Il ragazzo con la bicicletta_1bclaGalilei

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Il ragazzo con la bicicletta_1bclaGalilei
Il Ragazzo con la Bicicletta
Una corsa interminabile ci ricorda ''I Quattrocento colpi'' di Truffault, emulando in qualsiasi
cosa riguardi Cyril l'Antoine del film citato. I registi hanno come scopo il narrare un
percorso di crescita interiore, culminante nella scena finale. Il bambino è alla continua
ricerca del padre, che invece rifiuta di vederlo o di parlargli: la figura paterna è quindi
assente e, per un breve periodo, sostituita da quella del ragazzo con cui stringe amicizia, un
legame purtroppo infelice, che viene usato come punto di riferimento dal problematico
bambino. Troppi i topoi ricorrenti, troppi elementi trovati già in altre pellicole rendono il
film prevedibile e, a volte, anche assurdo. È quindi un'idea, quella di mettere in scena una
storia del genere, che potrebbe cadere, come a noi è parso, nel banale e non piacere alla
maggior parte degli spettatori che, come nel nostro caso, hanno un'età non superiore ai 19
anni, e potrebbero di conseguenza non cogliere lo spessore di tematiche così importanti.
A noi è sembrata un' imitazione non del tutto felice del celeberrimo film di Truffaut, in
quanto ci sono troppi elementi simili tra i due film: più che una pellicola nuova è quasi un
"remake" moderno, in cui la trascuratezza che traspare da ogni sentimento e gesto di Cyril
lo fa apparire ai nostri occhi come un Antoine del nuovo millennio, che invece di vendere
una macchina da scrivere sferra colpi di mazza da baseball contro chiunque gli sbarri la
strada durante il piano messo in atto per rubare dei soldi al malcapitato edicolante.
L'unica persona che si interessa del ragazzino è Samantha, che per un momento sembra
anche cedere alla tentazione di farlo tornare nell'istituto, ma quando si accorge che il
bambino sta tentando di maturare, torna a volergli bene come prima: questa è l'unica nota
positiva. Nel complesso il film risulta quasi irreale, perchè nonostante ci siano davvero
bambini che si trovano nella sua stessa situazione alcuni fatti sembrano ingigantiti,
esasperati. Cyril non sorride mai, la sua espressione è quasi sempre la stessa, tranne un
piccolo sorriso di complicità che rivolge a Samantha in una scena; le sue emozioni non
vengono portate alla luce, cerca in ogni modo di rinchiudersi nella sua bolla e di tenere alla
larga da lui e dai suoi problemi le persone che lo circondano o che cercano di avvicinarsi a
lui in qualche modo. Guardandolo da una certa angolazione, notiamo che i personaggi
maschili sono figure esclusivamente negative, mentre l'unico personaggio femminile a cui si
possa dare importanza, Samantha, è anche il solo ad essere una figura positiva per il
protagonista.
Avendo visto il film di Truffaut ci saremmo aspettati una pellicola caratterizzata da charme
e colpi di scena (caratteri tipici dei film di questo regista); un film che magari ci avrebbe
spinto a chiederci il perché dei fatti narrati, ma alla fine il lavoro di Jean Pierre e Luc
Dardenne ci ha lasciato solo l'amaro in bocca.
Claudia Maria Baschiera
Irene Betta
Alessandro De Lucia
Classe 1bClassico Liceo Galilei
Supponenti ma audaci: 7,30