Solo trenta imprese cittadine hanno aperto la porta
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Solo trenta imprese cittadine hanno aperto la porta
Solo trenta imprese cittadine hanno aperto la porta agli investitori esterni Crif Ratings: «Ma chi lo ha fatto è cresciuto di più» di SIMONE ARMINIO TRENTA imprese bolognesi hanno capito che aprirsi al mercato dei capitali è un'opportunità per crescere dopo gli anni della Grande Crisi. Lo sostiene Crif Ratings, l'agenzia di rating nata sotto l'ala del colosso bolognese delle informazioni creditizie, in un recente studio sulla `Diversificazione delle fonti di finanziamento in supporto della crescita'. Il campione è quello di Top 500, la classifica delle prime 500 imprese del territorio che ogni anno il Resto del Carlino pubblica in collaborazione con Pwc. Ne emerge che per le bolognesi la fonte di finanziamento resta per due terzi l'indebitamento bancario. Ma che nel 2015 è cresciuto fino al 25,7% del debito il ricorso alla quotazione o al piazzamento privato di bond, contro il 12,7% della media nazionale. Un dato in crescita, se è vero che nel 2012 l'incidenza era del 16%, contro il 9% della media italiana. Il metodo pare funzionare. Secondo Crif Ratings, infatti, le imprese che hanno emesso obbligazioni sono cresciute più delle altre in fatturato (+6,5% contro il 5,2%), in Ebitda (117 bps, contro i 10 dei non emittenti), e nella percentuale di investimenti sul fatturato: 5,6% contro l'1,6%. E SE IL NUMERO esiguo (solo 30 su 500) delle imprese che hanno `venduto' il proprio debito per finanziarsi è rimasto costante dal 2012 a oggi, «ciò che è cambiato in 4 anni - spiega Simone Mirani di Crif Ratings, che ha curato la ricerca -, sta nel fatto che chi aveva provato questa modalità con piccole quote di debito, ne ha apprezzato i benefici e ne ha intensificato l'uso». Chi sono le imprese che si sono ricapitalizzate aprendosi al mercato? «Comprensibilmente le più grandi - spiega Mirani -, con un fatturato superiore ai 500 milioni di euro (le prime 22, nel Top 500 2016, ndr)». Ma la peculiarità è che «troviamo imprese emettitrici di obbligazioni anche tra le small, con fatturati sotto ai 25 milioni». E cosa frena tutte le altre? «Le difficoltà sono di due tipi - ragiona l'esperto -. C'è la diffidenza ad aprirsi al mercato per le aziende a proprietà familiare. Quindi la complessità dell'operazione, che prevede una serie di ob- ReaLizzato da Crif Ratings sulla diversificazione delle fonti di finanziamento a supporto della crescita per Le Top 500 imprese bolognesi blighi, certificazioni e parametri da rispettare per cui sono necessarie figure che le aziende più piccole non hanno al proprio interno». CHI COMPRA infine i debiti delle bolognesi? «Per le più grandi è il mercato, in senso lato, ovvero investitori nazionali e internazionali, privati o istituzionali. Per i più piccoli è più probabile che i bond vengano piazzati privatamente, a interlocutori locali o comunque noti alle aziende emettitrici». Gli obiettivi per farlo sono molteplici. «Frequenti i casi, soprattutto tra le più piccole - chiude Mirani -, che un bond venga emesso per sostenere un'acquisizione o cogliere un'opportunità di crescita. I bilanci analizzati ci dicono che nella maggior parte dei casi ha funzionato». la ,,, à0, ', j, 11W, flon c-, p;` 11 '1, c L'obbli azione ( bond in inglese è un titolo di debito emesso da una società pubblica o privata. Attribuisce al suo possessore, alla scadenza , il diritto al rimborso del capitale prestato, più un interesse L'analisi di Crif Ratings rivela che le 500 imprese bolognesi più grandi si finanziano tramite bond per il 25, 7% del proprio debito ( la media italiana è del 12,7%J. Chi lo fa è cresciuto del 6,5% in 4 anni contro il 5,2% degli altri