Introduzione alla Bibbia per giovani. Commento alle immagini
Transcript
Introduzione alla Bibbia per giovani. Commento alle immagini
Introduzione alla Bibbia per giovani. Commento alle immagini proposte da Sem Galimberti (C’è un tempo per ogni cosa) Immagini PRIMA PARTE “Non devi farti immagine scolpita né forma simile ad alcuna cosa che è nei cieli di sopra / o che è sulla terra di sotto / o che è nelle acque sotto la terra. / Non devi inchinarti davanti a loro / né essere indotto a servirle”. Esodo 20 Anche i primi cristiani avrebbero provato orrore al solo pensiero di collocare immagini nelle chiese. Il Concilio di Nicea nel 787 decreta l’assoluta liceità delle immagini sacre e abolisce l’iconoclastia (= rompere le immagini). 1. STORIA DI NOE’ – Cappella Palatina, Palermo Noè, coltivatore della terra, uscito dall’Arca dopo il diluvio, cominciò a piantare una vigna (Genesi 9,18). La vite, secondo il Salmo 104, è la più nobile delle piante perché rallegra il cuore. “Avendo bevuto il vino, Noè si ubriacò e si denudò all’interno della sua tenda. Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo padre e raccontò la cosa ai due fratelli che stavano fuori” (Genesi 9,22). Alcuni temi da sviluppare: . fragilità dell’uomo nuovo . ogni creazione è cosa buona ma diventa cattiva se usata male . nudità come fragilità, come Adam ed Eva nel giardino dell’Eden (…si accorsero di essere nudi) . Canaan è padre dei Cananei, nemici di Israele . insidia del vedere… Nel SIRACIDE si consiglia: “Figlio mio, soccorri tuo padre nella vecchiaia / non contrastarlo durante la sua lunga vita / sii indulgente anche se perde il senno / mentre tu sei nel pieno vigore”. 2. CREAZIONE DI ADAMO – Affresco di Michelangelo, Cappella Sistina 1511 “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza” (Genesi 1,26) Scrive Vasari : “ Ha figurato Dio portato da un gruppo di angioli ignuidi e di tenera età, i quali par che sostenghino non solo una figura, ma tutto il peso del mondo, apparente tale mediante la generabilissima maestà di Dio e la maniera del moto, nel quale con un braccio cigne alcuni putti, quasi che egli si sostenga e con l’altra porge la mano destra a uno Adamo, figurato di bellezza, di attitudine e di dintorni di qualità che è par fatto di nuovo dal sommo e suo primo creatore più tosto che da pennello e dal disegno d’uno uomo tale”. E’ l’alba del mondo, Dio non è circondato da Serafini e Cherubini, come da tradizione, ma da figure reali. Il manto è una specie di utero anatomico, gonfiato dal vento. Straordinari gli indici alzati dalle braccia protese, un attimo prima di entrare in contatto. Ci aspettiamo una scintilla vitale che passa dal Creatore al Creato. Adamo è adolescente, come tutta la Genesi è nascita, crescita e adolescenza del mondo. 3. GIOVANNI CARNOVALI detto IL PICCIO – Pala di Agar, Basilica di Alzano Lombardo. Metà dell’Ottocento Genesi 16. Agar, schiava di Abramo, partorisce Ismaele. Da Ismaele discende il popolo arabo. E’ stata Sara, legittima moglie di Abramo, a chiedere al marito di prendere come moglie la serva egiziana, perché lei è sterile. Agar viene scacciata. Nel deserto un angelo la soccorre con cibo ed acqua. La pala romantica, ordinata dalla fabbriceria della Basilica, dopo 23 anni non è ancora terminata. Il critico Pasino Locatelli la stronca quando viene collocata nella chiesa. La fabbriceria respinge l’opera. I detrattori: “E’ un abbozzo informe, la pittura deve essere documentata e perfettamente realizzata”. Gli estimatori: “La pittura deve visualizzare le emozioni e i sentimenti e basarsi sull’effusione del colore”. Da questo momento, la sacralità dei testi biblici viene messa in discussione da un secolarismo artistico che si impone per almeno altri centocinquant’anni. 4. MARC CHAGALL –Crocifissione bianca, Institut for Art Chicago, 1938 Il Crocefisso è posto al centro, sotto un fascio di luce bianca che inonda l’intero dipinto. L’uomo in croce ha un panno ebraico che copre i lombi. Una scala è appoggiata alla croce. Qualcuno salirà? Qualcuno scenderà? Chagall riconosce nella figura di Cristo l’universale vittima di persecuzioni e ingiustizie, l’uomo giusto condannato, il soggetto di persecuzioni. Tuttavia riafferma la sua appartenenza al popolo ebraico. Intorno al crocefisso, scene di violenza e sofferenza. A sinistra un villaggio incendiato, la barca di coloro che tentano di mettersi in salvo, figure che mettono in salvo la Torah ma sul petto hanno già un cartello su cui è scritto JUDEN. A destra l’incendio della sinagog, rabbini piangenti, donne con bambini, l’ebreo errante, il candelabro a sette braccia. 5. SEBASTIAO SALGADO – Fotografia da ESODO (campo profughi) Il grande fotografo brasiliano (nato ad Aimorès nel 1944) ha scattato innumerevoli fotografie in bianco e nero nel Sahel in piena siccità, nella rivoluzione dei garofani in Portogallo, nelle guerre africane in Angola e Mozambico, nelle emigrazioni bibliche e nei campi profughi. Il regista Herzog fli ha dedicato il film intitolato IL SALE DELLA TERRA. Exodus il suo progetto più attuale e sta dentro un programma di fotografie che si chiama GENESIS, una lettera d’amore e di testimonianza nei confronti del pianeta che sta perdendo la sua umanità. SECONDA PARTE QUohelet, Ecclesiaste Gli uomini muoiono come le bestie (3,19) sia i buoni che i malvagi, sia i saggi sia gli stolti (2,14)… ma gli eventi disposti da Dio sono imperscrutabili, vi sforzate di capirli ma non ci riuscite (3,11)… quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? (6,8) Domande e ricerche di senso troppo grandi per essere racchiuse in un solo ciclo pittorico, in una sola indagine artistica. Il Quohelet va ricercato nelle espressioni artistiche diverse nel corso dei secoli, spigolando qua e là: dalle Danze Macabre alle Nature Morte come Vanitas, dai vizi umani illustrati da Bosch e Bruegel, dal Narciso di Michelangelo Merisi alle visioni scure di Goya. 1. DANZA MACABRA . Chiesa dei Disciplini di Clusone L’idea di tutte le Danze Macabre sparse in Europa, come in quella di Clusone, è la stessa: l’eguaglianza della morte applicata alle follie del mondo. Dalla reggia del principe alla capanna del contadino, la morte costringe ogni abitante a seguirla. A Clusone l’affresco si realizza nel 1471, opera (forse) di Giacomo da Borlone, in stile post giottesco. “ O TI CHE SERVE A DIO DEL BON CORE / NON HAVIRE PAGURA A QUESTO BALLO VENIRE / MA ALEGRAMENTE VENE E NON TEMIRE / PER CHI NASE ELLI CONVEN MORIRE”. Papa, imperatore, imperatrice, re, cardinale e duca compaiono nel registro superiore. In quello inferiore compaiono – accompagnati da uno scheletro - magistrato, maestro, giovane studente, mercante con borsa, armigero con mantello, alchimista o chimico, popolano, disciplino e vezzosa signora ben vestita. 2. GIOVANNI VENANZI DI PESARO : Re Salomone e il Quohelet (1628) Re Salomone ha deposto la corona e lo scettro per ascoltare l’ammonimento di una delle tre mogli contro l’idolatria. Proprio perché il sapiente ha tre mogli di diversa età, viene messo in guardia anche nei confronti della caducità della bellezza. La statua che compare nel dipinto è quello di una dea nel fiore della giovinezza e Cupido le invia la sua freccia. Ma anche la statua si affievolirà come evanescenti saranno i simboli regali del mantello di ermellino e del braciere che emette fumo, con chiaro riferimento alla volatilità dell’incenso. 3. ANTONIO DE PEREDA : Allegoria della vanità (1668), Kunstistoriches Museum, Vienna In questo dipinto sono presenti i molti simboli della vanitas. L’angelo della morte incombe sul mappamondo simbolo del potere regale. L’oro, le monete, i gioielli sparsi sul tavolo, le carte da gioco, i ritratti degli antenati il cui ricordo svanisce nel tempo, la torre dorata (ricordo dell’illusione delle lingue nella Torre di Babele… e poi le armi, le panoplie, le corazze, la clessidra, i teschi posati sui libri, la candela spenta. Ecco alcuni simboli privilegiati dal pittore ad ammonimento dell’osservatore. 4. EVARISTO BASCHENIS (Bergamo 1604 – 1677): Stumenti musicali, Accademia Carrara Bg Tra le opere della maturità, sintesi della natura morta con intento moralistico: è qui che lo still life (=natura viva) diventa natura morta su cui si deposita la polvere.” Pulvis eris et pulvis reverteris”. Liuto, violoncello, mandola, violino con arco, fogli di spartiti musicali, cassetta, penna, libro, tutto rigorosamente in scurto (scorcio), atmosfera metafisica, mutuo colloquio tra gli strumenti che non suonano più, hanno le corde spezzate e la polvere si è depositata sugli oggetti senza tempo. 5. GIANRICCARDO PICCOLI: Vanitas, da una mostra sul Quohelet ospitata dieci anni fa nell’Oratorio di S. Lupo in Bergamo. Diciotto episodi illustrati su carta giapponese, esposti su una grande ruota girevole che allude alla giostra della vita. I fogli sventolano al movimento della ruota e si compongono di paesaggi desolati, sfondi di cenere, stagioni in ciclicità, volto del narratore, mano come simbolo della durata della vita, banchetto del piacere a tavola… 6. DAMIEN HIRST: Teschio di diamanti (2007) Il titolo dell’opera è “Per l’amore di DIO” For the love of God. Teschio di platino arricchito e rivestito di 8601 diamanti a forma di goccia. I denti del teschio sono veri denti umani. L’opera è costata all’autore 14 milioni di sterline ma subito è stata venduta al White Cube di Londra per 50 milioni di sterline. In seguito è stata rivenduta per 100 milioni di dollari. L’ispirazione è venuta a Damien Hirst davanti ad un teschio atzeco ricoperto di turchesi, visto al British Museum. Antropologia sacra? Critica all’immortalità o solo furba speculazione economica dentro le leggi impazzite del mercato dell’arte? 7. Agenzia ANSA: Habel (foto) Tempo da capire Una serie di orologi senza le lancette, il tempo non può essere afferrato, né accelerato, né ritardato. HABEL è ciò che non può essere fermato: vento, cronologia, piacere, sapienza, danaro, giustizia. “Non siete voi i padroni del tempo…”. Monsignor Ravasi definisce MAESTRI DEL SOSPETTO coloro che credono di avere risposte definitive e semplificate ai grandi problemi del nostro tempo.