Il fenomeno Travis Dìener strizza l`occhio all`Italia e fa sognare la
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Il fenomeno Travis Dìener strizza l`occhio all`Italia e fa sognare la
Il fenomeno Travis Dìener strizza l'occhio all'Italia e fa sognare la Dinamo diventa semplicemente un giocatore immarcabile. «Il mio compito è quello di fare in modo SASSARI. Se lo incroci per strada e non sai che tutti i miei compagni riescano a giocare chi è, in tuta da ginnastica o in abito casual, nel modo più semplice — dice — cercando di puoi scambiarlo facilmente per un impiegato coinvolgere tutti per il bene della squadra. Doche sta andando a farsi la sua oretta di spin- menica abbiamo vinto perché abbiamo fatto ning in palestra. Con quella faccia e quel fisi- un ottimo lavoro di squadra: la gara l'abbiaco lì, al limite puoi pensare che riesca a fare mo portata a casa con la grande difesa degli ulimpazzire il gentil sesso, non certo i bestioni timi 5 minuti. Poi magari io ho segnato quegli che circolano per i campi di pallacanestro. ultimi canestri, ma prima ci aveva pensato A Travis Diener entrambe le cose riescono Drake, mentre Hosley aveva difeso alla granpiuttosto bene. Ma se un matrimonio felice e de per tutto il match, e così via via tutti gli alla stretta marcatura di sua moglie risolvono tri compagni. Ognuno ha il suo ruolo. E a prola prima questione, estromettendolo da qual- posito di Quinton, fammi dire che ha fatto vesiasi competizione, le sue evoluzioni sul par- ramente un lavoro straordinario, con rimbalquet restano un problema irrisolto. Per le al- zi, assist e palle recuperate. Se lui gioca così siamo davvero a posto». tre squadre, si intende. Talento allo stato puro, tanto genio e nessuCerto però che tutta la Dinamo gioca meglio na sregolatezza, il play del Wisconsin è l'ago quando Travis è in palla. Dopo la scorsa stadella bilancia del Banco di Sardegna. Il mi- gione, condizionata pesantemente dagli inforglior giocatore che abbia mai vestito la maglia tuni, quest'anno anche le cifre rendono meridella Dinamo (qualche obiezione?) è un metro- to all'ex giocatore degli Indiana Pacers. Che è nomo capace di trasformare una buona squa- nella top ten della serie A come media punti dra in un gruppo capace di vincere contro (16 a partita in 33 minuti), tiri da tre punti qualsiasi avversario. 0 di prendere in mano (43,2 per cento) ed è il terzo assist man assoluuna partita in un finale rovente, segnare otto to con 5,4 a partita. Interessante anche la voce punti di fila, recuperare due palloni e manda- dei rimbalzi: il piccolo "Mister T" ne tira giù re tutti a casa. Come domenica scorsa contro quasi quattro a partita. la Cimberio Varese. Numeri che Travis era riuscito a proporre La gente del palazzetto sul momento si persino in Nba, dove è arrivato dall'universtrappa i capelli, e quando si è ricomposta pro- sità di Marquette (scelto al secondo giro del va a chiedersi cosa gli passi per la testa; cerca Draft col numero 38) dopo aver trascinato Goldi capire come un biondino di un metro e ot- den Eagles alle Final Four della Ncaa nel tanta possa diventare così letale in mezzo a 2003. In Nba la sua migliore stagione è stata il tanti giganti. «Io in quei momenti di solito rie- 2007-'08: 66 gare giocate, una media di 20,5 misco a restare calmo — sorride Travis —. In un nuti e 7 punti per gara. Con un top di 22 punti campionato così duro la maggior parte delle contro i Chicago Bulls (10A0 ai tiri liberi), una partite si gioca e si decide veramente negli ul- doppia-doppia contro i Toronto Raptors (10 astimi 3 minuti. Sono un play e devo pensare a sist e 10 punti) e il quarto posto assoluto del fare la cosa giusta, devo prendere la decisione campionato prò americano nella classifica che vada bene per la squadra. Cerco di non es- che calcola il coefficente tra assist e palle persere egoista, ho fiducia in me stesso e nei miei se (4,8). L'anno successivo sarebbe stato il micompagni di squadra. Quindi a volte può capi- gliore dell'intera Nba con 5,81, ma non ha ragtare che scelga di fare da solo e tirare, altre giunto il limite minimo previsto per le statistivolte la cosa giusta è passare la palla». che. Facile, no? Neppure per sogno. Ed è per queOggi però il presente si chiama Sassari e dosto che il talento nato a Fond du Lac è conside- po un anno e mezzo di Sardegna Travis Dierato dagli avversari del Banco il nemico pub- ner conferma di essersi calato perfettamente blico numero uno. Lui, però, in certi frangenti di Andrea Sini nella realtà biancoblù. E con sua moglie in dolce attesa, i tifosi sognano che la famiglia Diener metta radici in città. Magari con il capofamiglia naturalizzato italiano. «È presto per parlarne — dice Travis —. Posso dire che anche mio cugino Drake aspetta un figlio e che lui nascerà sicuramente a Sassari. Nostra figlia invece nascerà prima dell'estate negli Stati Uniti, ma ancora non so dove crescerà. Io però ho detto tante volte che in questa città io e mia moglie ci troviamo veramente bene. Con noi la gente è stata estremamente gentile e accogliente sin dall'inizio, abbiamo davvero un bel feeling con tutti». E poi, appunto, c'è suo cugino Drake. Che domenica ha fatto veramente la differenza con 26 punti e tante giocate che hanno spaccato la difesa di Varese. Non è che fate le sfide in famiglia a chi segna di più? «No, quelle le facevamo ai tempi dell'high school — sorride il numero 12 della Dinamo — non guardiamo mai chi segna di più perché in fondo non importa. Domenica tra l'altro lui ha giocato una partita fantastica. Penso che io e Drake siamo due giocatori complementari, ci completiamo a vicenda. Credo davvero che lui mi renda un giocatore migliore e viceversa». Su un aspetto non c'è partita, a favore di Drake: la lingua. C'è chi gli chiede di promettere un'intervista in italiano entro la fine della stagione, ma stavolta Travis si finge offeso respinge la sfida. «Ah, così Drake dice di essere più intelligente di me? Neanche per idea! Guardate, lui sa parlare l'italiano solo perché è in Italia da 6 anni. Io ci sono solo da un anno e mezzo. La verità — dice Diener — è che mia moglie è per metà italiana, quindi io non mi sono mai impegnato troppo per imparare la lingua. Mi piacerebbe davvero parlare bene l'italiano, ma dovrei sedermi e studiare, e per il momento sono troppo occupato, ma anche pigro, per farlo. Certo, se resterò qui dovrò impegnarmi a fondo...». Intanto c'è da pensare all'immediato futuro, e nella lingua della pallacanestro Travis si fa capire benissimo. «Andiamo a Treviso con l'obiettivo di vincere — sottolinea il play del Banco —. Sappiamo che sarà una partita molto difficile. In questo campionato tutte le partite in trasferta sono difficilissime. Dobbiamo metterci tutta la forza che abbiamo, sapendo di avere buone possibilità di farcela». La squadra allenata da Sasha Djordjevic è stata in parte rivoluzionata dopo la fine del lockout Nba, ma domenica scorsa ha superato con disinvoltura l'ostacolo Virtus Roma. «È vero che alcuni giocatori se ne sono andati per giocare in America — dice Diener —, ma la squadra resta molto temibile e per questo sarà necessaria la migliore Dinamo. Dobbiamo evitare le false partenze, perché non si può iniziare a giocare quando sei sotto di 20, come ad Avellino e Bologna. Ma io ho fiducia nella nostra forza». Per la lingua, i tifosi della Dinamo se ne faranno una ragione. Basta che quel giovanotto col fisico da impiegato continui a fare impazzire i giganti. A Sassari mi sento come a casa Datemi tempo e imparerò la lingua Se mi daranno f l la nazionalità potrebbe servirmi { ..,V pi