In Piemonte superano i 100 milioni di euro i danni da

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In Piemonte superano i 100 milioni di euro i danni da
Agenzia di informazione su agricoltura, alimentazione e ambiente
Anno XXXII – n. 25
Venerdì 31 agosto 2012
Sommario:
In Piemonte superano i 100 milioni di euro i danni da siccità alle coltivazioni agricole
Raggiunto l’accordo tra produttori e industriali sulle uve Moscato per la vendemmia 2012
Listini dei carburanti impazziti, impossibile fare previsioni nei bilanci aziendali
Nessuna decisione importante al vertice del G20 sui prezzi delle commodities agricole
La Regione impegnata a reperire i fondi per risarcire i danni alle colture da fauna selvatica
A Saluzzo convegno sulla rivalutazione e l’impiego dei foraggi prativi aziendali
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In Piemonte superano i 100 milioni di euro i danni da siccità alle coltivazioni agricole
Supera abbondantemente i 100 milioni di euro, ad oggi, il conto della siccità sui raccolti di mais e soia in Piemonte. Confagricoltura
ha esaminato su scala regionale i dati relativi alla mancata produzione e il quadro che ne emerge è preoccupante. Per quanto
riguarda il mais, in Piemonte ci sono 192 mila ettari coltivati, per una produzione complessiva di 1,5 milioni di tonnellate all’anno.
Calcolando una perdita attuale di almeno il 30 per cento, si ottengono 450 mila tonnellate di granoturco in meno. Il mais alla Borsa
Merci della Camera di Commercio di Torino, nelle ultime settimane, era quotato 235 euro a tonnellata: il costo della mancata
produzione è pertanto di quasi 106 milioni di euro. Sempre in Piemonte, si producono 15.200 tonnellate di soia coltivate su 6.700
ettari. Anche per la soia si stima una perdita di almeno il 30 per cento del raccolto, quindi 4.560 tonnellate. Il prezzo della soia è di
circa 600 euro a tonnellata: il danno per il mancato raccolto è, finora, di quasi 2,8 milioni di euro. Per quanto riguarda la
vendemmia, è presto per fare stime attendibili: l’uva, per quantità e qualità finale, sarà valutata man mano che si procederà con il
taglio dei grappoli, che sta iniziando in questi giorni per le prime varietà del Piemonte. Ci sono poi perdite significative di qualità e
quantità anche per foraggi, girasole, frutta e pomodoro. Inoltre, nel Cuneese si evidenzia un’annata preoccupante anche per fungaie
e castagneti. I danni sono quindi ingenti e non adeguatamente coperti da assicurazioni. Per questo motivo occorre il riconoscimento
dell’eccezionalità dell’evento e un’adeguata dotazione finanziaria per il fondo di solidarietà nazionale, con il quale compensare le
perdite produttive degli agricoltori. Tra i molti danni, diretti e indiretti, provocati o aggravati dalla siccità, non vanno infine
dimenticati quelli che sta sopportando la zootecnia, stretta nella morsa dell’aumento dei prezzi delle principali materie prime, del
costo del petrolio e della riduzione dei prezzi dei prodotti. Per questo, il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, ha sollecitato al
ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, l’apertura di un tavolo di confronto tra i componenti delle varie filiere zootecniche,
per affrontare la difficile situazione di mercato e definire un’intesa che salvaguardi le produzioni nazionali.
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Raggiunto l’accordo tra produttori e industriali sulle uve Moscato per la vendemmia 2012
Dopo settimane di trattative, grazie alla mediazione dell’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto, tra rappresentanti dei
viticoltori e case spumantiere è stato siglato venerdì scorso l’accordo interprofessionale 2012 per le uve Moscato. Scongiurato
quindi, a ridosso della vendemmia, il rischio di un’annata senza alcuna intesa e con prezzi a mercato libero. Le rese per Asti e
Moscato d’Asti docg sono state fissate a 108 quintali per ettaro (erano 115 nel 2011), mentre il prezzo lordo sarà di 10,65 euro al
miriagrammo (10 euro lo scorso anno), dai quali vanno sottratti 10 centesimi (di cui 7 da corrispondere alle associazioni dei
produttori per la gestione dell’accordo e i restanti 3 ai viticoltori dei “sorì” che coltivano in aree con pendenza elevata e con
maggiori difficoltà di produzione). Confagricoltura Piemonte valuta positivamente l’accordo che dà stabilità al comparto in un
momento di crisi, apprezzandone anche la validità biennale e l’innalzamento a 250 mila ettolitri del limite massimo (il minimo è 200
mila) del “polmone” di giacenze che serve a fare eventualmente scattare la ridiscussione sulle rese. Soddisfazione è stata espressa
dall’assessore Sacchetto, che ha evidenziato come l’accordo comporti un buon incremento della remuneratività per gli agricoltori.
Anche per il presidente della Regione, Roberto Cota, l’accordo rappresenta un risultato importante per la filiera vitivinicola.
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Listini dei carburanti impazziti, impossibile fare previsioni nei bilanci aziendali
Confagricoltura denuncia le enormi difficoltà che i continui e imprevedibili aumenti dei carburanti stanno creando alle imprese
agricole, in un momento di particolare difficoltà per il settore. Con il nuovo record del prezzo della benzina – salito alla media di
1,928 euro/litro, con punte di 2,019 euro/litro in alcune regioni – i contraccolpi sui bilanci delle aziende agricole diventano
insostenibili. Il settore primario ha bisogno di oltre 2 milioni di tonnellate di gasolio all’anno, non solo per le attività che necessitano
di riscaldamento nei periodi invernali, come l’ortoflorovivaismo, ma anche per gli allevamenti, la piscicoltura e, più in generale, per
l’irrigazione e le lavorazioni meccaniche, diventate più impegnative a causa della siccità degli ultimi mesi. Da agosto 2011 ad agosto
2012, il prezzo medio del gasolio agricolo è aumentato di oltre 13 centesimi al litro, arrivando a toccare 1,1785 euro. Considerato
che i consumi si attestano in più di 2 milioni di tonnellate l’anno, questo significa un esborso di oltre 300 milioni di euro solo per
questo prodotto. Non va dimenticato poi che gli agricoltori sono anche consumatori e subiscono gli aumenti sia sui bilanci aziendali,
sia su quelli famigliari. Inoltre, questi aumenti potrebbero essere presi a giustificazione di nuovi rialzi dei prezzi al consumo, dal
momento che il 90 per cento dei prodotti agroalimentari viaggia su strada. Sono quindi indispensabili, ad avviso di Confagricoltura,
iniziative concrete per frenare questa continua escalation dei prezzi, che impedisce qualsiasi programmazione e che incide
pesantemente sui costi di produzione, già particolarmente alti a causa del caldo e della siccità prolungata.
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Nessuna decisione importante al vertice del G20 sui prezzi delle commodities agricole
“La situazione dei prezzi del mais e della soia è preoccupante, ma non mette in pericolo la sicurezza alimentare mondiale”. Questo il
commento dei partecipanti alla videoconferenza tenutasi il 27 agosto scorso, sotto la presidenza messicana del G20, per esaminare
l’andamento dei mercati e dei raccolti delle più importanti commodities agricole. Ne dà notizia Confagricoltura, ricordando che la
consultazione si è svolta tra la Francia, in quanto presidente di turno dell’Amis (Agricultural market information system), e gli Stati
Uniti, coinvolgendo nel dibattito numerose agenzie intergovernative, tra cui la Fao e l’Ocse. La stabilità dei prezzi del riso e il livello
più che normale delle scorte di frumento, secondo la valutazione finale dei partecipanti, rendono meno preoccupanti le prospettive
di approvvigionamento alimentare, soprattutto nelle aree più povere e più popolate del mondo. Più difficili le prospettive per la
produzione di carne e latte, sulle quali pesano sia le forti perdite nei raccolti di mais e soia, causate dalla siccità e dalle ondate di
calore negli Stati Uniti e nell’Europa Sud-Orientale, Italia compresa, sia la conseguente fiammata dei prezzi, giunti ormai ai massimi
storici. Se ne riparlerà a fine settembre, probabilmente a Roma, in occasione della riunione in cui la presidenza dell’Amis verrà
assunta dagli Stati Uniti, avendo a disposizione i dati più aggiornati sulle produzioni e i consumi di cereali e soia, che saranno
pubblicati nel rapporto Usda-Wasde del prossimo 12 settembre. “Avremmo preferito maggiore determinazione da parte del G20 –
ha commentato il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi – a fine settembre la trebbiatura sarà conclusa e sapremo esattamente
quanto mais e soia saranno andati persi in Italia, ma siamo convinti che sarà una debacle economica sia per gli agricoltori, sia per gli
allevatori”. Da una parte le perdite di reddito degli agricoltori, a causa del clima “africano” di questa estate, sono previste nell’ordine
del 30-40 per cento, con punte del 50 per cento, dall’altra i prezzi delle materie prime per l’alimentazione del bestiame hanno ormai
doppiato le medie degli ultimi dieci anni, comportando un consistente aggravio di costi per le aziende zootecniche, che si coniuga
con la riduzione dei prezzi dei prodotti. Per Confagricoltura si tratta di una situazione insostenibile per tutto il settore
agroalimentare, già provato dalla riduzione dei consumi e dalla crescita dei costi conseguenti alla crisi economica generale, che
richiede misure straordinarie e urgenti a livello nazionale ed europeo.
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La Regione impegnata a reperire i fondi per risarcire i danni alle colture da fauna selvatica
L’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, ha scritto agli Ambiti territoriali di caccia e ai Comprensori alpini affinché
diano corso al pagamento degli indennizzi a favore degli agricoltori che hanno subito danni alle colture da fauna selvatica,
anticipando con fondi propri le erogazioni dovute. L’assessore Sacchetto ha anche rassicurato le Organizzazioni professionali
agricole sull’impegno della Regione a reperire i fondi necessari per far fronte, nel tempo, ai risarcimenti, anche a quelli pregressi. A
tal proposito, la recente legge regionale n. 5/2012 consente di destinare i fondi derivanti dalle tasse di concessione regionale,
introitati sui capitoli di bilancio pertinenti, all’attuazione di una serie di azioni in materia venatoria, tra le quali è previsto proprio il
risarcimento dei danni alle produzioni agricole imputabili alla fauna selvatica.
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A Saluzzo convegno sulla rivalutazione e l’impiego dei foraggi prativi aziendali
Minori costi di produzione e maggiore qualità del latte con i foraggi aziendali sarà il tema del convegno in programma il 2 settembre
nella sala conferenze della Caserma M. Musso di Saluzzo (piazza Montebello, 1), organizzato dall’Associazione regionale allevatori
del Piemonte e dall’Apa di Cuneo. I lavori avranno inizio alle ore 9,30 con i saluti delle autorità, tra cui l’assessore regionale
all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, e la presidente della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia. Seguiranno le relazioni tecniche di Giorgio
Borreani, docente dell’Università di Torino, sulla gestione dei sistemi foraggeri aziendali per ridurre il costo dell’alimentazione della
vacca da latte, di Federico Righi, docente dell’Università di Parma, sull’impiego consapevole e sulla massimizzazione della
componente fibrosa foraggera e di Francesco Masoero, docente dell’Università Cattolica di Piacenza, sull’ottimizzazione del piano
colturale ed alimentare nell’ottica dell’azienda vista come sistema integrato. Sono poi previsti gli interventi di Andrea Revello Chion,
responsabile del Laboratorio Foraggi dell’Arap e di Tommaso Visca, vicepresidente di Confagricoltura Torino e allevatore di Frisona.
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