Governo: è prevalso il senso di responsabilità, ora

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Governo: è prevalso il senso di responsabilità, ora
Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente
Anno XXXIII – n. 29
Venerdì 4 ottobre 2013
Sommario:
Governo: è prevalso il senso di responsabilità, ora servono misure concrete per la ripresa
Evitare la logica dei “campanili” nelle scelte nazionali di recepimento della riforma Pac
Inversione di tendenza per gli occupati in agricoltura, presto però per valutazioni definitive
In caduta le quotazioni del riso, bisogna collocare gradualmente il prodotto sul mercato
Vendemmia 2013: secondo le prime stime produzione in aumento e qualità elevata
Nasce Agrinsieme Moscato per dare stabilità e favorire lo sviluppo del comparto
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Governo: è prevalso il senso di responsabilità, ora servono misure concrete per la ripresa
La fiducia accordata dal Parlamento al Governo ha posto fine a una vicenda politica che aveva assunto toni incredibili. Alla fine è
prevalso il senso di responsabilità, perché una crisi politica sarebbe stata traumatica e avrebbe avuto effetti devastanti per
l’economia e il sistema imprenditoriale. La ripresa economica, infatti, è inscindibile dalla stabilità di governo e lo scenario politico ha
sempre un impatto determinante sull’andamento economico e sulla vita delle imprese. Occorre ora approvare subito tutte quelle
misure, a cominciare dalla legge di stabilità, che possono consentire al nostro Paese di imboccare la strada della ripresa e dello
sviluppo. “Una delle condizioni necessarie perché ci sia una reale ripresa economica – ha commentato Gian Paolo Coscia, presidente
di Confagricoltura Piemonte – è che le imprese abbiano la possibilità di crescere, di aumentare il reddito, di prendere ossigeno da un
allentamento della pressione fiscale che le sta asfissiando e da un alleggerimento di una burocrazia che le sta opprimendo”. Da
parte del premier Enrico Letta, nel suo discorso al Senato, c’è stato un giusto riconoscimento dell’agricoltura e dell’agroalimentare
che, anche nella crisi, hanno trainato la crescita. “Attendiamo quindi – ha aggiunto Coscia – che verso il settore si concentri, da parte
del Governo, una reale attenzione, soprattutto in una fase in cui saremo chiamati a un passaggio molto delicato per il futuro delle
imprese agricole, come quello dell’applicazione dei regolamenti della nuova politica agricola comune”.
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Evitare la logica dei “campanili” nelle scelte nazionali di recepimento della riforma Pac
“Avremmo voluto una Pac più coraggiosa per promuovere il riequilibrio e lo sviluppo di un’agricoltura in grado di coniugare
produttività e sostenibilità, concretizzando progetti reali con al centro le imprese e le cooperative. Si è avuta una contrazione del
budget complessivo e i pagamenti diretti agli agricoltori italiani hanno subito una significativa riduzione. Preoccupano i nuovi
orientamenti a favore del ‘greening’, che rischiano di tradursi in nuovi vincoli. Il testo finale, dopo i triloghi, è stato fortemente
migliorato rispetto alle prime proposte, proprio grazie all’azione del Parlamento europeo e delle Organizzazioni agricole”. Lo ha
detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, che è intervenuto a nome di Agrinsieme (il coordinamento tra Confagricoltura, Cia
e Alleanza delle cooperative italiane), all’audizione alla Camera dei Deputati sulla riforma della politica agricola comune verso il 2020
e sull’accordo definitivo raggiunto a Bruxelles. “Occorre – ha proseguito Guidi – tantissima attenzione, servono magari anche
simulazioni, prima di decidere le opzioni nazionali di recepimento della riforma, di programmare gli interventi e di allocare le risorse
del ‘primo pilastro’, che rappresenta i due terzi circa della spesa agricola. Abbiamo tante scelte strategiche da effettuare entro pochi
mesi e le Organizzazioni di rappresentanza degli agricoltori dovranno essere incluse a pieno titolo nel processo decisionale, che va
avviato quanto prima”. Secondo Guidi, le scelte nazionali dovranno essere sempre ispirate a promuovere un’agricoltura competitiva
e al passo con i tempi, evitando la logica dei “campanili” e ragionando finalmente in un’ottica di “sistema Italia”, che rilanci la
politica agricola nazionale. Vanno anche evitate decisioni penalizzanti per i comparti strategici del nostro agribusiness e per le
imprese attive protagoniste dei mercati. Sarà fondamentale anche una nuova governance dei programmi di sviluppo rurale e, al
riguardo, Agrinsieme chiede di far coesistere programmi nazionali e regionali. “E’ fondamentale definire un piano nazionale per gli
strumenti di gestione del rischio e stabilizzazione dei redditi – ha aggiunto Guidi – così come va limitata l’eccessiva eterogeneità dei
programmi regionali, definendo orientamenti, linee di indirizzo e regole condivise”.
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Inversione di tendenza per gli occupati in agricoltura, presto però per valutazioni definitive
I dati sull’occupazione diffusi da Istat pongono in evidenza un calo degli occupati in agricoltura del 10,1% nel secondo trimestre del
2013, rispetto al secondo trimestre del 2012. Per Confagricoltura si tratta di un dato preoccupante, segnale di una peculiarità
congiunturale negativa del settore, che però dovrà essere esaminato perlomeno alla luce dell’andamento del secondo semestre
dell’anno, prima di valutazioni definitive. Tra le cause del fenomeno, Confagricoltura individua una tendenza di fondo al calo degli
autonomi (quasi 50 mila occupati circa dei 90 mila persi nel settore nell’ultimo trimestre sono infatti lavoratori non dipendenti e nel
primo trimestre dell’anno il calo degli autonomi aveva già sfiorato l’8%), cui si sono probabilmente aggiunti anche gli spostamenti in
avanti delle operazioni colturali e il difficile momento generale dell’economia del Paese. E’ certo che, dopo il positivo aumento dello
0,7% del numero di occupati dipendenti registrato in agricoltura nel primo trimestre del 2013, questo dato rappresenta una spia
negativa. Non va comunque trascurata la componente derivante dal trend di declino dei lavoratori autonomi, che sta proseguendo
inesorabilmente da tempo ed è il segnale di una ristrutturazione del settore. Sull’andamento complessivo dell’occupazione in
agricoltura, ad avviso di Confagricoltura sarebbe in ogni caso più corretto fare i conti a fine anno, evitando giudizi affrettati. Tanto
più se si sta parlando di effetti legati alla stagionalità e a fenomeni congiunturali. Occorre dunque attendere per una valutazione
complessiva, ma intanto è necessario impegnarsi per sostenere un settore essenziale per la crescita e l’occupazione del Paese.
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In caduta le quotazioni del riso, bisogna collocare gradualmente il prodotto sul mercato
Le condizioni di mercato che stanno caratterizzando il periodo della raccolta del riso e l’apertura della nuova campagna di
commercializzazione 2013-2014, sono estremamente preoccupanti. Il calo continuo dei prezzi dei risoni nel mese di settembre e la
riduzione delle quantità acquistate dall’industria risiera dipendono non solo dall’andamento dei prezzi internazionali e dall’aumento
dell’importazione a dazio zero dai Paesi meno sviluppati dell’Asia, ma anche dalla crisi economica italiana che ha portato al calo dei
consumi. Confagricoltura Novara e VCO e Confagricoltura Vercelli e Biella hanno fatto appello ai risicoltori a non svendere il riso,
bensì a rivolgersi ai consorzi e alle cooperative di commercializzazione del risone, che mettono a disposizione dei produttori le loro
capacità e i loro strumenti, anche di tipo finanziario, affinati in anni di presenza sui mercati e di confronto diretto con l’industria
risiera. Per poter reggere e superare le attuali difficoltà di commercializzazione è infatti necessario collocare gradualmente la
produzione sul mercato, evitando le vendite a fine raccolto, in modo tale da sostenere i prezzi e acquisire maggiore forza
contrattuale nei confronti dell’industria. Confagricoltura ha altresì sollecitato Arpea a voler disporre al più presto i pagamenti degli
acconti dei premi Pac, al fine di fornire la necessaria liquidità alle aziende agricole.
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Vendemmia 2013: secondo le prime stime produzione in aumento e qualità elevata
La vendemmia 2013 è ritornata al calendario tradizionale. Infatti, dopo diverse annate particolarmente precoci, si è rientrati
nuovamente nella media con una maggioranza di uve vendemmiate tra metà settembre e ottobre. Sul fronte quantitativo, al
momento tutto fa pensare che la produzione di vino 2013 sia superiore a quella non particolarmente abbondante dell’anno scorso.
Secondo le stime produttive di Ismea, la vendemmia in corso potrebbe portare nelle cantine del Piemonte circa 2,54 milioni di
ettolitri di vino, l’8 per cento in più rispetto ai 2,36 milioni del 2012. In Piemonte, questo è stato un anno climaticamente complicato
che ha influito sull’andamento vegetativo della vite: inverno lungo, non troppo rigido e poco nevoso, primavera molto piovosa,
estate alterna, con il periodo di caldo più intenso concentrato tra fine luglio e primi di agosto. In tema di situazione fitosanitaria, il
2013 ha portato gravi problemi di peronospora precoce durante la primavera piuttosto umida, comunque contenuti agevolmente.
Quanto alla grandine, che ha colpito con la solita casualità, non è stata l’evento più critico. A fine luglio una tromba d’aria ha colpito
una striscia di territorio piuttosto stretta ma molto lunga, dal Casalese fino all’Alta Langa, con danni alle colture e agli insediamenti
produttivi. La gradazione delle uve si prevede per lo più nella norma, con una qualità delle produzioni mediamente elevata.
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Nasce Agrinsieme Moscato per dare stabilità e favorire lo sviluppo del comparto
Dal “tronco” di Agrinsieme, il coordinamento tra Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta
ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop agroalimentare) è nato il “tralcio” vitivinicolo: Agrinsieme Moscato.
Infatti, mercoledì scorso, nella sede di Confagricoltura Asti, è stato formalmente sottoscritto l’atto costitutivo della nuova
associazione che rappresenta una gran parte dei produttori di Moscato, con una superficie vitata di oltre 3 mila ettari su circa 10
mila complessivi. Del Direttivo della neonata associazione fanno parte, per la componente delle organizzazioni agricole: Luca
Brondelli di Brondello (Confagricoltura Alessandria), Pietro Cirio (Confagricoltura Asti), Roberto Abellonio (Confagricoltura Cuneo),
Carlo Ricagni e Piero Giovanni Trinchero (Cia Alessandria), Ivano Andreos (Cia Asti). Per la componente delle centrali cooperative, i
neoconsiglieri sono: Giulio Porzio e Giovanni Bracco (Vignaioli Piemontesi), Barbara Pastorino (Cantina Maranzana), Paolo Ricagno
(Cantina Vecchia Alice), Gianpaolo Menotti (Cantina La Torre) e Giovanni Frola (Cantina di Fontanile). Lo scopo dichiarato di
Agrinsieme Moscato è quello di portare avanti, con un’unica voce, progetti e istanze che favoriscano lo sviluppo del comparto,
troppo spesso al centro di polemiche e contrapposizioni. Luca Brondelli di Brondello, presidente di Confagricoltura Alessandria,
spiega: “Al primo posto di Agrinsieme Moscato ci sono gli agricoltori. E’ questo l’assioma da cui partiamo e che rispetteremo sempre
e fino in fondo”. Per Pietro Cirio, già presidente di Confagrimoscato, confluita nella nuova aggregazione, quello che sta alla base del
progetto associativo è l’aspirazione dei viticoltori ad una rappresentanza genuina: “Vogliamo tutelare i nostri interessi direttamente,
senza intermediari che non ci rappresentano. Ora potremo portare avanti i nostri progetti con le nostre risorse”.
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