottori locali. B4 – Il mio lavoro Vista la mancanza del personale locale, sia tecnico che medico, nei giorni di permanenza a Mwanza non ho potuto fare granche’ training, eccetto per i due giorni in cui ho potuto vedere dei casi semplici con il nuovo medico ed eseguire con lui due agoaspirati. Ho pero’ discusso a lungo con i tecnici e con altre persone. In sintesi ho provveduto a - leggere 100 casi di biopsie arretrate (da luglio a novembre) e 7 citologici - eseguire colorare e leggere due agoaspirati - refertare al computer tutte le 100 diagnosi, ma ci sono problemi a stamparle (manca il nastro) - riparare due microscopi Zeiss che sono perfettamente funzionanti e anche verificare il funzionamento di una vecchia macchina fotografica collegabile al microscopio Zeiss che ho trovato in magazzino (comunichero’ i risultati ottenuti) -visionare la casa per i volontari e concordato con l’ingegnere capo e il dr Berege quanto andrebbe fatto di minima per l’abitabilita’ -raccogliere informazioni pratiche presso i volontari, la suora amministratrice e l’ingegnere capo dell’ufficio tecnico per la sistemazione logistica (vedi prima parte del report) -parlare con medici locali e con il responsabile del laboratorio Mr Abdul per la futura organizzazione del lavoro e della refertazione -discutere col nuovo medico e il Sig Abdul alcuni casi al microscopio con circuito TV -Discutere col dr Berege, quando mi e’ stato possible, i vari problemi della futura collaborazione in ordine sopratuttto al personale coinvolto B5 – La nostra futura attivita’ professionale Credo vada detto chiaramente che per adesso il carico di lavoro e’ limitato, come gia’ mi aveva preannunciato il prof Callea. Il senso di una rotazione in loco va trovato nel ruolo didattico e formativo che si spera di poter ricoprire a favore di tecnici e medici locali, non dimenticando il futuro del BMC, che e’ quello di diventare una facolta’ di medicina e scienze mediche. Quindi ci vuole gente locale ben formata. Inoltre c’e’ il problema delle diagnosi bioptiche che pero’ per ora 6 / 11 Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza sono poche. Nel giro di qualche mese queste potranno aumentare anche di parecchio e tornare ai livelli delle quasi 3000 all’anno degli anni 90. Secondo me le cifre pero’ non esprimono il vero carico di questo lavoro, perche’, almeno inzialmente, si ricevono poche biopsie o pezzi operatori, di solito di casi selezionati, mediamente piu’ difficili. Lasciando da parte i limiti intrinseci del patologo nei vari campi della diagnostica isto-citopatologica (ed il sottoscritto ne ha parecchi), ci sono al momento altri limiti di tutto il sistema con cui si deve imparare a convivere, prima di fare la”rivoluzione”. Alcuni problemi sono ben noti anche dalle nostre parti. I campioni arrivano privi di notizie cliniche o largamente incomplete. Inoltre i campioni non arrivano quasi mai interi perche’ il chirurgo provvede a fare la “riduzione” in sala e manda un pezzo selezionato. In piu’, il tecnico locale (bravissimo, lo ripeto) provvedeva lui alla riduzione finale. Quindi si fanno le diagnosi a volte alla cieca. Infine, non va dimenticato che almeno all’inizio ci troveremo di fronte a un tipo di patologia diverso da quella attesa, con molte malattie infiammatorie e infettive e anche casi di patologia tropicale. L’esperienza che ho avuto io e’ stata senza dubbio molto stimolante, ma obbliga a convivere con uno standard lievemente diverso, almeno all’inizio. Ad esempio, sui casi che ho trovato pronti, si formula un ipotesi diagnostica (senza colorazioni speciali e marker) che si spera corretta o vicino alla realta’, ma non si caratterizza di un eventuale tumore ne’ lo stadio, ne’ lo stato dei margini perche’ non si puo’, per adesso. Credo che al vostro arrivo, potrete cercare di ottenere i pezzi interi dalle sale operatorie. Sicuramente procurare libri vari, il TNM e quant’altro potra’ migliorare il lavoro in loco. Concludo suggerendo di rileggere recenti articoli sul ruolo e valore dell’EE (non ricordo gli autori). Indubbiamente e’ un buon esercizio l’essere obbligati a fare a meno di tante cose (con la speranza – ovviamente- di non fare troppi guai diagnostici). Allegato 1 COSE LASCIATE A MWANZA (chiuse nella stanza indicata “Store”) Alcune siringhe da 20 e 35 ml per agoaspirati Impugnatura per agoaspirati Alcuni aghi da 22G 50 vetrini e 100 coprioggetti fotocopie manuale tecniche citologiche (in inglese) per eventuale tecnico boccetto olio per obiettivi immersione camice monouso I rari articoli esistenti sui servizi di anatomia patologica nei PVS Inoltre ci sono due microscopi aggiustati e puliti nella stessa stanza marca Zeiss (non hanno il 25x: se a qualcuno interessa, ne porti uno dietro che si adatti sugli Zeiss piccoli) COSE DA PORTARE SECONDO ME Qualche nastro per stampante Olivetti DM 124 del computer che si usa per la refertazione dei casi Alcuni libri, di cui un Rosai vecchio (utile a quelli come me che non sanno tutto) Eventuale obiettivo da 25x per l’Olympus BH-2 (quello collegato alla TV camera per didattica), nel caso qualcuno sia abituato a questo ingrandimento (questo poi ciascuno se lo riporta via) Lamette monouso del microtomo (usate), per la riduzione pezzi Coloranti per Papanicolaou, visto che qui i PAP test sono degli EE test 7 / 11 Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza Scatolini di plastica per campioni (se sono previsti, se no si va avanti a garze) e “formine” di metallo per inclusione Un quaderno grosso e spesso per scrivere il nostro diario e le consegne ai successivi (come ha previsto il prof Callea, d’accordo col dr Berege) Un set di vetrini di PAP test vaginali per insegnare a leggere subito i pap-test (secondo me sia al medico che al tecnico giovane, caso mai andasse via anche questo secondo medico), comprendente le varie diagnosi piu’ rappresentative, oppure, se qualcuno li ha, dei video didattici di patologia (l’ha detto il dr Berege che ha il video-registratore) Se volete esagerare, un set rapido per immuno, almeno keratina, vimentina e CLA con un secondario perossidato per far presto e un po’ di DAB. C’e’ poi una lunga lista che mi ha lasciato il tecnico in pensione che comprende molte cose che forse avete gia’ previsto di provvedere. Di fatto qui non ha paraffina e scioglie i blocchetti vecchi, il che e’ un peccato per un eventuale ri-utilizzo dei casi, perche’ avremmo i vetrini e non piu’ i blocchetti degli anni 70. Inoltre non ha il cestello dell’Histokinette, quello grosso che gira appeso nei vari contenitori e si potrebbe recuperare da qualche nostro vecchio strumento. La lista manoscritta dal Sig Sangudi sara’ spedita per posta. La paraffina deve portarsela il primo che arriva, se no siamo bloccati. IDEE PER CHI STARA’ QUI (solo idee, magari e’ gia’ tutto previsto) Se ci sara’ il vecchio tecnico, con lui va buttato via tutto quel che e’ vecchio, come bottiglioni vuoti e vecchi coloranti seccati. Ho gia’ concordato questo con lui, ma e’ arrivato il giorno della mia partenza ed io non ho voluto far nulla prima, per rispetto verso il suo lavoro di 30 anni. Io userei la stanza “processing” per mettere il reagentario e l’autotecnico funzionante (nonche’ gli altri due che ci sono, e sono fermi) e farei sparire da li’ tutte le vecchie riviste (a chi servono?). Questo l’ho gia’ detto al Sig Abdul (capo laboratorio) che e’ d’accordo e lo dira’ alla bibliotecaria che ha messo li’ le riviste. Pero’ tenete conto –tanto per sapersi regolare- che quella o un’altra stanzetta la usera’ Mr Sangudi per dormirci, visto che abita a 60 miglia, quando sara’ con noi in servizio. Nella stanza “store”, una volta pulita (l’hanno pulita il giorno 15.12), puo’ stare l’archivio blocchetti (c’e’ gia’, ma lo sta consumando per recuperare paraffina….) e quello vetrini. Ho appena scoperto da solo che nello store ci sono i vetrini anni 94-96 in certe scatole di cartone, rispediti indietro dagli USA. Sono da archiviare in qualche modo. Li’ sposterei anche i vetrini anni 77-81 che sono attualmente nella stanza “ pathologist” per recuperare i cassetti verdi metallici per i casi piu’ recenti. Li’ inoltre si puo’ immagazzinare la roba che eventualmente abbiamo spedito (non lasciate troppa roba a vista in laboratorio, perche’ non ci sono le inferriate alle finestre. Anche queste ho chiesto che fossero previste. Riparlarne con Mr Abdul). Ho concordato col Sig Sangudi (vecchio tecnico) che quando ci sara’ a gennaio con voi, potrete riordinare tutto l’archivio cartaceo che comprende copie di reports da vari ospedali e con diverse tipologie di fogli. Al momento, il capo laboratorio da’ al paziente il foglio di richiesta con la diagnosi scritta a penna dietro, cosi’ noi siamo senza copia del report e senza richiesta originale. Va cambiato il sistema facendo funzionare la stampante coi nastri che ho citato e trattenendo la richiesta. Mr Abdul e’ d’accordo su questo. Ho richiesto di incollare il linoleum almeno nella stanza di mezzo dove dovrebbe lavorare il tecnico. Potete verificare se lo fanno (ho visto in giro per l’ospedale una squadra che fa questo). Cercherei di riottenere la stanza del patologo che attualmente e’ in prestito a una volontaria inglese del VSO e che si occupa di altro. Andra’ via a agosto. Non ho chiesto nulla per i pochi giorni che stavo e mi sono messo a lavorare nella stanza a fianco, ma voi credo dobbiate 8 / 11 Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza ottenerla. Nello store c’e’ un vecchio sistema fotografico che ho provato a riattivare, per il microscopio Zeiss. Vi faro’ sapere se le foto sono venute. In caso positivo potete usare come riferimento le tacche nere sul regolatore della intensita’ luminosa che ho messo quale intensita’ di luce consigliabile per ogni tempo di scatto della macchina (cioe’ ho tarato la luce per i tempi 1/125, 60, 30, 15, chesi slezionano sulla ghiera sotto il corpo macchina). Se funziona potete fotografare i campi che vi interessano. Portarsi i rullini di diapositive perche’ non ci sono. Nella stanza del pathologist, nello scaffale a terra a fianco della scrivania, ho trovato tutti i vecchi registri dei casi istologici, dalle origini (1975) ai giorni nostri. Sono utili sia per chi vuole rivedersi vecchi casi (vetrini 77-81 nel classificatore metallico verde), perche’ nel registro c’e’ numero e diagnosi finale (ma non le notizie cliniche, purtroppo), sia per eventuali studi o statistiche, se a qualcuno interessa. Io non disdegnerei un’analisi del passato, visto che in certi anni c’erano oltre 2000 biopsie, ma non se siano tornati indietro tutti i vetrini. Di certo pero’ ho visto i blocchetti (quelli non ancora sciolti e riciclati), che potrebbero venire ritagliati per gli argomenti di interesse scientifico di ciascuno che verra’ qui. Allegato 2 - NOTIZIE UTILI PER CHI PARTE PER MWANZA In Italia - vaccinazione per febbre gialla e certificazione relativa (cartoncino giallo) (obbligatoria) - profilassi malarica con Lariam (mutuabile) da iniziare una settimana prima, 1 cpr/settimana - Visto turistico per la Tanzania (e il Kenya, se si vola via Nairobi) - Passaporto valido (con marca da bollo di 60.000 L, specie se si vola Italia-Kenya direttamente) - Biglietto aereo A/R per Mwanza via Nairobi, via Arusha o via Dar el Salam (a cura della “Associazione V. Tison”) - 20 USD in contanti per il visto turistico in Tanzania, se si fa a Dar el Salam (a parte i soldi per uso proprio) In viaggio per Dar el Salam - Compilare modulo blu in aereo e modulo giallo all’arrivo per il visto. Indicare “tourism” come motivo della visita e indicare “Procura Tegete (Precious Blood missionaries), PO Box 6775, Dar El Salam” come recapito locale (non far menzione che si e‘ patologi e ancor meno che si intende lavorare al Bugando, perche’ senza work permit l’immigration office tanzaniano non gradisce e ci sono stati problemi per il passato) - Fare il visto e pagare 20 USD - All’uscita, al change, si potrebbe utilmente gia’ cambiare valuta (1 USD = 800 Scellini tanzaniani circa), visto che ci vengono a prendere e non c’e’ pericolo di venire intercettati. A Tegete e’ impossible cambiare soldi, perche’ fuori citta’. - All’uscita dall’aeroporto, confermare anche il volo interno, che sara’ piu’ tardi o il giorno dopo, al banco della Air Tanzania (sulla destra in fondo uscendo dall’aeroporto, dopo il change), cosi’ si verificano eventuali cancellazioni o cambi di orario, peraltro assai frequenti. - Alla Procura di Tegete si e’ ospiti dei missionari del Preziosissimo Sangue, che ci aiutano per gli spostamenti a Dar. La loro sede e’ fuori citta’ e non e’ sicuro girare da soli in quella zona, ergo si va con loro. Da li’ si comunica a Mwanza l’orario di arrivo perche’ vengono gli autisti del Bugando a prenderci. In liberta’, al momento della partenza dalla Tanzania, lasciare un contributo per l’ospitalita’ a Tegete (compresa la valuta eventualmente avanzata). 9 / 11 Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza - Se si viaggiasse via Nairobi, ci vuole il visto per il Kenya (per transito andata e ritorno) e per la Tanzania, perche’ non si puo’ fare a Mwanza (richiedere dall’Italia visto turistico per andare presso il dr Berege, Direttore Bugando Medical Center, PO Box 1370, Mwanza). A Nairobi si trovano i voli della Kenya Airways e Air Tanzania dal Kenyatta Airport e della MAF (una compagnia privata, per volontari e missionari) che opera dal Wilson Airport. Le prenotazioni per quest’ultima compagnia si fanno via e-mail dall’Italia, ma pare che il volo interno NBI-MWZ si paghi all’aeroporto in contanti o cheques, ma non con carte di credito. Se si deve dormire a Nairobi, l’hotel Fairview, telef 723211, fax 721320, e-mail // [email protected] // ' ); // ]]> Quest o indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. // puo’ andar bene, oppure il Flora Hostel delle suore della Consolata (di solito accettano i volontari presso strutture sanitarie missionarie). Da li’ ci si fa portare in taxi all’aeroporto (attenzione alla compagnia con cui si vola, tra il Kenyatta o il Wilson). Questa alternativa di viaggio e’ piu’ breve rispetto a Dar, ma comporta di ottenere i visti dall’Italia e ci priva dell’assistenza tecnica in capitale a Dar offertadai Padri di Tegete. E’ valida qualora non si trovasse posto via Dar el Salam (collegata all’Europa da tre sole compagnie aeree). A Mwanza - Si alloggia in una casa di proprieta’ dell’ospedale, con vista sul Lago Vittoria, a 6 minuti a piedi dal BMC. E’ grande con 4 camere da letto. I pasti si fanno in ospedale al refettorio degli “intern doctors” (tirocinanti) presso il blocco K4 o in casa, concordando il menu e la spesa con la persona che ha in cura la nostra abitazione (che dovra’ ricevere il suo salario a fine mese). In casa non c’e’ nulla, di nessun tipo, ergo portarsi libri, riviste, radio (sulle onde corte si prendono stazioni straniere), carte da gioco, generi di conforto e prima necessita’, e quant’altro. - La sicurezza e’ un problema serio essendo Mwanza una grande citta’. Si sconsiglia di girare a piedi di sera (e andare in banca a piedi. Eventualmente rientrate col taxi). Di notte un guardiano dell’ospedale sara’ nel complesso ove sorgono la nostra casa e quelle di altri medici locali. In ospedale c’e’ un computer con Word, ma e’ sempre molto utilizzato ed alle 15.30 lo chiudono. Chi deve scrivere, se lo porti. - La zona e’ ad alta endemia malarica con ceppi clorochino-resistenti. Continuare la profilassi iniziata con Lariam. Le finestre della casa, ma non i letti, sono protette da zanzariere. - Le comunicazioni sono molto difficili. L’e-mail funziona in ospedale in modo discontinuo e si puo’ usare in emergenza, ma non regolarmente. Il telefono pubblico e’ in citta’ (Posta, vedi mappa) a 25 minuti a piedi e costa 2700 Scellini al minuto (circa 7000 Lire) sia con chiamata via operator che acquistando una carta a scalare da 17000 scellini utilizzabile solo dagli apparecchi abilitati, che sono li’ alla Posta. I cellulari GSM a detta di tutti funzionano, ma non ho le prove sugli apparecchi stranieri (verosimilmente via Tritel, una delle compagnie locali). Un’altra compagnia, Mobitel, vende carte pre-pagate a 10 dollari, ma non so se si possono caricare su apparecchi non registrati qui. Al massimo si compra la carta da 10 USD e si chiede a un locale di telefonare col suo apparecchio, caricando la somma su quel telefonino. - La corrente elettrica e’ a 220V e le prese sono come le nostre - L’acqua corrente c’e’, ma non e’ potabile. Bere solo acqua bollita e filtrata, oppure bevande imbottigliate (vendono anche l’acqua minerale). In certi periodi c’e’ scarsita’ di acqua. - Da Mwanza confermare il volo di rientro a Dar attraverso la Air Tanzania (tel 40529 opp 40414) o attraverso la agenzia Fourways Travel (tel 40653 opp 502620, vedi mappa) dicendo 10 / 11 Missione al Bugando Medical Center (BMC) di Mwanza che siamo del Bugando Medical Center. Spesso i voli vengono cambiati o cancellati. Concordare con il BMC (segreteria del Direttore o con la Suora Amministratrice) il trasporto in aeroporto. Distanza da Mwanza: 10 Km. Si deve arrivare li’ almeno due ore prima del volo (c’e’ molto caos). Comunicare alla Procura di Dar l’orario di arrivo (vengono a prenderci). - Chiarite volta per volta con il Direttore se le diagnosi dobbiamo firmarle o siglarle e poi si fanno controfirmare al Responsabile del laboratorio, Mr Abdul, da cui dipendiamo formalmente (lui e’ il Director of Department of Pathology and Laboratory Medicine). // 11 / 11