Simbolismo – poesia francese: schema orientativo PAUL VERLAINE
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Simbolismo – poesia francese: schema orientativo PAUL VERLAINE
Simbolismo – poesia francese: schema orientativo PAUL VERLAINE (1844-1896) – – – – – – – – – – è il teorico del movimento 'manifesto': “Arte poetica”, 1874 1884: pubblicò il saggio I poeti maledetti, su Rimbaud, Mallarmé, Corbière, Villiers de l’Isle-Adam, Marceline Desbordes-Valmore e se stesso, dando di fatto inizio al simbolismo; stesso anno, la raccolta poetica Allora e ora ( et naguère) Opere principali: Poemi saturnini (Poèmes saturnins), 1866; Romanze senza parole, 1874; Le mie prigioni (Mes prisons), 1893; I miei ospedali (1891) ecc. aspirazione irrisolta alla saggezza (cfr. la raccolta Saggezza, 1881) rinuncia a un discorso logico-sintattico tendenza al puro valore evocativo delle parole superamento della confessione e del lamento tipici del romanticismo sfumatura, musicalità, arte del togliere vita molto complessa: lascia presto l'insegnamento, dandosi a una vita molto disordinata; pone in discussione ogni valore e regola della vita borghese; matrimonio; un figlio; nel 1873 spara, senza ucciderlo, a Rimbaud che aveva interrotto una relazione di due anni (che aveva posto fine al matrimonio di V.), e viene incarcerato per 18 mesi; conversione al cattolicesimo nel 1881, ma poi riprende a bere e a fare la vita di prima; 10 anni di ospedali: nonostante la fama, muore in miseria a Parigi. ARTHUR RIMBAUD (1854-1891) – – – – – – – ancora più radicale di V., mette in discussione anche la poesia stessa, che abbandonerà presto (genio precocissimo, scrive le cose più importanti entro i 20 anni) il suo progetto è “cambiare la vita” scrive a 17 anni la “Lettera del veggente” (v. nell'antologia) sapienza e saggezza per R. stanno nei sensi, da esplorare senza alcun limite: cfr. Il battello ebbro (Le bateaux ivre) visionarietà = sguardo dentro opere principali: 1873, Una stagione all'inferno (Une saison en enfer); 1875, Illuminazioni (Illuminations), testo chiave, collazionato e pubblicato dagli amici perché dopo la stesura dei testi che lo compongono R. abbandonerà la scrittura, giudicandone il fallimento come strumento per cambiare la vita vita: padre militare, decorato, che abbandona abbastanza presto la famiglia; madre molto attenta alla rispettabilità; allievo modello, genio precoce; da giovanissimo, effimera ammirazione per i parnassiani, poeti del disimpegno politico, dell'impassibilità e del rigore formale; prime pubblicazioni; dal '70 fughe da casa, lavori precari, scandali; Belgio, Francia ecc.; si arruola fra i franchi tiratori della Comune di Parigi, ma mentre i lavoratori muoiono nella repressione R. si dà alle dissolutezze per farsi veggente (1871); conosce Verlaine e altri poeti a Parigi, che restano impressionati da lui; amore con Verlaine mentre questi aspetta un figlio; si comportava in modo provocante, spesso violento, in pubblico; molti viaggi, fughe, scandali; commerciante di caffè, armi, forse schiavi; 1891: tumore a un ginocchio. STEPHAN MALLARMÉ (1842-1898) – vita più ordinata (insegnante di inglese, matrimonio, figlio che muore giovane; amico di Verlaine e di Zola, che sosterrà al tempo dell'affare Dreyfuss; chiese a moglie e figlia di distruggere tutti suoi scritti dopo la sua morte); traduttore di Poe, molto apprezzato da tutti questi poeti; – direzione opposta a quella di R.: itinerario dalla vita alla poesia – Opere principali: 1864, Erodiade (Hérodiade); 1868, Igitur, o la follia di Elbehnon, racconto poetico e filosofico (opera anch’essa incompiuta, nella quale un libro aperto predice l’atto il cui adempimento porterà all’abolizione del caso), con cui viene riconosciuto come un caposcuola; 1876, Il pomeriggio di un fauno (L'après-midi d'un faune), iniziato dieci anni prima, considerato da molti l'atto di nascita della lirica simbolista; musicato poi da Débussy e illustrato da Manet; varie altre opere vent'anni, fino al 1896, Un colpo di dadi non abolirà mai il caso (Un coup des dés jamais n'abolira le hasard), che contiene le innovazioni più radicali: rottura del sistema sintattico e grafico → il testo è leggibile in tutte le direzioni – tema di Igitur (nome del protagonista dell'omonimo racconto, che rappresenta forse l'umanità intera, ma è anche un verso della creazione: “igitur perfecti sunt coeli et terrae, et ornatur eorum”), costante nelle varie opere e portato alle conseguenze estreme anche stilistiche nell'ultima opera citata: il caso regna sovrano; negazione dell'agire umano; il mondo è estraneo e indifferente al lancio dei dadi con cui l'uomo cerca di definire il proprio destino. – – – per M. la poesia è l'assoluto che trascende l'esistenza concreta: M. rappresenta la linea religiosa, orfica del simbolismo; la parola poetica non comunica, è una formula magica; in Igitur, quando il protagonista chiude il lbro annulla il tempo e il mondo stesso (“chiude il libro – soffia sulla candela, – con il suo soffio che conteneva il caso: e incrociando le braccia, si corica sulla cenere dei suoi antenati”); ebbe grande influenza sul postsimbolismo novecentesco, a es. su Ungaretti e gli ermetici per le caratteristiche fondamentali della sua scrittura: - verso libero + verso scalare + uso dei bianchi e dell'interlinea Anticipatore di futurismo, dadaismo, surrealismo. – Film: Un film che rappresenta la tempestosa relazione tra Verlaine e Arthur Rimbaud è "Una stagione all'inferno" di Nelo Risi. Con Pier Paolo Capponi, Florinda Bolkan, Jean-Claude Brialy, Terence Stamp. 130 min. - Italia 1971. Più recentemente è stato realizzato Poeti dall'inferno (Total Eclipse) della regista Agnieszka Holland dove Verlaine era interpretato da David Thewlis e Rimbaud da Leonardo di Caprio. Verlaine è inserito come personaggio anche in Arthur Rimbaud - Une biographie (1991), un film documentario che rappresenta la biografia di Rimbaud, svolta in tre parti, del regista Richard Dindo in una co-produzione franco-svizzera. Verlaine è interpretato dall'attore Jean Dautremay.