Carissimi, stiamo vivendo la realtà dell`Oratorio e dell`Oratorio Estivo

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Carissimi, stiamo vivendo la realtà dell`Oratorio e dell`Oratorio Estivo
Carissimi, stiamo vivendo la realtà dell’Oratorio e dell’Oratorio Estivo che è semplice ma non
infantile: è il luogo e il tempo dove si diventa grandi in umanità e nella vita cristiana. Martedì 24
in cardinale visitando degli Oratorio ha avuto queste espressioni: «Guardandovi io provo solo
gioia e la gioia è una grande motore per vivere, perché ci apre agli altri, ci fa vedere la
bellezza del creato». «L’oratorio è la casa di tutta la comunità, il luogo in cui si stabilisce
la nostra amicizia e i ragazzi diventano responsabili della loro vita». «Che il Signore aiuti
questo luogo a diventare spazio di incontro, dove il Signore possa essere seguito, e
divenga occasione bella perché l’oratorio fa da ponte tra la Chiesa e la società civile. E
quindi ha una funzione fondamentale anche nei confronti di chi dice di non credere». È
sempre più necessaria una presenza di età eterogenia perché ci sia veramente l’Oratorio e non un
qualcosa che non ha a che vedere con questo termine. Il grazie è sempre dovuto ad ognuno che
si impegna, ma il grande grazie lo avremo per la vita buona che avranno le nuove generazioni.
L’esperienza del vero, del bene e del bello ci fa essere uomini veri e buoni in ogni ambito di vita
quotidiana e in ogni età. Buona settimana d o n G i u s e p p e
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Papa Francesco: UDIENZA - La Chiesa: 2. L'appartenenza al popolo di Dio – mercoledì 25
giugno/14
Cari fratelli e sorelle, buongiorno. Oggi c’è un altro gruppo di pellegrini collegati con noi nell’Aula Paolo VI, sono i pellegrini ammalati. Perché con questo tempo, fra il caldo e la possibilità
di pioggia, era più prudente che loro rimanessero là. Ma loro sono collegati con noi tramite il
maxischermo. E così siamo uniti nella stessa udienza. E tutti noi oggi pregheremo specialmente
per loro, per le loro malattie. Grazie.
Nella prima catechesi sulla Chiesa, mercoledì scorso, siamo partiti dall’iniziativa di Dio che
vuole formare un popolo che porti la sua benedizione a tutti i popoli della terra. Incomincia con
Abramo e poi, con tanta pazienza - e Dio ne ha, ne ha tanta! -, prepara questo popolo nell’Antica
Alleanza finché, in Gesù Cristo, lo costituisce come segno e strumento dell’unione degli uomini
con Dio e tra di loro (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Lumen gentium, 1). Oggi vogliamo soffermarci sull’importanza,
per il cristiano, di appartenere a questo popolo. Parleremo sulla appartenenza alla Chiesa.
1. Non siamo isolati e non siamo cristiani a titolo individuale, ognuno per conto proprio, no, la
nostra identità cristiana è appartenenza! Siamo cristiani perché apparteniamo alla Chiesa. È
come un cognome: se il nome è “sono cristiano”, il cognome è “appartengo alla Chiesa”. È molto bello notare come questa appartenenza venga espressa anche nel nome che Dio attribuisce a
sé stesso. Rispondendo a Mosè, nell’episodio stupendo del “roveto ardente” (Es 3,15), si definisce
infatti come il Dio dei padri. Non dice: Io sono l’Onnipotente…, no: Io sono il Dio di Abramo,
Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. In questo modo Egli si manifesta come il Dio che ha stretto
un’alleanza con i nostri padri e rimane sempre fedele al suo patto, e ci chiama ad entrare in questa relazione che ci precede. Questa relazione di Dio con il suo popolo ci precede tutti, viene da
quel tempo.
2. In questo senso, il pensiero va in primo luogo, con gratitudine, a coloro che ci hanno preceduto e che ci hanno accolto nella Chiesa. Nessuno diventa cristiano da sé! E’ chiaro questo?
Nessuno diventa cristiano da sé. Non si fanno cristiani in laboratorio. Il cristiano è parte di un
popolo che viene da lontano. Il cristiano appartiene a un popolo che si chiama Chiesa e questa
Chiesa lo fa cristiano, nel giorno del Battesimo, e poi nel percorso della catechesi, e così via. Ma
nessuno, nessuno diventa cristiano da sé. Se noi crediamo, se sappiamo pregare, se conosciamo
il Signore e possiamo ascoltare la sua Parola, se lo sentiamo vicino e lo riconosciamo nei fratelli,
è perché altri, prima di noi, hanno vissuto la fede e poi ce l’hanno trasmessa. La fede l’abbiamo
ricevuta dai nostri padri, dai nostri antenati, e loro ce l’hanno insegnata. Se ci pensiamo bene,
chissà quanti volti cari ci passano davanti agli occhi, in questo momento: può essere il volto dei
nostri genitori che hanno chiesto per noi il Battesimo; quello dei nostri nonni o di qualche familiare che ci ha insegnato a fare il segno della croce e a recitare le prime preghiere. Io ricordo
sempre il volto della suora che mi ha insegnato il catechismo, sempre mi viene in mente – lei è
in Cielo di sicuro, perché è una santa donna - ma io la ricordo sempre e rendo grazie a Dio per
questa suora. Oppure il volto del parroco, di un altro prete, o di una suora, di un catechista, che
ci ha trasmesso il contenuto della fede e ci ha fatto crescere come cristiani… Ecco, questa è la
Chiesa: una grande famiglia, nella quale si viene accolti e si impara a vivere da credenti e da di scepoli del Signore Gesù.
3. Questo cammino lo possiamo vivere non soltanto grazie ad altre persone, ma insieme ad altre
persone. Nella Chiesa non esiste il “fai da te”, non esistono “battitori liberi”. Quante volte Papa
Benedetto ha descritto la Chiesa come un “noi” ecclesiale! Talvolta capita di sentire qualcuno
dire: “Io credo in Dio, credo in Gesù, ma la Chiesa non m’interessa…”. Quante volte abbiamo
sentito questo? E questo non va. C’è chi ritiene di poter avere un rapporto personale, diretto, immediato con Gesù Cristo al di fuori della comunione e della mediazione della Chiesa. Sono tentazioni pericolose e dannose. Sono, come diceva il grande Paolo VI, dicotomie assurde. È vero
che camminare insieme è impegnativo, e a volte può risultare faticoso: può succedere che qualche fratello o qualche sorella ci faccia problema, o ci dia scandalo… Ma il Signore ha affidato il
suo messaggio di salvezza a delle persone umane, a tutti noi, a dei testimoni; ed è nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle, con i loro doni e i loro limiti, che ci viene incontro e si fa riconoscere.
E questo significa appartenere alla Chiesa. Ricordatevi bene: essere cristiano significa appartenenza alla Chiesa. Il nome è “cristiano”, il cognome è “appartenenza alla Chiesa”.
Cari amici, chiediamo al Signore, per intercessione della Vergine Maria, Madre della Chiesa, la
grazia di non cadere mai nella tentazione di pensare di poter fare a meno degli altri, di poter fare
a meno della Chiesa, di poterci salvare da soli, di essere cristiani di laboratorio. Al contrario,
non si può amare Dio senza amare i fratelli, non si può amare Dio fuori della Chiesa; non si può
essere in comunione con Dio senza esserlo nella Chiesa, e non possiamo essere buoni cristiani se
non insieme a tutti coloro che cercano di seguire il Signore Gesù, come un unico popolo, un uni co corpo, e questo è la Chiesa. Grazie.
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25 marzo 2014 - AFRICA OCCIDENTALE, TORNA L'INCUBO DELL'EBOLA
Un'epidemia di Ebola è scoppiata in Guinea Conakry, vicino alla frontiera con la
Liberia e la Sierra Leone. In tutto i casi sospetti sono 86, con 59 decessi, tutti nelle regioni del Sudest. Ma la
situazione "evolve rapidamente", ha detto a Ginevra il portavoce dell'Organizzazione mondiale della sanità
(Oms), Tarik Jasarevic. I casi confermati in laboratorio sono 13. In Liberia e Sierra Leone sono stati se. . . non sarete il futuro
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se non siete già ora il presente
gnalati casi sospetti: rispettivamente sei, di cui cinque mortali, e due. L'Oms sta inviando in Guinea tre
esperti di logistica, tre di epidemiologia nonché un medico antropologo. È risultato invece negativo il caso
sospetto di un uomo rientrato dalla Liberia e ricoverato in Canada con i sintomi di una febbre emorragica
virale.
“Anche se nella capitale le attività quotidiane si svolgono regolarmente - riferisce all'agenzia Misna un testimone sul posto, Charles Quenum - la parola ebola è sulla bocca di tutti. La paura è tanta perché da una parte
sappiamo che non c’è alcun rimedio e dall’altra l’origine esatta del virus non è stata ancora identificata”. In
base alle informazioni diffuse dalle autorità sanitarie, delle 13 vittime accertate 12 si registrerebbero nelle
località di Guéckédou, Macenta e Kissidougou, nella regione meridionale di Forestière, e una nella capitale Conakry. Sulla causa degli altri 47 decessi non c’è stata alcuna conclusione formale.
Tra le ipotesi, anche quella che il virus sia arrivato dalle vicine Liberia e Sierra Leone. Un’ipotesi tutta da
confermare. “C’è una vasta campagna di informazione e sensibilizzazione sui media e via sms - riferisce la fonte locale a Misna - che indica ai cittadini quali misure di prevenzione rispettare e le regole igieniche da osservare per mettersi al riparo”. “Ora mi trovo in una scuola della capitale - aggiunge -. Solo pochi
alunni sono assenti, ma anche qui osserviamo già le misure di precauzione: gli studenti si lavano spesso le
mani con sapone e candeggina, come richiesto dalle autorità sanitarie". Le dichiarazioni ufficiali vengono
diffuse col contagocce e con toni prudenti per “evitare il panico generalizzato che causerebbe un esodo di
massa dalla capitale – conclude l’interlocutore della Misna -. Anche perché non è detto che nei villaggi si
possa essere più al sicuro, purtroppo”.
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28 giugno 2014: Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale
«Confraternite di Monreale, fuori tutti i mafiosi»
La Chiesa deve fare il primo passo anche nella lotta alla mafia. Troppo spesso negli organismi più popolari,
come le confraternite, si sono insinuati personaggi discutibili, legali a filo doppio con ambienti criminali.
«Ho emesso un decreto con cui obbligo tutte le confraternite dell’arcidiocesi a inserire nello statuto che non
possono far parte delle confraternite gli appartenenti ad associazioni mafiose»; «La Chiesa come comunità
inserita nella storia che esercita una responsabilità verso l’intera società non può non promuovere la legalità
connessa con la moralità e contrastare fenomeni devianti come la mafia e le sue conseguenze: il pizzo, l’u sura, lo spaccio della droga, i guadagni illeciti. . . . Le recenti parole di Papa Francesco sulla condizione dei
mafiosi che sono 'scomunicati', cioè si pongono al di fuori del popolo di Dio, continuano a generare effetti
positivi e si inseriscono nella strada già intrapresa da decenni dall’episcopato e dal clero siciliano, duramente colpito dalla violenza mafiosa. Don Pino Puglisi, beatificato l’anno scorso, fu ucciso proprio per ordine di
Cosa nostra e per questo è stato considerato martire della Chiesa. «La lotta alla mafia, il contrasto alle piaghe del pizzo e dell’usura e la moralizzazione della vita pubblica passa attraverso un rinnovato impegno
educativo che porti ad un cambiamento della mentalità, che deve iniziare fin da bambini. Per contrastare
questi fenomeni criminali è necessaria una mobilitazione delle coscienze che, insieme ad un’efficace azione
istituzionale e ad un ordinato sviluppo economico, può frenare e ridurre il fenomeno criminoso».
29 giugno – 6 luglio 2014 / III settimana dopo Pentecoste A – II
XIII Tempo Ordinario / L. d. O. I
Sabato 28
ore 17.00 Cusino
ore 19.30 S. Margherita
. . . non sarete il futuro
Cuore Immacolato della beata Verine Maria
Def.
Def. Bugna Piero, Giovanna, Rina e Onorato
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se non siete già ora il presente
Domenica 29
ore 9.30 Cavargna
ore 11.00 Cusino
ore 11. 00 S. Bartolomeo
ore 17.00 S. Nazzaro
Lunedì 30
ore 8.00 S. Margherita
ore 20.00 Cusino
Martedì 1
ore 8.00 Cusino
Mercoledì 2
ore 20.00 S. Nazzaro
Giovedì 3
ore 8.00 Cavargna
Venerdì 4
ore 8.00 S. Bartolomeo
Sabato 5
ore 17.00 Cusino
ore 19.30 S. Margherita
Domenica 6
ore 9.30 Cavargna
ore 11.00 Ponte di Vora
ore 11. 00 S. Bartolomeo
ore 17.00 S. Nazzaro
Natività di S. Giovanni battista
Def.
Anniversari di Matrimonio
Def. Paolo e Gianpiero
Def.
Ss. Pietro e Paolo
Def.
S. Messa per tutti i defunti (al Cimitero)
Def.
Def.
S. Tommaso, apostolo
Def.
Primo venerdì del mese
Def.
S. Antonio Maria Zaccaria, sacerdote
Def.
Def.
Def.
S. Messa
Def.
Def.
APPUNTAMENTI
Sabato 28 - Domenica 29
Lunedì 30 ore 20.30
Martedì 1
ore 6.30
Mercoledì 2 ore 20.30
Giovedì 3
ore 14.00
ore 20.30
Venerdì 4
ore 20.45
Festa patronale a Cusino
Memorial don Federico
Oratorio: partenza per Ondaland – S. Messa a Mesero (S. Gianna)
Memorial don Federico
Uscita Oratorio Estivo
Memorial don Federico
Incontro per “Oratorio in Montagna”: Genitori e Partecipanti
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FESTA PATRONALE– Cusino v.c. - Comunità Pastorale S. Lucio
Natività San Giovanni B. 27 - 30 Giugno 2014
Programma:
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Domenica 29 ore 11.00 S. Messa con Celebrazione solenne anniversari di matrimonio
ore 12.30 aperitivo per tutti in piazza S. Giovanni
ore 13.00 Pranzo per le coppie degli anniversari
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. . . non sarete il futuro
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se non siete già ora il presente
Lunedì 30 ore 20.00 S. Messa per i defunti (al Cimitero)
. . . non sarete il futuro
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se non siete già ora il presente