a cura di Marie Vida
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a cura di Marie Vida
di ogni sua nota i lettori si ricorderanno sicuramente, che si tratta di un allevatore che ha sentito il bisogno di prendere in mano carta e penna, senza alcuna richiesta espressa o dietro compenso economico, per inviare alla propria rivista, il giornale degli allevatori Frisona appunto, le proprie opinioni, le proprie idee, le proprie convinzioni, in materia di selezione. Opinioni condivisibili o meno, alle quali qualunque altro allevatore può controbattere, sempre attraverso «Bianco Nero», dando in questo modo linfa vitale, oltre che al giornale, ad importanti e costruttive discussioni su argomenti di fondamentale importanza per gli allevatori e per le Organizzazioni dell’intero Sistema. Siamo dunque convinti che nessun Ufficio Anafi debba vagliare o censurare le idee di allevatori che in maniera corretta vogliano esprimerle attraverso la propria Rivista. L’auspicio, peraltro ripetutamente espresso, è quindi quello che siano molti altri gli allevatori che vorranno utilizzare «Bianco Nero» per rendere noto il proprio punto di vista o richiedere chiarimenti. Con i più cordiali saluti Roberto Tartara Caporedattore di «Bianco Nero» AMEDEO CABRINI VA IN PENSIONE Dal 1o luglio 1998, Amedeo Cabrini, che per tanti anni ha ricoperto la carica di direttore dell’Italservice, la società di servizi per la selezione controllata dall’Anafi, ha raggiunto la pensione. Nato nel 1942 da genitori cremonesi «ospiti» di un campo di concentramento nel Kenia (il padre era medico coloniale), compie a Cremona tutti gli studi inferiori e medi. Si laurea in ingegneria elettronica a Milano nel 1966: «c’era il numero chiuso a 50 allievi, contro le migliaia di elettrotecnici, civili e chimici; i professori dicevano che il futuro in Italia era poco promettente per l’elettronica … i risultati si sono visti. In realtà sapevano benissimo come stavano le cose, tuttavia non erano in grado di attrezzare aule, laboratori, docenti, testi e tutto quanto serviva per avviare una scuola elettronica di massa». Conseguentemente il futuro ingegnere non pensa ai calcolatori, ma ai sistemi di comunicazione (ponti radio, multiplex telefoni, apparati radar e televisivi, ecc.), anche perché in tutto il piano di laurea c’è un solo corso sui calcolatori; lo tiene Antonio Grasselli, che tutti gli allevatori di frisona conoscono sotto altre spoglie, ma che dovrà essere ricordato come uno dei pionieri in Italia in quel campo scientifico-industriale. Svolto il servizio militare quale ufficiale dell’Aeronautica, viene assunto dall’IBM Italia nel 1968. «Io il ’68 della contestazione e degli scioperi non l’ho visto; per me è stato l’anno del lavoro duro ed entusiasmante (si facevano ancora 48 ore alla settimana) e … delle Olimpiadi di Città del Messico». In IBM si occupa, ovviamente, di calcolatori (“Io non ci pensavo proprio, ma ho conosciuto una persona speciale, e allora…»), oltre che di apparati per trasmissione dati: i calcolatori cominciavano, proprio allora, a «parlarsi». Sono gli anni del grande «boom» di queste macchine, ma anche gli «anni di piombo» a Milano: «Proprio nella strada dove abitavo scoprirono un covo delle Brigate Rosse! E lo smog era terrificante». Si sposa con Alda, cremonese anche lei e cambia almeno 12 reparti IBM tutti a Milano, supportando progetti, vendite e installazioni presso grandi clienti (Montedison, Pirelli, Comit, Carlo Erba, Inps, ecc.). È spesso in missione in Italia e all’estero e matura una profonda conoscenza, sia delle macchine, che dell’organizzazione del «gigante blu», che a quell’epoca dominava il mercato dell’informatica. Alla nascita del terzo fiAmedeo Cabrini glio, nel 1979, la famiglia si trasferisce a Cremona e l’ingegner Cabrini diventa uno dei diecimila cremonesi che ogni giorno si recano a Milano per lavoro o per studio. Nel 1982 l’Anafi, che negli ultimi anni aveva scelto di affidare ad un centro servizi esterno l’elaborazione dei dati di Libro Genealogico, decide di costituire un centro proprio nella nuova sede di Cremona. Noleggia un calcolatore IBM della categoria «mainframe» (per la storia, il terzo e ultimo installato in città e uno degli unici due rimasti) e costituisce una apposita società con un organico di specialisti su questa piattaforma. L’ingegner Cabrini viene chiamato a prenderne il comando e, con l’ausilio di alcuni consulenti all’inizio, via via rimpiazzati con personale da lui selezionato e fatto «crescere», sviluppa e porta avanti i Sistemi Informativi della Frisona Italiana e del Laboratorio Gruppi Sanguigni. «L’obiettivo primario del nostro sistema è l’affidabilità e la continuità di servizio. Il nostro motto lo abbiamo rubato agli editori dei quotidiani: qualunque cosa accada, domani bisogna uscire con i dati aggiornati. Alcune centinaia di utenti sono là, al terminale, che ci aspettano ogni mattina!». Questa è la non semplice eredità che l’ingegner Cabrini lascia ai «suoi ragazzi» dell’Italservice per i turbolenti anni 2000. È difficile pensare all’ingegner Cabrini, per le sue capacità e per i molteplici interessi che ha nel campo dell’informatica, come ad un pensionato. Per questa ragione l’intera Anafi, oltre ai ringraziamenti per la sua proficua e seria attività svolta al servizio dell’Organizzazione, gli porge i più sentiti auguri per i propri futuri impegni. GIORNATA TECNICA SULL’INDECO Come annunciato su «Bianco Nero» di febbraio 1997 si è svolta presso la sede dell’Aia a Roma, il giorno 6 maggio, una giornata tecnica di presentazione di INDECO: un indicatore economico della vacca da latte. La giornata è stata organizzata dall’Anafi in collaborazione con l’Aia e rientrava nell’ambito di una attività di divulgazione prevista dal gruppo di lavoro di INDECO. Tale attività è 49 BIANCO NERO 6/98 K Y C M - p. 49 iniziata a Cremona con la partecipazione delle Apa ed Ara del Nord Italia ed è proseguita con questo incontro per consentire la partecipazione alle Associazioni Allevatori del centro-sud. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di presentare e mettere a disposizione di tutti gli interessati l’idea e gli strumenti di lavoro proposti da INDECO. Tale servizio ha come finalità quello di aggregare in indicatori di sintesi, le informazioni comunemente raccolte nell’ambito dei controlli funzionali e del Libro Genealogico e di sensibilizzare gli operatori del settore della vacca da latte verso una gestione tecnico-economica degli allevamenti. L’incontro è iniziato con la presentazione del dott. Guido Ongaro responsabile tecnico dell’Aia, il quale, nel dare il benvenuto a tutti i presenti, ha ricordato il programma della giornata, che prevedeva la presentazione di INDECO e un nuovo servizio informatico, messo a punto dai tecnici Aia, Anafi e di alcune Apa, che consente la comunicazione, mediante Internet, degli archivi dei controlli funzionali con quelli dei libri genealogici. Tale strumento si ritiene possa integrarsi con le finalità che INDECO si propone, dato che consente di mettere a disposizione in tempo reale informazioni indispensabili per la stima dei ricavi e dei costi di produzione. In questo incontro è stato ribadito, come nel precedente, l’interesse nella definizione ed utilizzazione di nuovi strumenti, quali l’INDECO, per migliorare la gestione dell’allevamento della vacca da latte. Nel corso della discussione sono emersi suggerimenti molto utili al fine di migliorare la stima di un indicatore economico della vacca da latte. E tra quelli più importanti riportiamo l’inserimento del ricavo della vacca a fine carriera, del costo di produzione della manza, dell’eventuale premio o penalità derivato dalle cellule somatiche e dell’opportunità di presentare tale indicatore economico come deviazione percentuale della media di stalla (es. capacità economica), piuttosto che in termini assoluti. Tali richieste sono risultate tutte opportune e precise e rappresenteranno la base di lavoro per mettere a punto le prime migliorie da apportare all’attuale versione di INDECO nella quale si considerano i ricavi del latte, grasso e proteine al netto dei costi di mantenimento e produzione. Anche in questa sede sono emersi chiaramente i limiti legati alla scarsa disponibilità di informazioni relative ai costi di produzione nell’ambito dei controlli funzionali e dei libri genealogici nel settore della vacca da latte. Tale problema dovrà essere affrontato al più presto e tutti i presenti si sono resi conto che deve essere un obiettivo da porsi non solo a livello tecnico, ma anche a livello organizzativo e politico. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle seguenti Organizzazioni: Aia, Apa Frosinone, Apa L’Aquila, Apa Latina, Apa Perugia, Apa Pescara, Apa Roma, Apa Viterbo, Ara Lazio e Ara Sardegna. DALL’UFFICIO VALUTAZIONI E MOSTRE INTRODUZIONE DI DUE NUOVI CARATTERI SULLA SCHEDA DI VALUTAZIONE MORFOLOGICA Durante lo scorso anno è stato istituito un gruppo di lavoro coordinato dal nostro ispettore di razza Alfredo Ghidini per arrivare alla formulazione di nuove proposte sulla valutazione lineare di arti e piedi e sulla eventuale possibilità di calcolare un indice composto per questi due caratteri. I Paesi dove è maggiormente avanzata la selezione della Frisona, hanno già introdotto, o stanno per introdurre, nella valutazione genetica dei riproduttori, un indice composto che sia in grado di fornire agli allevatori un’informazione aggiuntiva, ma soprattutto più completa, riguardo all’apparato locomotore nel suo complesso, principalmente per l’ottenimento di animali più longevi. Dopo un’attenta analisi della situazione e degli studi sulle popolazioni di Frisona di Paesi come Stati Uniti, Canada e Olanda, il gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei Centri di F.A., Ufficio Ricerca e Sviluppo e Ispettori di razza dell’Anafi, ha formulato le seguenti proposte: A) Calcolo di un indice composto arti e piedi combinando le informazioni in nostro possesso fino a que- sto momento che riguardano la valutazione su scala lineare degli arti posteriori visti di lato, e l’altezza del tallone. B) Rilevamento di due nuovi dati riguardanti l’apparato locomotore. 1) Arti posteriori visti da dietro (lineare da 1 a 50). 2) Punteggio arti e piedi (lineare da 1 a 50). In questo caso si tratterebbe di una valutazione soggettiva data dall’Ispettore di Razza, che terrebbe conto delle descrizioni dei singoli tratti morfologici lineari, oltre che di considerazioni riguardanti la qualità dell’ossatura, la mobilità, la posizione degli arti visti di lato (fuori di se, sotto di se), le pastoie, gli unghioni ed in definitiva misurerebbe l’efficienza dell’apparato locomotore nel suo complesso. Non appena in possesso di un numero di informazioni sufficienti, i dati rilevati con la proposta B – andrebbero ad integrare quelli della proposta A – per arrivare alla formulazione definitiva di un indice composto arti e piedi. In seguito alle delibere della Commissione Tecnica Centrale che ha analizzato queste proposte, a partire dal secondo semestre di quest’anno sulla scheda di valutazione morfologica si aggiungono quindi due nuovi caratteri “arti visti da dietro e funzionalità arti e piedi” con i quali riteniamo di raggiungere una descrizione più completa e più corretta dell’apparato locomotore nel suo complesso. Concludiamo la nota con l’augurio che questa novità sia gradita agli allevatori ai quali chiediamo fin d’ora la collaborazione per poter rilevare i suddetti dati nel migliore dei modi. INCONTRO DI AGGIORNAMENTO PER I CANDIDATI AL TITOLO DI ESPERTO PROVINCIALE Nell’ambito dell’attività dell’Ufficio Valutazioni e Mostre, gli incontri di aggiornamento e la divulgazione verso quanti dimostrano interesse sulla selezione, rappresentano momenti organizzativi molto interessanti e di notevole spessore tecnico, principalmente per il supporto che viene fornito dall’Ufficio Ricerca e Sviluppo 50 BIANCO NERO 6/98 K Y C M - p. K- p. 50 Foto ricordo dei candidati al titolo di Esperto Provinciale presso l’Az. Grafignana Un momento dell’incontro Anafi. L’8 maggio si è concluso con un incontro di aggiornamento, un ciclo di quattro corsi per candidati al titolo di Esperto Provinciale organizzati rispettivamente dall’Anafi, dall’Apa di Verona, dall’Apa di Vicenza e dall’Apa di Padova che complessivamente avevano visto la partecipazione di circa 200 persone. Si sono presentate più di 100 interessati che, al di fuori della finalizzazione della loro partecipazione per il conseguimento del titolo di Esperto Provinciale, hanno dimostrato la volontà di voler essere un po’ più “protagonisti” nel mondo della selezione. Questo può essere il vero ruolo dell’Esperto Provinciale e questo è il motivo per cui l’Anafi continua a credere in questi incontri che hanno lo scopo principale di divulgare la conoscenza degli strumenti e dei concetti che regolano un programma di selezione. La riunione si è chiusa nel pomeriggio con una esercitazione pratica in un meeting organizzato dalla Cafri (Cooperativa Allevatori Cremonesi), in occasione della loro assemblea annuale, presso l’Az. Graffignana del Signor Mazzolari, di San Vito di Casalbuttano. Dieci ottimi soggetti presentati rispettivamente da Quaini di Castelverde, Donini di Castelleone, Stanga di Moscazzano, Az.Castellino e Az. Pirolo di Robecco d’Oglio, Bosio di Persico Dosimo e Gardini di Voltido hanno animato due categorie giudicate, per l’occasione, dai giudici di nuova nomina. Partecipazione, confronto e discussione hanno caratterizzato un pomeriggio, dal clima torrido, concludendo così una giornata utile e piacevole, come succede quando lo stare insieme è legato ad interessi comuni. DUE TECNICI ANAFI ALLA MOSTRA DI EPINAL Riportiamo i commenti di Giorgio Civati e Francesco Segalini invitati in Francia da Sersia France in occasione della Mostra Euro Génétique, tenutasi ad Epinal lo scorso aprile. Oltre alla Mostra, il gruppo di allevatori e tecnici italiani con cui hanno viaggiato Giorgio e Francesco, ha visitato tre allevamenti ed il Centro FA. di Epinal. BIANCO NERO 6/98 K Y C M - p. 51 Francesco Segalini: “Sono ritornato ad Epinal dopo due anni, quindi con ancora ben chiaro quello che avevo visto la volta scorsa. Il livello morfologico degli animali quest’anno era buono, senza niente di esaltante. In generale penso di avere visto migliori animali due anni fa, quando c’era la Ugela Bell che ha vinto (che poi era la stessa che ha “minacciato” il titolo alla Risen al Confronto Europeo del 1996). Personalmente ritengo che la Inspiration che ha vinto non avesse nulla di particolare. Certamente, a due anni di distanza, due campionesse molto diverse. Sono rimasto un po’ sorpreso dal giudizio del responsabile francese per le valutazioni e mostre che, secondo me, ed anche per gli altri italiani del nostro gruppo, ha trascurato animali decisamente più forti. Comunque una certa evoluzione c’è stata perché, rispetto a due anni prima, ho visto più omogeneità generale negli animali presentati, tutti più forti, anche se probabilmente mancava l’animale di spicco, come era stata la Ugela Bell nel ’96. Nelle aziende abbiamo visto buoni animali, forti, con ottimi arti e piedi, soprattutto nella seconda azienda. In generale, mi sembra che i francesi pecchino ancora leggermente sulle mammelle, ma siano davanti a noi come arti e piedi. Ho trovato bellissima l’azienda di Jaquemin, che si stacca nettamente dalle prime due per la morfologia degli animali, quasi tutte figlie di tori italiani! Si capisce subito che l’allevatore ha molta passione; è uno che viene in Italia a vedersi almeno due mostre all’anno e, pian piano è arrivato ad usare quasi il 90% di tori italiani in una nazione dove il materiale estero è, oserei dire, quasi “proibito”. Non dimentichiamoci, infatti, che in Francia solo il 5% di tutti i tori utilizzati può proDa sinistra: Francesco Segalini e Giorgio Civati venire dall’estero! Evidentemente questo allevatore ha riconosciuto nella nostra genetica l’unione tra morfologia e produzione che forse, per motivi diversi, non si sposano altrettanto bene in nessun’altra genetica, né la loro né quella americana o canadese”. Giorgio Civati: “Le mie impressioni sono condizionate dal fatto che, al contrario di Francesco, ero stato alla mostra nazionale francese ben 15 anni fa. Quello che ho visto oggi è quindi molto diverso! È evidente che i francesi sono andati verso un animale chiaramente Holstein, anche se, in generale, si nota ancora da piccole sfumature (le differenze non sono più così eclatanti), che sono partiti dopo con la genetica nord americana. Credo che si veda un po’ negli animali, soprattutto a livello di caratteri da latte. L’altra impressione che ho avuto visitando le aziende (ottimo management, buoni allevatori) è che in Francia esista un sistema che fornisce buoni servizi agli allevatori, cioè che gli allevatori abbiano assoluta fiducia in questo sistema. Sono stato per esempio colpito dal fatto che tutti avessero un’idea chiara dei costi (servizi o spese di gestione), intesi come incidenza sul costo litro latte. Senza dubbio sono informazioni che arrivano loro dalle organizzazioni che fanno assistenza tecnica. Mi ha anche impressionato la loro fiducia nei programmi di selezione dei loro Centri di FA. È evidente che c’è molta integrazione tra le varie organizzazioni. La stessa integrazione che si è notata alla Mostra di Epinal, dove tutti sono coinvolti. Ho visto con sorpresa, e piacere, che tutte le associazioni regionali (quelle che corrispondono un po’ alle nostre Apa) avevano uno stand, con delle persone e degli animali esposti. Senza dubbio si tratta di una situazione diversa rispetto ad altri paesi più lineari, più centralizzati, ma l’idea è quella di molte realtà differenziate che cercano di collaborare tra loro. Proprio nella fiera ti accorgi di quanto questa sia finalizzata a promuovere il loro sistema, sia in termini di selezione, che di assistenza tecnica. Dal punto di vista tecnico ho avuto anch’io qualche perplessità sui giudizi sulle mammelle; senza dubbio noi cerchiamo più qualità negli animali, forse loro sono ancora in una fase di transizione e per questo sono disposti ad “accettare” animali di questo tipo. Del Centro di FA di Epinal mi ha colpito soprattutto l’attenzione ai problemi sanitari: gli edifici del centro divisi dall’esterno da una rete invalicabile, l’impossibilità di contatto tra le varie zone, il non far transitare alcun veicolo da una zona all’altra... insomma, tutto studiato con molta cura per garantire la massima sicurezza sanitaria. Nella terza stalla che abbiamo visitato mi ha impressionato vedere in Francia tante figlie di tori italiani così buone, animali veramente eccezionali, tra i migliori anche in Italia. Il fatto di vederli in un Paese straniero fa ancora più piacere e certamente dà fiducia in quello che stiamo facendo. Siamo molto grati a coloro che ci hanno dato la possibilità di fare questa esperienza, e speriamo di ricambiare. Anche perché è proprio vedendo cosa fanno gli altri che si impara a conoscersi e a lavorare meglio insieme”. MEETING DI ALLEVATORI COCCAGLIO (BS) dall’Apa di Brescia Grazie alla disponibilità e all’ospitalità della famiglia Zotti mercoledì 22 aprile si è svolto l’annuale meeting della sezione Frisona dell’Apa di Brescia presso l’allevamento Valbas. L’incontro, organizzato dall’Apa in collaborazione con il C.F.A. e con la partecipazione di una ditta mangimistica, ha raccolto presso l’allevamento della famiglia Zotti circa 150 allevatori che hanno avuto la possibilità di visitare l’allevamento, dotato di Meeting di Coccaglio (BS) BIANCO NERO 52 6/98 K Y C M - p. 52 bellissime strutture e composto da una mandria di notevole valore genetico. L’allevamento costituito da oltre 250 vacche con una produzione media per vacca di oltre i 9.000 kg di latte, ha un Indice Genetico Vacca medio di oltre 1.000 per ILQM; in questo allevamento risiede Green Farm Mattador Eleonora, campionessa vacche alla Mostra Nazionale di Cremona ’97 ed è stato allevato Valbas Arpagone da tempo ai vertici delle graduatorie dei tori italiani. Un biglietto da visita di tutto rispetto, per questo conosciutissimo allevamento, sia in Italia, sia all’estero. Ne è seguito un incontro tecnico il cui tema è stata la valutazione morfologica: relatore è stato il responsabile Anafi del servizio di valutazioni morfologiche Mauro Carra, coadiuvato dagli ispettori di razza, Palmiro Sordini e Giuliano Riboli, che garantiscono l’attività di valutazione morfologica nella provincia di Brescia. Con l’ausilio della presenza di alcune vacche in un ring, toelettate come in occasione delle mostre più importanti, hanno esaurientemente approfondito il tema della valutazione morfologica, ponendo in risalto il significato del sistema di valutazione lineare che non è più una codifica della desiderabilità dei vari aspetti morfologici, ma una loro misura. Partecipata è stata la gara fra gli allevatori che si sono cimentati nello stilare la graduatoria morfologica di due gruppi di vacche: gli allevatori che hanno correttamente stilato la graduatoria sono stati premiati dal C.F.A. con un buono gratuito per l’acquisto di seme. E dopo i ringraziamenti, portati dal presidente della Sezione Frisona dell’Apa di Brescia Claudio Traversi, per l’ospitalità offerta dalla famiglia Zotti e a tutti gli intervenuti: gran finale davanti alle tavole imbandite. mato in un’entusiasmante opportunità per imparare e per mettere alla prova le proprie abilità. RAGUSA È stata sicuramente una buona opportunità quella che ci è stata offerta il 21 marzo a Mortegliano, in provincia di Udine, dove l’Associazione Allevatori Regionale e il Comitato Aste hanno organizzato un meeting di valutazione delle razze bovine Bruna, Frisona e Pezzata Rossa. Per noi ragazzi dell’Istituto Agrario di Spilimbergo (Pordenone) non è stato certo un motivo di svago anzi, tutt’altro. Per un giorno ci è sembrato di essere riusciti ad inserirci nel mondo del lavoro. L’ansia all’inizio era molta, il dover metterci a confronto con l’Istituto di Gradisca d’Isonzo, il dover prendere delle decisioni, il dover rendere conto delle nostre valutazioni rendeva tutto un po’ difficile. Però ha prevalso la voglia di fare, e di fare bene: ci siamo organizzati dividendoci a squadre, ognuna delle quali aveva i numeri per affrontare la valutazione di una razza: si trattava di mettere in ordine – dalla migliore alla peggiore – un gruppo di quattro bovine, ma non solo: il regolamento della gara prevedeva di motivare le proprie scelte davanti al pubblico, abilità a cui gli esperti di razza hanno dato molto peso. Mettendocela, abbiamo ottenuto dei risultati di cui siamo pienamente soddisfatti, finalmente abbiamo potuto capire che tutte quelle ore passate nei banchi di scuola a parlare di mammelle, arti, groppe... non sono state vane. Quest’anno abbiamo utilizzato per la prima volta la simpatica pubblicazione di David Dickson, che consigliamo di leggere se non altro perchè ci ha aiutato ad avere più fiducia nelle nostre possibilità. Non abbiamo raggiunto il miglior punteggio nella valutazione della razza Frisona, ma ciò non toglie valore alle precedenti considerazioni. La scarsa esperienza su questa bellissima razza ci ha «traditi» ma abbiamo capito gli errori fatti e contiamo di rifarci al prossimo meeting. Noi ci auguriamo, infatti, che simili manifestazioni si ripetano in futuro, perché sentiamo l’esigenza di confrontarci con la realtà e di mettere in pratica quanto abbiamo studiato. Vorremmo ringraziare, per l’opportunità che ci è stata offerta, gli insegnamenti e la fiducia dataci dalla prof.ssa Angela Someda e soprattutto dal Consorzio Provinciale di Ragusa Venerdì 30 aprile si è svolto presso l’azienda Guastella Carmelo di Ragusa, il meeting provinciale organizzato dalla locale Associazione Allevatori. Si è trattato di un importante momento di incontro organizzato in maniera insolita, ma molto produttiva. Grazie al prodigarsi dell’allevatore sono stati esposti, al folto gruppo di soci partecipanti numerosi capi fra manze e vacche. I commenti scaturiti dai presenti sul gruppo di animali, rappresentativi di alto valore morfologico e con certificati interessantissimi hanno decretato la validità di creare momenti di incontro nei quali gli allevatori possono confrontarsi, discutere e vedere il lavoro di altri: uno stimolo a raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. I 21 soggetti esposti rappresentavano i riproduttori più validi degli ultimi anni. Fra le manze alcune figlie di Raven, Gigh, Odeon, Corsaro e Magnitude e fra le vacche alcune Bookie, Dan, Milkway e Paradise. In serata l’incontro è proseguito con un momento tecnico a cui ha partecipato per l’Anafi Cesare Fochi. Si è discusso della situazione della F.A. in provincia, dei nuovi riproduttori, e dei servizi disponibili per gli allevatori, fra cui il Programma di Accoppiamento. Al termine dei lavori, un rinfresco molto ben organizzato, ha ribadito l’ospitalità e il calore umano di questa terra e della sua gente, oltre che, naturalmente, una zootecnia ad alto livello. LA PAROLA AI RAGAZZI... «QUELLO CHE LE FRISONE CI HANNO INSEGNATO» di Erika Vescovi, classe IV C Istituto Agrario di Spilimbergo (PN) Un incontro tecnico si è trasforMeeting di Ragusa BIANCO NERO 6/98 K Y C M - p. 53 gli esperti della Nazionale che ci sono sembrati molto competenti e simpatici (in particolare Paolo Giusto che ci ha «iniziati» alla Frisona) e che, seppure per poco, ci hanno trattato come «veri esperti». JERSEY A REGGIO EMILIA a cura di Marie Vida La 17a edizione della Mostra Regionale Bovini delle Razze da Latte a Reggio Emilia è stata l’occasione per presentare, nella terra di produzione del re dei formaggi, il Parmigiano Reggiano, la razza che, nel mondo, vince il primato assoluto quale incontrastata regina delle proteine della vacche da latte. L’assoluta qualità del formaggio prodotto con una parte di latte Jersey si è brillantemente inserita nella tradizione anche nella produzione del Parmigiano Reggiano, dove è stata sfruttata al meglio la straordinaria attitudine alla caseificazione di questo latte. La razza Jersey, con il suo dato nazionale 1997 Aia di 4,06% di media proteine (latte 4.891, grasso 5.71%), ha eguagliato con i dati italiani le tendenze internazionali che la descrivono come razza efficiente, longeva, di estrema versatilità alle condizioni più diverse di allevamento, con produzione di latte della più alta qualità e costanza morfologica dei caratteri da latte. Pioniere della razza in Emilia Romagna e della trasformazione a Parmigiano Reggiano del latte Jersey, l’Agricola Ferrarini Allevamento Jersey, di Reggio Emilia, ha gentilmente messo a disposizione dell’Associazione Nazionale Jersey Italiana i propri animali per la presentazione nell’ambito della Fiera. Nel gruppo spiccavano 2 soggetti di 5 parti, valutati entrambi Ottimo 90 dagli Ispettori di Lo stand dell’Associazione Jersey Italiana alla mostra di Reggio Emilia Razza della Frisona Italiana, che sono incaricati delle valutazioni morfologiche della razza Jersey Italiana. L’allevamento Ferrarini ha chiuso il 1997 con 178 capi in lattazione di età media 3,9 con una media produttiva di 5,225 kg di latte con il 4,90 % di grasso e 4,03% di proteine. UN ANNO DI ATTIVITÀ DELLA NAZIONALE BRUNA ITALIANA COMUNICATO STAMPA ANARB Un anno caratterizzato da un’attività intensa, dinamica e propositiva, è stato presentato dal presidente, Vittorio Mutti, in occasione dell’Assemblea annuale dei soci Anarb, l’Associazione nazionale allevatori bovini di razza Bruna italiana, svoltasi lo scorso 5 maggio. Nell’esporre la relazione del Comitato Direttivo – che riportava in sintesi l’operato dei settori Libro Genealogico, Valutazioni morfologiche, Miglioramento genetico, Centro genetico, Informatica e Promozione, oltre all’attività di bilancio – Vittorio Mutti ha anche sottolineato che se sul piano prettamente tecnico, soprattutto sul consolidamento dell’immagine della Bruna italiana nel mondo, i riscontri sono stati assai positivi, non altrettanto può essere detto sulle connessioni tra Anarb e i problemi zootecnici e, più in generale, i problemi agricoli italiani con cui l’Anarb è venuta a contatto. Ecco in sintesi il trend di crescita riferito all’anno 1997: - i capi iscritti al Libro genealogico sono aumentati, rispetto al 1996, di 6714 unità attestandosi a quota 219.659, di cui 127.937 vacche; - i capi controllati aumentano di 1.371 unità, passando da 139.055 a 140.246; - la media del latte passa da 5594 a 5703 kg, con un aumento di 109 kg, confermando la buona tendenza delle produzioni, rafforzata sul fronte dei titoli da un aumento di +0,02% nella media grasso a da un ragguardevole 3,39% nella percentuale media proteina. È utile ricordare che i valori ufficiali dell’Associazione italiana allevatori sono riferiti al volume; se, invece, essi fossero riferiti al peso, come accade nei caseifici, la percentuale di proteine dal 3.39% RISERVATO AGLI ABBONATI Informativa ai sensi dell’art. 10 Legge 31-12-1996, n. 675 Informiamo gli abbonati che i dati anagrafici, a noi conferiti per la gestione del rapporto contrattuale di abbonamento al nostro periodico, sono custoditi presso i nostri archivi con l’adozione delle idonee misure di sicurezza, atte ad evitare trattamenti illeciti. Il trattamento avviene mediante elaborazione dei dati in forma automatizzata. Il predetto trattamento può comprendere, nel rispetto dei limiti e delle condizioni poste dall’art. 9 L. 675/96, tutte le operazioni o complesso di operazioni previste dall’art. 1, comma 2, lett. b, L. 675/96 e necessarie al trattamento in questione. Le finalità del trattamento dei dati consistono in: adempimenti di legge connessi a norme civilistiche, fiscali, contabili, ecc.; gestione amministrativa del rapporto, adempimenti degli obblighi contrattuali, verifica del grado di soddisfazione del servizio al cliente, indagini di mercato sul prodotto editoriale. I dati personali relativi al trattamento potranno essere comunicati a Società terze, che svolgano specifici incarichi per conto della nostra Società esclusivamente nell’ambito e per le finalità predette. I dati anagrafici conferiti non saranno oggetto di diffusione. Il conferimento dei dati personali relativi al trattamento in questione è necessario al fine della regolare gestione dei rapporto contrattuale e della applicazione delle vigenti normative: lo stesso ha comunque carattere facoltativo, anche se la mancata acquisizione dei dati potrebbe determinare l’impossibilità di svolgimento del rapporto stesso. Restano impregiudicati i diritti riconosciuti dall’art. 13 L. 675/96, in particolare il diritto di opporsi per motivi legittimi al trattamento dei dati e di chiedere verifiche, aggiornamenti, rettifiche o cancellazione degli stessi. Titolare del trattamento dati è l’Associazione Nazionale Allevatori Frisona Italiana (Anafi) con sede in via Bergamo 292, 26100 Cremona. Responsabile del trattamento dati è l’ing. Giancarlo Lanari legale rappresen- passerebbe al 3,50%. L’alta percentuale di proteine, ed in particolare della k caseina BB (la frequenza dell’allele B raggiunge il 61,6%), rende il latte di Bruna particolarmente adatto alla produzione di formaggi d’alta qualità, come il ParmigianoReggiano, il Grana Padano; il Trentingrana, la mozzarella Fior di latte, ecc.. In merito c’è da sottolineare che l’Anarb, in occasione della Fieragricola ’97 di Verona, ha organizzato un convegno sul tema ‘’latte-qualità’’, con notevole successo di pubblico. Il rappresentante al convegno dell’Unione nazionale dei consumatori ha suggerito le seguenti linee di sviluppo: “maggiore informazioni ai mercati e promozione delle reali qualità dei prodotti caseari italiani a base del superiore latte di Bruna’’. Questi risultati danno un’ulteriore conferma del lavoro e dell’impegno degli allevatori e dell’organizzazione per il miglioramento genetico della razza Bruna italiana. Ma il 1997 sarà ricordato come l’anno dello sbarco della genetica bruna italiana in Usa! Per la prima volta gli Stati Uniti, che sono e reste- ranno ancora per molto tempo il Paese in cui la Bruna ha raggiunto livelli genetici veramente stimolanti, hanno riconosciuto e apprezzato i risultati conseguiti dall’Italia ed hanno iniziato un significativo movimento di importazione di seme di tori Bruni. L’“effetto Gordon’’, cioè del toro italiano di razza Bruna risultato al primo posto nella speciale classifica mondiale Interbull, é rimbalzato in tutto il mondo, aprendo un flusso di esportazione in nuovi Paesi, mentre l’interesse per il seme dei migliori tori provati Bruni, e per gli embrioni con genetica qualificata, ha raggiunto punte degne di attenzione nei tradizionali Paesi europei allevatori di Bruna. 54 BIANCO NERO 6/98 K Y C M - p. KC M - p. 54