La santità: diffondere l`amore

Transcript

La santità: diffondere l`amore
A
mici di Gesù Crocifisso
Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”
La santità: diffondere l’amore
l santo è come un albero fecondo, carico di frutti; non come un albero rigoglioso, ricco di foglie, ma sterile, come il fico senza frutti, che il Signore
maledice e fa seccare. La santità è feconda per chi la vive,
ma poi dona i suoi frutti a tutti, spande il suo profumo in
tutte le direzioni.
Tutti possono andare all’albero dei santi, con sicurezza
di trovare frutti in abbondanza. Il santo non è un egoista
che pensa solo a se stesso e alla sua santità; egli va alla
sorgente, si riempie di Dio e poi dona a tutti con generosità. Ogni santo diventa canale di grazia, portatore di Dio e
può dire con Gesù: “Io sono venuto
perché abbiano la vita e l’abbiano
in abbondanza” (Gv 10,10).
Quanto più una persona avanza nel cammino di santità, tanto
più allarga il proprio orizzonte,
tanto più sente il bisogno di aprirsi agli altri, di fare del bene. Anche il contemplativo puro ha il
cuore aperto su tutte le necessità
dei fratelli. L’uomo, come figlio
di Dio, è composto di anima e di
corpo: i santi si occupano dell’uomo intero, anima e corpo.
Abbiamo così i meditatori di grazie presso Dio, i giganti della carità, dell’amore concreto e poi i
grandi apostoli, i portatori di Dio.
Uno dei frutti più belli della
santità è proprio l’apostolato, il
desiderio, direi il bisogno di donare a tutti il tesoro nascosto che
è Dio. Penso a San Paolo della
Croce: un santo contemplativo,
un grande mistico, che passava
ore e ore davanti al Crocifisso e
davanti a Gesù sacramentato; eppure penso che 100 passionisti non saremmo capaci di fare
quello che ha fatto lui solo per il Signore, per le anime:
ha fondato, senza mezzi umani, due istituti passionisti,
maschile e femminile, realizzando 13 conventi; ha predicato centinaia di missioni, di esercizi spirituali, spostan-
I
Dicembre 2003 – Anno IV n. 12
Aut. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999
Sped. Ab. Post. Art. 2 com. 20\c L.662\96 - MC
Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624
Dir. R. Tonino Taccone – Red. P. Alberto G. Pierangioli
P. San Gabriele 2 - 62010 Morrovalle MC
T. 0733.221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733.222394
E-mail [email protected]
http://www.passionisti.org/mlp/amici
dosi a piedi da una regione all’altra; ha guidato nella via
della santità migliaia di fedeli; ha scritto decine di migliaia di lettere di direzione spirituale.
Nel ritiro di Castellazzo, ancora giovane laico, scriveva il 4 dicembre 1720: «Desidererei essere scarnificato per un’anima; mi pareva di languire, vedendo
la perdita di tante anime, che non sentono il frutto
della passione del mio Gesù». Queste parole esprimono con la più grande chiarezza l’intimo rapporto tra
amore a Gesù Crocifisso e apostolato.
Questo ha fatto Paolo, questo desiderava dai suoi figli,
come scrive nella Regola del 1741: «Uno dei fini principali
di questa minima Congregazione è
non solamente d’esser indefessi
nella santa orazione per noi stessi, affine d’attendere alla santa
unione con Dio, ma ancora d’incamminarvi i nostri prossimi”. E
ricordava che l’amore è “ingegnoso”, sa trovare mille occasioni
per portare il Signore.
Nella “Promessa di Amore”
noi ripetiamo: “Fa che io ti ami
e ti faccia amare”. Non ama il
Signore, non è un vero “amico”
di Gesù Crocifisso chi non s’impegna di farlo amare anche dagli
altri. Il fuoco vero non può rimanere nascosto, deve espandersi,
altrimenti rischia di spegnersi.
San Paolo della Croce, in un
eccesso di amore scriveva ad
Agnese Grazi: “Vorrei essere
tutto fuoco di amore. Vorrei
che venisse in noi tanto fuoco
di carità, fino a bruciare chi ci
passa vicino, e non solamente
chi ci passa vicino, ma anche i
popoli lontani, in una parola tutte
le creature, affinché tutte conoscessero ed amassero il
sommo Bene”. Aiutare tutti a bruciare di amore: ecco
la vera santità!
P. Alberto Pierangioli