DD080 Allegato B progetto RDD 2014_2015

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DD080 Allegato B progetto RDD 2014_2015
Allegato B - Progetto
Area Servizi alla persona
Servizio “Servizi Sociali”
“PROGETTO PROSTITUZIONE ROSEMARY
‘OLTRE LA STRADA – RIDUZIONE DEL DANNO’
E PROSECUZIONE SPERIMENTAZIONE “INVISIBILE”
(azioni e attività dell’intervento di strada e azioni e attività inerente la prostituzione al chiuso)
settembre 2014- agosto 2015
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Premessa
Il Comune di Reggio Emilia, a partire dal mese di agosto 1997, ha attivato una serie di iniziative e
attività indirizzate alla prostituzione di strada, aderendo prima al Progetto Regionale Prostituzione
(nelle sue articolazioni ‘Accoglienza’ e ‘Riduzione del danno’) e poi, insieme alla Regione e ad altri
Comuni e realtà territoriali locali, al progetto ‘Oltre la Strada’, parzialmente finanziato dal
Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In sede locale il
progetto Prostituzione/Oltre la strada, nelle sue diverse articolazioni, ha assunto la denominazione
Rosemary.
Il progetto, attraverso un’unità di strada dotata di automezzo comunale, informa sui servizi sanitari
consegnando specifico materiale, organizza accompagnamenti ai servizi, informa sul progetto nel
suo complesso e distribuisce profilattici, articoli igienico - sanitari vari e generi alimentari di
conforto; è in grado di dare adeguate informazioni, caso per caso e se richiesto, sulla normativa di
riferimento.
Aderendo a specifica sperimentazione promossa dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di
Modena, a partire dal mese di ottobre 2008, il progetto attiva anche azioni e interventi continuativi
inerenti il fenomeno della prostituzione al chiuso (progetto denominato “Invisibile”).
L’attività complessiva di prevenzione socio-sanitaria rivolta alla prostituzione in strada e al chiuso
si articola in due interventi:
Oltre la strada/Riduzione del danno (prostituzione di strada):
a) monitoraggio del fenomeno con raccolta e aggiornamento periodico dei dati, mediante l’utilizzo
del database regionale. Tale monitoraggio viene realizzato dall’Unità di Strada sia sulle strade
che presso la zona della stazione ferroviaria della città di Reggio Emilia ed è soggetto a grande
flessibilità, al fine di poter approfondire eventuali fenomeni segnalati in itinere da associazioni,
cittadini, Circoscrizioni, FF.OO, amministratori, ecc.;
b) azioni mirate alla sensibilizzazione e informazione sanitaria delle persone che si prostituiscono
in strada, per contrastare le malattie sessualmente trasmissibili (M.S.T.);
c) contatto diretto delle operatrici dell’Unità di Strada con le persone, interazione con loro
(colloqui, distribuzione di materiali informativi e sanitari), proposte di percorsi sanitari,
accompagnamenti alle strutture, ecc.;
d) attività di sportello a bassa soglia e ad accesso diretto denominato drop in, presso l’ufficio sede
del progetto sito in Galleria Santa Maria 1. Il drop in consente colloqui maggiormente protetti
per le persone che si prostituiscono, lontano dal contesto della strada e ciò permette l’apertura
della persona e l’emersione dei vissuti e delle storie di vita;
e) sostegno e accompagnamento delle persone coinvolte secondo i bisogni che emergono
(colloquio, accompagnamento a strutture sanitarie, servizi del territorio, ecc.);
f) orientamento ai servizi ed ai percorsi di protezione sociale ed accoglienza per le ragazze che
manifestano l’intenzione d’intraprendere il difficile percorso della fuoriuscita;
g) partecipazione al coordinamento delle Unità di strada, alla formazione ed ai progetti europei e
ministeriali proposti e coordinati dalla Regione Emilia-Romagna e ad altri momenti seminariali
a livello nazionale;
h) interventi di prossimità e momenti di incontro e confronto con i cittadini che vivono in zone
della città dove è presente il fenomeno della prostituzione, in un’ottica di ascolto e mediazione
dei conflitti;
i) costruzione di relazioni significative; la relazione delle operatrici con le donne contattate ha
caratteristiche peculiari, è una presenza che richiede regolarità e continuità nel tempo;
j) raccordo dell’Unità di strada con l’equipe territoriale dell’accoglienza al fine di procedere
assieme nella progettazione per stabilire il percorso di fuoriuscita quando emerge una situazione
di sfruttamento.
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Progetto “Invisibile” (prostituzione al chiuso)
L’attività delle operatrici dell’Unità di strada si esplica anche in ulteriori iniziative di monitoraggio,
mappatura, ascolto e contatto con le persone che si prostituiscono al chiuso.
Questa attività è coordinata dal Comune di Modena e coinvolge altre città della Regione.
E’ iniziata nel 2007 a titolo di “ricerca” e nel tempo si è strutturata con azioni sperimentali che si
propongono, per la durata del progetto, di promuovere attività finalizzate alla prevenzione sociosanitaria. La prosecuzione della sperimentazione è sollecitata anche dai dati più recenti sulla
evoluzione del fenomeno, fermi restando i medesimi obiettivi di prevenzione, riduzione del danno,
aggancio delle persone costrette all’attività prostitutiva.
Per il raggiungimento di questi fini le operatrici sono impegnate nelle seguenti azioni:
• monitoraggio dei giornali locali e di siti internet che danno visibilità all’offerta e inserimento
sistematico degli annunci nel sistema informatico regionale;
• azione delle telefonate ai numeri di telefono archiviati nel database regionale.; attività di
sportello a bassa soglia e ad accesso diretto denominato drop in, presso l’ufficio sede del
progetto sito in Galleria Santa Maria 1. Lo sportello rappresenta un luogo dove le operatrici
invitano le persone coinvolte nei mercati della prostituzione invisibile per incontrarsi e
conoscersi in modo diretto. Nel tempo, la costruzione di relazioni di fiducia, consente di
conoscere la storia delle persone, i bisogni e le condizioni di vita;
• raccolta ed elaborazione dati con stesura semestrale e annuale di report delle attività dedicate
all’invisibile;
• monitoraggio costante del territorio attraverso uscite specifiche di mappatura nelle zone della
città interessate dal fenomeno, attraverso il contatto e la rete di testimoni privilegiati informali
(residenti, baristi, negozianti, ) e attraverso la raccolta di informazioni direttamente dalle
persone che si prostituiscono in strada o al chiuso;
• partecipazione al coordinamento regionale del progetto Invisibile;
• presenza settimanale in ufficio per la predisposizione della documentazione inerente alle attività
progettuali (equipe, progettazione, rassegna stampa,..);
• incontri con i comitati cittadini, associazioni e altre realtà territoriali della zona stazione;
• partecipazione e promozione di incontri in collaborazione con altri progetti di prossimità del
territorio;
Modalità operative dell’Unità di strada
Nell’Unità di Strada operano:
• 2 operatrici dedicate al progetto;
• mediatrici di lingua e cultura (romena, nigeriana, cinese).
Al coordinamento e alla verifica delle attività dell’Unità di Strada è preposta la referente del
progetto, dipendente dell’Amministrazione Comunale.
La presenza dell’Unità di Strada viene programmata mensilmente per zone del territorio reggiano e
per la zona limitrofa di Ponte Enza (Comune di Parma) e, mensilmente le operatrici inviano il fax
con le date delle uscite mensili alle Forze dell’Ordine:
- Questura di Reggio Emilia
- Arma dei carabinieri di Reggio Emilia – Nucleo Operativo di Reggio Emilia
- Polizia Municipale di Reggio Emilia
- Questura di Parma
- Comando provinciale dei Carabinieri di Parma
- Comando dei carabinieri di Sant’Ilario
Luoghi che percorre l’unità di strada
Territorio reggiano:
• Via Emilia da Parma a Rubiera
• Centro cittadino: Stazione FS – Viali di circonvallazione – Via Roma – Via Turri – Via
Paradisi – Zone Commerciali, via Adua, Centro della città
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•
Altri luoghi se interessati al fenomeno, in base a segnalazioni o comunicazioni delle Forze
dell’Ordine o di altri servizi e progetti locali in rete con l’unità di strada
Ponte Enza (limitrofo al Comune di Reggio Emilia in territorio del Comune di Parma).
• strada per Montechiarugolo
• strada per Sorbolo
Località la "Bruciata" – limitrofa al Comune di Reggio Emilia ed al Comune di Modena
• in collaborazione con l'Unità di strada del Comune di Modena tenendo conto delle persone
che si prostituiscono in quella zona, ma che sono domiciliate nella nostra città.
L’Unità di Strada esce 8/10 volte al mese effettuando alla settimana almeno una uscita notturna e
una diurna.
Le mete sono diverse: la via Emilia, il centro della città con particolare attenzione alla zona della
stazione e la zona di Ponte Enza.
Sulla via Emilia che da Reggio porta verso Parma, ogni sera si incontrano una media di 30-35
persone dedite alla prostituzione; le presenze tendenzialmente aumentano nella stagione estiva e
diminuiscono nel periodo invernale. Le nazionalità maggiormente presenti sono le ragazze romene,
donne e transessuali sudamericane lungo la via Emilia di sera, e ragazze nigeriane nella zona di
Ponte Enza sia di sera che di giorno.
Le ragazze rumene sono il target maggiormente presente in strada durante le ore notturne (circa 2025 ragazze). Si tratta di ragazze molto giovani, dai 18 ai 25 anni come range d’età prevalente, con
presenze anche di minorenni difficilmente identificabili. Generalmente arrivano da contesti
deprivati e hanno un basso livello di scolarizzazione. Alcune hanno dei genitori di etnia Rom. Molte
di queste ragazze pur essendo molto giovani, hanno già dei figli che sono lasciati ai nonni, mentre la
ragazza continua a fare avanti e indietro dalla Romania e coi soldi che guadagna in strada mantiene
tutta la famiglia. Quando raccontano delle famiglie d’origine, spesso la figura paterna è assente o
caratterizzata da problemi di alcolismo. Molte ragazze arrivano anche da orfanotrofi. La maggior
parte di loro ha un fidanzato (romeno o albanese) che spesso, in un qualche modo, è coinvolto nello
sfruttamento delle ragazze. I fidanzati non lavorano e si fanno mantenere dalle compagne creando
con loro una relazione di potere in cui la donna è disposta a sopportare molto pur di non perdere il
compagno. La figura maschile che ruota attorno a queste donne ha un ruolo centrale e nelle loro
storie ritornano frequentemente vissuti con il genere maschile di violenza, sottomissione o
comunque accondiscendenza.
Da un paio d’anni si è registrata la presenza di qualche ragazza albanese, un ritorno segnalato anche
dalle altre unità di strada della rete regionale Oltre la Strada. Si tratta di un numero esiguo (3-4
persone) lungo il tratto che dalla Via Emilia giunge fino a Parma, sono donne più adulte rispetto alle
ragazze romene, ma comunque caratterizzate da storie personali in cui la povertà, la disgregazione
famigliare e la presenza di figli a carico, le ha spinte ad emigrare ritrovandosi in circuiti illegali.
Sempre sulla via Emilia sono presenti donne provenienti dal sud America (Ecuador e Perù). Sono
donne adulte e alcune sono presenze storiche, sono perciò conosciute da anni dalle operatrici
dell’unità di strada. Queste donne hanno dei figli nei paesi di origine e che non vedono da anni. La
famiglia è per loro il primo pensiero, anche se sono spesso separate e attualmente hanno dei
compagni italiani. Sono donne che raccontano la stanchezza dello stare in strada per tanti anni e che
hanno il progetto di rientrare nei paesi di origine. La parte più consistente però della prostituzione
sud americana è composta da persone transessuali (proveniente dall’Ecuador principalmente e a
seguire dal Brasile). Persone vulnerabili con vissuti di marginalità, solitudine e discriminazione
legati a un corpo così visibile e attaccabile. Molte di loro non hanno un permesso di soggiorno,
hanno una dipendenza da abuso di sostanze psicoattive, e necessitano di costanti monitoraggi
nell’accesso ai servizi sanitari del territorio; a ciò si aggiunge che nei luoghi in cui domiciliano
danno spesso luogo a problemi di convivenza per la mancanza del rispetto delle regole. Per
monitorare la situazione personale e dei quartieri interessati, le operatrici effettuano uscite
domiciliari incontrando le persone transessuali nelle loro abitazioni. Questa azione permette di
approfondire la conoscenza della quotidianità, conoscere la storia personale, costruire relazioni forti
e significative in un’ottica di prevenzione e di lettura dei bisogni.
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Nella zona di Ponte Enza sono presenti circa 15-20 ragazze nigeriane che si alternano lungo le due
strade che conducono nelle province parmensi, e se anni fa rappresentavano il target più numeroso
in strada, oggi continuano a registrare un calo di presenze.
Le ragazze nigeriane sono ragazze giovani (20-25 anni), vivono a Reggio Emilia e si prostituiscono
principalmente durante le ore diurne nelle zone di confine tra il territorio di Reggio Emilia e quello
di Parma (zona Ponte Enza), ma anche nelle ore notturne in un numero minore.
Le ragazze vengono principalmente dalla zona di Benin City, ma si registrano altre zone come ad
esempio Lagos. Molte di loro hanno lasciato l’Africa anni fa entrando in Italia spesso con una
richiesta asilo. La necessità di regolarizzarsi, a differenza delle altre nazionalità coinvolte nello
sfruttamento, è di fondamentale importanza.
Quasi tutte loro hanno ammesso nel corso del tempo, di aver contratto un debito enorme con la
madame che ha portato qui loro; ma non amano raccontare nel dettaglio cosa significa per loro
essere dentro a questa sorta di patto che regola lo sfruttamento. Rimane la percezione di uno
sfruttamento sessuale che coinvolge le ragazze su diversi livelli e con gradi di coercizione differenti
forse rispetto al passato. Il pagamento del debito contratto per il viaggio richiede tempi lunghi e le
ragazze non sembrano disposte a rinunciarvi poiché temono ripercussioni a livello personale e sulla
famiglia numerosa in Nigeria. Queste ripercussioni sono difficilmente comprensibili per un
occidentale poiché spesso sono legate a riti di carattere religioso-superstizioso come il vodoo.
Il progetto da anni dedica particolare attenzione al monitoraggio della zona stazione, sia nel
quartiere retrostante (piazzale Europa) che nella zona antistante (via Turri).
Nella zona della stazione si incontrano donne provenienti dalla Cina: sono donne di circa 40-50
anni, generalmente provengono da una regione del nord della Cina (Liaoning), lavorano in
appartamento ma da alcuni anni si incontrano per strada, nella zona della stazione. Sono in Italia da
diversi anni, alcune riferiscono di avere lavorato precedentemente nell’industria tessile cinese poi la
crisi del settore, l’età avanzata che rende più difficoltoso fare lavori di precisione (soprattutto per la
vista), hanno iniziato a prostituirsi. Il fenomeno della prostituzione cinese risulta ancora oggetto di
monitoraggio, con gli elementi raccolti ad oggi si percepisce una organizzazione verticistica della
prostituzione in appartamento, mentre rimane ignota l’organizzazione all’interno dei centri
massaggi, in costante aumento.
Il progetto Rosemary, oltre agli interventi di contatto in strada ai fini della lotta allo sfruttamento
sessuale, ha dei momenti che dedica all’osservazione di altre zone della città in cui il fenomeno è
poco visibile o dove si ricevono segnalazioni dai cittadini o da altri soggetti. E’ prevista quindi
un’uscita mensile di mappatura del territorio richiesta da progetto regionale. Da qualche anno il
progetto prevede una serie di attività finalizzate alla conoscenza della prostituzione cosiddetta
invisibile, ossia nei luoghi al chiuso come appartamenti e locali.
Progettazione attività per il periodo settembre 2014 - agosto 2015
Il fenomeno della tratta e dello sfruttamento rimane un ambito soggetto a continue evoluzioni. La
progettazione che ne deriva quindi deve essere flessibile e capace di articolarsi in base a tali
evoluzioni. In particolare, la progettazione annuale comprende vari ambiti di intervento:
- Prostituzione romena. Le operatrici realizzano in modo consolidato i colloqui in strada, gli
accompagnamenti ai servizi sanitari e gli incontri privilegiati presso il drop in di giovani
ragazze romene che incontrano lungo le strade della città. Importante la collaborazione della
mediatrice linguistico-romena nelle uscite in strada e la collaborazione con il personale
medico e sanitario del Centro per la Salute della Famiglia Straniera. Il personale medico
sanitario del consultorio che collabora al progetto “Eva Luna”, dedicato alle persone che si
prostituiscono, segnala da tempo la fragilità delle ragazze rumene nella tutela della loro
salute. Nelle equipe congiunte di aggiornamento e verifica, è emerso l’obiettivo di realizzare
un workshop informativo a bassa soglia dedicato alle romene e finalizzato
all’implementazione delle conoscenze in materia di salute e prevenzione, in un’ottica di
empowerment. Per la realizzazione di questo momento formativo è necessaria la
collaborazione e presenza della mediatrice romena.
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Nelle uscite dell’unità di strada sono frequenti le richieste di colloqui lunghi e privilegiati e
numerose le richieste di accompagnamento ai servizi sanitari del territorio. Per rispondere
alla richiesta di colloqui più intimi e dedicati, le operatrici invitano le ragazze incontrate in
strada ad accedere nei luoghi dedicati al drop in, dove è possibile raccogliere la storia di vita
della persona, costruire relazioni di fiducia e favorire l’emersione di situazioni di
sfruttamento.
Prostituzione nigeriana. Continua il contatto diretto con le ragazze nigeriane, il
monitoraggio delle zone di presenza, gli accompagnamenti ai servizi socio – sanitari, la
distribuzione di materiale. La modalità di relazionarsi di queste ragazze, la loro condizione
di vita precaria e la tipologia estremamente pronunciata di sfruttamento cui sono sottoposte,
rendono la relazione con loro estremamente complessa. Nonostante le operatrici del progetto
parlino la lingua inglese, a volte la profondità o la specificità degli argomenti trattati si
scontra inevitabilmente con la barriera culturale oltre che con quella linguistica, per cui è
continua una collaborazione sistematica con la mediatrice nigeriana che una volta al mese si
reca nelle zone con le operatrici ed è disponibile per incontri, colloqui privati nei nostri
uffici qualora una ragazza lo richieda.
Prostituzione invisibile. Prosecuzione delle azioni sopra dettagliate per una conoscenza del
fenomeno della Prostituzione Invisibile nel territorio in rete con il gruppo regionale di
progetto coordinato dal Comune di Modena e individuazione di forme di contatto e di
accompagnamento di queste persone al fine di promuovere interventi mirati alla prevenzione
della salute e di educazione sanitaria. In questi anni di sperimentazione si è riscontrato che il
fenomeno della prostituzione al chiuso, negli appartamenti, è in crescita, e al contempo, si è
rilevato come lo strumento di aggancio attraverso il contatto telefonico dei numeri archiviati
nel database, sia una strategia di primo aggancio efficace. Nel contatto telefonico
l’operatrice (accuratamente formata attraverso un percorso di formazione e supervisione
regionale) presenta il progetto e la possibilità di accedere al Centro per la Salute della
Famiglia Straniera in un’ottica di tutela della salute. Le richieste di accesso sono in aumento
e questo grazie soprattutto all’ottima collaborazione con il Centro per la Salute della
Famiglia Straniera dell’Az.Usl che conferma interesse, disponibilità e apertura
nell’accoglienza di questo target. Tuttavia i contatti restano finalizzati al bisogno sanitario
espresso, perciò dopo l’accesso al servizio è difficile incontrare nuovamente le stesse
persone; ciò significa anche che difficilmente si riesce a raccogliere la storia della persona
e/o eventuali situazioni di sfruttamento.
Prosecuzione del progetto “cinese”- azione sperimentale di sistema che vede Reggio Emilia
coinvolta nella gestione delle azioni di contatto e aggancio delle donne cinesi che si
prostituiscono attraverso gli annunci forniti dai territori della rete regionale; l’intervento è a
carattere regionale e coinvolge le 3 mediatrici cinesi che da anni lavorano sul territorio di
Reggio Emilia. La collaborazione con 3 mediatrici consente di poter lavorare sulla comunità
cinese in modo capillare, mettendo in sinergia punti di vista fondamentali per riuscire a
costruire accessi ai servizi e per la comprensione del fenomeno della prostituzione cinese.
Le mediatrici cinesi affiancano le operatrici dell’Unità di Strada realizzando le chiamate ai
numeri raccolti dai territori della rete regionale, offrendo informazioni sui servizi dei diversi
territori, incontrando le persone per colloqui privilegiati, accompagnando le persone ai
servizi del territorio di Reggio Emilia e offrendo accompagnamento/supporto telefonico agli
accompagnamenti sugli altri territori. Il coinvolgimento di tutte le mediatrici del territorio di
Reggio Emilia ha avuto inizio nel 2014 e in corso d’opera, ha messo in luce una profonda
ricchezza di contenuti.
Formazione degli operatori: gli operatori partecipano a momenti formativi, tavoli di
riflessione e confronto con altri progetti regionali, nazionali ed europei (con la
partecipazione ove possibile delle mediatrici).
Attività di sensibilizzazione sul fenomeno: vista la complessità del fenomeno “prostituzione
e tratta”, il progetto predispone materiali inerenti l’attività e documentazione dell’esperienza
volti ad informare e sensibilizzare la cittadinanza; gli operatori partecipano inoltre a
momenti pubblici di incontro con i cittadini.
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Azioni innovative:
• La costruzione di relazioni significative rimane determinante della metodologia della bassa
soglia: parole e gesti non invadenti, la disponibilità a sospendere il giudizio e a realizzare
uno scambio basato sull’accettazione permettono la relazione di prossimità. Tutto è mirato a
rendere possibile un rapporto di fiducia, che rappresenta la sola possibilità per andare oltre il
contatto di strada;
• Per cercare di entrare maggiormente in contatto con le ragazze nigeriane e tenendo conto
dell’intersecarsi continuo che si crea tra Unità di Strada e accoglienza in questo ambito, il
progetto sta effettuando una riflessione interna tesa all’approfondimento di alcune
dinamiche presenti nella prostituzione nigeriana. Per implementare le relazioni di fiducia si
è organizzato, un corso di cucina che ha visto una partecipazione interessata di ragazze in
accoglienza e ragazze che sono ancora in strada. Il corso è stato un modo per offrire un
contesto relazionale diverso oltre che offrire competenze spendibili nel mondo del lavoro o
nella vita quotidiana. Le ragazze hanno rimandato più volte alle operatrici il successo
dell’iniziativa e grazie a questa possibilità le ragazze che ancora esercitano la prostituzione
hanno avuto accesso a contesti maggiormente stimolanti e diversi da quelli del loro
sfruttamento quotidiano. Alcune di loro infatti si sono iscritte a un corso di lingua italiana,
altre erano interessate a fare dei colloqui di orientamento rispetto al lavoro domestico.
Questi percorsi innovativi si pongono come una possibilità di aggancio per le persone che
non hanno ancora deciso di tentare la fuoriuscita dal percorso di tratta. Le telefonate sono
uno strumento di aggancio per creare un primo contatto, ascolto e offrire informazione alle
persone che si prostituiscono al chiuso. Il progetto per effettuare le telefonate si avvale
anche della presenza della mediatrice brasiliana e della mediatrice cinese;
• Per facilitare l’emersione della storia personale, quest’anno le operatrici dedicano azioni
specifiche all’invisibile: uno spazio di colloquio dedicato presso il drop-in su appuntamento,
uscite di monitoraggio dedicate a zone della città dove si presume siano presenti
appartamenti dediti alla prostituzione; visite domiciliari nelle abitazioni di persone
conosciute attraverso il progetto e con le quali si è instaurata una relazione di fiducia; spazi
di approfondimento sul tema e di ricerca sul web.
• All’interno del progetto “cinese” è in corso una collaborazione con una dottoranda
dell’Università di Sociologia di Hong Kong, la quale sta svolgendo parte del suo dottorato di
ricerca in Italia, all’interno del progetto Rosemary. Il suo progetto di ricerca mira ad
analizzare in chiave comparatistica l’auto-percezione sviluppata dalle donne cinesi che si
prostituiscono in Italia e nella Repubblica Popolare Cinese, facendo luce sui fattori
strutturali e individuali che facilitano l’entrata nella prostituzione e ne sostengono l’autopercezione sviluppata da quante coinvolte. Per sviluppare il suo progetto, la ricercatrice ha
costruito un’intervista semi-strutturata diretta ad alcune donne intercettate dalle mediatrici
del progetto. L’esperienza di studi della ricercatrice è condivisa all’interno di vari incontri
sia a livello locale che a livello regionale, permettendo una crescita delle conoscenze sul
fenomeno ancora poco indagato della prostituzione cinese in Cina e in Italia.
• Sono organizzati momenti di informazione e sensibilizzazione diretti alla cittadinanza come
il TDOR (Transgender Day of Remembrance) dedicato alle vittime di transfobia, la giornata
del 1 Dicembre dedicata alla lotta all’HIV, la partecipazione alla settimana contro l’omotransfobia in collaborazione con Arcigay Gioconda, la partecipazione a Primavera Donna
promossa dall’ufficio Pari Opportunità del Comune di Reggio Emilia, collaborazioni con
l’Ufficio Cinema.
Il progetto è aperto alla collaborazione con altri soggetti del territorio che perseguono le
medesime finalità di approfondimento e avvicinamento su tematiche complesse e marginali:
andare oltre al pregiudizio, sfatare luoghi comuni per promuovere consapevolezza e senso di
responsabilità.
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Progetto Oltre la strada “Riduzione del danno”: Preventivo di spesa/Piano finanziario
Personale:
• Coordinamento
• Operatrici UDS
• Formatori
• Assistente sociale
• Personale amministrativo
• Mediatrici culturali
Totale Personale
2.500,00
35.833,00
2.500,00
2.500,00
2.000,00
3.900,00
49.233,00
Mezzi e attrezzature (max 10%)
1.500,00
Gestione dei Servizi
1.000,00
Produzione e divulgazione materiali (max 3%)
1.600,00
Totale
di cui € 32.000,00 di contributo regionale (60%)
e
€ 21.333,00 di cofinanziamento locale (40%)
53.333,00
Prosecuzione sperimentazione progetto “Invisibile” compresa azione di sistema a favore
dell’intero territorio regionale: Preventivo di spesa/Piano finanziario
Personale:
• Coordinamento
• Operatrici UDS (compresa azione di sistema)
• Assistente sociale
• Segreteria e personale amministrativo
• Mediazione cinese ecc.per attività sperim. di rete
Totale Personale
800,00
20.800,00
500,00
500,00
3.100,00
25.700,00
Mezzi e attrezzature (max 10%)
500,00
Produzione e divulgazione materiali (max 3%)
800,00
Totale
di cui € 21.600,00 finanziato da contributo regionale (80%),
e
27.000,00
(€ 9.600,00 per quota
azione di sistema)
€ 5.400,00 di cofinanziamento locale (20%)
Piano finanziario complessivo
Finanziamento regionale
Cofinanziamento locale
Totale complessivo
53.600,00
26.733,00
80.333,00
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