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CAMPIONATO GIORNALISMO 17 GIOVEDÌ 20 MARZO 2014 Scuola media Gramsci Firenze Quali valori per la nostra generazione? I dubbi dell’adolescenza e i modelli che ci propongono gli adulti GLI ADULTI si lamentano spesso che i giovani hanno perso molti valori di riferimento e forse anche noi ragazzi lo faremo con le future generazioni, poiché essi cambiano nel tempo in base all’evolvere della società. I nostri valori, in fondo, sono gli stessi che avevano le generazioni precedenti come l’onestà, l’amicizia, la famiglia, la solidarietà, l’amore e la libertà, ma sono vissuti in modo diverso. Ad esempio i rapporti di amicizia vengono sviluppati attraverso i social network e quindi si sono amplificate in modo esponenziale le possibilità di intrattenere relazioni tra coetanei. Infatti in media ogni ragazzo ha centinaia di contatti, definiti amici. Ma in questi casi virtuali possiamo davvero parlare di amicizia vera? Probabilmente non sempre. Resta in ogni caso fondamentale il rapporto diretto con le persone, per non perdere alcuni degli elementi essenziali della comunicazione: l’espressione del volto, i toni della voce, i gesti. Riguardo al linguaggio che usiamo, il nostro scrivere frammentato tramite si- gle, messaggi, icone, viene letto dagli adulti come segno di superficialità e mancanza di vera relazione. È invece un modo di comunicare in codice, originale, con cui siamo comunque capaci, con poche righe, di esprimere un pensiero, uno stato d’animo. Abbiamo anche la possibilità di formare dei gruppi per scambiarci opinioni e pareri, ma il fatto che un gran numero di persone sia coinvolto in questo tipo di relazioni presenta anche degli aspetti sfavorevoli. Il primo “rischio” è quello di una sovraesposizione della nostra immagine, cosa che può essere gratificante, ma anche dannosa. Ci tro- viamo quotidianamente davanti al giudizio di centinaia di persone, che pur non conoscendoci direttamente, condizionano il nostro comportamento. È importante sentirsi accettati dagli altri e spesso siamo disposti a fare di tutto per essere adeguati ai modelli che ci vengono proposti. Ma queste norme di comportamento ci sono trasmesse dagli adulti. Spesso i genitori delegano ad altri la nostra educazione, ci lasciano soli dinanzi ai messaggi dei media, che ci propongono un modello di vita vincente in cui contano l’immagine, il successo e il denaro, basato sull’ avere e l’ apparire piuttosto che sull’ essere. I genitori sono spesso tagliati fuori dal mondo relazionale dei propri figli, senza averne né controllo, né consapevolezza. Noi ragazzi non capiamo da che parte stiano gli adulti e come la pensino. Molti di loro non danno spesso il buon esempio. Sono “adulti-bambini”, che non vogliono invecchiare e ai quali è difficile per noi assegnare un ruolo e considerarli un modello a cui riferirsi. INTERVISTA ALLA DOTTORESSA GIANNATTASIO, RESPONSABILE UFFICIO MINORI DELLA QUESTURA DI FIRENZE I rischi dell’adolescenza: come proteggersi? I minori coinvolti in vicende di prostituzione appartengono solo a classi sociali disagiate? «I casi rilevati mostrano situazioni diverse. Sicuramente si tratta di minori in una condizione di vulnerabilità, che non si identifica solo con una situazione familiare con problemi materiali». Internet può avere avuto un ruolo nel favorire tali pratiche illecite? Quali sono i rischi più frequenti nel suo utilizzo? «Internet è uno strumento che dà molte possibilità: di conoscenza, d’informazione, di socializzazione e di divertimento. Il rischio nasce da un uso superficiale della Rete : “giocare” con la propria identità, falsandola; la ricerca di visibilità che passa attraverso la pubblicazione di foto e video personali, l’essere “taggati”, i “mi piace”, il numero elevatissimo di contatti online, l’esporsi a domande anche di anonimi; la connessione permanente con ore e ore trascorse online. Pratiche rischiose sono la trasmissione di foto e video a contenuto esplicito, che può alimentare un circuito di materiale pedopornografico, con conse- guenti possibili fenomeni di adescamento, nonché l’accesso a siti riservati a maggiorenni falsificando dati anagrafici». In cosa mancano le famiglie quando si verificano episodi di prostituzione minorile come quelli di Roma e di Ventimiglia? «La famiglia può essere un fattore di protezione o di rischio. Avere dei genitori che sono un riferimento educativo ed affettivo rappresenta una tutela. Altri fattori sono legati alle frequentazioni dei ragazzi nella realtà e online». Quali strategie educative possono tutelare i minori da rischi derivati da un uso improprio di internet e dei social network? «La prevenzione passa attraverso il dialogo, l’esempio, l’informazione sui rischi, la regolamentazione e la vigilanza. È fondamentale che i ragazzi abbiano un’educazione digitale, che riguardi non solo gli aspetti tecnici, ma anche quelli giuridici, etici e cognitivi: conoscenza dei mezzi, sviluppo del senso critico, consapevolezza che in un mondo virtuale le conseguenze sono reali». LA REDAZIONE Classe IIID: Sara Alinari, Mirko Ambrosetti, Francesco Braconi, Arianna Cavallini, Niccolò Ciuffi, Melissa Cortese, Angelo Deplano, Alice D’Este, Francesco Distaso, Giulia Durin, Anis Fredy, Mattia Gozzini, Gi- nevra Lazzeri, Jacopo Mannina, Leonardo Martinelli, Selma Mencarelli, Raoul Moscatiello, Bianca Orlandini, Federico Salvi, Adele Sari, Lorenzo Suppa, Rafael Tuka, Giuditta Verniani, Viola Volpi, Vale- rio Zagli. Docenti tutor: professor Stefano Giuntoli, professoressa Laura Azzi. Dirigente scolastico: professor Stefano Pagni Fedi. RIFLESSIONI Soldi facili: le scorciatoie pericolose I RECENTI casi di prostituzione minorile di Roma e di Ventimiglia ci hanno molto colpito, sia per i motivi che li hanno generati, che per le modalità con cui si sono verificati. Riguardo al primo punto è emerso che lo scopo dichiarato di queste ragazze era quello di procurarsi i soldi per permettersi oggetti importanti per la propria immagine: abbigliamento griffato e cellulari di ultima generazione. Ma quali sono i mezzi che ne hanno facilitato l’ingresso nel giro della prostituzione? Internet e i social network. Il caso di Roma è emblematico: è bastato digitare su internet “fare soldi facili”, per poi essere instradate verso una “soluzione” apparentemente semplice. Ciò che fa riflettere è che ragazze della nostra età abbiano come obiettivo non guadagnarsi onestamente del denaro per realizzare i propri desideri, ma che questi soldi debbano essere “facili”, cioè che procurarseli non costi né tempo, né fatica, né impegno. E non sempre il disagio sociale è alla radice di questi comportamenti. Infatti, se per le ragazze di Roma la famiglia non costituiva un solido punto di riferimento, per quelle di Ventimiglia la situazione era di totale normalità. Certamente gli adulti hanno contribuito alle scelte di queste ragazze, come sfruttatori e clienti, ma anche nel creare modelli di vita sbagliati, fondati sull’immagine e sul possesso di cose. Resta vero, tuttavia, che anche noi ragazzi siamo comunque dotati di senso critico e di volontà e dobbiamo quindi anche prenderci la responsabilità dei nostri comportamenti. ••