Al Gran Teatro di Mangiafuoco

Transcript

Al Gran Teatro di Mangiafuoco
AL GRAN TEATRO DI MANGIAFUOCO
di Gigi Bertoni
Pinocchio non è in scena, non è personaggio di questa storia. Piuttosto è seduto in platea, è parte
di quel pubblico.
Pinocchio è diventato il personaggio per antonomasia dell’omologazione, nasce burattino e
diventa bambino perché accetta di far parte del sistema di regole che governano la vita reale. Ma
Collodi non lo aveva fatto nascere con questo destino, e quando lo spinge nel Gran Teatro di
Mangiafuoco è ancora lontano dall’immaginarne l’ingloriosa – a nostro giudizio - fine. Il desiderio
di trasformarsi in bambino farà la sua comparsa infatti solo in un secondo tempo, quando in
seguito al successo delle prime puntate pubblicate gli fu richiesto di aggiungere nuove avventure e
un finale edificante.
Quando Pinocchio vende l’abbecedario per comprarsi un biglietto per il teatro, fa un’azione
rivoluzionaria. Sceglie un percorso differente. Fa la conoscenza di una realtà differente.
La ricostruzione – che abbiamo voluto - del Gran Teatro di Mangiafuoco è la metafora di un teatro
che propone la propria peculiarità di racconto non mediato, non filtrato, peculiarità che rischia di
sparire a poco a poco dall’orizzonte delle nuove generazioni.
Ma quelli che abbiamo davanti ogni giorno sono bambini nuovi, spettatori nuovi per il teatro, e
anche i loro genitori sono genitori nuovi.
E a tutti loro, nonché ai maestri che partecipano così intensamente a costruire la loro visione della
realtà, va ricordato e detto che esiste un mondo diverso da quello quotidiano, il mondo fantastico e
reale delle storie che ci permettono di capire la realtà, e che vengono narrate dalla voce dei nonni,
dei genitori, o dagli attori. Devono sapere che esiste, può esistere, e forse un giorno potranno
capire che è necessario e indispensabile che esista, proprio come lo è una foresta.
Prologo – Maria e Andrea stanno sulla porta del teatro e invitano i bambini ad entrare
I bambini vengono fatti entrare in teatro in ordine sparso, senza il diretto controllo delle maestre –
prof, come Pinocchio entrò nel Gran Teatro di Mangiafuoco.
(musica)
1
Maria – Venghino signori venghino, sta per incominciare lo spettacolo, proprio qui, dietro le porte
di questo teatro, spettacolo che poi altro non sarebbe – è vero, - se non lo spettacolo più
straordinario del mondo, tutto fatto per i signori bambini (e per i loro genitori…), con pupi volanti,
donne imprigionate, combattimenti all’ultimo sangue, incendi e rivolte – è vero, - per un
divertimento assicurato. Entrino entrino lor signori, ritirino il biglietto prego e si sistemino
all’interno, che tra poco s’incomincia…
Andrea accompagna il discorso di Maria ripetendo alcune parole più piano, per i bambini vicini a
lui, “entrino entrino”, “lo spettacolo più straordinario del mondo”…
Scena 1 – Presentazione di Maria, capocomico e trisnipote di Mangiafuoco, e degli attori – con
la partecipazione straordinaria di Pinocchio.
Maria – Signore e signori, buongiorno, benvenuti al Granteatro.
Vi siete… accomodati? E’ tutto a posto? Non voglio che soffriate del benché minimo disturbo – è
vero…
Mi presento, io sono Maria, tris tris nipote del più famoso Mangiafuoco che visse nell’800 e…
(abbandona il tono da imbonitore e passa al familiare)
E tu che ci fai, qui, Pinocchio? Anche oggi ti sei venduto l’abbecedario?
Pinocchio – No, no… è che passavo qui davanti, e ti ho vista lì fuori, invitavi tutti ad entrare… tutti
questi bambini…
Maria – E così ti sei messo in mezzo a loro, ti sei… intrufolato…
Pinocchio – Su Maria, sii buona. Sono qui perché mi fai sempre divertire! Dimmi, che spettacolo
c’è questa mattina (quest’oggi), che storia racconti…
Maria – Oh Pinocchio, furfante… la storia che va in scena ora, neanche tu l’ha mai veduta. Intanto
(riprende il tono da imbonitore) si svolge nell’estremo Oriente, in una terra lontana e lontanissima
da tutto, ma che pure - confina sempre col tuo Paese. Il Governatore di questa terra è un tiranno, che
sfrutta il lavoro dei suoi contadini solo – solo per ingrassare la sua ricchezza. E questa è la storia di
Wu Ching-Hua, giovane donna che vive in quella terra, costretta a lavorare nei campi per sostenere
il vecchio padre. (o com’era, “aiutare il vecchio padre”)
E quando il Governatore – ingiustamente – la chiuderà in carcere, Wu Ching-Hua dovrà lottare con
le sole armi dell’intelligenza e della volontà, dovrà ribellarsi e combattere…
(resta sospesa un attimo, è l’inizio…)
Si incomincia, abbassiamo le luci, musica!
Versione più lunga della prima scena, con discussione sull’importanza del teatro nella scuola…
Scena 1 – Dialogo tra il capocomico Mangiafuoco V e due attori
(gli attori lamentano che i bambini non siano controllati dai maestri…Mangiafuoco presenta sé e
lo spettacolo)
Attore 1 – L’avete voluto voi! Se lo spettacolo non si potrà terminare a causa di confusione e
indisciplina, si ricordi che l’ha voluto lei, sarà colpa sua, non mi metta in mezzo…
2
Mangiafuoco V - I ragazzi non sono animaletti da tenere al guinzaglio, da prendere da scuola e
portare a teatro e quindi, a fine spettacolo, riprenderli da teatro e riportarli a scuola…
Attore 1 – I ragazzi vanno controllati…
Mangiafuoco V – (prosegue nel suo discorso) …non so se il guinzaglio serve davvero a evitare che
si mettano nei guai, o non piuttosto a portarli dove si vuole… (si rivolge ora al pubblico, ancora un
po’ seccato dalle parole dell’attore) Bene, se hai finito, ora si comincia, buongiorno bambini,
benvenuti in questo teatro. Mi presento, io sono Mangiafuoco Quinto, tris tris nipote del più famoso
Mangiafuoco che visse nell’800 e fu reso famoso da uno scrittorucolo di nome Carlo Lorenzini
detto Collodi in un libro che forse conoscete e che si intitola: Pinocchio. Andremo a presentarvi
questa storia…
Attore 1 – Sempre se non disturbate…
Attore 2 – E non disturbare il vicino…
Mangiafuoco V – Accidenti a voi… Ma pensate davvero che vengano qui e non possano far altro
che distruggere tutto, solo perché non sono divisi per classi, non hanno a fianco le loro maestre…
lei è davvero terrorizzato da questi ragazzi, ecco, li guardi, sembrano davvero terribili…
Attore 1 – Ora lei sta cambiando le carte in tavola, caro amico, io lavoro molto volentieri per la
scuola, perché ci credo, credo che sia importante questa giovanile conoscenza dell’arte; ma il
problema…
Mangiafuoco V – Il teatro è un momento speciale nella vita delle persone, ti dà la possibilità di
vedere e sentire cose che puoi solo immaginare
Attore 2 – Oh, sì, è lo specchio della vita, è una educazione alla vita sociale, per questo io sostengo
che sia giusto portarli a teatro…
Mangiafuoco V – No, no no, non a questa età… ecco perché poi una volta usciti di qui non ci
tornano più… (indica la sala, lo spazio attorno a sé) Questa è… è una scatola magica, qui si
materializza davanti a te il racconto di una vita fantastica, si muovono gli oggetti, parlano i pupazzi!
…
Attore 1 – Per questo la gente paga un biglietto, per la meraviglia!
Attore 2 – Per crescere!
Mangiafuoco V – Bene!, ma se succede questo, tutto questo davanti a te – ed è proprio questa
certezza (quello) che ti porti via quando torni nel mondo reale - allora può succedere tutto, e tu puoi
far succedere tutto, tutto è possibile…
Attore 2 – Ma tutta l’arte è educazione al bello, al giusto, (come se cercasse conferma…) non è
vero…?
Mangiafuoco V - Deve essere davvero e completamente un momento speciale, di libertà vera, non
un’escrescenza della scuola, del devo-non devo… Anche Pinocchio vende l’abbecedario per andare
a teatro! Ma non ci va con la maestra, in silenzio e in fila per due. Non l’avrebbe fatto se avesse
trovato lì maestri e bidelli… una scuola travestita! Questi ragazzi devono essere proprio come
Pinocchio, qui in un luogo diverso – oggi e adesso.
Attore 1 – Ma di che cosa stiamo parlando?!…
Attore 2 – Tutta la cultura è educazione al bello, al giusto…
Mangiafuoco V - Sarà la nostra abilità nel racconto a tenere attenti i ragazzi, non gli sguardi degli
insegnanti: voglio che questo sia un ricordo speciale, che sia piacevole la sensazione del buio in
sala, del sipario che si apre, della storia che inizia. Vicino a te c’è il tuo amico, sei libero di
manifestare la tua noia o la tua felicità. E, se vorrai ascoltarci, la tua attenzione ci seguirà perché la
storia, questa storia, parla di te.
Attore 1 – Lei deve essere pazzo!
Mangiafuoco V - Sì, certo… Ora però cominciamo, altrimenti se continuiamo a parlare non
otteniamo nient’altro che annoiare i ragazzi. Andate a finire di prepararvi, su!
(al pubblico) La storia che raccontiamo oggi niente ha a che fare con la Vera Storia di Pinocchio. Si
svolge non in Italia ma nel lontano lontanissimo Oriente. (porta in scena il pupazzo) Pinocchio
tutt’al più potrà aiutarmi a raccontarla. Eh, vedete, vi piace? Questo forse è proprio il Pinocchio
3
della storia di Collodi, chissà, io l’ho ricevuto da mio padre, che l’aveva avuto da suo padre, e suo
padre da suo padre… insomma, che vi costa pensare che sia proprio Lui, il grande burattino
dimenticato da qualcuno piuttosto distratto nel primo vero originale Gran Teatro di
Mangiafuoco…!? Non vi chiedo mica altri soldi!!
Su presto, via le luci, sipario!
Scena 2 – Si apre il sipario – L’arresto
Maria – Wu Ching-hua sta lavorando nel campo, quando – ecco – arriva una guardia del
Governatore
(Wu Ching-hua sta lavorando nei campi, canta un canto di lavoro. Entra una Guardia combattimento alla maniera dell’Opera di Pechino)
Guardia – Ehi tu, Wu Ching-hua, sei in arresto. Hai disobbedito agli ordini del Governatore nostro
sovrano. La legge è chiara: le donne non possono lavorare nei campi, perché il loro compito è
quello di partorire dei nuovi bambini maschi, farli crescere sani e robusti, e infine farli diventare
soldati e contadini al servizio del Governatore. E il lavoro duro nei campi mette a rischio la
possibilità d avere dei figli.
Wu Ching-hua – Mio padre è troppo malato, non ce la fa più, ed io non posso lasciare che si
spacchi la schiena per darmi da mangiare.
Guardia – Zitta, donna ribelle! Lascia i tuoi arnesi e seguimi!
Scena 3 – Nella prigione
(Il Governatore visita la prigioniera)
Guardia – Alzati in piedi, entra il Governatore!
Gov. – Saresti tu la contadina? Non sembri davvero forte abbastanza per lavorare nei campi.
Wu Ching-hua – La forza viene, quando ciò che fai è necessario per te e per tuo padre…
Guardia – Zitta, zotica! Non si risponde così al tuo sovrano!
Gov. – (alla guardia) Lascia, lascia stare… ha carattere la ragazza… (a Wu Ching-hua) Noi
abbiamo ordinato che le donne non potessero lavorare nei campi, noi esprimiamo in quanto sovrani
una volontà divina, come puoi tu pensare – che non hai istruzione, educazione - di capire più e
meglio di un dio…
Wu Ching-hua – Mio padre è un uomo ormai vecchio, non riesce…
Gov. – Taci, ora! Spero che tu abbia capito che se ti abbiamo arrestato è stato per il tuo bene, per
proteggerti, perché così un giorno tu, quando ti sarai sposata con un bravo e rispettoso giovane,
potrai essere in buona salute e quindi dare un figlio maschio a lui e un nuovo contadino a me…
Resterai qui qualche giorno, che so, anche un mese se necessario, fino a che non avrai imparato la
lezione. Poi sarai di nuovo libera.
Scena 4 – Wu Ching-hua riesce a rubare dei fiammiferi dalla guardia che fuma e a dare fuoco
al Palazzo
4
Wu Ching-hua – (E’ sola) Da questa prigione riesco a vedere tante cose, capisco tante cose. Tutti i
contadini sono nella stessa situazione, devono obbedire a leggi ingiuste, i loro raccolti sono tutti
sequestrati e a loro ne viene lasciata solo una piccola parte, insufficiente perfino per un uomo –
figuriamoci se hanno moglie e figli, o i vecchi genitori ancora vivi…
Mio padre, come starà mio padre… non ho più notizie di lui da quando sono stata arrestata…
Devo fare qualcosa, e in fretta. Solo una volta al giorno aprono questa porta, per portarmi il pane e
l’acqua.
Guardia – (dietro le quinte) Ehi, signorina, sei in casa…?
Wu Ching-hua – Questa voce… E’ la guardia dalla grande pipa. Se sono fortunata, avrà con sé
tabacco e… fiammiferi!
Guardia – (Entra in scena) Ehi, signorina, sei in casa…? Eh eh, ecco il pranzo, la cena e la prima
colazione di domani…! Ma come sei fortunata, ogni giorno mangi e non devi neppure lavorare,
anzi, non devi fare proprio nulla!!
(Apre la porta della prigione. Maria, che alla battuta “mio padre” ha assunto la postura di un
vecchio, provoca un rumore per distrarlo)
Guardia – Cosa succede…? Mah, un topo forse, sì un topo, un topo…
(Wu è uscita dalla prigione lasciata aperta – il vecchio porge alla guardia la sua pipa)
Guardia – Oh, la mia pipa, grazie buon vecchio…
(Si siede e inizia a fumare del tutto dimentico di Wu Ching-hua, che ne approfitta per
immobilizzarlo, poi gli rovista nelle tasche e trova i fiammiferi)
Wu Ching-hua – Trovato! Ora stai zitto tu, fermo, fermo immobile o ti chiudo dentro e poi do
fuoco a tutto… Ora ascoltami bene. In questa scatola ci sono decine di fiammiferi per il tuo tabacco.
Io li userò per dar fuoco a questa prigione e a tutto quello che gli sta intorno. Comincerò da qui, da
questa paglia lercia, poi ne accenderò uno per ogni cosa che incontrerò uscendo, ogni cosa che
possa prendere fuoco. L’unica cosa che puoi fare tu è correre come un capriolo a chiedere aiuto…
Il Governatore avrà una bella lezione. Non voglio che muoia, non deve morire, ma perderà solo
gran parte del frutto delle sue rapine, di tutto quello che in questi anni a rubato a noi, ai suoi
contadini…
Scena 5 – Wu Ching-hua trova rifugio in un bosco vicino. Conosce alcuni contadini che
tornano dopo aver partecipato allo spegnimento dell’incendio
Wu Ching-hua – Era come un grande sole, un sole nuovo che sorgeva per la prima volta su questa
terra disperata. Anche da lontano il suo calore era immenso e rassicurante… La prigione è andata
distrutta, e anche il padiglione delle guardie. I soldati hanno costretto tutti i contadini dei dintorni a
partecipare allo spegnimento, e i secchi d’acqua non arrivavano mai pieni, ad ogni passaggio di
mano si rovesciavano – il governatore stesso era presente, e incitava e minacciava, correva e
urlava…
(arrivano due contadini di ritorno dal palazzo del governatore – i clown della tradizione
scespiriana. Wu Ching-hua si nasconde)
Primo contadino – Oioioioi, aiaiaiaiai, la mia schiena – sono ancora bagnato come un pulcino…
Secondo contadino – Come un pulcino… come un pesce vorrai dire…
Primo contadino – Ah questa poi è bella, come un pesce! No ho mai sentito dire una sciocchezza
simile!
Secondo contadino – Oh diavolo, ma qui d’intelligente ci son proprio solo io… Il pesce, il pesce
soltanto può esser fradicio dalla mattina alla sera.
Primo contadino – E non si lamenta…
Secondo contadino – E non si lamenta…
5
Primo contadino – Perché è nel suo ambiente: l’acqua! Per il pulcino invece, il suo ambiente è
l’asciutto, e quando si bagna, ma bagna bagna, allora sì che si lamenta, ed è tutto infreddolito, e si
becca un malanno…
Secondo contadino – Ah.
Primo contadino – Capisci ora perché si dice: bagnato come un pulcino? E dire che con tutto quel
calore attorno, mi sarei dovuto asciugare in un attimo.
Secondo contadino – Eh sì, è stato proprio un gran bell’incendio!
Primo contadino – Un magnifico incendio…
Secondo contadino – Magnifico, magnifico!
Primo contadino – Vedi di non farti sentire mentre dici queste cose…
Secondo contadino – Ma quanto è fortunato il nostro governatore, tutte le cose belle succedono
sempre a lui…
Primo contadino – Ecco, appunto. E sappi anche che ti toccherà lavorare il doppio, ora, perché per
rifarsi della disgrazia, come minimo aumenterà la percentuale di raccolto che dovremo
consegnargli.
Secondo contadino – Impossibile! Io gli consegno già praticamente tutto quello che coltivo…
Primo contadino – Che da domani sarà poco. E se non lo farai, ti manderà a casa i soldati, a
requisire quello che volontariamente non vuoi dargli, e a distruggere per punizione tutto quello che
ti resta.
(Wu Ching-hua esce dal nascondiglio)
Wu Ching-hua – Più che un governatore è un Tiranno, e i Tiranni sono buoni solo da morti!
Primo contadino – Accidenti, e tu chi sei, da dove sbuchi
Wu Ching-hua – Sono una contadina come voi, dissanguata come voi dal Governatore, stanca
morta per il lavoro, stanca morta di dover regalare tutto il frutto del mio lavoro…
Secondo contadino – Diavolo, anch’io sono sempre stanco morto, anzi più stanco che morto…
Wu Ching-hua – E’ venuto il momento di dire basta. Il Governatore deve restituirci quello che ci
ha tolto con la prepotenza. Dobbiamo restare uniti. Mostrargli la nostra forza. E se vuole continuare
a governare, dovrà scendere a patti con noi!
Primo contadino – Guardate, ecco i nostri compagni che stanno tornando. Sentiamo cosa hanno da
dire. Parliamo con loro. Tu, ragazzina, che sembri molto abile con le parole, prova a parlare al loro
cuore… (escono per incontrare i compagni)
Scena 6 – Wu Ching-hua arringa i contadini.
(Wu Ching-hua stringe amicizia con i contadini, gli parla della ricchezza del Governatore costruita
sulle loro povertà, delle restrizioni e delle ingiuste proibizioni. Gli parla del suo Granaio stracolmo
di grano che va a male, viene buttato, e a loro manca. Decidono di assaltarlo)
Wu Ching-hua – La tavola del Governatore è sempre imbandita per sé e per gli ospiti – fannulloni,
parassiti -, la carne più pregiata, il vino più aromatico. Sperpera il denaro ricavato dalla vendita del
nostro grano, che ci viene sequestrato e non pagato, per acquistare abiti di seta e bracciali d’oro per
le sue mogli… per le spese più superflue…
Mentre per noi la vita altro non è che nascere, lavorare e morire, senza desideri e bisogni…
Riprendiamoci quello che è nostro: riprendiamoci il grano per sfamare i nostri figli e i nostri padri!
Ora prepariamo un piano. Domani, non più tardi di domani, costringeremo il Governatore a
restituirci quello che ci ha rubato!
Scena 7 - Assalto al Granaio per distribuire il grano.
6
Maria (mentre Wu si cambia) – Wu Ching-hua si traveste da mercante, e bussa alla porta del
Governatore
Governatore – Benvenuto, siate il benvenuto, entrate vi prego, col vostro seguito.
(entra Wu Ching-hua con un contadino, nella parte di ricchi mercanti stranieri)
Siete stati annunciati come ricchi mercanti che arrivano da occidente, da terre molto lontane…
Wu Ching-hua – E’ vero, governatore, tutto vero, e siamo molto interessati all’acquisto di un
grande quantitativo di grano. Ci è giunta voce che i vostri granai ne siano stracolmi.
Governatore – Oh, mi lusinga che si parli della mia ricchezza anche oltremare. Mi auguro che
quantità e qualità possano soddisfarvi.
Wu Ching-hua – Non ci resta che andare a controllare…
Deve costarvi molto produrre tutto questo grano, gli operai oggigiorno pretendono paghe molto
alte…
Governatore – Oh sì, certo, le spese sono enormi!! Ma io pago volentieri i miei contadini, e anche
molto, perché voglio che stiano bene in salute, che non gli manchi niente, che possano avere non
solo l’indispensabile ma anche qualcosa di più, insomma che siano felici! D’altra parte, voi mi
capite, come posso essere felice io, se non lo sono anche i miei contadini!!
Wu Ching-hua – Siete veramente generoso… ma, ditemi, è faticoso mantenere la disciplina, vedo
tracce di un incendio recente, si mormora che fosse addirittura una prigione…
Governatore – Mio dio – no! che orrore, una prigione… Che menzogna! Quello che è bruciato era
un… padiglione per la musica e gli spettacoli che periodicamente offro ai miei contadini… proprio
per la sbadataggine di un… mangiafuoco è andato tutto in fumo proprio pochi giorni fa…
Wu Ching-hua – Naturalmente, naturalmente… siete davvero una brava persona. Sono contento di
fare affari con voi. Anzi, quel che avete detto mi ha commosso, e per premiarvi prenderò… (si
accorge che non è il termine adatto, e quindi…) acquisterò tutto il vostro grano.
Governatore – Molto bene! Ma, seguitemi, ora andiamo al granaio.
(con un mazzo di mille chiavi apre la porta del granaio. I due ribelli estraggono i loro bastoni e
catturano il governatore)
Governatore – Acc… che diav… Aiuto, alle armi alle armi! Mani – goldi…allarmi! sono fritto…
sono morto… se non la smettete… vi farò uccidere! Guardie!
Insomma sono il governatore e vi ordino di stare fermi anzi di arrestarvi immediatamente, anzi
mandatemi le guardie prima di arrestarvi, poi tanto le licenzio – belle guardie del corpo sono,
lasciarmi da solo proprio nel momento del bisogno e adesso ho davvero bisogno oh dio quanto
bisogno ho…
Guardie, accidenti a voi, sono in pericolo! bell’affare essere il Governatore se poi finisci legato
come un salame nelle mani dei banditi – banditi poi, chi diavolo è questa gente, menzogna
menzogna, sono un mercante, compro tutto io, e poi…
In fondo poi io sono il Governatore, Sono Il Governatore accidenti, sono io che do gli ordini e voi
ubbidite accidenti, sennò vi faccio arrestare senza nessuna pietà, cari miei, bastone, bastone sulle
vostre testine di legno, bong, bong, bong, così ve lo faccio capire io chi comanda, chi è – il
Governatore…
Ecco cosa succede a chi è troppo buono troppo generoso a chi lascia troppa libertà ai suoi sudditi –
sudditi… servi – ecco cosa sono e io li ho perdonati sempre, governatore cuore d’oro, ma d’ora in
avanti lo giuro, se solo esco vivo di qua, sarò spietato, se solo ne esco vivo…
(sono fritto, sono arrostito, sono impanato ben bene, sono un maiale allo spiedo, sono un galletto
infilzato)
Guardie!!
Wu Ching-hua – Zitto, tiranno, le tue guardie sono lontane… Non vogliamo farti del male.
Governatore – Chi siete, che volete?
Wu Ching-hua – Siamo i tuoi contadini, ci riconosci ora? Quelli a cui lasci il grano migliore, quelli
dalle paghe abbondanti…
7
(ormai è immobilizzato…)
Maria: - Wu Ching-hua con l’aiuto dei suoi compagni abbatte le porte del granaio.
(segue la scena che coinvolge anche il pubblico dei bambini)
Scena 8 – Epilogo.
Maria - Ecco, il racconto è terminato.
E’ una gran bella storia, non credete…?
Sono proprio contento di averla potuta raccontare. E’ come se avessi potuto fare un regalo a
ciascuno di voi.
Ora le porte del teatro si riapriranno e uscirete.
Tenete – se volete – questo mio piccolo dono chiuso in un cassetto del vostro cuore. Forse un giorno
potrà esservi utile…
Versione più lunga, da abbinare alla 1 scena vs 2
Scena 8 – Attorno al fuoco della sera (lampada…), Wu Ching-hua, un attore, il Mangiafuoco
V.
(Wu Ching-hua termina il racconto dell’assalto, la distribuzione del grano a tutti)
Wu Ching-hua – Solo quando non era rimasto neanche un chicco di grano siamo andati via,
ognuno con scorte sufficienti a riempire le pance, e tenerle piene per tutto l’inverno…
Prima però abbiamo costretto il governatore ad accettare un nuovo accordo, lui garantisce la nostra
difesa coi suoi soldati, e noi gli verseremo la metà dei nostri raccolti. Anche le donne, se devono e
vogliono possono lavorare, ci sarà un medico per aiutarle. E chi ha famiglie grandi, tratterrà un
ulteriore venti per cento di raccolto per sé…
Attore 1 – E’ una gran bella storia…
Mangiafuoco V – Eh si, sono proprio contento di aver fatto questo spettacolo, per poterla
raccontare a tutti. Dire che da una parte ci devono stare la regola e la disciplina, con cui si impara a
stare con gli altri, e che sono necessarie per organizzare la vita stessa propria e della comunità. Ma
dall’altra non si possono subire in silenzio i soprusi degli arroganti. Per questo l’educazione deve
essere educazione anche contro l’ingiustizia, educazione alla giustizia e alla solidarietà. Non c’è
libertà finché ci sarà anche solo un uomo ingiustamente in prigione, finché il lavoro non sarà
giustamente retribuito, finché ci sarà sfruttamento dell’uomo sull’uomo…
Attore 1 – E poi un bel po’ di scene comiche, così i ragazzi ridono e si divertono assai…
Wu Ching-hua – Divertirsi non è solo ridere…
Mangiafuoco V – Si, giusto. Il divertimento è più legato all’interesse che al comico, lo spettatore si
diverte – cioè, in altre parole: sta bene – se le storie che racconti catturano la sua attenzione, lo
interessano. E le storie sono interessanti se servono a far conoscere la vita, meglio ancora se si
vestono di fantasia. Perché non è sempre necessario fare l’esperienza attraverso la conoscenza
diretta: non c’è bisogno di commettere crimini per sapere che è sbagliato.
Wu Ching-hua -Molte cose si capiscono addirittura meglio attraverso la loro rappresentazione, se
fatta con le giuste parole. Si può far capire quali saranno le conseguenze di un gesto, un’azione
prima che accada, raccontando cosa è successo quando è accaduto qualcosa di simile. Così, la mia
storia può far pensare a cosa significa giustizia, giusta retribuzione per il lavoro, onestà, diritti; e
insieme cosa può accadere ai prepotenti, agli sfruttatori…
8
Attore 1 – Chi va a teatro, per tornarci deve divertirsi… voi allora pensate che questo pubblico
vorrà tornare, perché sennò io devo chiudere, cambiare mestiere.
Mangiafuoco V - Il teatro è un modo di raccontare, come la favola o il libro. Diverte e – a qualcuno
– può perfino insegnare qualcosa… Agli studenti (ai più giovani), e soprattutto se non odora di
scuola!!
9