a cura di Marie Vida

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a cura di Marie Vida
di ogni sua nota i lettori si ricorderanno sicuramente, che si tratta di un
allevatore che ha sentito il bisogno
di prendere in mano carta e penna,
senza alcuna richiesta espressa o
dietro compenso economico, per inviare alla propria rivista, il giornale
degli allevatori Frisona appunto, le
proprie opinioni, le proprie idee, le
proprie convinzioni, in materia di selezione. Opinioni condivisibili o meno, alle quali qualunque altro allevatore può controbattere, sempre attraverso «Bianco Nero», dando in questo modo linfa vitale, oltre che al
giornale, ad importanti e costruttive
discussioni su argomenti di fondamentale importanza per gli allevatori
e per le Organizzazioni dell’intero Sistema.
Siamo dunque convinti che nessun Ufficio Anafi debba vagliare o
censurare le idee di allevatori che in
maniera corretta vogliano esprimerle
attraverso la propria Rivista.
L’auspicio, peraltro ripetutamente
espresso, è quindi quello che siano
molti altri gli allevatori che vorranno
utilizzare «Bianco Nero» per rendere
noto il proprio punto di vista o richiedere chiarimenti.
Con i più cordiali saluti
Roberto Tartara
Caporedattore
di «Bianco Nero»
AMEDEO CABRINI
VA IN PENSIONE
Dal 1o luglio 1998, Amedeo Cabrini, che per tanti anni ha ricoperto la
carica di direttore dell’Italservice, la
società di servizi per la selezione
controllata dall’Anafi, ha raggiunto la
pensione.
Nato nel 1942 da genitori cremonesi «ospiti» di un campo di concentramento nel Kenia (il padre era medico coloniale), compie a Cremona
tutti gli studi inferiori e medi.
Si laurea in ingegneria elettronica
a Milano nel 1966: «c’era il numero
chiuso a 50 allievi, contro le migliaia
di elettrotecnici, civili e chimici; i
professori dicevano che il futuro in
Italia era poco promettente per l’elettronica … i risultati si sono visti. In
realtà sapevano benissimo come stavano le cose, tuttavia non erano in
grado di attrezzare aule, laboratori,
docenti, testi e tutto quanto serviva
per avviare una scuola elettronica di
massa».
Conseguentemente il futuro ingegnere non pensa ai calcolatori, ma ai
sistemi di comunicazione (ponti radio, multiplex telefoni, apparati radar
e televisivi, ecc.), anche perché in
tutto il piano di laurea c’è un solo
corso sui calcolatori; lo tiene Antonio Grasselli, che tutti gli allevatori
di frisona conoscono sotto altre spoglie, ma che dovrà essere ricordato
come uno dei pionieri in Italia in
quel campo scientifico-industriale.
Svolto il servizio militare quale ufficiale dell’Aeronautica, viene assunto dall’IBM Italia nel 1968. «Io il ’68
della contestazione e degli scioperi
non l’ho visto; per me è stato l’anno
del lavoro duro ed entusiasmante (si
facevano ancora 48 ore alla settimana) e … delle Olimpiadi di Città del
Messico». In IBM si occupa, ovviamente, di calcolatori (“Io non ci pensavo proprio, ma ho conosciuto una
persona speciale, e allora…»), oltre
che di apparati per trasmissione dati:
i calcolatori cominciavano, proprio
allora, a «parlarsi». Sono gli anni del
grande «boom» di queste macchine,
ma anche gli «anni di piombo» a Milano: «Proprio nella strada dove abitavo scoprirono un covo delle Brigate Rosse! E lo smog era terrificante».
Si sposa con Alda, cremonese anche lei e cambia almeno 12 reparti
IBM tutti a Milano, supportando progetti, vendite e installazioni presso
grandi clienti (Montedison, Pirelli,
Comit, Carlo Erba, Inps, ecc.). È
spesso in missione in Italia e all’estero e matura una profonda conoscenza, sia delle macchine, che dell’organizzazione del «gigante blu», che a
quell’epoca dominava il mercato dell’informatica. Alla nascita del terzo fiAmedeo Cabrini
glio, nel 1979, la famiglia si trasferisce a Cremona e l’ingegner Cabrini
diventa uno dei diecimila cremonesi
che ogni giorno si recano a Milano
per lavoro o per studio.
Nel 1982 l’Anafi, che negli ultimi
anni aveva scelto di affidare ad un
centro servizi esterno l’elaborazione
dei dati di Libro Genealogico, decide
di costituire un centro proprio nella
nuova sede di Cremona.
Noleggia un calcolatore IBM della
categoria «mainframe» (per la storia,
il terzo e ultimo installato in città e
uno degli unici due rimasti) e costituisce una apposita società con un
organico di specialisti su questa piattaforma. L’ingegner Cabrini viene
chiamato a prenderne il comando e,
con l’ausilio di alcuni consulenti all’inizio, via via rimpiazzati con personale da lui selezionato e fatto «crescere», sviluppa e porta avanti i Sistemi Informativi della Frisona Italiana
e del Laboratorio Gruppi Sanguigni.
«L’obiettivo primario del nostro sistema è l’affidabilità e la continuità di
servizio. Il nostro motto lo abbiamo
rubato agli editori dei quotidiani:
qualunque cosa accada, domani bisogna uscire con i dati aggiornati.
Alcune centinaia di utenti sono là, al
terminale, che ci aspettano ogni mattina!».
Questa è la non semplice eredità
che l’ingegner Cabrini lascia ai «suoi
ragazzi» dell’Italservice per i turbolenti anni 2000.
È difficile pensare all’ingegner Cabrini, per le sue capacità e per i molteplici interessi che ha nel campo
dell’informatica, come ad un pensionato. Per questa ragione l’intera Anafi, oltre ai ringraziamenti per la sua
proficua e seria attività svolta al servizio dell’Organizzazione, gli porge i
più sentiti auguri per i propri futuri
impegni.
GIORNATA TECNICA
SULL’INDECO
Come annunciato su «Bianco Nero» di febbraio 1997 si è svolta presso la sede dell’Aia a Roma, il giorno
6 maggio, una giornata tecnica di
presentazione di INDECO: un indicatore economico della vacca da latte.
La giornata è stata organizzata dall’Anafi in collaborazione con l’Aia e
rientrava nell’ambito di una attività
di divulgazione prevista dal gruppo
di lavoro di INDECO. Tale attività è
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iniziata a Cremona con la partecipazione delle Apa ed Ara del Nord Italia ed è proseguita con questo incontro per consentire la partecipazione
alle Associazioni Allevatori del centro-sud. L’obiettivo dell’incontro è
stato quello di presentare e mettere
a disposizione di tutti gli interessati
l’idea e gli strumenti di lavoro proposti da INDECO. Tale servizio ha
come finalità quello di aggregare in
indicatori di sintesi, le informazioni
comunemente raccolte nell’ambito
dei controlli funzionali e del Libro
Genealogico e di sensibilizzare gli
operatori del settore della vacca da
latte verso una gestione tecnico-economica degli allevamenti.
L’incontro è iniziato con la presentazione del dott. Guido Ongaro
responsabile tecnico dell’Aia, il quale, nel dare il benvenuto a tutti i presenti, ha ricordato il programma della giornata, che prevedeva la presentazione di INDECO e un nuovo servizio informatico, messo a punto dai
tecnici Aia, Anafi e di alcune Apa,
che consente la comunicazione, mediante Internet, degli archivi dei controlli funzionali con quelli dei libri
genealogici. Tale strumento si ritiene
possa integrarsi con le finalità che
INDECO si propone, dato che consente di mettere a disposizione in
tempo reale informazioni indispensabili per la stima dei ricavi e dei costi
di produzione.
In questo incontro è stato ribadito,
come nel precedente, l’interesse nella definizione ed utilizzazione di
nuovi strumenti, quali l’INDECO, per
migliorare la gestione dell’allevamento della vacca da latte. Nel corso della discussione sono emersi suggerimenti molto utili al fine di migliorare
la stima di un indicatore economico
della vacca da latte. E tra quelli più
importanti riportiamo l’inserimento
del ricavo della vacca a fine carriera,
del costo di produzione della manza,
dell’eventuale premio o penalità derivato dalle cellule somatiche e dell’opportunità di presentare tale indicatore economico come deviazione
percentuale della media di stalla (es.
capacità economica), piuttosto che
in termini assoluti. Tali richieste sono
risultate tutte opportune e precise e
rappresenteranno la base di lavoro
per mettere a punto le prime migliorie da apportare all’attuale versione
di INDECO nella quale si considerano i ricavi del latte, grasso e proteine
al netto dei costi di mantenimento e
produzione. Anche in questa sede
sono emersi chiaramente i limiti legati alla scarsa disponibilità di informazioni relative ai costi di produzione nell’ambito dei controlli funzionali e dei libri genealogici nel settore
della vacca da latte. Tale problema
dovrà essere affrontato al più presto
e tutti i presenti si sono resi conto
che deve essere un obiettivo da porsi non solo a livello tecnico, ma anche a livello organizzativo e politico.
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle seguenti Organizzazioni: Aia, Apa Frosinone, Apa L’Aquila, Apa Latina, Apa Perugia, Apa
Pescara, Apa Roma, Apa Viterbo, Ara
Lazio e Ara Sardegna.
DALL’UFFICIO
VALUTAZIONI
E MOSTRE
INTRODUZIONE
DI DUE NUOVI CARATTERI
SULLA SCHEDA DI VALUTAZIONE
MORFOLOGICA
Durante lo scorso anno è stato
istituito un gruppo di lavoro coordinato dal nostro ispettore di razza Alfredo Ghidini per arrivare alla formulazione di nuove proposte sulla valutazione lineare di arti e piedi e sulla
eventuale possibilità di calcolare un
indice composto per questi due caratteri.
I Paesi dove è maggiormente
avanzata la selezione della Frisona,
hanno già introdotto, o stanno per
introdurre, nella valutazione genetica
dei riproduttori, un indice composto
che sia in grado di fornire agli allevatori un’informazione aggiuntiva,
ma soprattutto più completa, riguardo all’apparato locomotore nel suo
complesso, principalmente per l’ottenimento di animali più longevi.
Dopo un’attenta analisi della situazione e degli studi sulle popolazioni
di Frisona di Paesi come Stati Uniti,
Canada e Olanda, il gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei
Centri di F.A., Ufficio Ricerca e Sviluppo e Ispettori di razza dell’Anafi,
ha formulato le seguenti proposte:
A) Calcolo di un indice composto
arti e piedi combinando le informazioni in nostro possesso fino a que-
sto momento che riguardano la valutazione su scala lineare degli arti posteriori visti di lato, e l’altezza del tallone.
B) Rilevamento di due nuovi dati
riguardanti l’apparato locomotore. 1)
Arti posteriori visti da dietro (lineare
da 1 a 50). 2) Punteggio arti e piedi
(lineare da 1 a 50). In questo caso si
tratterebbe di una valutazione soggettiva data dall’Ispettore di Razza,
che terrebbe conto delle descrizioni
dei singoli tratti morfologici lineari,
oltre che di considerazioni riguardanti la qualità dell’ossatura, la mobilità, la posizione degli arti visti di
lato (fuori di se, sotto di se), le pastoie, gli unghioni ed in definitiva
misurerebbe l’efficienza dell’apparato locomotore nel suo complesso.
Non appena in possesso di un numero di informazioni sufficienti, i dati rilevati con la proposta B – andrebbero ad integrare quelli della
proposta A – per arrivare alla formulazione definitiva di un indice composto arti e piedi.
In seguito alle delibere della
Commissione Tecnica Centrale
che ha analizzato queste proposte, a partire dal secondo semestre di quest’anno sulla scheda
di valutazione morfologica si aggiungono quindi due nuovi caratteri “arti visti da dietro e funzionalità arti e piedi” con i quali
riteniamo di raggiungere una descrizione più completa e più corretta dell’apparato locomotore
nel suo complesso.
Concludiamo la nota con l’augurio
che questa novità sia gradita agli allevatori ai quali chiediamo fin d’ora
la collaborazione per poter rilevare i
suddetti dati nel migliore dei modi.
INCONTRO
DI AGGIORNAMENTO
PER I CANDIDATI AL TITOLO
DI ESPERTO PROVINCIALE
Nell’ambito dell’attività dell’Ufficio
Valutazioni e Mostre, gli incontri di
aggiornamento e la divulgazione verso quanti dimostrano interesse sulla
selezione, rappresentano momenti
organizzativi molto interessanti e di
notevole spessore tecnico, principalmente per il supporto che viene fornito dall’Ufficio Ricerca e Sviluppo
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Foto ricordo dei candidati al titolo di Esperto Provinciale presso l’Az. Grafignana
Un momento dell’incontro
Anafi.
L’8 maggio si è concluso con un
incontro di aggiornamento, un ciclo
di quattro corsi per candidati al titolo
di Esperto Provinciale organizzati rispettivamente dall’Anafi, dall’Apa di
Verona, dall’Apa di Vicenza e dall’Apa di Padova che complessivamente
avevano visto la partecipazione di
circa 200 persone.
Si sono presentate più di 100 interessati che, al di fuori della finalizzazione della loro partecipazione per il
conseguimento del titolo di Esperto
Provinciale, hanno dimostrato la
volontà di voler essere un po’ più
“protagonisti” nel mondo della selezione.
Questo può essere il vero ruolo
dell’Esperto Provinciale e questo è il
motivo per cui l’Anafi continua a
credere in questi incontri che hanno
lo scopo principale di divulgare la
conoscenza degli strumenti e dei
concetti che regolano un programma
di selezione.
La riunione si è chiusa nel pomeriggio con una esercitazione pratica
in un meeting organizzato dalla Cafri
(Cooperativa Allevatori Cremonesi),
in occasione della loro assemblea
annuale, presso l’Az. Graffignana del
Signor Mazzolari, di San Vito di Casalbuttano.
Dieci ottimi soggetti presentati rispettivamente da Quaini di Castelverde, Donini di Castelleone, Stanga
di Moscazzano, Az.Castellino e Az.
Pirolo di Robecco d’Oglio, Bosio di
Persico Dosimo e Gardini di Voltido
hanno animato due categorie giudicate, per l’occasione, dai giudici di
nuova nomina.
Partecipazione, confronto e discussione hanno caratterizzato un
pomeriggio, dal clima torrido, concludendo così una giornata utile e
piacevole, come succede quando lo
stare insieme è legato ad interessi
comuni.
DUE TECNICI ANAFI
ALLA MOSTRA
DI EPINAL
Riportiamo i commenti di Giorgio
Civati e Francesco Segalini invitati
in Francia da Sersia France in occasione della Mostra Euro Génétique, tenutasi ad Epinal lo scorso
aprile. Oltre alla Mostra, il gruppo
di allevatori e tecnici italiani con
cui hanno viaggiato Giorgio e Francesco, ha visitato tre allevamenti ed
il Centro FA. di Epinal.
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Francesco Segalini: “Sono ritornato ad Epinal dopo due anni, quindi con ancora ben chiaro quello che
avevo visto la volta scorsa. Il livello
morfologico degli animali quest’anno
era buono, senza niente di esaltante.
In generale penso di avere visto migliori animali due anni fa, quando
c’era la Ugela Bell che ha vinto (che
poi era la stessa che ha “minacciato”
il titolo alla Risen al Confronto Europeo del 1996). Personalmente ritengo che la Inspiration che ha vinto
non avesse nulla di particolare.
Certamente, a due anni di distanza, due campionesse molto diverse.
Sono rimasto un po’ sorpreso dal
giudizio del responsabile francese
per le valutazioni e mostre che, secondo me, ed anche per gli altri italiani del nostro gruppo, ha trascurato
animali decisamente più forti.
Comunque una certa evoluzione
c’è stata perché, rispetto a due anni
prima, ho visto più omogeneità generale negli animali presentati, tutti
più forti, anche se probabilmente
mancava l’animale di spicco, come
era stata la Ugela Bell nel ’96.
Nelle aziende abbiamo visto buoni animali, forti, con ottimi arti e piedi, soprattutto nella seconda azienda.
In generale, mi sembra che i francesi
pecchino ancora leggermente sulle
mammelle, ma siano davanti a noi
come arti e piedi. Ho trovato bellissima l’azienda di Jaquemin, che si
stacca nettamente dalle prime due
per la morfologia degli animali, quasi tutte figlie di tori italiani! Si capisce
subito che l’allevatore ha molta passione; è uno che viene in Italia a vedersi almeno due mostre all’anno e,
pian piano è arrivato ad usare quasi
il 90% di tori italiani in una nazione
dove il materiale estero è, oserei dire, quasi “proibito”. Non dimentichiamoci, infatti, che in Francia solo
il 5% di tutti i tori utilizzati può proDa sinistra: Francesco Segalini e Giorgio Civati
venire dall’estero! Evidentemente
questo allevatore ha riconosciuto
nella nostra genetica l’unione tra
morfologia e produzione che forse,
per motivi diversi, non si sposano altrettanto bene in nessun’altra genetica, né la loro né quella americana o
canadese”.
Giorgio Civati: “Le mie impressioni sono condizionate dal fatto
che, al contrario di Francesco, ero
stato alla mostra nazionale francese
ben 15 anni fa. Quello che ho visto
oggi è quindi molto diverso! È evidente che i francesi sono andati verso un animale chiaramente Holstein,
anche se, in generale, si nota ancora
da piccole sfumature (le differenze
non sono più così eclatanti), che sono partiti dopo con la genetica nord
americana. Credo che si veda un po’
negli animali, soprattutto a livello di
caratteri da latte.
L’altra impressione che ho avuto
visitando le aziende (ottimo management, buoni allevatori) è che in
Francia esista un sistema che fornisce buoni servizi agli allevatori, cioè
che gli allevatori abbiano assoluta fiducia in questo sistema. Sono stato
per esempio colpito dal fatto che tutti avessero un’idea chiara dei costi
(servizi o spese di gestione), intesi
come incidenza sul costo litro latte.
Senza dubbio sono informazioni che
arrivano loro dalle organizzazioni
che fanno assistenza tecnica. Mi ha
anche impressionato la loro fiducia
nei programmi di selezione dei loro
Centri di FA. È evidente che c’è molta integrazione tra le varie organizzazioni.
La stessa integrazione che si è
notata alla Mostra di Epinal, dove
tutti sono coinvolti. Ho visto con sorpresa, e piacere, che tutte le associazioni regionali (quelle che corrispondono un po’ alle nostre Apa) avevano uno stand, con delle persone e
degli animali esposti. Senza dubbio
si tratta di una situazione diversa rispetto ad altri paesi più lineari, più
centralizzati, ma l’idea è quella di
molte realtà differenziate che cercano di collaborare tra loro.
Proprio nella fiera ti accorgi di
quanto questa sia finalizzata a promuovere il loro sistema, sia in termini di selezione, che di assistenza tecnica.
Dal punto di vista tecnico ho avuto anch’io qualche perplessità sui
giudizi sulle mammelle; senza dubbio noi cerchiamo più qualità negli
animali, forse loro sono ancora in
una fase di transizione e per questo
sono disposti ad “accettare” animali
di questo tipo.
Del Centro di FA di Epinal mi ha
colpito soprattutto l’attenzione ai
problemi sanitari: gli edifici del centro divisi dall’esterno da una rete invalicabile, l’impossibilità di contatto
tra le varie zone, il non far transitare
alcun veicolo da una zona all’altra...
insomma, tutto studiato con molta
cura per garantire la massima sicurezza sanitaria.
Nella terza stalla che abbiamo visitato mi ha impressionato vedere in
Francia tante figlie di tori italiani così
buone, animali veramente eccezionali, tra i migliori anche in Italia. Il fatto di vederli in un Paese straniero fa
ancora più piacere e certamente dà
fiducia in quello che stiamo facendo.
Siamo molto grati a coloro che ci
hanno dato la possibilità di fare questa esperienza, e speriamo di ricambiare. Anche perché è proprio vedendo cosa fanno gli altri che si impara a conoscersi e a lavorare meglio insieme”.
MEETING
DI ALLEVATORI
COCCAGLIO (BS)
dall’Apa di Brescia
Grazie alla disponibilità e all’ospitalità della famiglia Zotti mercoledì
22 aprile si è svolto l’annuale meeting della sezione Frisona dell’Apa di
Brescia presso l’allevamento Valbas.
L’incontro, organizzato dall’Apa in
collaborazione con il C.F.A. e con la
partecipazione di una ditta mangimistica, ha raccolto presso l’allevamento della famiglia Zotti circa 150 allevatori che hanno avuto la possibilità
di visitare l’allevamento, dotato di
Meeting di Coccaglio (BS)
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bellissime strutture e composto da
una mandria di notevole valore genetico.
L’allevamento costituito da oltre
250 vacche con una produzione media per vacca di oltre i 9.000 kg di
latte, ha un Indice Genetico Vacca
medio di oltre 1.000 per ILQM; in
questo allevamento risiede Green
Farm Mattador Eleonora, campionessa vacche alla Mostra Nazionale di
Cremona ’97 ed è stato allevato Valbas Arpagone da tempo ai vertici
delle graduatorie dei tori italiani.
Un biglietto da visita di tutto rispetto, per questo conosciutissimo
allevamento, sia in Italia, sia all’estero.
Ne è seguito un incontro tecnico il
cui tema è stata la valutazione
morfologica: relatore è stato il responsabile Anafi del servizio di valutazioni morfologiche Mauro Carra,
coadiuvato dagli ispettori di razza,
Palmiro Sordini e Giuliano Riboli,
che garantiscono l’attività di valutazione morfologica nella provincia di
Brescia. Con l’ausilio della presenza
di alcune vacche in un ring, toelettate come in occasione delle mostre
più importanti, hanno esaurientemente approfondito il tema della valutazione morfologica, ponendo in
risalto il significato del sistema di valutazione lineare che non è più una
codifica della desiderabilità dei vari
aspetti morfologici, ma una loro misura.
Partecipata è stata la gara fra gli
allevatori che si sono cimentati nello
stilare la graduatoria morfologica di
due gruppi di vacche: gli allevatori
che hanno correttamente stilato la
graduatoria sono stati premiati dal
C.F.A. con un buono gratuito per
l’acquisto di seme.
E dopo i ringraziamenti, portati
dal presidente della Sezione Frisona
dell’Apa di Brescia Claudio Traversi,
per l’ospitalità offerta dalla famiglia
Zotti e a tutti gli intervenuti: gran finale davanti alle tavole imbandite.
mato in un’entusiasmante opportunità per imparare e per mettere alla
prova le proprie abilità.
RAGUSA
È stata sicuramente una buona
opportunità quella che ci è stata offerta il 21 marzo a Mortegliano, in
provincia di Udine, dove l’Associazione Allevatori Regionale e il Comitato Aste hanno organizzato un meeting di valutazione delle razze bovine Bruna, Frisona e Pezzata Rossa.
Per noi ragazzi dell’Istituto Agrario
di Spilimbergo (Pordenone) non è
stato certo un motivo di svago anzi,
tutt’altro. Per un giorno ci è sembrato di essere riusciti ad inserirci nel
mondo del lavoro.
L’ansia all’inizio era molta, il dover metterci a confronto con l’Istituto
di Gradisca d’Isonzo, il dover prendere delle decisioni, il dover rendere
conto delle nostre valutazioni rendeva tutto un po’ difficile.
Però ha prevalso la voglia di fare,
e di fare bene: ci siamo organizzati
dividendoci a squadre, ognuna delle
quali aveva i numeri per affrontare la
valutazione di una razza: si trattava
di mettere in ordine – dalla migliore
alla peggiore – un gruppo di quattro
bovine, ma non solo: il regolamento
della gara prevedeva di motivare le
proprie scelte davanti al pubblico,
abilità a cui gli esperti di razza hanno dato molto peso.
Mettendocela, abbiamo ottenuto
dei risultati di cui siamo pienamente
soddisfatti, finalmente abbiamo potuto capire che tutte quelle ore passate
nei banchi di scuola a parlare di
mammelle, arti, groppe... non sono
state vane. Quest’anno abbiamo utilizzato per la prima volta la simpatica pubblicazione di David Dickson,
che consigliamo di leggere se non
altro perchè ci ha aiutato ad avere
più fiducia nelle nostre possibilità.
Non abbiamo raggiunto il miglior
punteggio nella valutazione della
razza Frisona, ma ciò non toglie valore alle precedenti considerazioni.
La scarsa esperienza su questa bellissima razza ci ha «traditi» ma abbiamo
capito gli errori fatti e contiamo di rifarci al prossimo meeting.
Noi ci auguriamo, infatti, che simili manifestazioni si ripetano in futuro, perché sentiamo l’esigenza di
confrontarci con la realtà e di mettere in pratica quanto abbiamo studiato.
Vorremmo ringraziare, per l’opportunità che ci è stata offerta, gli insegnamenti e la fiducia dataci dalla
prof.ssa Angela Someda e soprattutto
dal Consorzio Provinciale di Ragusa
Venerdì 30 aprile si è svolto presso l’azienda Guastella Carmelo di Ragusa, il meeting provinciale organizzato dalla locale Associazione Allevatori. Si è trattato di un importante
momento di incontro organizzato in
maniera insolita, ma molto produttiva. Grazie al prodigarsi dell’allevatore sono stati esposti, al folto gruppo
di soci partecipanti numerosi capi fra
manze e vacche. I commenti scaturiti
dai presenti sul gruppo di animali,
rappresentativi di alto valore morfologico e con certificati interessantissimi hanno decretato la validità di
creare momenti di incontro nei quali
gli allevatori possono confrontarsi,
discutere e vedere il lavoro di altri:
uno stimolo a raggiungere traguardi
sempre più ambiziosi.
I 21 soggetti esposti rappresentavano i riproduttori più validi degli
ultimi anni. Fra le manze alcune figlie di Raven, Gigh, Odeon, Corsaro
e Magnitude e fra le vacche alcune
Bookie, Dan, Milkway e Paradise. In
serata l’incontro è proseguito con un
momento tecnico a cui ha partecipato per l’Anafi Cesare Fochi. Si è discusso della situazione della F.A. in
provincia, dei nuovi riproduttori, e
dei servizi disponibili per gli allevatori, fra cui il Programma di Accoppiamento. Al termine dei lavori, un
rinfresco molto ben organizzato, ha
ribadito l’ospitalità e il calore umano
di questa terra e della sua gente, oltre che, naturalmente, una zootecnia
ad alto livello.
LA PAROLA AI RAGAZZI...
«QUELLO CHE LE FRISONE
CI HANNO INSEGNATO»
di Erika Vescovi, classe IV C
Istituto Agrario di Spilimbergo (PN)
Un incontro tecnico si è trasforMeeting di Ragusa
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gli esperti della Nazionale che ci sono sembrati molto competenti e simpatici (in particolare Paolo Giusto
che ci ha «iniziati» alla Frisona) e che,
seppure per poco, ci hanno trattato
come «veri esperti».
JERSEY
A REGGIO EMILIA
a cura di Marie Vida
La 17a edizione della Mostra Regionale Bovini delle Razze da Latte a
Reggio Emilia è stata l’occasione per
presentare, nella terra di produzione
del re dei formaggi, il Parmigiano
Reggiano, la razza che, nel mondo,
vince il primato assoluto quale incontrastata regina delle proteine della vacche da latte.
L’assoluta qualità del formaggio
prodotto con una parte di latte Jersey si è brillantemente inserita nella
tradizione anche nella produzione
del Parmigiano Reggiano, dove è stata sfruttata al meglio la straordinaria
attitudine alla caseificazione di questo latte.
La razza Jersey, con il suo dato
nazionale 1997 Aia di 4,06% di media proteine (latte 4.891, grasso
5.71%), ha eguagliato con i dati italiani le tendenze internazionali che
la descrivono come razza efficiente,
longeva, di estrema versatilità alle
condizioni più diverse di allevamento, con produzione di latte della più
alta qualità e costanza morfologica
dei caratteri da latte.
Pioniere della razza in Emilia Romagna e della trasformazione a Parmigiano Reggiano del latte Jersey,
l’Agricola Ferrarini Allevamento Jersey, di Reggio Emilia, ha gentilmente
messo a disposizione dell’Associazione Nazionale Jersey Italiana i propri
animali per la presentazione nell’ambito della Fiera. Nel gruppo spiccavano 2 soggetti di 5 parti, valutati
entrambi Ottimo 90 dagli Ispettori di
Lo stand dell’Associazione Jersey Italiana alla
mostra di Reggio Emilia
Razza della Frisona Italiana, che sono incaricati delle valutazioni morfologiche della razza Jersey Italiana.
L’allevamento Ferrarini ha chiuso
il 1997 con 178 capi in lattazione di
età media 3,9 con una media produttiva di 5,225 kg di latte con il 4,90 %
di grasso e 4,03% di proteine.
UN ANNO DI ATTIVITÀ
DELLA NAZIONALE
BRUNA ITALIANA
COMUNICATO STAMPA ANARB
Un anno caratterizzato da un’attività intensa, dinamica e propositiva,
è stato presentato dal presidente, Vittorio Mutti, in occasione dell’Assemblea annuale dei soci Anarb, l’Associazione nazionale allevatori bovini
di razza Bruna italiana, svoltasi lo
scorso 5 maggio.
Nell’esporre la relazione del Comitato Direttivo – che riportava in sintesi l’operato dei settori Libro Genealogico, Valutazioni morfologiche, Miglioramento genetico, Centro genetico, Informatica e Promozione, oltre
all’attività di bilancio – Vittorio Mutti
ha anche sottolineato che se sul piano prettamente tecnico, soprattutto
sul consolidamento dell’immagine
della Bruna italiana nel mondo, i riscontri sono stati assai positivi, non
altrettanto può essere detto sulle
connessioni tra Anarb e i problemi
zootecnici e, più in generale, i problemi agricoli italiani con cui l’Anarb
è venuta a contatto.
Ecco in sintesi il trend di crescita
riferito all’anno 1997:
- i capi iscritti al Libro genealogico
sono aumentati, rispetto al 1996, di
6714 unità attestandosi a quota
219.659, di cui 127.937 vacche;
- i capi controllati aumentano di
1.371 unità, passando da 139.055 a
140.246;
- la media del latte passa da 5594
a 5703 kg, con un aumento di 109
kg, confermando la buona tendenza
delle produzioni, rafforzata sul fronte
dei titoli da un aumento di +0,02%
nella media grasso a da un ragguardevole 3,39% nella percentuale media proteina. È utile ricordare che i
valori ufficiali dell’Associazione italiana allevatori sono riferiti al volume; se, invece, essi fossero riferiti al
peso, come accade nei caseifici, la
percentuale di proteine dal 3.39%
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Il trattamento avviene mediante elaborazione dei dati in forma automatizzata.
Il predetto trattamento può comprendere, nel rispetto dei limiti e delle
condizioni poste dall’art. 9 L. 675/96, tutte le operazioni o complesso di operazioni previste dall’art. 1, comma 2, lett. b, L. 675/96 e necessarie al trattamento in questione.
Le finalità del trattamento dei dati consistono in: adempimenti di legge
connessi a norme civilistiche, fiscali, contabili, ecc.; gestione amministrativa
del rapporto, adempimenti degli obblighi contrattuali, verifica del grado di
soddisfazione del servizio al cliente, indagini di mercato sul prodotto editoriale.
I dati personali relativi al trattamento potranno essere comunicati a Società
terze, che svolgano specifici incarichi per conto della nostra Società esclusivamente nell’ambito e per le finalità predette.
I dati anagrafici conferiti non saranno oggetto di diffusione.
Il conferimento dei dati personali relativi al trattamento in questione è necessario al fine della regolare gestione dei rapporto contrattuale e della applicazione delle vigenti normative: lo stesso ha comunque carattere facoltativo,
anche se la mancata acquisizione dei dati potrebbe determinare l’impossibilità
di svolgimento del rapporto stesso.
Restano impregiudicati i diritti riconosciuti dall’art. 13 L. 675/96, in particolare il diritto di opporsi per motivi legittimi al trattamento dei dati e di chiedere verifiche, aggiornamenti, rettifiche o cancellazione degli stessi.
Titolare del trattamento dati è l’Associazione Nazionale Allevatori Frisona
Italiana (Anafi) con sede in via Bergamo 292, 26100 Cremona.
Responsabile del trattamento dati è l’ing. Giancarlo Lanari legale rappresen-
passerebbe al 3,50%. L’alta percentuale di proteine, ed in particolare
della k caseina BB (la frequenza dell’allele B raggiunge il 61,6%), rende
il latte di Bruna particolarmente
adatto alla produzione di formaggi
d’alta qualità, come il ParmigianoReggiano, il Grana Padano; il Trentingrana, la mozzarella Fior di latte,
ecc.. In merito c’è da sottolineare
che l’Anarb, in occasione della Fieragricola ’97 di Verona, ha organizzato
un convegno sul tema ‘’latte-qualità’’,
con notevole successo di pubblico. Il
rappresentante al convegno dell’Unione nazionale dei consumatori ha
suggerito le seguenti linee di sviluppo: “maggiore informazioni ai mercati e promozione delle reali qualità
dei prodotti caseari italiani a base
del superiore latte di Bruna’’.
Questi risultati danno un’ulteriore
conferma del lavoro e dell’impegno
degli allevatori e dell’organizzazione
per il miglioramento genetico della
razza Bruna italiana.
Ma il 1997 sarà ricordato come
l’anno dello sbarco della genetica
bruna italiana in Usa! Per la prima
volta gli Stati Uniti, che sono e reste-
ranno ancora per molto tempo il
Paese in cui la Bruna ha raggiunto livelli genetici veramente stimolanti,
hanno riconosciuto e apprezzato i risultati conseguiti dall’Italia ed hanno
iniziato un significativo movimento
di importazione di seme di tori Bruni.
L’“effetto Gordon’’, cioè del toro
italiano di razza Bruna risultato al
primo posto nella speciale classifica
mondiale Interbull, é rimbalzato in
tutto il mondo, aprendo un flusso di
esportazione in nuovi Paesi, mentre
l’interesse per il seme dei migliori tori provati Bruni, e per gli embrioni
con genetica qualificata, ha raggiunto punte degne di attenzione nei tradizionali Paesi europei allevatori di
Bruna.
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